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La spedizione italiana K2-1954 protagonista della nuova settimana della rassegna ‘La montagna a casa

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LA SPEDIZIONE ITALIANA K2-1954 PROTAGONISTA
DELLA NUOVA SETTIMANA DELLA RASSEGNA “LA MONTAGNA A CASA”

Sul canale Youtube del Cai andranno in onda, venerdì 15 maggio,
“Italia K2” (il film ufficiale della spedizione, uscito nel 1955) e, sabato 16 maggio,
“Chogori. La grande montagna” (uscito nel 2004 per i 50 anni dell’impresa).

Questa settimana, inoltre, due documentari di Adalberto Frigerio:

“Masino primo amore” e “Un quattromila con lode”.



Il prossimo fine settimana sul canale Youtube del Club alpino andranno infatti in onda Italia K2 ( il film ufficiale della spedizione, uscito nel 1955), del regista Marcello Baldi, e Chogori. La grande montagna, di Roberto Condotta (realizzato nel 2004 per il cinquantesimo anniversario della salita).

Nella seconda metà degli anni ’50, Italia K2 riscosse un enorme successo sia in Italia sia all’estero. Le riprese delle varie fasi della scalata si devono dalla cinepresa del bolognese Mario Fantin, cineasta rigoroso e attento documentatore dell’alpinismo, che accompagnò gli alpinisti fino a 7000 metri di altitudine. Oltre quella quota, Fantin cedette la cinepresa ai compagni e, nella parte conclusiva dell’ascensione, ad Achille Compagnoni e a Lino Lacedelli che, adeguatamente istruiti, immortalarono le immagini della vetta. Sequenze cui spetta un primato importante: furono infatti le prime sequenze della storia del cinema girate fino a quel momento sulla cima di un “ottomila”.
Al rientro della spedizione, poiché il progetto prevedeva di far uscire Italia K2 nel normale circuito commerciale delle sale cinematografiche, il girato venne affidato al regista Marcello Baldi, classe 1923, un trentino da diversi anni residente a Roma e che in precedenza era stato aiuto regista di Alessandro Blasetti e Vittorio De Sica. L’incarico di Baldi era quello di realizzare un prodotto destinato al grande pubblico, che non necessariamente conosceva la montagne e l’alpinismo. Il regista scelse perciò di narrare la vicenda in modo comprensibile a tutti, scegliendo la strategia dei colpi di scena e alternando, all’inizio della pellicola, alcune sequenze girate in Italia.
Italia K2 venne proiettato in prima mondiale a Roma, al cinema Barberini, il 25 marzo 1955. Tra gli spettatori c’erano anche il capo dello Stato, Luigi Einaudi, e le massime autorità civili e militari. Cinque giorni più tardi cominciarono le proiezioni in tutta Italia. Alla fine dello sfruttamento, il film incassò più di 360 milioni di vecchie lire. Il lungometraggio venne tradotto anche in diverse lingue straniere, cosa che gli consentì di fare davvero il giro del mondo.

Chogori. La grande montagna, di Roberto Condotta, analizza, a distanza di cinquant’anni dalla spedizione nazionale italiana, gli eventi salienti della vicenda del 1954, ripercorrendo con precisione lo svolgimento dell’esperienza pakistana, compresi i fatti accaduti nelle ore che precedettero l’arrivo in vetta e che per decenni hanno costituito argomento di discussione e di polemiche. Accanto a sequenze d’epoca e a immagini più recenti, il documentario allinea una lunga serie di interviste con i protagonisti della spedizione ancora in vita nel 2004 (Achille Compagnoni, Lino Lacedelli, Erich Abram, Pino Gallotti e Ugo Angelino), alternandole con il commento dello storico Roberto Mantovani. Dopo averlo visto con attenzione, Reinhold Messner diede un giudizio lusinghiero sul lungometraggio, giudicandolo il miglior documentario sulla spedizione del 1954.

La programmazione completa di questa settimana prevede le proiezioni di Guardiano di stelle (martedì 12 maggio), Masino primo amore (mercoledì 13 maggio), Un quattromila con lode (giovedì 14 maggio), oltre ai già citati Italia K2 (venerdì 15 maggio, link primo tempo ore 21link secondo tempo ore 22) e Chogori. La grande montagna (sabato 16 maggio). Infine, per domenica 17 maggio, è in programma il lungometraggio Drømmeland.

Due dei documentari in elenco (Masino primo amore e Un quattromila con lode) sono dell’alpinista e cineasta lombardo Adalberto Frigerio: il primo, vincitore della Genziana d’Oro al Trento Film Festival nel 1976, racconta il ritorno dell’alpinista Angelo Pizzoccolo (“Bufera”) nel regno del granito, la Val Masino, per far rivivere agli spettatori l’atmosfera delle sue prime arrampicate. Il secondo, girato nel 1967, accompagna gli spettatori in un viaggio alle radici dello scialpinismo moderno e alla passione per le gite con le pelli di foca ad alta quota, in tempi in cui la pratica dello scialpinismo era ancora un’attività di nicchia, riservata a un ristretto numero di appassionati duri e puri. Protagonisti sono gli istruttori della Scuola di Scialpinismo “Mario Righini” del Cai Milano.

Guardiano di stelle, del regista lecchese Pino Brambilla, già presidente della Commissione Cinematografica del Cai, vede come protagonista Oreste Forno, alpinista con diversi ottomila all’attivo che oggi è un “guardiano di dighe”, lavoro che definisce “il più bello del mondo”.
Un sessantenne norvegese di nome Nils Leidal è infine il protagonista di Drømmeland (terra dei sogni), del regista olandese Joost van der Wiel: in polemica con la società, abbandona Oslo e la civiltà per ritirarsi in una baita in montagna con il suo cavallo, ma tenendo con sé il suo smartphone.

Tutti i titoli in programma saranno disponibili sul canale Youtube del Cai in prima visione, a partire dalle ore 21.00 del giorno indicato e fino a trenta minuti dopo la fine del film. Il giorno successivo saranno disponibili in replica a partire dalle ore 17:30, fino a trenta minuti dopo la conclusione. Ogni giorno alle ore 12.30 sui canali social del Cai e su loscarpone.cai.it sarà ricordato il film in programmazione alle ore 21.00 e quello in replica.

Aiuti solo al trasporto aereo Il Governo dimentica il mare

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Il Governo ha deciso di salvare il trasporto aereo e affondare quello marittimo, assumendosi una grave responsabilità in un Paese al centro del Mediterraneo, dove un sesto della popolazione vive su isole e il 90% della produzione di merci dipende dal trasporto marittimo per l’approvvigionamento delle materie prime o per la distribuzione del prodotto finito.

Nell’ultima versione del Decreto Rilancio, infatti, all’art. 201 è previsto un fondo di 150 milioni per la compensazione dei danni subiti dalle compagnie aeree nazionali per effetto della riduzione del numero dei passeggeri trasportati durante la fase di emergenza da Coronavirus e all’art. 206 è previsto un fondo di 3 miliardi di euro per la costituzione di una nuova compagnia di bandiera. Per le compagnie di navigazione, che i passeggeri proprio non li possono tuttora imbarcare, non è stato invece previsto alcun indennizzo o aiuto, se si esclude la sospensione della tassa di ancoraggio. Altro che sostenere le attività marittime e impedire il tracollo di un settore strategico dell’economia nazionale e l’immediata cancellazione di migliaia di posti di lavoro, come il Governo aveva assicurato di voler fare.

A lanciare nuovamente l’allarme è ASSARMATORI, che denuncia come “la gravità della situazione non sia stata colta a fondo visto che dopo oltre due mesi di lockdown il cluster marittimo, componente fondamentale della catena logistica che tiene in piedi il Paese, è allo stremo per le conseguenze della pandemia”.  In ballo non c’è solo il destino delle imprese armatoriali che garantiscono una rete di collegamenti essenziali, ma anche migliaia di posti di lavoro di marittimi italiani.

Il settore crocieristico, che secondo le previsioni di fine 2019 quest’anno si sarebbe dovuto avviare a superare ogni record precedente, con oltre 13 milioni di passeggeri in Italia, tra imbarchi, sbarchi e transiti, è interamente fermo. E in Italia la situazione è ancora più grave perché le compagnie che hanno assicurato finora tali volumi (e che per l’80% sono aziende internazionali), non solo devono far fronte alle difficoltà di rientro dei marittimi nelle loro nazioni di provenienza per i divieti posti dai vari Governi (in tutto il mondo sono 100 mila i marittimi bloccati sulle navi per questo motivo), ma non possono nemmeno attraccare nei porti italiani per mettere le navi in disarmo, a causa di un’inspiegabile blocco imposto con i decreti emergenziali.  Una scelta tanto miope quanto autolesionista: tenere lontano in un momento così critico chi ha garantito in questi anni la crescita più consistente degli incassi turistici non è certo prova di lungimiranza.

Non va meglio al cabotaggio nazionale di trasporto merci e passeggeri: i traghetti che collegano i principali porti nazionali e in particolare le isole maggiori e minori e le navi impegnate sulle Autostrade del Mare, continuano a viaggiare per consentire il trasporto delle merci, indispensabile per gli approvvigionamenti e per garantire la continuazione di attività economiche e industriali vitali, ma i costi ingenti di questi servizi, essenziali per il Paese,  non vengono minimamente compensati dai ricavi mancando completamente la componente del traffico passeggeri. E non fa prevedere miglioramenti la prospettiva di dover viaggiare al 50-60% (e forse anche meno) della disponibilità dei posti anche dopo la fine del lockdown, per poter garantire il distanziamento fisico che giustamente dovrà rimanere in vigore fino al completo debellamento della pandemia e per cui le aziende armatoriali hanno già adottato tutti i protocolli. Dalle analisi effettuate dalle compagnie armatoriali risulta, infatti, che mentre i ricavi caleranno per oltre la metà (il calo attuale è superiore al 90%) i costi fissi e variabili non potranno che scendere di un quarto o poco più, condizioni che rendono impossibile qualsiasi ipotesi di continuità aziendale. Tanto più se anche per le compagnie di navigazione, come per le altre aziende “capital and labour intensive”, l’accesso alla liquidità con garanzie pubbliche resta al momento solo un’illusione.

Quanto al traffico internazionale di container e rinfuse, le navi continuano ad essere rallentate dalle diverse e spesso contrastanti misure di contenimento decise dalle varie autorità nazionali e di numerosi altri Paesi. Di conseguenza il calo dell’attività nei porti italiani supera il 30%, ma le previsioni sono di ulteriori peggioramenti per il prossimo futuro.

Per reggere questa situazione di autentica calamità ASSARMATORI, insieme a Conftrasporto a cui aderisce e alle altre Associazioni del cluster, ha chiesto misure specifiche di sostegno per le imprese e i lavoratori analoghe a quelle previste per il trasporto aereo fin dal primo Decreto Cura Italia di metà marzo. “Misure che dovranno aiutare l’intero impianto del trasporto marittimo e passeggeri in particolare, a garanzia della più grande popolazione insulare d’Europa. Ma finora, al di là di rassicurazioni e impegni verbali, non si è visto nulla di concreto. E il tempo sta scadendo facendo emergere i confini di una crisi sistemica che, per un Paese che dipende in modo così evidente dal trasporto marittimo, è destinata ad assumere le caratteristiche di un vero e proprio suicidio collettivo”.

Coronavirus, continua la fase discendente del contagio

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I dati odierni sull’epidemia da coronavirus, forniti dal Servizio Nazionale della Protezione civile. Il totale delle persone che hanno contratto il virus dall’inizio del contagio è 222.104, compresi guariti e deceduti, con un incremento rispetto a ieri di 888 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 78.457 ( – 2.809 rispetto a ieri). Tra gli attualmente positivi, 893 sono in cura presso le terapie intensive ( – 59), 12.172 persone sono ricoverate con sintomi ( – 693), 65.392 sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.

Rispetto a ieri i deceduti sono 195 e portano il totale a 31.106. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 112.541, con un incremento di 3.502 persone rispetto a ieri.

Decreto Maggio, ROTA: “Bene bonus lavoratori agricolo, grazie alla Cisl per il lavoro svolto”

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“Apprendiamo da indiscrezioni che nel prossimo decreto sarà riconosciuta, a differenza di quanto previsto nelle prime bozze, l’indennità di aprile e maggio anche per i lavoratori agricoli stagionali. È una buona notizia, che accoglie quanto proposto in questi ultimi giorni per non far venire meno un’integrazione al reddito fondamentale per lavoratori che, pur non essendosi mai fermati, hanno maturato poche giornate di lavoro. Peccato che mentre diverse categorie, anche molto più avvantaggiate, riceveranno 600 euro o più, agli agricoli sono riservate 500 euro. Apprezziamo lo sforzo del Governo, sappiamo quanto sia difficile in questo momento reperire le risorse necessarie, ma i criteri di equità oggi più che mai non possono finire in quarantena. Seguiamo dunque con interesse il lavoro del Governo e chiediamo che qualora ce ne fosse la possibilità si arrivi a stanziare 600 euro, come è stato per marzo”.
Lo afferma il segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota, che aggiunge:
“In questi giorni, le sigle di categoria, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, si sono mosse unitariamente a tutti i livelli, anche regionale e territoriale, per sensibilizzare i parlamentari, le prefetture e i ministri competenti su un’indennità che i braccianti stanno invocando a gran voce, ed è importante che chi ha garantito il cibo a tutto il Paese, anche in piena emergenza sanitaria, veda riconosciuti i propri sacrifici. Da parte nostra, un sentito ringraziamento va alla Cisl, che è stata al fianco della categoria senza risparmiarsi pur di vedere riconosciuto il bonus anche per gli stagionali agricoli: un risultato comunque non scontato e frutto di un lavoro intenso, partecipato e ampiamente condiviso”.

Contrasto al Covid-19, video informativi Inail per spiegare il Protocollo tra le parti sociali

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In attesa della formalizzazione dei Documenti tecnici Inail-ISS, contenenti misure per settori specifici, che saranno approvati dal Comitato tecnico scientifico costituito presso la Protezione civile per l’emergenza Covid-19, vengono pubblicati sul sito dell’Istituto i primi due dei 14 video realizzati per illustrare, in modo sintetico e suddivise per argomenti, le indicazioni contenute nel “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misureper il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro”, sottoscritto tra le parti sociali. I video pubblicati oggi riguardano raccomandazioni di carattere generale e le informazioni che il datore di lavoro fornisce al lavoratore nella fase 2.

Nel documento istruzioni operative per le imprese. Il Protocollo tra le parti sociali, siglato il 14 marzo e integrato il 24 aprile scorso, contiene previsioni di carattere generale dirette a tutelare la salute e sicurezza dei lavoratori nello svolgimento delle attività produttive consentite dalle disposizioni governative. Nel testo sono elencate indicazioni per agevolare le imprese nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio e istruzioni operative per incrementare, negli ambienti di lavoro non sanitari, l’efficacia delle misure di contenimento utilizzate per contrastare l’epidemia di Covid-19.

Come affrontare il rischio contagio nei luoghi di lavoro. Per illustrarne i contenuti in modo schematico e renderli fruibili a un più ampio numero di utenti, Inail ha realizzato 14 brevi video informativi, che rispecchiano la suddivisione del Protocollo. Il testo affronta, infatti, gli aspetti della vita lavorativa all’interno dell’azienda, alla luce delle problematiche e delle difficoltà generate dalla possibile esposizione al rischio contagio. Cartelli, immagini e un’organizzazione per punti con l’aiuto dell’audio, consentono di mettere a fuoco le principali indicazioni da osservare nella fase attuale dell’emergenza sanitaria, sia dal datore di lavoro che dal lavoratore.

Dalla gestione degli spazi comuni alla sorveglianza sanitaria: tutti i temi trattati. Modalità di ingresso per lavoratori e fornitori interni, pulizia e sanificazione degli ambienti, nuova organizzazione aziendale con strumenti quali turni e smart working, gestione di spazi comuni, mense, spogliatoi, utilizzo dei distributori automatici, ma anche il ruolo del medico competente e la sorveglianza sanitaria. In ogni video è affrontato uno degli argomenti trattati nel Protocollo, per spiegare come muoversi e cosa fare nei luoghi di lavoro. Le clip saranno pubblicate nel corso della settimana sul portale Inail, accompagnate da una news di presentazione che ne introdurrà il contenuto.

Coronavirus, entro il 25 maggio riapriranno palestre e centri sportivi.

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FOTO DI REPERTORIO

Coronavirus, nuove aperture in vista per la cosiddetta ‘fase2’. Il ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora, ha annunciato che massimo entro il 25 maggio riapriranno palestre e centri sportivi.
Lo ha reso noto nell’informativa al Senato sulla fase 2 dell’emergenza Coronavirus: “Tutti avranno un protocollo adattabile alle diverse situazioni. Sarà poi responsabilità loro garantire sicurezza dei clienti, questo invoglierà le persone ad andare e superare la paura”.

foto di repertorio

Tragedia in Valtellina, muore Bernasconi, famoso alpinista

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Ennesima tragedia della montagna. Matteo Bernasconi, famoso alpinista dei Ragni di Lecco, è stato travolto e ucciso da una valanga in Valtellina. Il 38enne, che risiedeva a Como, è stato ucciso dalla massa di neve al Pizzo del Diavolo, ad alta quota, in una vallata alpina fra Ponte in Valtellina e Chiuro (Sondrio).
L’allarme era scattato martedì in tarda serata.

Il corpo senza vita dell’alpinista comasco è stato recuperato poco prima di mezzanotte.

Lascia la moglie e un figlio di due anni.

Le testimonianze dei Sindaci per il futuro di una Grande Milano

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Milano- FOTO DI REPERTORIO

Ci vorranno molti soldi certo, ed è questa la ragione per non dubitare di recepire le risorse del MES, 37 miliardi dedicati alla sanità che costituiscono un’occasione imperdibile. Il lascito umano non può non colpire, riflette Gabriele Albertini, Sindaco di Milano per due mandati dal 1997 al 2006 ma anche imprenditore, europarlamentare e senatore nella XVII legislatura. Il dato dei morti è impressionante anche posto a confronto con i dati relativi agli incidenti stradali o alle morti sul lavoro nel 2019 (che pure ci apparivano enormi).
La pandemia in soli due mesi ha provocato la morte di 30.000 concittadini. Ecco perché il primo sentimento è la compassione. Poi deve prevalere il sentimento della gratitudine morale e materiale per il personale medico e paramedico (quanti morti anche tra di loro…) e per quei lavoratori che rischiano la vita per noi tutti.
Per la ricostruzione occorrerà inoltre umiltà e volontà a fare e fare meglio: partendo dallo sviluppo delle Scienze della vita e della salute dell’uomo la lezione del digitale e dell’elettronica a disposizione dell’uomo non può non essere colta, intelligenza artificiale senza sensi di onnipotenza ma capace di costruire una nuova comunità. Tante riflessioni per iniziare un futuro possibile di Milano post Covid. Ringrazio di cuore Piero e Gabriele per il loro incessante impegno a favore della nostra Comunità e per la loro sempre attiva vicinanza al Centro Studi Grande Milano.
Daniela Mainini

Riapertura attività, i dubbi della ristorazione di fronte alle linee guida del Governo

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FOTO DI REPERTORIO

E’ uno dei grandi dibattiti in questo periodo di crisi a causa della pandemia da coronavirus: la riapertura delle attività, che in molte Regioni dovrebbe arrivare già dal 18 maggio. Apertura vera, ma ovviamente regolamentata da misure di cui si dibatte da giorni sui quotidiani, che rischiano di frenare sul nascere il tanto sospirato ritorno alla normalità. Ci sono tanti dubbi da risolvere, dall’effettiva capienza dei locali alla paura nelal gente fino alle difficoltà economiche delle famiglie; tutti ostacoli che, sommati alle restrizioni in arrivo, potrebbero rendere economicamente insostenibile, per non dire inopportuno, riaprire le porte.
Da un lato c’è una situazione già drammatica, con una perdita per il settore stimata in 34 miliardi di euro, con 50.000 imprese che potrebbero non riaprire e 350.000 posti di lavoro a rischio, dall’altro le regole, dalla distanza tra i tavoli al dispenser con il gel per le mani.

Ma il problema è più esteso: saranno vietati i buffet, posate e stoviglie dovranno essere ben separate, i locali areati, le superfici igienizzate, il personale dovrà lavorare con guanti e mascherina.
E ancora: niente menu plastificati, sostituiti da quelli giornalieri di carta e dalle lavagnette, famiglie allo stesso tavolo ma con l’autocertificazione, mascherina anche per i commensali per andare in bagno e per pagare alla cassa (protetta da un pannello di plexiglass), prediligendo il pagamento elettronico.

Tra le buone notizie, ad ora l’unica, la maggiore disponibilità di spazi pubblici messi a disposizione dai Comuni ai ristoratori.

Migranti, l’on. L’Abbate: “Regolarizzazione per i soli lavoratori agricoli”

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Il Sottosegretario di Stato On. Giuseppe L’Abbate

Dare l’opportunità a chi è entrato in maniera regolare in Italia in passato, per prestare la propria opera in agricoltura, e che si trova ora ai margini della società, magari lavorando in nero. È su questo che la regolarizzazione dei migranti deve concentrarsi senza sconfinare in sanatorie che nulla hanno a che vedere con la problematica che stiamo vivendo in questo momento”. Lo dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate.

È bene ricordare che il punto di partenza della discussione sono i circa 300mila lavoratori stagionali stranieri che ogni anno, per la maggior parte da Paesi comunitari, giungono in Italia e che oggi sono impossibilitati a causa della pandemia in corso, nonostante i cosiddetti “corridoi verdi” promossi dall’Ue su cui potremmo lavorare ulteriormente. Accanto al lancio della piattaforma digitale istituzionale per l’incontro tra domanda e offerta in agricoltura, realizzata dall’Anpal, risulta necessario pertanto coinvolgere i braccianti che non arrivano alle 51 giornate presenti nei database Inps, i percettori di sussidi dallo Stato Italiano e quei migranti che, oggi come in passato, lavorano nel comparto agricolo, permettendo a loro e solo a loro di ottenere una estensione del permesso di soggiorno scaduto, come del resto già concettualmente permette il Decreto Sicurezza in caso di impossibilità nel ritorno al proprio Paese d’origine. Una sanatoria “tout court” creerebbe storture sul mercato del lavoro a totale danno dei lavoratori attualmente regolari, come sostenuto dai sindacati, e diverrebbe un incredibile ‘scudo alle malefatte’ che rappresenterebbe un vero e proprio schiaffo agli imprenditori agricoli onesti che, fortunatamente, sono la maggior parte nel nostro Paese. Qui parliamo, invece, di circa 50.000 persone, già schedate e note allo Stato e che le stesse imprese agricole conoscono” conclude il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate.

Valerio L’Abbate- Segretario Particolare del Sottosegretario di Stato, On. Giuseppe L’Abbate