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Roma/ Pittbull attacca una donna e le stacca tre dita della mano

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Una storia che ha dell’icredibile ed un comnortamento inqualificabile.

Una donna di 50 anni è stata azzannata da un pitbull mentre portava a passeggio il suo cane, un San Bernardo. L’animale le ha staccato letteralmente tre dita della mano, con la padrona che si è subito allontanata senza prestare soccorso. È accaduto ieri mattina nel quartiere di Primavalle, a Roma. Lo riporta Il Messaggero.

La donna ferita è stata portata d’urgenza al pronto soccorso, la polizia sta cercando di risalire all’identità della padrona del pitbull.

Coronavirus/ In Puglia vaccinazione obbligatoria per gli operatori sanitari.

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Notizie in breve sull’epidemia da coronavirus.
a) In Italia si spinge sulla campagna di vaccinazione e alcune regioni predispongono norme ancor più stringenti rispetto quelle nazionali. In Puglia, ad esempio, la vaccinazione anti-COVID diventa obbligatoria per gli operatori sanitari;
b) Nel mondo i decessi legati al coronavirus sono diminuiti del 20% negli ultimi sette giorni e i casi di contagio sono in calo per la sesta settimana consecutiva, lo riferisce l’OMS
c) L’Irlanda resterà in lockdown almeno fino al 5 aprile, come annuncia il primo ministro Micheal Martin.





Padova/ Sanità, Cardiochirurgia pediatrica applica la realtà virtuale nelle cardiopatie congenite

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Riceviamo e pubblichiamo

Le cardiopatie congenite sono fra le forme di anomalia congenita più variegate e complesse, e parte della loro complessità si manifesta con l’ampio spettro di variabilità anatomica e fisiopatologica. L’integrazione sistematica di modelli 3D nella pratica di tutti i giorni sta diventando per la Cardiochirurgia Pediatrica di Padova una pratica standard e sta contribuendo a cambiare l’approccio al trattamento delle malattie cardiache congenite dei bambini, offrendo un trattamento altamente personalizzato e “customizzato” sul paziente. La Realtà Virtuale (Virtual Reality) è la possibilità di navigare in ambientazioni fotorealistiche in tempo reale, interagendo con tutti i sensi con degli oggetti presenti in esse, che in questo caso sono i cuori dei nostri pazienti, simulando la realtà effettiva. Questa modalità offre capacità uniche di interazione e manipolazione interattiva di rappresentazioni ad alta risoluzione di dati di “imaging” specifici del paziente, come supplemento alle tradizionali visualizzazioni 2D e ai modelli di cuore stampati in 3D.

     Quando si stampa un modello anatomico utilizzando tecniche di stampa 3D, è possibile aprire il modello una sola volta, nella realtà virtuale invece puoi ruotarlo, ingrandirlo, sezionarlo più e più volte su piani infiniti, tagliarlo e rimetterlo insieme, ritagliarlo di nuovo in un posto diverso e ingrandirlo con un semplice gesto intuitivo della mano, interagirci in modi infiniti e letteralmente puoi “navigare” dentro il cuore di un paziente.  Le potenzialità di questa tecnologia innovativa sono molteplici e sono tutte finalizzate ad un miglioramento della qualità del trattamento offerto ai pazienti affetti da cardiopatie congenite che includono:

  • counseling in epoca fetale

ai genitori vengono presentati dei modelli stampati in dimensione reale del cuore del loro bambino e in versione magnificata al fine di ottenere una migliore comprensione dell’anatomia e delle procedure chirurgiche che vengono proposte per il trattamento;

  • counseling preoperatorio

ai genitori vengono presentati dei modelli stampati e dei modelli in realtà virtuale aumentata dei cuori dei loro figli al fine di aumentare la comprensione, soprattutto nei casi di cardiopatie congenite complesse;

  • migliore pianificazione dell’intervento chirurgico

si avvale sia dei modelli stampati, ove si possono simulare procedure chirurgiche nei giorni antecedenti all’intervento al fine di ottimizzare i tempi operatori e i materiali che verranno utilizzati, che della realtà virtuale al fine di aumentare la comprensione delle strutture anatomiche, specialmente in cardiopatie congenite complesse, offrendo delle visuali che non sono possibili con nessun’altra metodica diagnostica. L’Azienda Ospedale/Università di Padova ha a disposizione tecnologie innovative che partendo da diversi tipi di “imaging” cardiaci tradizionali, quali tomografia assiale computerizzata (TAC), Risonanza magnetica nucleare (RMN) ed ecografia fetale, ha la possibilità di giungere alla ricostruzione tridimensionale dell’organo cardiaco affetto da malformazioni congenite semplici e complesse.     Queste ricostruzioni virtuali possono essere stampate tridimensionalmente mediante l’utilizzo di una stampante 3D con l’obiettivo di ottenere una riproduzione dell’organo cardiaco quanto più fedele all’organo reale del paziente.

     I modelli 3D offrono numerosi vantaggi rispetto alle tecniche di “imaging” tradizionale come la possibilità di comprensione più profonda dell’anatomia tridimensionale, specialmente in situazioni complesse, permettono l’ispezione sia visiva che tattile da più punti di vista, dando la possibilità all’operatore di poter interagire con una replica fedele del cuore in esame; non da ultima la possibilità di simulare l’intervento chirurgico pianificando manovre sui modelli stampati.

     Per l’intervento sulla reale struttura anatomica del cuore rimane comunque insostituibile l’esperienza personale del cardiochirurgo e i risultati intraoperatori che portano alle decisioni sull’iter terapeutico da intraprendere.

Ufficio Stampa Azienda Ospedaliera di Padova

La riflessione/ In Italia il mercato del lavoro favorisce l’inattività

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In Italia, la pandemia ha aggravato la situazione del mercato del lavoro già in sofferenza. In generale, nel secondo trimestre del 2020 le dinamiche del mercato del lavoro hanno risentito ancor di più rispetto al precedente trimestre degli effetti dell’emergenza sanitaria. Il passaggio da disoccupato a occupato è troppo poco conveniente: imposte e sussidi scoraggiano la ricerca di occupazione, mentre il sistema di welfare, piuttosto scarso, disincentiva la ricerca di un posto full-time, la causa il tenere troppo bassi i salari, soprattutto per le donne. Economia e occupazione sono state sulle prime pagine dei giornali sia nei periodi di normalità e di crescita che nei periodi di crisi e recessione, anche quando la pandemia ha stravolto le vite e l’attenzione mediatica si è concentrata su di essi, per le conseguenze economiche negative che ha avuto. Si discute di: magrezza di stipendi, difficoltà di assunzione da parte delle aziende, costo del lavoro da tagliare, incentivi da dare alle imprese, mentre è sempre passato in secondo piano il tema degli incentivi dei singoli ad occuparsi, quando lavorare o meno è una scelta della singola persona. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha ricordato che lo scarto tra occupazione maschile e femminile è al massimo in Europa, il tasso di occupazione è tra i più bassi, mentre quello di inattività è maggiore.

Non vi è solo il problema di incitivi all’assunzione per le imprese, ma anche di volontà di occuparsi, per molti, soprattutto donne, la lontananza dal mondo del lavoro non deriva dal non trovare occupazione, ma dal non cercarla, a causa dei rafforzamenti; del sussidio disoccupazione, Naspi, introduzione del Reddito di Cittadinanza e reddito di Emergenza, si è creata una trappola di povertà che tiene nell’inattività molti di coloro che trovando lavoro vedrebbero le proprie entrate crescere di poco rispetto ai sussidi che ricevono, e quel poco risucchiato dalle imposte, meccanismo che vale anche per l’ incremento di reddito che avrebbe colui che volesse passare dal part time al full time, la cui differenza è  ridotta dalle maggiori imposte. Si parla di trappola di disoccupazione, che nel nostro Paese è molto alta, sfiora l’80% del salario lordo ciò che guadagnerebbe un neo-assunto, inferiore a quello medio, il vero guadagno sarebbe solo il 20%, tolto quello che mangerebbero le tasse e tolto quanto era garantito dai sussidi che si prendevano.

Sembra singolare che sia proprio l’Italia, Paese con bassa occupazione, a disincentivare a cercare lavoro più della gran parte degli altri Stati europei e non europei, le donne tra i 25 e i 49 anni, sono le più disincentivate dal lavorare o dal lavorare di più, essendo spesso occupate da impegni familiari, in presenza di un welfare per la famiglia piuttosto scarso. Il peggioramento dell’occupazione di questa fascia è coinciso con il peggioramento della disoccupazione mentre nell’Unione europea e accadeva l’opposto, per esempio Francia e  Grecia, altro Paese con bassa occupazione, dove la trappola disoccupazione è molto limitata, anche se qui tra i motivi vi è il livello particolarmente scarso dei sussidi pagati a chi ha perso il lavoro. Ad essere disincentivate sono l’aumento delle ore di lavoro, la trappola dei bassi salari, ovvero la percentuale di reddito lordo aggiuntivo che viene perso per le tasse o la riduzione di sussidi nel passaggio da un salario molto basso, corrispondente al 33% di quello medio, per esempio frutto di un lavoro part time, a uno che sia due terzi di quello medio, quindi magari un full time in una mansione elementare. L’Italia è leggermente sotto la media europea, con il 38,3% ma si tratta di un valore probabilmente troppo alto in proporzione all’occupazione. La trappola dei bassi salari è rimasta piuttosto immobile, ci si sarebbe aspettati che incidesse non più che in Spagna, uno dei Paesi con tasso di occupazione femminile inferiore alla media, seppure superiore alla nostra ad incidere su questi numeri più che il livello dei sussidi vi è la tassazione, con la presenza di aliquote marginali effettive che sono più alte e più variabili sotto i 38 mila euro lordi .

Si tratta della quota di reddito aggiuntivo che al passaggio da uno scaglione all’altro dell’IRPEF viene pagato in tasse, e considerando che dopo un certo reddito scattano le addizionali e si esauriscono gli assegni familiari, ad alcuni livelli di reddito su 100 euro in più ne rimangono in tasca solo la metà, nonostante si tratti di stipendi netti, magari, inferiori ai 1.500 euro al mese, vi sono casi limite,  intorno ai 18mila e ai 28mila euro, in cui l’aliquota marginale effettiva arriva al 100%. Se consideriamo che in Italia più che altrove la qualità dei posti di lavoro, per neo-assunti o per lavoratori a basso reddito lascia a desiderare, con contratti a termine o somministrazione in piccole e micro aziende, in settori spesso duri come il commercio, dove il lavoro è poco qualificato, con poche possibilità di carriera, ecco che è plausibile che soprattutto le donne rinuncino a cercare lavoro se in cambio il guadagno aggiuntivo è così flebile e preferiscono i sussidi.

Visto che nel governo Draghi si parla di riformare il sistema fiscale, varrebbe la pena provare a guardare anche a questo aspetto, perché l’Italia che proverà a rinascere dopo la pandemia non potrà più permettersi di escludere dal lavoro quella grande massa di uomini e soprattutto donne che ora giacciono nel limbo invisibile dell’inattività, del parassitismo, sopravvivendo con i sussidi.

Alfredo Magnifico

Il Governo Draghi,Slow Food :”Bene ambiente e biodiversità, ma diamo centralità al cibo”

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Il discorso di Mario Draghi oggi in Senato ha toccato alcuni temi di cruciale importanza per quel vero cambio di paradigma su cui Slow Food da tempo ormai insiste. Il momento storico che stiamo vivendo, l’autorevolezza e l’esperienza del nuovo Primo ministro, l’orizzonte temporale cui ha accennato – cosa faremo nel 2050 – e i confini politici oltre ai quali ha lanciato lo sguardo – Europa, Mediterraneo, Balcani, Africa – ci fanno guardare ai prossimi giorni e alle prime proposte con attesa e fiducia.

 Ambiente e biodiversità: la strada è giusta

 Draghi ha evidenziato l’importanza della biodiversità, tema sul quale, da oltre trent’anni, Slow Food lavora con progetti concreti, come i Presìdi e l’Alleanza Slow Food dei cuochi, e ha riconosciuto che «lo spazio […] sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle cause della trasmissione del virus dagli animali all’uomo». Ha ricordato ancora le parole di Papa Francesco secondo cui «le tragedie naturali sono la risposta della Terra al nostro maltrattamento». Ha accennato al dissesto idrogeologico, a cui Slow Food avrebbe aggiunto anche la drammatica perdita di suolo (e di fertilità dei suoli) cui è soggetto il nostro Paese. La consapevolezza della necessità di articolare il Piano nazionale di ripresa e resilienza attorno al tema della tutela ambientale espressa dal Presidente del Consiglio rappresenta, secondo Slow Food, il punto di partenza del processo di ripresa economica. Promettente, in questo senso, il richiamo di Mario Draghi all’agricoltura, alla bellezza dell’Italia basata su arte e paesaggio, all’importanza delle aree interne e di un turismo che non devasti il territorio.

 Agricoltura e alimentazione: sì, ma quali?

 Ci piacerebbe vedere tra i primi interventi del governo Draghi il tema che secondo Slow Food permette di leggere a 360° il sistema produttivo, economico, culturale e sociale in cui viviamo, una delle principali cause delle crisi climatica e ambientale, ma anche tra le prime soluzioni per risolverle. In questo primo discorso avremmo voluto sentir parlare anche di cibo e di chi il cibo lo produce e lo trasforma, di quelle migliaia di piccole aziende agricole che curano i territori e i paesaggi, che costituiscono il tessuto delle comunità italiane, dei piccoli borghi che quel turismo rispettoso non devasta ma nutre. Si tratta di un argomento al centro degli ultimi impegni intrapresi dall’Unione europea con le Strategie sulla Biodiversità e Farm to Fork, che può permettere di lavorare da una prospettiva univoca sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che riunisce l’impegno dei giovani e delle donne, la tutela del paesaggio e il sostegno alle piccole economie.

Se è vero che «ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei loro diritti», allora è dal cibo che ogni giorno consumiamo, dall’armonia con le risorse naturali con cui viene prodotto, dai diritti di chi lo produce e dalle garanzie per i consumatori che, secondo Slow Food, si deve partire.

Nell’augurare al Presidente Draghi buon lavoro, auguriamo anche a tutti noi che su questi pilastri accenda l’impegno proprio e dei ministri che compongono la nuova compagine di governo.

Ufficio stampa Slow Food

Scuola/ Il CNDDU: “Fare chiarezza sulla somministrazione del vaccino Astrazeneca”

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Riceviamo e pubblichiamo

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, sulla vicenda inerente alla somministrazione del vaccino Astrazeneca, chiede massima chiarezza e tempestività nell’informare adeguatamente la comunità educatrice in merito ad eventuali evoluzioni e problematiche. Destano preoccupazione alcune notizie divulgate dai media, tra cui quella relativa alla situazione venutasi a creare in Germania in merito alla temporanea sospensione della vaccinazione a causa dei forti malori da parte dei soggetti sottoposti al trattamento (https://www.ilmessaggero.it/salute/focus/astrazeneca_malori_vaccino_ospedali_interrompono_vaccinazioni_germania_cosa_succede_ultima_ora_17_febbraio_2021-5772491.html), quella relativa alla sospensione della somministrazione del vaccino Astrazeneca in Sud Africa (https://www.adnkronos.com/vaccino-astrazeneca-stop-in-sudafrica-il-punto_49wrMOonTOthMNyyR0UYZh).

Il CNDDU ricorda che nelle scuole italiane circa 860.000 sono allievi di nazionalità non italiana che per i viaggi eventualmente realizzati in passato o per i contatti con i familiari dei Paesi di origine avrebbero potuto contrarre e sviluppare una delle varianti del virus.  Chiede, pertanto, che venga avviata una comunicazione efficace relativa a tutto quello che può essere connesso alla vaccinazione Astrazeneca, ivi inclusi i criteri di ripartizione per categoria dei vari vaccini esistenti e che sia fatta chiarezza anche in relazione all’accesso e disponibilità in Italia dei farmaci monoclonali. Attualmente, sul sito del Ministero della salute è presente una stima della potenziale quantità di dosi di vaccino disponibili aggiornata al 12.02.2021 (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_5452_4_file.pdf). Risulta evidente che la disponibilità del vaccino AstraZeneca è quasi il doppio rispetto al Vaccino Pfizer e quasi il quadruplo rispetto alle disponibilità previste per il vaccino Moderna. Di fronte a tale situazione non è chiaro come il vaccino Pfizer e quello Moderna sembrerebbero riservati ai soggetti appartenenti a categorie sanitarie, anche se inoccupati, mentre il vaccino AstraZeneca sembrerebbe destinato attualmente al personale scolastico, a quello appartenente alle forze dell’Ordine ed ai penitenziari.

Il CNDDU ritiene doveroso invitare all’utilizzo di un criterio tecnico scientifico basato sul rischio di esposizione e non già sull’appartenenza sic et simpliciter ad una determinata categoria, in quanto si corre il rischio che un soggetto inoccupato con una probabilità nulla di contrarre il virus su lavoro sia destinatario di un vaccino con un’efficacia di oltre il 90%, mentre un docente o un lavoratore delle forze dell’ordine debba essere destinatario di un vaccino che ha un’efficacia inferiore al 60% (https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_000690_049314_RCP.pdf&retry=0&sys=m0b1l3#page=5). Una maggiore informazione sarebbe molto gradita anche perché forse in maniera azzardata si valuta tale efficacia considerandola di poco superiore alla probabilità di ottenere testa o croce nel lancio in aria di una moneta (50%). In ogni caso, se si confronta tale percentuale con l’efficacia dei vaccini più conosciuti (es. Morbillo-orecchioni-rosolia, efficacia: 85%; contro meningococchi, efficacia: 83-98%; contro febbre gialla: efficacia: 100%; Epatite A, efficacia: 95-99%; Epatite B, efficacia: del 95%; Difterite, efficacia: 95%; Varicella: 80-90%), il dato risulta tutt’altro che confortante.

  Ove non si volesse adottare un criterio basato sul rischio di esposizione, allora quantomeno occorrerebbe garantire la possibilità di scelte alternative rispetto al farmaco in questione che tanti dubbi sta sollevando. D’altra parte, le affermazioni riguardo una maggiore efficacia del vaccino Astrazeneca in caso di  somministrazione di una dose dimezzata associata a quella di una sua maggiore efficacia in caso di richiamo effettuato dopo tre mesi (e non dopo sole sei settimane) sono tali da portare il CNDDU alla richiesta di seria attivazione dei processi di farmacovigilanza atti a verificare, da un lato, l’esistenza di difetti di Classe I e II in relazione alle confezioni distribuite in Italia; dall’altro, a verificare la paternità di tali affermazioni da valutare anche in relazione alle difficoltà produttive manifestate dall’azienda Astrazeneca. Non vi è chi non trovi, quantomeno, curiosa la coincidenza tra il momento di difficoltà dell’azienda e la scoperta dei due fattori, riduzione dose e aumento dei tempi di somministrazione, che consentirebbero di rimodulare agevolmente produzione e distribuzione.

  Vogliamo inoltre segnalare due ulteriori questioni: la prima inerente alla sede dove potersi vaccinare che attualmente corrisponde a quella di residenza. A tal proposito abbiamo ricevuto molte segnalazioni da parte dei docenti fuori sede (ruolo e non) che sottolineano la necessità di garantire la vaccinazione presso il comune di servizio in quanto più funzionale alle necessità del momento; la seconda concerne i docenti che autonomamente per senso di responsabilità decidano di sottoporsi al vaccino: non godono attualmente di giorni di permesso specifici e devono ricorrere ai giorni di malattia o ai permessi per motivi personali.

I docenti, consci delle responsabilità del loro ruolo di cittadini e formatori, riconoscono la necessità di preservare la propria salute e quella degli altri, ma sono turbati dalle informazioni confuse in riferimento alle molteplici varianti e circa l’incertezza riguardo le modalità di somministrazione. Vi è, poi, lo spettro di un passaporto vaccinale da cui potrebbero essere esclusi i vaccinati Astrazeneca (la domanda lecita di alcuni docenti è, per esempio: se in Paesi come la Svizzera è escluso l’utilizzo del vaccino Astrazeneca, sarà concesso l’ingresso in tali territori ai vaccinati Astrazeneca?). Chiediamo che vengano chiariti tutti i dubbi quanto prima.

Prof. Romano Pesavento          Prof. Alessio Parente                     

Presidente CNDDU                   Segretario generale CNDDU

Lutto/ È morta Fiammetta La Guidara nota giornalista sportiva

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Lutto nel mondo del giornalismo sportivo. È morta Fiammetta La Guidara, volto noto del Motomondiale.  Aveva 50 anni. Sembra che alla base del decesso ci siano state complicazioni legate alla gravidanza. 

Centinaia i messaggi di cordoglio arrivati alla famiglia e al marito, direttore sportivo di una squadra corse. 

Cecina/ Non dichiara vincite per 640mila euro ed incassa il reddito di cittadinanza

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foto di repertorio

Si amplia la schiera dei ‘furbetti da reddito di cittadinanza’. La Guardia di Finanza di Cecina (Livorno) ha scoperto, in collaborazione con l’Inps, che un 37enne del posto non ha dichiarato né le vincite da giochi online per oltre 640.000 euro conseguite in tre anni, né 22.500 euro ricavati dalla vendita della porzione di un appartamento ricevuta in eredità.

Nonostante ciò, ha percepito il reddito di cittadinanza per un importo di 5.690 euro tra il 2019 e il 2020.

ULTIM’ORA /E’ morto Antonio Catricalà, ipotesi suicidio

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La notizia ha scosso il mondo politico-istituzionale italiano. L’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ed ex Garante dell’Antitrust, Antonio Catricalà, è stato trovato morto sul balcone del suo appartamento nel quartiere Parioli a Roma. 

Tra le ipotesi del decesso non si esclude quella del suicidio con un colpo di pistola. Sembra che fosse affetto da grave patologia; secondo indiscrezioni potrebbe non aver retto psicologicamente alla malattia.

 Sul posto è presente la Polizia e la Scientifica per accertare le cause del decesso. 

Roma/ scuola chiusa per Covid, in isolamento in 260 tra alunni e personale

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Un focolaio in un istituto scolastico ha generato una quarantena di massa. La scuola di via Carotenuto a Roma è stata chiusa per Covid. Si tratta dell’Istituto Comprensivo con scuola primaria e secondaria di primo grado in zona Casal Bernocchi.
In isolamento 215 studenti e 45 persone tra docenti e personale scolastico.
I locali saranno sottoposti, come da prassi, alla sanificazione, prima della riapertura e la ripresa delle lezioni.