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Migranti, in 450 sbarcati in Sicilia, molti si sono dispersi nelle campagne

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Una specie di piccola invasione. Oltre 450 migranti sono sbarcati in Sicilia. Di questi 400 sono approdati sulla spiaggia di Palma di Montechiaro (Agrigento), scendendo da una nave madre, mentre altri 52 sono arrivati a Linosa con un’imbarcazione di circa 10 metri e poi bloccati dai carabinieri.
Le forze dell’ordine stanno perlustrando la zona di Palma, dove i profughi si sono dati alla fuga lungo le strade tra le campagne.
Almeno tre motovedette della Guardia costiera sono impegnate nella ricerca della nave madre.

foto di repertorio

Coronavirus, arrivano 60 mila ‘assistenti civici’ per vigilare la Fase 2

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Un esercito di persone, 60 mila volontari addetti al controllo del rispetto delle regole. In settimana sarà lanciato il bando rivolto “a inoccupati, a chi non ha vincoli lavorativi, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori sociali”.
Lo annunciano in una nota congiunta il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro.

Vino/ La grande distribuzione continua a trainare le vendite

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La grande distribuzione continua a trainare le vendite di vino in questo periodo di crisi da coronavirus. Anche in tempo di lockdown, in questa modalità il vino si è venduto bene.

Secondo i dati Iri, visionati da WineNews, nella settimana tra il 10 ed il 17 maggio, si è registrato un nuovo aumento, in valore, negli acquisti tanto sui vini Dop (+5,7%,) che sui vini Igp (+11,8%), per un “saldo”, dal 23 febbraio (data del primo Dpcm del Governo per contenere l’epidemia da Covid-19), alla fine del lockdown, che è del 5% per i vini Dop, e del +7,3% per i vini Igp, sullo stesso periodo 2019.

Agricoltura/ Slow Food: “Le risorse devono premiare la filiera agroalimentare attenta alla salute dell’uomo e dell’ambiente”

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«Un Paese che dimentica la terra è un Paese debole, un Paese che non valorizza i suoi contadini, pescatori, pastori, artigiani è un Paese che non sa riconoscere la bellezza e non ha il coraggio di coltivare il sogno». «La cucina italiana è una lunga catena dalle maglie fitte, ogni maglia rappresenta un contadino, un allevatore, un casaro, una trattoria, un ristorante, un’osteria, un pescatore, un vignaiolo, un pastaio. Oggi questa catena è più fragile, molti anelli si sono indeboliti e necessitano dell’aiuto di tutta l’Italia prima che si spezzi». Sono queste le parole con cui Massimiliano e Raffaele Alajmo, del pluristellato ristorante Le Calandre di Sarmeola di Rubano (Pd), hanno accompagnato la propria firma all’appello Ripartiamo dalla terra.

 Appello rivolto al Governo italiano, sottoscritto a oggi da oltre 7000 tra cuochi, artigiani del cibo, contadini, allevatori, accademici, politici e cittadini, che chiede di sostenere, con iniziative concrete, l’agricoltura che rispetta l’ambiente e l’uomo e la ristorazione di qualità. L’iniziativa, voluta dai cuochi che aderiscono al progetto dell’Alleanza Slow Food, mette in evidenza come sia necessario per la ripartenza dopo il Covid-19 un grande gioco di squadra che coinvolga tutta la filiera agroalimentare, i ristoranti e i consumatori, perché come ci ricorda Oskar Messner dell’osteria Pitzock in Val di Funes (Bz): «I produttori mettono l’anima nel lavoro che fanno, per noi cuochi il compito è portare quest’anima nel piatto, rispettandola e raccontandola».

Non va dimenticato, infatti, che la cucina italiana è grande anche grazie a produttori di piccola scala già stretti dalla morsa della grande distribuzione e della produzione massiva, che questa pandemia ha mandato ulteriormente in crisi. «Ad oggi 184.000 ristoranti coprono il 13% del Pil del Paese e assorbono dal 30 al 40% dei prodotti coltivati sul suolo nazionale. Siamo un fiore all’occhiello e rappresentiamo i valori italiani anche all’estero, vogliamo essere ascoltati e trattati con dignità» sottolinea Cesare Battisti del Ratanà di Milano, segretario generale dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto. Il Decreto Rilancio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 19 maggio, riserva grande attenzione all’agricoltura. Oltre a uno stanziamento consistente di risorse, prevede provvedimenti importanti, come la possibilità di usufruire della cassa integrazione o di accedere ad agevolazioni e bonus. Ma non basta. Bisogna lavorare affinché gli stanziamenti vadano a premiare l’agricoltura e le filiere autenticamente sostenibili e in particolare, come si chiede nell’appello: “(…) estendere il credito d’imposta agli acquisti di prodotti agricoli e di artigianato alimentare di piccola scala legato a filiere locali, in una misura pari almeno al 20%, da aumentare al 30% nel caso in cui tali aziende pratichino un’agricoltura biologica, biodinamica, o siano localizzate in aree marginali, disagiate e di particolare valore ambientale del nostro Paese”.

Proposte essenziali per costruire un futuro diverso e trarre un insegnamento da questa pandemia, perché i veri nemici da abbattere “saranno ancora la perdita di biodiversità, l’erosione del territorio, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, l’impoverimento della fertilità nei nostri terreni, la cementificazione, l’abbandono delle aree rurali e dei piccoli borghi, lo spreco alimentare, lo sfruttamento del lavoro, l’indifferenza per chi produce con attenzione alle ragioni e ai tempi della natura e l’individualismo, che fa prevalere l’io sul senso di comunità. Se vogliamo porre le basi di un futuro diverso dobbiamo cambiare prospettiva”.

«Dobbiamo ripartire dalla solidarietà sociale, dall’economia di relazione e da un grande impegno collettivo per dare valore al territorio e alla sua cultura» spiega Roberta Capizzi, titolare del ristorante Me Cumpari Turiddu, nel centro di Catania e fra le prime firmatarie. «Per questo sosteniamo l’appello di Slow Food».

Tutti insieme possiamo farcela. Bisogna però avere la volontà di mettere in atto un cambiamento vero. Occorre correggere il paradigma della produzione e distribuzione dei prodotti agricoli e avere il coraggio di dire molti “basta”: all’uso di pesticidi, a derrate alimentari che fanno il giro del mondo o sono prodotte a danno degli ecosistemi, a monoculture e allevamenti intensivi. Non a caso l’appello ha raccolto moltissime adesioni da parte dei parchi italiani. «Da dieci anni nel nostro parco abbiamo avviato una intensa collaborazione tra agricoltori, allevatori locali, piccoli artigiani e ristoranti del territorio e pensiamo che sia questa la strada giusta. Per questo l’appello ci trova assolutamente d’accordo» afferma Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano».

Slow Food auspica che i proclami per un’agricoltura più green, più equa e più rispettosa dell’ambiente, di chi produce e consuma diventino al più presto realtà e che la politica sappia tradurre questa forte esigenza in provvedimenti costruttivi a partire da subito e chiede un intervento in questa direzione nell’iter parlamentare che attende il Decreto Rilancio.

Ufficio stampa Valter Musso – Elisa Virgillito

Coronavirus, l’84% dei malati è in isolamento e senza sintomi

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Drasticamente ridotto l peso dei ricoveri da Covid-19 negli ospedali. Sono 48.485, pari all’84% degli attualmente positivi al coronavirus, le persone in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. È quanto emerge dai dati della Protezione civile, aggiornati alle 17 del 23 maggio.
Buone notizie anche dalla regione all’origine della crisi sanitaria. Sono meno di duecento i malati di Covid ricoverati in terapia intensiva in Lombardia, precisamente 199, otto meno di venerdì.
Un dato così basso non si aveva dal 4 marzo.

Brescia, troppi assembramenti, locali chiusi dopo le 21.30

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Era quello che si temeva ed in alcune città è avvenuto. A Brescia, in una delle città più colpite dall’epidemia di Coronavirus, il sindaco Emilio Del Bono ha disposto la chiusura dei locali di piazzale Arnaldo, cuore della vita notturna, alle 21.30 per questo fine settimana.
Anche il governatore della Lombardia, la regione col numero più alto di morti e contagi, Attilio Fontana, si è detto pronto a “nuove restrizioni, per evitare che il lavoro svolto finora grazie alla maggioranza dei cittadini, venga vanificato da alcuni incoscienti”.
Ma anche in diverse altre città d’Italia, da Nord a Sud, la voglia di movida, dopo il lockdown per l’emergenza Covid-19, è sotto la lente di amministratori e forze dell’ordine.
Le piazze un po’ ovunque si sono riempite di avventori ai tavoli di locali per bere un drink e trascorrere qualche ora con gli amici. Non tutti però hanno rispettato le misure anti-contagio e sui dispositivi di protezione. Sono così arrivate multe e, in alcuni casi, provvedimenti da parte dei sindaci. FOTO DI REPERTORIO

Cucina e dintorni/Ristorazione, tra voglia di ripartire e rispetto delle regole

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di Stefano Manocchio*

La cosiddetta ‘fase 2’ del contenimento dell’epidemia da coronavirus in Italia è di fatto compiuta e si sta preparando il passaggio alla ‘fase 3’, che nel giro di un mese potrebbe portare alla libertà totale, se nel mentre non ci saranno fenomeni di ritorno o il riacutizzarsi della crisi con l’aumento dei contagi. Il settore della ristorazione è stato tra quelli maggiormente penalizzati dal lockdown e adesso è tra quelli con la maggiore voglia di ripartire, anche se in verità il numero di esercizi ancora chiusi è rilevante.

Le norme di sicurezza e in particolare il distanziamento sociale limitano fortemente gli accessi, condizionano i menù, che non possono prevedere la varietà di prodotti di un tempo e costringono a lavori supplementari un po’ tutti in un lavoro già così pesante; inoltre le previsioni di introiti non sono rosee. Una serie di fattori che ha indotto molti ristoratori ad aspettare ancora un po’; gli stessi fra poco saranno ad un bivio se rischiare questa scommessa per i prossimi mesi e tentare quindi di ripartire anche in un clima di incertezza totale o guardare lo svilupparsi degli eventi, con il rischio che l’eccessivo tentennare si trasformi poi in paura di tornare dietro i fornelli. La decisione da prendere sarà seria e forse risolutiva di tutta l’attività futura e comporterà, in ogni caso, scelte coraggiose.

LA RICETTA DELLA SETTIMANA.Rigatoni con rucola e alici. Preparare le alici, aprendole a libro, deliscarle e pulirle dalle interiora e testa, lavarle e asciugarle, poi far soffriggere a fuoco moderato in tegame olio, aglio e peperoncino e aggiungere pomodori pelati passati al setaccio, alzare la fiamma e far cuocere per dieci minuti. Aggiungere la rucola e le alici con un mestolo di acqua di cottura e far cuocere ancora per alcuni minuti, infine aggiungere i rigatoni scolati dopo la cottura e far amalgamare, poi impiattare.

*giornalista appassionato di cucina

Cuneo/ Donna uccisa nel parcheggio di un supermercato

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Ancora un caso di femminicidio. Omicidio nel pomeriggio a Cuneo, dove una donna di 44 anni è stata uccisa con colpi di arma da fuoco nel piazzale di un supermercato. Il cadavere si trovava sul sedile di una Panda.
Il presunto killer, un militare di 42 anni, si sarebbe costituito poco dopo ed arrestato in stato confusionale.
A dare l’allarme è stata una cliente che ha sentito i colpi di arma da fuoco e poi notato il corpo senza vita. 
Sul posto sono intervenuti uomini della Squadra Mobile, delle Volanti e della Scientifica.
Ancora da stabilire i contorni della vicenda. FOTO DI REPERTORIO

Coronavirus, la situazione al momento è sotto controllo

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E’ un quadro che conferma numeri stabili ed una situazione sotto controllo, quello relativo ai dati della Protezione civile sull’andamento del Coronavirus in Italia. I ricoverati con sintomi diminuiscono di 262 unità. In terapia intensiva -23: in totale sono 572. I dimessi e guariti sono 138.840 (+2.120).
Il totale degli attualmente positivi è 57.752 (-1.570). I morti sono 119 più di ieri. In totale sono 32.735 le vittime in Italia del Covid-19. I casi totali sono 229.327, compresi deceduti e guariti (+669).
I tamponi fatti sono in totale 3.391.188.

Giappone/ E’ morta la 22enne ‘wrestler’ Hana Kimura

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La notizia ha scosso la comunità di ammiratori. Una giovanissima “wrestler” giapponese, la ventiduenne Hana Kimura, è morta in Giappone.
Nota per aver partecipato al reality show di Netflix, Terrace House, Hana Kimura aveva denunciato negli ultimi giorni di essere vittima di cyber-bullismo, dimostrando con i suoi ultimi messaggi sui “social” di essere molto provata .
S’indaga sui motivi della morte, per ragioni ancora non chiarite . Non si esclude l’ipotesi di suicidio.