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Roma/ Scontro tra due auto, un morto ed un ricoverato in ospedale

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Il Policlinico Gemelli

Le indagini chiariranno i contorni della vicenda. Tragico incidente tra due auto a Roma, purtroppo con una vittima, una donna. Lo scontro è accaduto ieri mattina.

Il conducente dell’altra vettura coinvolta, un ragazzo di 20 anni, è stato trasportato sotto choc al Gemelli.

Sarà sottoposto ai test di alcol e droga. Ancora da chiarire la dinamica dell’incidente.

La donna morta aveva 47 anni.

Attività estrattive, Dati Inail scava tra i numeri di un settore ad alto rischio

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 L’ultimo numero di Dati Inail, mensile di approfondimento realizzato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, scava tra i numeri delle attività estrattive, settore a bassa intensità di lavoro e alta intensità di capitale che occupa lo 0,5% degli addetti dell’industria nel nostro Paese e produce l’1,3% del valore aggiunto, concentrando in particolare l’attenzione sulle gravi conseguenze degli infortuni che avvengono all’interno di cave e miniere.  

Il fattore ambientale determinante per l’organizzazione delle misure di sicurezza. Le attività estrattive in cave hanno origini consolidate in Italia, costituendo da sempre la fonte primaria per importanti opere di pregio storico, artistico e architettonico. I materiali estratti sono principalmente la ghiaia, la sabbia, l’argilla e il caolino, oltre alle pietre ornamentali e da costruzione, il calcare, la pietra da gesso, la creta e l’ardesia. Le estrazioni si svolgono in luoghi caratterizzati da una forte variabilità ambientale: le modalità operative dipendono dal materiale estratto e, talvolta, anche dall’esperienza e dalle tradizioni minerarie locali. Il fattore ambientale risulta quindi essere determinante per l’organizzazione e la gestione delle misure di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

La frattura causa principale dei decessi nell’estrazione di pietra, sabbia e argilla. Come sottolineato da Dati Inail, oltre l’88% (1.777 casi) dei 2.008 infortuni denunciati nel quinquennio 2015-2019 nell’estrazione di pietra, sabbia e argilla risultano accertati positivamente, una percentuale molto più alta rispetto al 66,3% dell’intera gestione Industria e servizi, e di questi la quasi totalità (1.674) si sono verificati durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. Considerando i soli casi riconosciuti in occasione di lavoro, uno su quattro ha riguardato gli operai addetti alla cava (cavatore, escavatorista e manovale di cava) e circa il 10% gli autotrasportatori, sia delle autobetoniere che degli autocarri. Quasi nove casi su 10 sono riconducibili a infortuni che hanno determinato contusione (27,0%), frattura (22,6%), lussazione (oltre il 20%) e ferita (19,2%). Circa un terzo delle contusioni hanno riguardato gli arti superiori in particolare la mano, a seguire gli arti inferiori (23,2%) e la testa (oltre il 20%). Per gli eventi con esito mortale, la principale causa del decesso è la frattura, in particolare del cranio e della parete toracica.

Nella provincia di Massa Carrara il primato negativo dei casi mortali. Nel quinquennio 2015-2019 un infortunio su tre è avvenuto nel Centro del Paese (559), seguono poi il Nord-Ovest con il 23,0% (386) e il Nord-Est con il 22,0% (368), con il restante 21,6% (361) nel Mezzogiorno. Le regioni maggiormente colpite sono la Toscana (395 casi) e la Lombardia (254), proprio per la presenza di numerose cave attive, in particolare quelle di marmo nella provincia di Massa Carrara e di sabbia e ghiaia e di giacimenti minerari nelle province di Brescia e Bergamo. Numerosi sono anche i giacimenti di pietra calcarea in provincia di Brescia. Il primato negativo degli infortuni mortali riconosciuti in occasione di lavoro nelle attività di estrazione di pietra, sabbia e argilla spetta a Massa Carrara, con sette decessi nel quinquennio, la metà rispetto ai 14 verificatisi nell’intera gestione Industria e servizi nella stessa provincia, a conferma della gravità delle conseguenze degli infortuni che avvengono in questo comparto.

L’incidenza delle menomazioni permanenti è molto elevata. Se nell’intera gestione Industria e servizi le menomazioni permanenti hanno rappresentato circa l’8% degli indennizzi per infortuni avvenuti nel quinquennio, nelle attività estrattive lo stesso dato sale addirittura al 14,9%, più alto anche di quello delle Costruzioni (13,3%). Anche l’incidenza degli indennizzi ai superstiti dei lavoratori deceduti nelle attività estrattive tra il 2015 e il 2019 risulta essere molto più alta (0,9%) rispetto a quella delle Costruzioni (0,3%) e all’intera gestione Industria e servizi (0,1%).

Affezioni dorso-lombari e ipoacusie da rumore tra le malattie professionali più diffuse. Sul fronte delle patologie di origine professionale, i cavatori e gli escavatoristi hanno un rischio piuttosto elevato di sviluppare affezioni della colonna vertebrale, in particolare dorso-lombari, e sono esposti anche al rumore dei macchinari utilizzati, che con il tempo può essere motivo di malattie come l’ipoacusia da rumore. Alta è anche la diffusione nell’ambiente di polveri come la silice, a causa di attività come la perforazione, l’esplosione delle cariche sul fronte di scavo e il successivo prelievo della roccia con escavatori e pale meccaniche, che a lungo termine può essere causa di malattie dell’apparato respiratorio.

Nella Banca dati esposizione silice raccolti oltre ottomila campioni. Con il generale miglioramento delle condizioni di lavoro che ha caratterizzato gli ultimi decenni, l’esposizione a polveri nei luoghi di lavoro si è gradualmente ridotta. Allo stesso tempo, però, gli studi epidemiologici hanno dimostrato gli effetti cancerogeni della silice. La rinnovata preoccupazione verso questo agente chimico vede nell’applicativo di business intelligence Banca dati esposizione silice, pubblicato dall’Inail nel corso del 2020, un nuovo strumento di supporto alla gestione del rischio. La banca dati raccoglie i dati di oltre ottomila campioni prelevati e analizzati dal 2000 a oggi dall’Istituto in luoghi di lavoro localizzati in tutto il territorio nazionale. Ogni misurazione è descritta in modo da rendere facilmente inquadrabile la relazione tra lavoro e rischio, il comparto produttivo e la mansione del lavoratore.

Le rendite per silicosi-asbestosi nel decennio 2010-2019. Tra le diverse malattie professionali tutelate dall’assicurazione obbligatoria Inail occupano un posto di rilievo silicosi e asbestosi, che storicamente hanno avuto un ruolo importante nell’evoluzione della normativa a garanzia dei lavoratori esposti a rischi connessi all’attività professionale. Dati Inail, in particolare, mette a confronto l’evoluzione delle rendite d’inabilità per silicosi-asbestosi e quella registrata tra le rendite per altre malattie professionali nel decennio 2010-2019. Nonostante la tendenza osservata sul complesso delle rendite costituite per malattie professionali risulti crescente, le nuove rendite per silicosi-asbestosi decrescono ogni anno, in media, dell’8,9%. Se nel 2010, infatti, le nuove rendite ammontavano a 308, nel 2019 se ne sono registrate appena 133. Questo fenomeno deriva dalla riduzione di alcune attività, come quelle svolte nell’industria estrattiva, e dal divieto di utilizzo dell’amianto, che hanno contribuito ad abbassare l’esposizione al rischio dei lavoratori e, di conseguenza, la manifestazione di queste patologie.

Cronaca nazionale/ Scivola mentre macina dei legni, il macchinario gli tritura il piede

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FOTO DI REPERTORIO

Forse un’imprudenza o disattenzione alla base di un grave incidente. Stava macinando alcuni ceppi nell’apposito macchinario, quando è scivolato su del ghiaccio e un piede è finito nel micidiale marchingegno che gli ha triturato l’arto fino alla caviglia. Il drammatico incidente è accaduto all’esterno di una falegnameria.

Vittima un 28 anni, di Listolade. Il giovane, come hanno accertato i carabinieri, non era dipendente della falegnameria. Immediatamente soccorso dagli amici è stato trasferito all’ospedale di Belluno e sottoposto ad un immediato intervento chirurgico. E’ in prognosi riservata.

foto di repertorio

Polizia di Stato: concorso per 1000 Vice Ispettori. Scadenza presentazione domanda: 28 gennaio 2021

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Nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana 4^ Serie speciale “Concorsi ed esami” del 29 dicembre è pubblicato il bando del concorso pubblico, per esami, per l’assunzione di 1.000 allievi vice ispettori della Polizia di Stato, indetto con decreto del Capo della Polizia del 23 dicembre 2020.

Le domande di partecipazione potranno essere presentate dalle ore 00.00 del 30 dicembre 2020 alle ore 23.59 del 28 gennaio 2021, utilizzando esclusivamente la procedura informatica disponibile all’indirizzo https://concorsionline.poliziadistato.it (cliccando sull’icona “Concorso pubblico”). 

A quest’ultima procedura informatica, il candidato può accedere attraverso i seguenti strumenti di autenticazione:

  1. Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), con le relative credenziali (username e password), che dovrà previamente ottenere rivolgendosi a uno degli identity provider accreditati presso l’Agenzia per l’Italia Digitale (A.G.I.D.), come da informazioni presenti sul sito istituzionale www.spid.gov.it;
  2. Sistema di identificazione digitale “Entra con CIE” con l’impiego della CIE (Carta di Identità Elettronica), rilasciata dal Comune di residenza, a cui si potrà accedere con tre modalità:

a) “Desktop” – si accede con pc a cui è collegato un lettore di smart card contactless per la lettura della CIE. Per abilitare il funzionamento della CIE sul proprio computer è necessario installare prima il“Software CIE“;

b) “Mobile” – si accede da smartphone dotato di interfaccia NFC e dell’app “Cie ID” e con lo stesso si effettua la lettura della CIE;

c) “Desktop con smartphone” – si accede da pc e per la lettura della CIE, in luogo del lettore di smart card contactless, l’utente potrà utilizzare il proprio smartphone dotato di interfaccia NFC e dell’app “Cie ID” .

Il candidato dovrà inoltre essere in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) a lui personalmente intestato, dove riceverà le comunicazioni relative al concorso.

Roma/ I cadaveri di madre e figlio trovati in casa

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Macabra scoperta a Roma. Una tragica storia di solitudine e abbandono. Una donna di 94 anni e il figlio di 64 sono stati trovati morti nel loro appartamento in zona Villa Gordiani, a Torpignattara.

I loro cadaveri erano già in decomposizione: infatti sono stati i vicini a chiamare i soccorritori a causa del forte odore che proveniva dalla casa.

 Sono in corso le indagini per scoprire la causa della loro morte, affidate alla polizia.

foto di repertorio

Coronavirus/ Sale la curva epidemica, diminuisce quella dei decessi nelle 24 ore

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Non accenna a scendere la curva del Coronavirus in Italia, secondo il bollettino di oggi con i dati del Ministero della Salute.

I nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore sono 18.627 con 139.758 tamponi , mentre sono 361 i morti (ieri erano stati 483). Con 11.174 dimessi e guariti in più gli attualmente positivi sono 579.932, ( +7.090). La percentuale dei tamponi positivi è oggi del 13.33%. Il totale delle vittime da coronavirus nel nostro Paese dall’inizio della pandemia sale a 78.755.

Il totale dei casi di Covid-19 dall’inizio della pandemia in Italia è dunque di 2.276.491, di cui 1.617.804 dimessi e guariti.

Del totale dei positivi sono 553.890 quelli in isolamento domiciliare (+6.901), 23.427 ricoverati in altri reparti (+167) mentre i malati in terapia intensiva sono 2.615 (+22).

Coronavirus/ il premier Conte: “L’Italia è il primo Paese dell’Unione europea per numero di persone vaccinate”

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Notizie in breve sull’epidemia da coronavirus
a) Alla fine l’Italia ha fatto quadrato e accelerato i tempi delle vaccinazioni, con risultati eccellenti.
“L’Italia è il primo Paese dell’Unione europea per numero di persone vaccinate”. La dichiarazione è del premier Conte;
b) Da lunedì saranno 220mila i bar e i ristoranti che riapriranno nelle zone gialle e 140mila quelli che rimarranno chiusi nelle zone arancioni. Lo calcola Coldiretti;
c) Dall’11 al 31 gennaio i Comuni siciliani di Messina, Ramacca e Castel di Iudica saranno in zona rossa, come si legge in un’ordinanza del governatore Musumeci.

Cernusco sul Naviglio/ Minorenni si procurano tagli alla bocca e al viso “per verificare la soglia del dolore”

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Un gesto assurdo e pericoloso. Una ragazzina di 14 anni sarebbe stata ferita da un ragazzo poco più grande, anche lui minorenne, con dei profondi tagli che dalle labbra si allungano verso il viso, ed è stata ricoverata all’ospedale di Cernusco sul Naviglio, nel Milanese. Anche il ragazzo avrebbe provato ad infliggersi gli stessi tagli senza riuscirci.
L’episodio è raccontato sul Corriere della Sera nelle pagine milanesi e sul Giorno. I carabinieri stanno indagando e si sospetta che si tratti di un tentativo di emulare il ghigno di ‘Joker’, il noto personaggio che si contrappone a Batman.
Lui è stato denunciato dai carabinieri alla Procura per i minorenni per lo sfregio al volto della 14enne, che dovrà essere sentita dagli investigatori.

La versione ufficiale fornita dal ragazzo è quella di una prova per verificare la soglia del dolore ed è questa al momento l’ipotesi su cui si indaga.

Rifiuti radioattivi, Sigea: “Necessario un deposito nazionale ma con il coinvolgimento di tutta la comunità scientifica e la condivisione della scelta!”

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“I 67 siti individuati dall’attuale formulazione nella proposta della Carta, rappresentano solo una preliminare selezione dei siti potenzialmente idonei effettuata sulla base della Guida tecnica ISPRA; ci preme evidenziare che tra questi siti non sono inclusi i siti che attualmente detengono la maggior parte delle scorie radioattive nazionali: Saluggia e Trino Vercellese in provincia di Vercelli. Tale aspetto, rilevantissimo, sottolinea definitivamente come sia urgente e indifferibile l’individuazione di un sito nazionale nel quale stoccare, con tutte le garanzie di sicurezza che la scienza oggi consente, quanto da decenni conservato in zone evidentemente non idonee e che comportano un grave rischio per le comunità rivierasche della Dora Baltea e del Fiume Po e del più grande acquedotto del Piemonte, l’acquedotto del Monferrato con oltre 150mila utenti e oltre 100 comuni tra la provincia di Torino, Alessandria e Asti. Allo stesso tempo andrebbero da subito escluse aree italiane interessate da tettonica più recente, da consolidati percorsi di sviluppo turistico e naturalistico e a vocazione agricola ed ambientale di pregio”. Lo ha affermato Paolo Sassone, geologo e Presidente della sezione piemontese della Società Italiana di Geologia Ambientale. Che la comunità tecnico scientifica italiana sappia prestare la massima considerazione al programma d’individuazione del deposito unico nazionale

“Con la pubblicazione online lo scorso 5 gennaio 2020 della proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), consultabile dal sito www.depositonazionale.it, si è dato avvio alla fase di consultazione pubblica attesa da oltre 5 anni. Questa consultazione pubblica, della durata di 60 giorni, è finalizzata a coinvolgere i soggetti portatori d’interessi qualificati nel processo di localizzazione del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico.

La Società Italiana di Geologia Ambientale prende atto che finalmente il Governo italiano ha dato avvio al procedimento per l’individuazione del sito più idoneo a ospitare la realizzazione del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività – ha dichiarato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della SIGEA –  derivanti da attività industriali, di ricerca e medico-sanitarie e dalla pregressa gestione d’impianti nucleari, e all’immagazzinamento, a titolo provvisorio di lunga durata, dei rifiuti ad alta attività e del combustibile irraggiato provenienti dalla pregressa gestione di impianti nucleari. Nei prossimi mesi sarà l’intera comunità scientifica nazionale, anche a supporto delle amministrazioni locali e delle associazioni di categoria, a dover dare il contributo ad alto contenuto tecnico-scientifico affinché le scelte che saranno effettuate siano basate su cristallini criteri di approfondimento geologico, ambientale e socio-economico nell’attesa di giungere alla scelta del sito suffragata da rigorose valutazioni e non offuscata da arroganti valutazioni di convenienza o di parte che non tengano conto delle reali condizioni di sicurezza dettate dai criteri tecnici approvati da ISPRA (https://www.depositonazionale.it/raccoltadocumenti/linee-guida/ispra_guida_tecnica_n29.pdf) .

Sigea auspica che la comunità tecnico scientifica italiana sappia prestare la massima considerazione al programma d’individuazione del deposito unico nazionale, nell’auspicio che il contributo tecnico e scientifico che sarà espresso vada nella direzione di un effettivo perseguimento di migliore sicurezza per le persone e l’ambiente. Con questa procedura, la prima nel nostro Paese su un’infrastruttura di rilevanza nazionale, si è dato avvio al processo che permetterà di mettere definitivamente in sicurezza i rifiuti radioattivi che noi stessi abbiamo prodotto e produciamo. L’auspicio che, nei limiti dell’emergenza Covid che richiederebbe tempi maggiormente idonei per le osservazioni, non si perda più altro tempo e siano rispettate rigorosamente le tempistiche e scadenze che la stessa normativa Italia ha stabilito, magari facilitando la consultazione delle carte nella fase di consultazione rendendo disponibile il GIS per favorire l’analisi dei siti da parte degli interessati”.

Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa Nazionale della SIGEA

Lavoro/ Come investire sulla propria occupabilità per ricollocarsi sul mercato

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Il blocco dei licenziamenti stabilito nei vari DPCM dal governo non ha fermato le uscite dei lavoratori dalle imprese, il decreto di agosto ha previsto la possibilità di chiusura del rapporto di lavoro tramite accordo di incentivo all’esodo. Le aziende, per venire fuori dalla crisi, stanno spingendo sugli incentivi all’esodo volontario, chi ha un’alta occupabilità coglie l’occasione per chiudere il rapporto e rientrare nel mercato del lavoro in poco tempo, negli ultimi mesi le aziende lo stanno proponendo in maniera sempre più vigorosa, con l’esodo incentivato, ci sono professionalità che escono per fa sì che entrino nuove figure professionali. Le aziende hanno necessità di evoluzione, come in altri momenti storici, il blocco dei licenziamenti impedisce quella naturale evoluzione che si avrebbe in qualsiasi momento storico, anche senza Covid. L’obiettivo delle aziende è evitare il rischio di arrivare al 31 marzo, quando dovrebbe scadere il blocco dei licenziamenti, con situazioni molto critiche. Il problema che si potrebbe creare, quando ci sarà lo sblocco dei licenziamenti, è una situazione di crisi molto più marcata, in quanto per molto tempo c’è stato il blocco delle uscite,per cui ai movimenti del mercato il numero di persone colpite dalle uscite potrebbe essere più alto rispetto a quello che si potrebbe avere se oggi, un po’ alla volta, si riuscisse a favorire l’esodo a fronte di un incentivo economico. Si stanno facendo valutazioni sulla popolazione aziendale che può essere supportata per accedere alla pensione in maniera anticipata, con incentivi che riguardano tutti i settori e tutte le età.
Chi ha una rioccupabilità alta guarda con favore l’incentivo all’esodo, perché incassa il bonus d’uscita, avendo un livello di occupabilità tale che gli permette di rientrare subito nel mercato del lavoro, anche perché se l’azienda  propone questa formula, è chiaro che ha bisogno di riorganizzarsi, se questa azione non viene anticipata, il rischio è che si proceda in futuro in maniera più critica. La sorpresa è che oggi si sta agli stessi tassi di sostituzioni del periodo pre-crisi, i pronostici davano un 15-20% di decrescita. Il mercato è intorno all’82% di ricollocazioni, con una media di sei mesi per la ricollocazione, oggi si nota la stessa percentuale, con un mese in più di ricollocazione, soprattutto per quelle figure che hanno avuto la transizione con il mese di aprile in mezzo. Il vero blocco nel ricollocamento è stato nel mese di aprile, ora il mercato c’è e lo dimostrano anche le società di reclutamento che stanno lavorando in maniera molto buona, di certo un mercato diversificato rispetto al pre-pandemia, oggi ci sono settori trainanti in cui c’è necessità di assunzioni: logistica, digitale, grande distribuzione, farmaceutico, health care e servizi alla persona.
I settori maggiormente in difficoltà, come l’alberghiero, hanno avuto figure che si sono mosse verso settori più sicuri, ma i loro ruoli sono necessari ed è stato necessario pensare a sostituzioni, un pò di movimento in più si osserva nei settori in crisi. I lavoratori sono pronti a rispondere alle nuove richieste del mercato, quello che si vede è ancora una costante mancata corrispondenza tra esigenze di mercato in termini di competenze e quella che è l’offerta dei candidati a livello di professionalità. Il problema dopo il 31 marzo sarà la qualità non la quantità, si prevedono centinaia di migliaia di offerte di lavoro in materie scientifiche e analisi dei dati, legate a professionalità su cui non si hanno grandi offerte in termini di candidati, ci si augura che il governo trovi una formula che vada a diminuire questa mancata corrispondenza in termini di competenze e formazione. Una volta era l’azienda che si occupava della crescita professionale del lavoratore, oggi deve pensarci il lavoratore stesso: ognuno deve capire quali sono le competenze maturate e quali di queste sono necessarie per essere altamente collocabili nel breve periodo.
Occorre essere pronti a una variazione del mondo del lavoro, continuare a fare un lavoro di analisi personale e di valutazione del mercato del lavoro, a portare avanti percorsi di formativi auto finanziati,  in modo da continuare a essere occupabili. Le tecnologie hanno un ciclo di vita sempre più breve, una competenza in ambito informatico, per fare un esempio, 30 anni fa durava molto più di quanto duri oggi, oggi le competenze hanno una durata sempre più breve e quindi il lavoratore deve essere sempre più propenso a un apprendimento veloce e continuo. Nel prossimo periodo si cambierà più velocemente non solo il lavoro, ma anche le competenze che necessitano per lavorare. Serve, inoltre, una maggiore flessibilità negli spostamenti territoriali, che favorirà ancora di più l’occupabilità. I servizi di outplacement sono centrali in questo disegno, e offrono supporto in questo momento perché hanno il compito di rendere coscienti i lavoratori rispetto a quelli che sono i propri asset di competenza e alle richieste del mercato su come aumentare la propria rioccupabilità nel mondo professionale. Questo strumento andrebbe potenziato nelle aziende, ha sottolineato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi.
Alfredo Magnifico