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Il film della settimana/ “Olla” di Ariane Labed (Fra)

Pietro Colagiovanni*

E’ l’esordio alla regia di una nota attrice francese, Ariane Lebed, attrice sposata con il regista greco Yorgos Lanthimos. Si tratta di un cortometraggio (27 minuti) presentato nel 2019 al festival del cinema di Cannes. La vicenda è semplice. Una giovane ucraina si trasferisce in Francia dopo aver risposto ad un annuncio su un sito di incontri.

Nel sobborgo di una città transalpina incontrerà il suo cuore solitario, un giovane travet che vive insieme alla madre paralizzata e senza l’uso della parola. Il menage non risulta felice. La giovane è piena di sensualità e sessualità, lui è solo pieno di complessi (sembra il Robertino di “Ricomincio da tre”) ma prova pure a fare l’uomo forte. Il finale sarà esplosivo e suggellerà la ritrovata e fiera autonomia della ragazza, contro tutto e contro tutti, nonostante la disparità economica di partenza.

Il corto è ben ritmato, ha momenti ironici e narra una storia classica nei tempi del me too. La pretesa ben radicata nella tradizione delle nostre società paternalistiche che l’uomo possa dettare le regole nei rapporti di coppia nulla può contro la giusta richiesta di una vita normale senza l’ombra del potere maschilista. E questo vale anche quando il il rapporto di coppia parte fortemente svantaggiato: il medio borghese occidentale contro l’immigrata ucraina che cerca una vita migliore.

Questo è l’assunto forte dell’opera, che afferma la sua tesi anche grazie a colori accesi, balli e musiche dance vissute nell’ambito domestico e momenti stereotipati (la ragazza compie sempre lo stesso percorso ed è puntualmente oggetto, ogni giorno, di insulti sessisti da parte di un gruppo di giovani che bighellonano nei pressi di un condominio). La narrazione poi sorprende con esplosioni, di sessualità e non solo.

Il risultato è interessante anche perché, come tutti i corto, deve cortocircuitare in uno spazio breve i propri spunti di riflessione. La sensazione finale però è che, nonostante l’arguzia della sceneggiatura (che è della stessa Lebed) e la correttezza della realizzazione filmica il prodotto sia ancora acerbo, gli spunti vadano ancora ripensati e sistemati. Un esordio promettente, quindi, ma non ancora compiuto.

Voto 2,75/5

*imprenditore, comunicatore, fondatore del gruppo Terminus per commenti, recensioni o sollecitazioni e suggestioni cinematografiche potete contattarmi a colagiov@virgilio .it

Cronaca nazionale/ Possiede beni per milioni di euro, ma dichiara un reddito da fame

Il caso è sicuramente ‘eclatante’ ed è rimbalzato sui media nazionali. Nelle sue disponibilità c’è una villa da 16 milioni di euro in Sardegna e vive a Milano pagando un affitto annuale di 110mila euro, ma al Fisco dichiarava 5mila euro all’anno. Protagonista un broker di San Donà di Piave.
Al professionista, già condannato per fatture false, dichiarazione fraudolenta, trasferimento fraudolento di valori e appropriazione indebita, sono state sequestrate due lussuose ville e terreni in Sardegna, oggetti d’arte e di antiquariato.
Gli accertamenti patrimoniali hanno tratto spunto dalla valorizzazione di risultanze investigative raccolte dalla Guardia di Finanza di Milano.

Cronaca nazionale/ Anziana positiva al Covid dopo quattro tamponi negativi

Ci sono aspetti ‘misteriosi’ di questa epidemia di coronavirus, che sfuggono alle logiche anche scientifiche.
Un’anziana che sembrava guarita dal Covid è risultata nuovamente positiva dopo quattro tamponi che attestavano la sua negatività al virus e un quinto che ha certificato di nuovo la presenza dell’infezione.
L’anziana si trova attualmente in isolamento nella struttura assistenziale Giovanni Paolo II a Soleto, dove sono risultati positivi anche un operatore socio sanitario e un infermiere.

Cronaca nazionale/ Incidente sulla A1, quattro morti, due sono bambini

Una tragedia terribile con un numero alto di vittime. Quattro persone sono morte e sette sono rimaste ferite venerdì pomeriggio in un incidente stradale sull’autostrada A1 tra Arezzo e Monte San Savino.

Due delle vittime sono bambini: un neonato di 10 mesi e una bimba di 10 anni. Coinvolti nello scontro un mezzo pesante e due auto. I quattro morti, di nazionalità romena, erano a bordo di una delle due auto, una monovolume che trasportava anche altre tre persone.
I feriti sono stati portati negli ospedali di Siena, Arezzo e al pediatrico Meyer di Firenze. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche due elisoccorsi Pegaso insieme alla polizia stradale e ai vigili del fuoco.

Coronavirus, buone notizie: numeri in decremento

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Oramai la curva del contagio si è allineata su valori bassi; questo sembrerebbero dire gli aggiornamenti sulla situazione Covid-19 in Italia con i dati forniti dalla Protezione Civile.
Nelle ultime 24 ore i ricoverati con sintomi sono diminuiti di 202 unità per un totale di 5.301. Nelle terapie intensive il decremento è di 22 pazienti (per un totale di 316 persone). Diminuiscono di 1.229 in isolamento domiciliare, per un totale di 31.359 persone.

Il totale degli attualmente positivi in Italia è di 36.976, ( – 1.453). Tra dimessi e guariti oggi si registrano +1.886, complessivamente dall’inizio della pandemia sono 163.781.

I deceduti in un giorno sono 85 a livello nazionale, per un totale di 33.774.
I casi totali aumentano di 518 unità: in tutto sono 234.531, compresi guariti e deceduti.
I tamponi effettuati nell’ultimo giorno sono 65.028 e in totale sono 4.114.572.

Saronno, rivendevano materiale destinato alle cure in ospedale, due arresti

Un reato gravissimo soprattutto perché perpetrato nel periodo del coronavirus. Una dirigente sanitaria dell’ ospedale di Saronno, in provincia di Varese, è stata scoperta mentre sottraeva il materiale necessario a intubare i pazienti  per rivenderlo insieme a un imprenditore suo complice, dividendo i profitti. In piena  emergenza Covid, proprio quando i reparti della sua struttura erano in carenza di forniture.

Si tratta di una farmacista ed è stata arrestata stamattina insieme un imprenditore di Barlassina (Monza Brianza), con cui secondo le indagini aveva una relazione. L’inchiesta è coordinata dal gip di Busto Arsizio.

Per entrambi gli arrestati il reato contestato è peculato in concorso, l’uomo dovrà rispondere anche di autoriciclaggio.

I  Carabinieri di Varese e la  Guardia di Finanza di Saronno hanno cominciato a indagare lo  scorso novembre, su segnalazione proprio dell’azienda sanitaria che aveva rilevato una serie di  ordinativi anomali .

Coronavirus, il Brasile supera l’Italia per numero di deceduti

Il numero di casi di coronavirus sale in progressione rapida. E’ quanto emerge dal conteggio aggiornato dell’università americana Johns Hopkins. I dati pubblicati dall’ateneo indicano ad oggi un bilancio di 6.639.092 contagi accertati, inclusi 391.261 decessi. Finora nel mondo sono guarite 2.872.731 persone.
Sono 34.021 i morti in Brasile, che scavalca l’Italia e si piazza al terzo posto per numero di vittime dopo Stati Uniti e Gran Bretagna. Le vittime registrate nelle ultime 24 ore sono 1.473, nuovo record, mentre i nuovi contagi sono stati 30.925, per un bilancio totale di 614.941. Lo rivela il ministero della Salute.
Il Messico ha registrato ieri un altro record giornaliero di casi di coronavirus, il terzo consecutivo: 4.442 nuovi contagi.
Sono 449.834, i casi di Covid-19 accertati in Russia dall’inizio dell’epidemia: nelle ultime 24 ore sono stati registrati 8.726 nuovi contagi. Stando ai dati ufficiali, le vittime del nuovo coronavirus in Russia sono state 144 nel corso dell’ultima giornata e 5.528 in totale dall’inizio dell’epidemia.
Anche in Pakistan record di 4.896 nuovi casi nelle ultime 24 ore: il nuovo dato porta il bilancio complessivo dei contagi nel Paese a quota 89.249. Altre 68 persone sono morte a causa del virus, per un totale di 1.838 dall’inizio della pandemia.

Roma/ “L’estate felice” di Rosciolino:  La nuova sfida di Alessandro Roscioli e Max Giusti

Da mercoledì 3 giugno 2020 è aperto Rosciolino, un Roscioli all’aperto, una trattoria \ pizzeria bordo piscina, con ampi spazi in cui, in totale sicurezza, poter pranzare e cenare o fare un aperitivo al fresco.  Rosciolino nasce come sfida in un periodo faticoso e davvero difficile per la ristorazione e per tutto il comparto  Ho.Re.Ca. Dopo aver riaperto la storica Salumeria di Via dei Giubbonari, il 25 maggio,  Alessandro Roscioli ha realizzato che nonostante gli sforzi e l’impegno, gli spazi del suo ristorante non sarebbero bastati per concretizzare un inizio di reale recupero dell’attività ventennale che la Salumeria Roscioli era abituata a fare. C’era bisogno di nuovi spazi, nuove energie e nuove idee.  Cercando uno spazio verde abbastanza grande e non troppo lontano dal Centro, Alessandro Roscioli ha contattato un amico di vecchia data, il noto attore  Max Giusti, gestore di Play Pisana, un grande centro sportivo a 15 minuti di macchina da Largo Argentina, e gli ha proposto di iniziare una nuova avventura: aprire un Roscioli all’aperto, grande, sicuro e capace di accogliere fino a 180 coperti. Una settimana di organizzazione ed è nato uno dei progetti più lampo e vivaci della ristorazione italiana.   In una grande area bordo piscina, circondata da campi da tennis, padel e calcetto, 

Alessandro e  Max hanno reinventato un Roscioli più popolare, un format per tutti dove mangiare i grandi classici Roscioli e qualche intelligente piatto da trattoria.  Rosciolino varierà durante la giornata e la settimana. Il  Chiosco bordo piscina sarà aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18 con una carta di piccoli piatti e snack dalla cucina per cui si potrà mangiare qualcosa prendendo il sole, fra un tuffo e l’altro, in totale relax. Dalle 18 alle 23:30 il Chiosco si trasformerà in  Cocktail bar e oltre al menu aperitivo offrirà anche un’interessante selezione di Cocktail curati dal barman Tommaso Borghi. La Trattoria con Pizza sarà aperta solo la sera durante settimana, mentre nel week end sarà aperta a pranzo e a cena. Una delle grandi novità di  Rosciolino è la presenza in carta della  pizza, non quella “scrocchiarella” dell’Antico Forno Roscioli, che troverete comunque nel cestino del pane, ma quella tonda al piatto affidata alle abili mani di Luca Issa, proprietario del Piccolo Buco di Via del Lavatore a due passi dalla fontana di Trevi.  Ottima cucina, grandi prodotti e vini, fantastiche pizze, relax e tanto  sport: questa sarà la chiave per un’estate romana più felice. Il centro sportivo Play Pisana è aperto a tutti, non ha costi associativi e offre, ad ingresso e con prenotazione, la piscina, campi da tennis, da padel e calcetto. 

“Quasi 3 anni fa insieme ai miei soci Daniele Aprile, Matteo Murzilli e Stefano Spezia, mi sono lanciato nell’avventura ristorazione. Oggi sono felice di iniziare a collaborare con Alessandro, su questo progetto unico, apportando la mia chiave creativa, ironica e ottimista della vita. Torneremo, anzi torniamo, a sorridere, a ridere, a essere felici!” Max Giusti

“Ci stiamo facendo in quattro per tentare di ritrovare una normalità lavorativa, anche se è molto faticoso. Aprire un nuovo ristorante in questa fase può sembrare folle, ma per me è soprattutto un segnale di ripresa lavorativa per tutti i ragazzi del mio staff e un messaggio positivo per i romani che desidero siano sicuri di poter uscire e godersi in sicurezza l’estate in città. Certo speriamo che lo Stato e la città si accorgano di questo, che riconoscano i salti mortali che stiamo facendo, ma questo è un altro discorso!” Alessandro Roscioli

Rosciolino accoglierà tutti clienti in totale sicurezza, garantendo distanziamento e applicando tutte le normative del DPCM Coronavirus: distanza tavoli, mascherine e guanti di tutto il personale, presenza di gel sanificanti nella struttura, QR code menu, flussi entrata e uscita differenziati, sanificazione regolare e frequente.

Media Relations Max Giusti/Ufficio stampa Roscioli

Andria/ Internet gratis nel Parco nazionale dell’Alta Murgia

Dal Comune di Andria riceviamo e pubblichiamo

Progettare, realizzare e assicurare la manutenzione di un’infrastruttura di nuovi punti di accesso WiFi per consentire l’accesso gratuito a Internet e ai servizi digitali per i cittadini e i turisti all’interno del parco nazionale dell’Alta Murgia utilizzando l’app WiFi Italia. E’ quanto prevede la convenzione operativa firmata nei giorni scorsi tra il Ministero dello Sviluppo economico, la Regione Puglia, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia e Infratel, che prevede anche la sperimentazione di nuove tecnologie Li-Fi per i servizi pubblici di interesse del Parco.

“Da tempo era forte la necessità di potenziare la connettività wireless nell’Alta Murgia, soprattutto in alcune zone del tutto prive di punti di accesso – aggiunge Francesco Tarantini, presidente del parco – Ciò è fondamentale sia per rendere fruibile il patrimonio geologico, naturalistico e culturale del Parco, sia per motivo legati alla sicurezza, poiché chi percorre il territorio deve farlo nella certezza di essere raggiungibile in caso di necessità. Oggi è di vitale importanza riuscire a connettersi ad Internet durante un viaggio o una semplice passeggiata, avere la certezza di poter comunicare in qualunque momento con parenti e amici, trovare con facilità le informazioni di cui si ha bisogno.

Questa convenzione permetterà di migliorare l’accesso ai servizi digitali grazie a nuovi e più numerosi punti hotspot gratuiti, e non potrà che migliorare l’esperienza che cittadini e turisti faranno del Parco dell’Alta Murgia”.

Area Comunicazione Ufficio Stampa Il Responsabile dr. Vincenzo Rutigliano

Coronavirus/ Save the Children: “In Yemen alle stelle i prezzi dell’ossigeno e dei dispositivi di protezione individuale”

I costi dei dispositivi salvavita come quelli di protezione individuale, le maschere usa e getta e le bombole di ossigeno, sono alle stelle in Yemen, lasciando milioni di persone esposte al Coronavirus con pochi mezzi per essere curati o per proteggersi contro la rapida diffusione del virus mortale nel Paese. Secondo i team di Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e garantire loro un futuro, il prezzo delle maschere usa e getta è aumentato in tutto il paese da circa 10 riyal (quasi 0,02 dollari) per unità a 300 riyal (0,5 dollari), un aumento di trenta volte. Per quanto riguarda una maschera professionale N95, il prezzo può arrivare fino a 5.000 riyal (circa 8 dollari)[1]. Ciò rende l’acquisto di questi articoli salvavita una sfida non solo per gli individui ma anche per le organizzazioni umanitarie. In un paese in cui gli stipendi degli operatori sanitari variano da 83 a 250 dollari mensili e il reddito medio è di circa 120 dollari al mese, una maschera monouso sta diventando un oggetto di lusso. Molte strutture sanitarie hanno riferito che il personale non si è presentato al lavoro per mancanza di dispositivi di protezione individuale e alcuni ospedali hanno addirittura chiuso perché si trovavano di fronte a una carenza di personale. Questa nuova sfida finanziaria potrebbe spingere più operatori sanitari a smettere di lavorare e le strutture sarebbero costrette ad allontanare i pazienti[2].

“Si è creato il panico negli ospedali pubblici che non erano pronti a ricevere un numero così alto di casi sospetti di COVID-19, oltre a doversi occuparsi di diverse malattie, pur non disponendo di DPI[3] adeguati per gli operatori sanitari” ha dichiarato Masar Khalid, responsabile per la salute e la nutrizione di Save the Children ad Aden.

“Avevo un buon reddito come dipendente pubblico, ma non sono stato pagato per tre anni. Quindi, ho dovuto lavorare alla giornatanel mercato locale per provvedere alla mia famiglia. Ci chiedono di rimanere a casa ed evitare le persone, ma questo non è possibile per me. Devo andare tutti i giorni nel mercato affollato, ho una maschera che ho comprato qualche settimana fa e la indosso ogni giorno mentre i miei figli non indossano nulla. Abbiamo un po’ di sapone a casa e proviamo a usarlo nel modo più saggio possibile, per ciò che è strettamente necessario, ma non possiamo permetterci più spese. Per l’acqua, i miei figli vanno due volte al giorno a fare la fila e a prenderla dall’unico serbatoio nel nostro quartiere” ha detto Yahia, 43 anni, che vive a Sanaa con sua moglie e i loro quattro figli.

Per quanto riguarda le bombole di ossigeno vuote, ad Aden, il prezzo per unità è aumentato da 50 dollari pre-epidemia ai 160 attuali. Molte cliniche comunitarie e strutture sanitarie non sono in grado di permettersi nuove bombole. A livello nazionale, ci sono meno di 12.000 bombole disponibili per una popolazione di quasi 30 milioni di persone[4]. I cilindri in uso devono essere riempiti regolarmente, con un costo di ricarica che è raddoppiato da 1.000 riyal (1,6 dollari) a una cifra compresa tra 1.500 e 2.000 riyal (da 2.4 a 3.3 dollari). La pompa di riempimento di ossigeno in uno dei due ospedali di Aden è esplosa di recente, perchè necessitava di manutenzione, compromettendo ulteriormente questa risorsa vitale. Secondo le Nazioni Unite[5], 42 pazienti che erano in ospedale quando è avvenuta l’esplosione richiedono ossigeno per rimanere in vita. In generale, l’ospedale ha bisogno tra le 50 e le 60 bombole di ossigeno al giorno. E sebbene sia di nuovo operativo, qualsiasi ulteriore interruzione potrebbe essere pericolosa per la vita di diversi pazienti.

“Le maschere erano già scarse nella maggior parte dello Yemen, nonostante i massicci sforzi delle agenzie delle Nazioni Unite per colmare il divario il prima possibile. Con l’aumento dei prezzi, per molti yemeniti diventa impossibile acquistarle: i civili non possono permettersele e le organizzazioni umanitarie fanno fatica a procurarsele. Se lo strumento di prevenzione più semplice e di base che è così urgentemente necessario nei mercati affollati e nelle aree urbane e che può salvare vite umane[6] non è disponibile, non si può dire quanto velocemente e quanto lontano potrà diffondersi il virus ” ha dichiarato Xavier Joubert, direttore di Save the Children nel Paese.

Con l’inasprimento della chiusura delle frontiere per fermare la diffusione del Coronavirus, le misure di quarantena richieste nei porti marittimi all’ancoraggio hanno ridotto i carichi umanitari di due terzi nei punti chiave di accesso. Per lo Yemen significa che i dispositivi di protezione individuale (DPI) e le forniture mediche non possono essere consegnati in modo tempestivo. Save the Children chiede alle autorità dello Yemen di accelerare lo sdoganamento per i dispositivi di protezione individuale e le forniture mediche, nonché la rotazione del personale nel Paese. Dopo la conferenza di impegno internazionale che si è tenuta il 2 giugno e ha promesso 1,35 miliardi di dollari per la risposta agli aiuti, l’Organizzazione chiede ai donatori di erogare questo finanziamento con urgenza. Ma l’accesso e il denaro non avranno l’impatto necessario se il conflitto persiste e gli inviti a rispettare un cessate il fuoco rimangono inascoltati delle parti in conflitto.

Save the Children supporta 4 delle 38 unità di trattamento Covid19 in Yemen, fornendo attrezzature e garantendo formazione. Al 30 maggio, sono 314 i casi confermati di Covid19 nel Paese, inclusi 78 decessi, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità. Ma i numeri effettivi potrebbero essere significativamente più alti poiché i test sono ancora estremamente limitati e il settore sanitario non è in grado di monitorare l’epidemia.

Save the Children Italia Onlus