Realizzare un vero e proprio strumento di prevenzione per rendere i lavoratori del settore ambiente consapevoli dei rischi che affrontano ogni giorno. È questo l’obiettivo dei professionisti e de ricercatori dell’Inail, impegnati da anni, insieme a Utilitalia (la federazione delle aziende operanti nei servizi pubblici di acqua, ambiente, energia elettrica e gas) e Fondazione Rubes Triva (organismo paritetico della federazione), nell’analisi statistica degli eventi lesivi del settore e nella diffusione dei risultati, pubblicati in un volume disponibile sul sito dell’Istituto. Il testo, che propone una lettura approfondita del fenomeno infortunistico, è stato redatto dalla Consulenza statistico attuariale (Csa), dalla Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp), dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail e da Utilitalia e da Fondazione Rubes Triva.
In calo del 5% le denunce di infortunio nel quinquennio 2013-2017. L’importanza della consapevolezza del rischio e della prevenzione emerge dai dati dello studio: a fronte di un aumento del 10% degli addetti-anno si è registrata una diminuzione del 5,1% degli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail tra il 2013 e il 2017. Un trend coerente con quanto rilevato nell’intero settore dell’igiene ambientale, dove, nello stesso periodo, gli infortuni sono calati del 2%, grazie anche alle attività di tutela della sicurezza promosse negli ambienti di lavoro dall’Inail, da Utilitalia e dalla Fondazione Rubes Triva, regolate da un protocollo d’intesa siglato nel marzo 2018.
Nel Lazio oltre il 20% dei casi di infortunio. Dalle aziende prese in esame, che contano circa 84mila addetti/anno, sono arrivate, nel 2017, 5.348 denunce di infortunio, l’89,8% delle quali relativo a infortuni accaduti in occasione di lavoro, e quasi sempre (93,7% dei casi) senza mezzo di trasporto. Il rimanente 10,2% degli infortuni denunciati è avvenuto, invece, in itinere. Nel Lazio il maggior numero di casi, con 1.127 denunce (il 21,1%), seguito dalla Lombardia con 904 denunce (16,9%), Toscana (12,0%) e Veneto (9,1%). L’83,4% degli infortunati è di sesso maschile, mentre per le donne si registra una percentuale più alta di infortuni in itinere rispetto agli uomini (17,1% contro 8,8%). Per entrambi i sessi, le classi di età più colpite sono 50-64 anni e 35-49, con, rispettivamente, il 44,7 e il 43,9% dei casi. Otto i casi mortali, di cui cinque avvenuti in occasione di lavoro e tre in itinere.
L’83% delle denunce dagli addetti alle attività di raccolta. Nel 2017 in Italia sono attive 3.800 aziende che si occupano di servizi di nettezza urbana, compresa la raccolta, con oltre 150mila addetti/anno occupati, che hanno denunciato all’Inail circa 11.400 infortuni sul lavoro. Le imprese associate a Utilitalia del settore ambiente registrate nella voce di tariffa prevalente “Servizi di nettezza urbana” rappresentano il 4% di queste aziende, con circa 56mila addetti/anno e quasi 4.500 casi di infortunio denunciati nello stesso anno, ossia il 39% dei casi dell’intero comparto di igiene urbana italiano. Tali denunce rappresentano l’83% del complesso delle denunce di infortunio delle aziende del settore ambiente associate a Utilitalia. Cinque i casi mortali registrati, quattro avvenuti in occasione di lavoro e uno in itinere con utilizzo di mezzo di trasporto. L’84% degli infortuni denunciati è stato definito positivamente dall’Istituto, insieme a tre delle cinque denunce di infortunio con esito mortale.
Più giovani rispetto agli uomini le donne infortunate. Quasi tutti gli infortuni accertati positivi riguardano lavoratori di origine italiana (96%) seguiti a distanza da marocchini, albanesi, rumeni e tedeschi. L’84% degli infortunati sono uomini e la maggior parte ha un’età compresa tra i 50 e i 64 anni, mentre tra le donne la classe di età più colpita è quella tra i 35 e i 49. Per quanto riguarda, invece, le modalità di accadimento, si assottiglia la differenza tra la percentuale di infortuni in itinere delle donne e quella degli uomini (8,8% contro 6,3%) in queste attività, rispetto a quanto rilevato per il complesso delle aziende associate dove la percentuale di infortuni in itinere delle donne rispetto agli uomini è circa il doppio (17,1% contro 8,8%).
Lussazioni e distorsioni i danni più frequenti. Le principali nature delle lesioni riportate sono state lussazioni, distorsioni e distrazioni di caviglie, colonna vertebrale, ginocchia e cingolo toracico insieme alle contusioni di mani, ginocchia e cingolo toracico. Le parti del corpo più colpite, invece, indipendentemente dal tipo di natura della lesione, sono risultate le mani (17%), il cingolo e la parete toracica (14%), le caviglie (12%), seguite da colonna vertebrale (11%), ginocchia (11%), cranio (4%), polso e piede, entrambi con il 4%.
Dorsopatie e lesioni della spalla le principali malattie professionali. Le tecnopatie maggiormente denunciate sono le malattie del sistema osteomuscolare, in primis dorsopatie e lesioni della spalla, causate rispettivamente dalle vibrazioni trasmesse a tutto il corpo dai veicoli e dal sollevamento di carichi pesanti (> 20 kg) e dal lavoro ripetitivo con movimenti irregolari. Denunciate principalmente da uomini (87%) di età compresa tra i 50-64 anni.
Ambiente, un’analisi del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali tra i lavoratori del settore
Coronavirus, il viceministro Sileri: “La seconda ondata potrebbe non esserci”
Coronavirus, dichiarazioni positive da parte delle istituzioni nazionali.
“Torniamo finalmente a respirare, la situazione migliora. Anche dopo le riaperture, una seconda ondata del virus sembrerebbe non esserci”.
Lo ha detto il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, aggiungendo che “anche se le misure vengono rispettate, dal distanziamento al lavaggio delle mani, serve un monitoraggio attento”.
Il ‘caso’/ Fondi dal Venezuela, Casaleggio: “Nessun finanziamento ‘occulto’, è una fake nwes”
Rischia di diventare il caso politico italiano delle prossime settimane.
Nicolás Maduro avrebbe finanziato nel 2010 il Movimento Cinquestelle: lo afferma il quotidiano spagnolo Abc citando un documento classificato dell’intelligence venezuelana, di cui pubblica una foto.
Secondo il giornale, l’attuale presidente del Venezuela, allora ministro degli Esteri di Chavez, avrebbe spedito una valigetta con 3,5 milioni di euro al consolato venezuelano a Milano indirizzati a Gianroberto Casaleggio per finanziare segretamente il movimento fondato nel 2009 da Beppe Grillo.
La replica di Davide Casaleggio in un post sul blog del Movimento: “Il MoVimento 5 stelle è sempre stato finanziato in modo trasparente e siamo gli unici ad aver reso pubblici tutti i bilanci, anche di dettaglio, prima ancora che fosse la legge a richiederlo. Il MoVimento 5 Stelle non ha mai ricevuto finanziamenti occulti. Il Governo attuale venezuelano ha smentito la fake news”.
Andria/ Albo Associazioni: entro il 30 giugno il rinnovo dell’iscrizione
L’Ufficio di Gabinetto ricorda che, entro il 30 giugno 2020, tutte le Associazioni iscritte all’Albo comunale da almeno 12 mesi, dovranno presentare la documentazione necessaria per il rinnovo dell’iscrizione per l’anno in corso. L’art. 9 del Regolamento istitutivo dell’Albo prevede infatti adempimenti annuali da parte delle Associazioni iscritte e consistenti nella trasmissione della seguente documentazione:
A) relazione illustrativa dell’attività svolta nell’anno 2019, e nel caso le Associazioni godano delle prerogative di cui ai punti 4) 5) 6) 7) art.8 del Regolamento, avendone fatta richiesta e concessegli in fase di iscrizione, esse devono produrre, in aggiunta alla relazione, anche:
B) copia del bilancio consuntivo 2019;
C) copia del bilancio preventivo 2020.
L’invio di detta documentazione, da parte delle Associazioni che non vi avessero ancora provveduto, è essenziale per conservare l’iscrizione all’Albo e deve avvenire via mail agli indirizzi:
mailto:[email protected] oppure mailto:[email protected]).
Area Comunicazione – Ufficio Stampa
Cinema/ Il ‘Premio Volonté’ a Pierfrancesco Favino
L’isola di La Maddalena, in Sardegna, si prepara ad ospitare per la diciassettesima volta il festival La Valigia dell’attore, intitolato alla figura di Gian Maria Volonté che, nonostante il complesso momento dell’emergenza Covid-19 e in norma con la regolamentazione vigente, conferma le sue date dal 27 luglio al 1 agosto 2020. La rete di festival “Le isole del cinema” conferirà quest’anno il Premio Volonté, la oramai nota barca in rame ideata da Mario Bebbu e realizzata da Umberto Cervo, ad uno degli attori più affermati della scena italiana ed internazionale: Pierfrancesco Favino.
“Siamo molto contenti di poter conferire il nostro più sentito riconoscimento ad un’interprete che ha dimostrato negli anni, esprimendosi tra teatro, cinema e televisione – una passione profonda e una grande preparazione in ruoli di ogni entità, spessore e difficoltà”. Così hanno dichiarato Giovanna Gravina Volonté e Fabio Canu, ideatori ed organizzatori della storica manifestazione. “Il suo percorso artistico, sviluppato nel corso di anni con dedito studio e attenzione ai linguaggi che la società dello spettacolo ha gradualmente trasformato, è perfettamente consono al valore del nostro festival che pone in primo piano la recitazione in proposte qualitative e originali in grado di far interagire memoria, attualità e futuro”.
Pierfrancesco Favino, romano di origine e classe 1969, conta tra i film più significativi dei suoi inizi “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino, “El Alamein” di Enzo Monteleone, “Le chiavi di casa” di Gianni Amelio. Il suo percorso cinematografico prosegue con pellicole molto amate dal pubblico italiano come “Romanzo Criminale” di Michele Placido, “La Sconosciuta” di Giuseppe Tornatore, “Saturno Contro” di Ferzan Ozpetek e “Cosa voglio di più” di Silvio Soldini. Opere che gli valgono i primi importanti premi della critica. Nel corso della sua carriera ha condiviso il set con i più importanti registi italiani, ne sono esempio “L’industriale” di Giuliano Montaldo, “A.C.A.B.” e “Suburra” di Stefano Sollima, “Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana, “Le Confessioni” di Roberto Andò, “Baciami Ancora”, “A Casa tutti bene”, “Gli Anni più belli” di Gabriele Muccino.
Con il suo ultimo film, “Il Traditore” di Marco Bellocchio, presentato in concorso alla 72esima edizione del Festival di Cannes, ottiene un consenso internazionale unanime grazie all’interpretazione del pentito di mafia Masino Buscetta, aggiudicandosi un Nastro D’Argento, il terzo della sua carriera, come Migliore Attore Protagonista e un David di Donatello, sempre come Migliore Attore Protagonista. Il film ha rappresentato l’Italia nella corsa agli Oscar 2020. Durante lo stesso anno ha interpretato, con grande successo di pubblico, Bettino Craxi nel film “Hammamet” di Gianni Amelio per il quale ha ricevuto una nomination come Migliore Attore Protagonista ai Nastri D’Argento 2020. Tra le partecipazioni a produzioni estere occorre citare: “Le Cronache di Narnia: il principe Caspian” di Andrew Adamson, “Miracolo a Sant’Anna” di Spike Lee, “Angeli e Demoni” e “Rush” di Ron Howard, “World War Z” di Marc Forster, “Marco Polo 1° e 2° stagione” (Netflix), “Une Mère” di Christine Carrière, “My Cousin Rachel” di Roger Michell e “The Catcher was a spy” di Ben Lewin.
Tra le produzioni televisive italiane più popolari ed apprezzate dal grande pubblico, i biopic di Rai Uno: “Gino Bartali l’Intramontabile”, “Pane e libertà” e “Qualunque cosa succeda” di Alberto Negrin; “Il generale Della Rovere” di Carlo Carlei. A teatro in questi ultimi anni ha scritto, diretto e recitato gli spettacoli “Servo per Due” e “La Controra”. Nel corso dell’ultimo biennio è andato in scena con l’atto unico “La Notte poco prima delle foreste”. Spettacoli premiati dalla critica teatrale con due Maschere d’Oro, il massimo riconoscimento italiano del settore.
Dirige la scuola di perfezionamento del mestiere dell’attore L’Oltrarno di Firenze.
L’edizione 2020 de La Valigia dell’attore è realizzata con il sostegno e patrocinio di MIBACT – Direzione Generale Cinema, Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla Cultura e Assessorato al Turismo, Comune di La Maddalena, Ente Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena, Fondazione Sardegna, NuovoIMAIE, Artisti 7607 e la collaborazione della Scuola d’arte cinematografica Gian Maria Volonté e la Fondazione Cervi.
Ufficio stampa: Elisabetta Castiglioni
Cronaca nazionale/ Duplice omicidio in un casolare abbandonato
Barbaro duplice omicidio nella campagne siciliane; è accaduto domenica sera a Delia, nella campagne del Nisseno. Due fratelli imprenditori agricoli, di 74 e 76 anni, sono stati ritrovati morti nei pressi di un casolare abbandonato. Accanto ai loro corpi sono state trovate alcune pietre insanguinate.
Stando a quanto emerso, i due fratelli sarebbero prima stati massacrati a colpi di pietra e poi finiti con due fucilate. Infine i corpi, che sono stati trovati a 100 metri l’uno dall’altro, sarebbero stati dati alle fiamme.
Le indagini sono condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Caltanissetta.
FOTO DI REPERTORIO
Cronaca nazionale/ Otto morti in una Rsa, arrestato un infermiere
Un giallo inquietante ed ipotesi di reato pesantissime per l’indagato.
Eseguita oggi dai carabinieri un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Ascoli Piceno a carico a di un infermiere già in servizio presso la Rsa di Offida, indagato per otto omicidi volontari premeditati e 4 tentati omicidi premeditati in danno di anziani ospiti della struttura, avvenuti tra il gennaio 2017 e il febbraio 2019.
Fatti che l’uomo avrebbe commesso con ripetute somministrazioni indebite di farmaci (promazina, insulina, anticoagulanti) per dosi e/o tipologia non previsti e controindicati e con abuso dei poteri e violazione dei doveri inerenti la funzione di infermiere.
foto di repertorio
Vitigni/ Borgogna Grand Cru: un ettaro ‘vale’ milioni di euro
In Francia diventare vignaioli costa. Dalle quotazioni che emergono dal report di Safer analizzate da WineNews, l’aspetto che salta immediatamente all’occhio sono i 6,5 milioni di euro ad ettaro vitato nella Borgogna Grand Cru, con picchi di 15,5 milioni di euro ad ettaro nelle compravendite del 2019.
E se fare i vigneron in Cote d’Or, in media, presuppone un investimento di 735.000 euro ad ettaro, la Gironda è decisamente più accessibile. La media è infatti di “appena” 117.900 euro per un ettaro di vigna, ma si va dai 15.000 euro dei vini generici ai 2,3 milioni di euro di Pauillac. Scendendo sotto i due milioni di euro a 1,9 milioni di euro, ecco i vigneti di Pomerol.
Ancora più basse le quotazioni di Margaux, il terroir di Château Margaux e Château Palmer, dove un ettaro vitato costa in media 1,3 milioni di euro ma può arrivare a 2,5 milioni. Stessa quotazione media di Saint-Julien, denominazione in rapida ascesa grazie a produttori come Château Beychevelle.
Basse, nel contesto delle quotazioni di Bordeaux, Saint-Emilion, dove i prezzi medi si aggirano sui 290.000 euro ad ettaro.
Il terzo grande terroir di Francia, ma forse il primo per immaginario, è quello, dello Champagne. Diviso essenzialmente in tre macro territori: la Marna, dove il prezzo medio dei vigneti è di 1,2 milioni di euro ad ettaro, l’Aube, a quota 957.000 per ettaro vitato, e l’Aisne, dove i vigneti costano 870.000 ad ettaro.
Lavoro/ I liberi professionisti i più colpiti dalla crisi economica
Oltre 13mila euro per occupato lasciati per strada negli ultimi dodici anni. I liberi professionisti sono il comparto economico più colpito dalla crisi economica del 2008 con un calo di produttività di oltre il -20% a fronte di una media nazionale che ha perso 2384euro con una flessione della produttività del -3,8%. Il dato emerge dall’Osservatorio del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti che rileva come mentre nell’economia generale cresceva la disoccupazione, le fila dei liberi professionisti si ingrossavano di anno in anno fino a raggiungere nel 2019 una crescita esponenziale rispetto al 2007: +28%. Nello stesso periodo, nell’intera economia, l’occupazione complessiva aumentava appena del 2% e tra gli indipendenti diminuiva addirittura dell’11%. L’offerta di lavoro libero professionale è cresciuta a un ritmo decisamente superiore a quello della produzione determinando così un repentino crollo della produttività individuale. In altri termini, la domanda di servizi professionali non è cresciuta allo stesso ritmo dell’offerta di servizi, anzi è rimasta quasi stazionaria con la conseguenza di appiattire significativamente i redditi medi dell’intero comparto. Nello stesso periodo, infatti, il valore aggiunto per occupato, misurato in termini reali (cioè al netto dell’inflazione), del comparto delle attività professionali si è ridotto del 21,5% facendo registrare una perdita in termini assoluti di quasi 13 mila euro per ogni lavoratore.
La crisi ha colpito duramente l’intero settore del lavoro indipendente che negli anni ha perso 669 mila occupati, l’11,2%. Nello stesso periodo, l’occupazione dipendente è cresciuta del 6,7%, un incremento di 1 milione e 135 mila occupati. Invece, in assoluta controtendenza rispetto al totale degli occupati indipendenti, i liberi professionisti sono aumentati di 310 mila unità (+27,6%). Il calo di occupati indipendenti è, dunque, concentrato nell’area che l’Istat definisce del lavoro autonomo, essenzialmente commercianti ed artigiani, che sono diminuiti del 15%, un calo di 538 mila occupati. Oltre che nell’area residuale dei coadiuvanti familiari, dei soci di cooperativa e dei collaboratori che hanno lasciato sul terreno altri 396 mila occupati.
Concentrando l’analisi sul settore “Attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazione e servizi di supporto”, che contiene la quasi totalità dell’universo delle libere professioni socio-economiche, giuridiche e tecniche (ad eccezione, quindi, dell’area socio-sanitaria che risulta, in buona parte, ricompresa tra gli occupati dipendenti), i dati Istat indicano che il valore aggiunto per occupato, il principale indicatore che misura la produttività del lavoro, ha lasciato sul terreno 12.686 euro (-21,5,%) passando da 58.986 euro a 46.301 euro (rispetto ad una media nazionale di 60.770 euro che, invece, ha subito un calo molto più contenuto pari a -2.384 euro, il 3,8% in meno rispetto al 2007). Se, invece, focalizziamo l’analisi sul sotto-settore “Attività professionali, scientifiche e tecniche” che rappresenta ancora più fedelmente l’universo delle libere professioni economiche, giuridiche e tecniche, il valore aggiunto per occupato ha perso in dodici anni 13.729 euro (-19,3%) passando da 71.302 euro del 2007 a 57.573 del 2019. Se prima, dunque, la produttività media del settore era superiore a quella media nazionale (113%), dopo la crisi è scesa ad un livello inferiore (94%), mostrando un gap già abbastanza significativo e preoccupante. Ulteriori stime e rielaborazioni sui dati Istat di contabilità nazionale, infine, hanno anche permesso di evidenziare come il crollo della produttività nell’ambito delle libere professioni sia abbastanza diffuso ed omogeneo, tranne piccole differenze tra macroaree. Infatti, mentre l’area delle professioni giuridiche ed economiche ha contenuto il crollo a -16,9%, quelle tecniche hanno subito una perdita maggiore e pari a -20,4%.
“I numeri fornitici dal nostro Osservatorio – commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani – certificano una profonda distorsione del mercato del lavoro che, soprattutto nelle mutate condizioni conseguenti alla crisi del 2008, continua a generare un sovraffollamento del sistema e un eccesso di offerta che deprime il valore dei servizi prestati. Gli Ordini professionali sono da tempo in crisi e non è più possibile che dalla politica vengano trattati come delle corporazioni e che i singoli professionisti siano ancora percepiti come dei privilegiati, secondo una visione ormai del tutto obsoleta. L’esclusione dall’accesso al credito a fondo perduto è solo l’ultima dimostrazione di una disattenzione nei confronti di questo pezzo tanto significativo del mondo del lavoro. Un’occasione utile inoltre a sottolineare il grande contributo che il sistema ordinistico potrebbe fornire ad uno snellimento della burocrazia se si portasse a compimento il jobs act degli autonomi, che prevedeva di delegare alle professioni funzioni proprie della Pubblica amministrazione”.
Ufficio Stampa FNC – Sabino Cirulli
Agricoltura, il Sottosegretario L’Abbate: “ Nel DL Rilancio l’esenzione della prima rata IMU per gli agriturismo”
Tra i settori più colpiti dalle misure di contrasto all’epidemia Covid-19 c’è indubbiamente quello turistico-ricettivo, dove sono ricompresi i servizi agrituristici. Un settore sempre in crescita che conta secondo l’ISTAT (2018) 23.615 aziende agrituristiche, con un giro d’affari di 1.393 milioni di euro correnti (+2,5% rispetto al 2017), ma che, a causa dell’emergenza Covid-19, ha subìto un forte calo di prenotazioni, specie da parte degli stranieri (la cui domanda corrisponde al 59% dei pernottamenti complessivi), tanto che le stime ISMEA evidenziano, per il 2020, una perdita complessiva per il settore di circa 970 milioni di euro, pari al 65% del fatturato. Tra le misure messe in atto per il contrasto della crisi economica generata dal virus COVID-19 nel settore agricolo, il Ministero delle Politiche agricole si è attivato per sostenere queste attività connesse al comparto primario.
“Compensare la totalità delle perdite già registrate e che, inevitabilmente, si andranno a registrare nei mesi a venire sarà impossibile ma sono diverse le azioni che stiamo portando avanti per aiutare le imprese agrituristiche, sia attraverso aiuti finanziari sia attraverso un sostegno alla spesa delle famiglie italiane – dichiara il Sottosegretario Giuseppe L’Abbate – Abbiamo innanzitutto previsto l’esenzione della prima rata di acconto dell’IMU 2020, in scadenza il 16 giugno. Come specificato dall’art. 177 del Decreto Rilancio, ora in discussione a Montecitorio, il beneficio vale per i proprietari degli agriturismo nonché degli altri immobili a vocazione turistica, inclusi i villaggi vacanze, gli ostelli della gioventù, gli affittacamere, i bed & breakfast, i residence e i campeggi che risultino anche gestori dell’attività”.
Accanto a questo strumento, per frenare l’impatto negativo generato dalla contrazione generale dei turisti “è prevista una TAX credit vacanze (art.176),mediante un credito massimo di 500 euro per nucleo familiare (ridotto a 300 euro per i nuclei di due persone e a 150 euro per i nuclei di una sola persona), utilizzabile dal 1° luglio fino al 31 dicembre 2020, in favore delle famiglie con un reddito ISEE non superiore a 40.000 che intendano trascorrere le vacanze – spiega il Sottosegretario alle Politiche Agricole – presso le strutture turistico-ricettive, inclusi gli agriturismo. Il bonus è fruibile, d’intesa con il fornitore del servizio, nella misura dell’80%, come sconto sul corrispettivo dovuto e per il restante 20% come detrazione di imposta. Sempre con il Decreto Rilancio, abbiamo predisposto lo stanziamento di un Fondo per la promozione turistica (art.179)con una dotazione di 20 milioni di euro per il 2020, allo scopo di favorire la ripresa dei flussi turistici in ambito nazionale. Infine – conclude Giuseppe L’Abbate – ai soggetti esercenti attività d’impresa spetta anche un credito d’imposta in misura del 60% dell’ammontare mensile del canone di locazione di immobili a uso non abitativo(art.28), bonus che per le strutture alberghiere e agrituristiche è riconosciuto indipendentemente dal volume di affari registrato nel periodo d’imposta precedente”.
Valerio L’Abbate – Segretario Particolare del Sottosegretario di Stato On. Giuseppe L’Abbate
Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali











