Alitalia nuovamente in cronaca per difficoltà economiche. Il crollo del traffico e il taglio dei voli conseguente alle restrizioni nei viaggi per il Coronavirus ha aggravato le difficoltà della compagnia, che già perdeva circa due milioni al giorno.
A partire dall’ultima settimana di febbraio, secondo stime interne, Alitalia avrebbe perso almeno 50 milioni a settimana di ricavi rispetto alle attese. Non è contemplata, per il momento, la nazionalizzazione nella bozza del decreto anti-coronavirus. L’ipotesi di creazione di una newco pubblica non compare nell’articolato datato ad oggi.
Il governo potrebbe intervenire con un nuovo finanziamento o con un’operazione di affitto dell’attività a una nuova società (la Newco).
Alitalia in crisi: si prepara il salvataggio?
Covid-19, Fai-Cisl: “Allarme avicoltura, troppi rischi per i lavoratori”
Dalla Fai-Cisl riceviamo e pubblichiamo
“La filiera avicola italiana sta supportando l’alta domanda da parte delle famiglie, ma è fondamentale che si continui a produrre solo garantendo la piena applicazione delle misure preventive contro il Covid-19 all’interno dei luoghi di lavoro, non possiamo permettere che venga messa a rischio la salute dei lavoratori. Invece le segnalazioni che stiamo ricevendo sono molto gravi. È il caso allora di valutare di ridurre la produzione, anziché continuare a produrre con ritmi serrati mettendo a repentaglio interi stabilimenti”.
È l’allarme lanciato sulla pagina Facebook della Fai-Cisl dal segretario generale Onofrio Rota, che scrive:
“Le aziende avicole hanno un organizzazione del lavoro complessa, dove si lavora gomito a gomito e l’operato delle persone è ancora molto rilevante. Per questo l’attenzione da parte delle imprese del settore deve essere ancora maggiore. Il Protocollo contro il Covid-19 fissa in modo chiaro le linee guida per agevolare le imprese nell’adozione di misure che assicurino adeguati livelli di protezione. Chiediamo dunque alle aziende, in particolare a Unaitalia, che rappresenta il 90% della filiera avicunicola, di provvedere immediatamente all’attuazione delle disposizioni di legge e delle raccomandazioni dei DPCM e del protocollo. Altrimenti saremo costretti, nostro malgrado, a intervenire anche con la segnalazione della criticità alle autorità di vigilanza competenti”.
“Il tessuto produttivo avicolo italiano – spiega il sindacalista – è costituito da una moltitudine di imprese agroalimentari fortemente integrate lungo la filiera. A monte, operano oltre 18.000 allevamenti che impiegano 38.000 addetti, della quale il 68% riferibile alla produzione di carni e il 32% alle uova. Operano in Italia più di 1.600 imprese che occupano 25.500 addetti. Ma la filiera avicola italiana coinvolge anche altri importanti attori che costituiscono un ampio indotto grazie al quale è possibile soddisfare la domanda di beni e servizi per i consumatori. Bisogna capire – conclude Rota – che la sicurezza dei lavoratori e la continuità produttiva sono fattori strettamente connessi l’uno con l’altro, ancora di più in questo delicato momento: l’adozione delle procedure di protezione per chi opera nelle aziende non è semplicemente un obbligo ma un insieme di azioni da intraprendere nell’interesse di tutti”.
Coronavirus, Vietina (Forza Italia): “Subito mascherine e guanti per tutti”
Dal parlamentare di Forza Italia, Simona Vietina, riceviamo e pubblichiamo
“In questa situazione di emergenza assoluta, Forza Italia ha stilato un elenco di interventi prioritari che consideriamo imprescindibili per garantire la sicurezza e la salute di tutti i cittadini, a partire da chi è impegnato in prima linea come medici, operatori sanitari ma anche forze di polizia e, non ultimi, gli operatori del settore alimentare e farmacologico: in primis, è necessario che il Governo si attivi immediatamente per garantire tempestivamente a tutti questi professionisti i dispositivi di protezione individuale, come guanti e mascherine, sia acquistandoli all’estero sia operando una conversione di alcune fabbriche sul territorio nazionale. Parimenti servono disposizioni a sostegno delle famiglie e delle imprese: pagamento anticipato della cassa integrazione in deroga, rafforzamento del congedo parentale straordinario, stop a lavori nei cantieri per opere pubbliche e privare non essenziali, sostegno alle partite IVA e sospensione a livello nazionale del pagamento delle rette di asili comunali e privati. Grande attenzione va posta anche alle categorie più sfortunate, con la creazione di una rete pubblica per la consegna a domicilio di alimenti e beni primari a indigenti e anziani. Serve inoltre una moratoria su debiti, concordati preventivi, tributi, IVA, cambiali, utenze, mutui: fino a quando il Paese non ripartirà, come pensiamo che le persone possano pagare tutto ciò?
E ancora, azioni di contrasto alle crisi aziendali, congelamento dei debiti fiscali, credito di imposta alle imprese, senza dimenticare il necessario potenziamento delle infrastrutture necessarie per l’attivazione dello smart working e per garantire a tutti i cittadini costretti in casa dall’emergenza, l’accesso a una rete di banda larga”. Così Simona Vietina, parlamentare di Forza Italia.
“Forza Italia – incalza la deputata azzurra – ha preparato un ampio documento di proposte urgenti al vaglio del Governo: molti sono gli aspetti oltre a quelli già citati, con particolare attenzione al mondo delle Partite IVA, a quello del Turismo, al comparto agricolo: occorrono misure urgenti ed eccezionali per permette al Paese di non crollare sotto gli effetti di lungo respiro dell’epidemia”.
Coronavirus, gli inglesi: “Durerà un anno”
In un dossier riservato uno scenario apocalittico. L’epidemia di coronavirus è destinata nelle previsioni a durare per un anno, fino alla primavera del 2021. Secondo indiscrezioni sarebbe questa l’analisi contenuta in un documento segreto, ma svelato dal Guardian.
In questo arco di tempo, per quel che riguarda il Regno Unito, gli esperti che hanno firmato il rapporto affermano di aspettarsi un 80% della popolazione contagiata e un totale di 7,9 milioni persone costrette man mano al ricovero negli ospedali.
Coronavirus, crollano le borse e lo spread si avvicina a 250
Coronavirus, crollano le borse e lo spread si avvicina a 250. Le principali borse europee temono il contagio da coronavirus.
Parigi (-9,5%) è la peggiore, preceduta da Madrid (-8,9%), Francoforte (-8%) e Londra (-7,7%), con Milano a -7%. Shanghai chiude a -3,40%, Shenzhen a -4,83%. Giù Tokyo (-2,46%), Taiwan (-4,06%) e Seul (-3,19%). Provvisori negativi a Hong Kong (-4,01%) e Mumbai (-5,78%).
Provincia di Bergamo/ Fuga di gas, esplode una palazzina
Una palazzina è esplosa a Seriate (Bergamo), una delle zone tra la più colpite dal coronavirus. Sembra sia stata causata da una bombola di gas. Secondo il 118 vi sarebbe un morto.
Sul posto sono intervenuti i mezzi dei vigili del fuoco e il 118.
Indagano i carabinieri.
Coronavirus, Conte: “Bisogna rimanere a casa, il picco non è ancora stato raggiunto”
“Bisogna evitare in tutti i modi gli spostamenti non assolutamente necessari. È il momento dei sacrifici, delle scelte responsabili”. Così il premier Giuseppe Conte in una intervista al Corriere della Sera.
E ancora: “Gli scienziati ci dicono che non abbiamo ancora raggiunto il picco, queste sono le settimane più rischiose e ci vuole la massima precauzione. Non possiamo abbassare la guardia. È la sfida più importante degli ultimi decenni, per vincerla serve il contributo responsabile di 60 milioni di italiani”.
Coronavirus/ Tir, già fermo un camion su quattro
L’autotrasporto italiano rischia un fermo tecnico profilando un blocco nella mobilità delle merci da e per tutte le destinazioni del Paese. Già oggi, circa il 25%, ovvero un camion su quattro, della flotta italiana di mezzi pesanti è ferma nel piazzali. A denunciare il graduale stop dei mezzi è Trasportounito che monitora le attività delle imprese e le crescenti complicazioni che non consentono il regolare svolgimento delle attività:
– molti conducenti si rifiutano di eseguire i servizi sia per timore dei contagi, sia per la scarsa disponibilità dei necessari servizi di base per i conducenti, come il divieto di accesso agli autotrasportatori a servizi igienici e centri di ristorazione;
– porti e centri di carico/scarico sono ormai inaccessibili, con i mezzi costretti a sostare per ore e quindi a subire condizioni economiche insostenibili;
– i transiti ai confini (Austria, Slovenia) si sono trasformati in incubi;
– in molti casi il mezzo è fermo con merce a bordo perché non gli è stato consentito lo scarico, a causa di scioperi improvvisi o per mancanza di dispositivi di protezione;
– le revisioni ai mezzi pesanti sono state annullate e rinviate, e quindi migliaia di mezzi sono fuori gioco.
Queste sono solo i dati più clamorosamente evidenti; il risultato è un impennata della tensione e dello stress all’interno del mondo dell’autotrasporto, con un numero crescente di operatori e aziende che si stanno preparando a sospendere a tempo indeterminato l’attività.
“Di qui il rischio – conclude Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – di un fermo tecnico che bloccherebbe l’intera catena logistica e distributiva del Paese, non certo per colpa o responsabilità dell’autotrasporto”.
Per ulteriori informazioni: Barbara Gazzale
Coronavirus, \ L’on.Castelli, “Non c’è nessuna virus tax”
“In queste ore, gira con insistenza, nelle varie chat, l’ennesima bufala. Voglio dirlo con forza, non c’è nessuna Virus Tax.
Abbiamo chiuso un decreto con le risorse deliberate dal Parlamento, che ha autorizzato uno scostamento dei saldi di bilancio di 25 miliardi. Chiunque voglia speculare con false notizie su eventuali tasse, si metta la mano sulla coscienza. Non c’è nulla di più falso.
In un momento particolarmente delicato per il Paese, mi sento di chiedere un aiuto anche al mondo dell’informazione per isolare le fake news.
Noi, maggioranza e opposizione, stiamo collaborando, più che mai, per mettere in campo tutte le misure necessarie a fronteggiare gli effetti del coronavirus. Sia dal punto di vista sanitario, sia da quello economico. Faremo tutto quello che serve per sostenere l’Italia e gli italiani”.
Lo ha detto il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.
Ufficio
Stampa
On.
Laura Castelli
Vice
Ministro dell’Economia e delle Finanze
Una guida pratica per raccogliere e gettare i rifiuti in questo periodo di emergenza sanitaria
Anche i rifiuti possono essere fonte di contagio da coronavirus ed eliminarli, in questo periodo di emergenza sanitaria, necessita nuove regole, in particolare per chi è in isolamento domiciliare. Chi è positivo al tampone o in quarantena obbligatoria, spiega l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), deve smettere di fare la raccolta differenziata. Gli altri possono continuare a farla come sempre, usando però l’accortezza, se si è raffreddati, di smaltire i fazzoletti di carta nella raccolta indifferenziata.
PER CHI È POSITIVO AL TAMPONE O IN QUARANTENA: Non differenziare più i rifiuti domestici. Tutti i rifiuti (plastica, vetro, carta, umido, metallo) vanno gettati nello stesso contenitore per la raccolta indifferenziata, inclusi fazzoletti, mascherine, guanti e salviette monouso.
Utilizzare due o tre sacchetti possibilmente resistenti (uno dentro l’altro) all’interno del contenitore utilizzato per la indifferenziata, se possibile a pedale.
Chiudere bene i sacchetti indossando guanti monouso, senza schiacciarli, utilizzando dei lacci di chiusura o nastro adesivo e non far accedere gli animali da compagnia nel locale in cui sono presenti i rifiuti.
Una volta chiusi i sacchetti, i guanti usati vanno gettati nei nuovi sacchetti preparati per la raccolta indifferenziata (due o tre sacchetti possibilmente resistenti, uno dentro l’altro). Lavare subito dopo le mani e far smaltire i rifiuti ogni giorno come con un normale sacchetto di indifferenziata.
PER CHI NON È POSITIVO A TAMPONE E
NON È IN QUARANTENA:
Continuare la raccolta differenziata come fatto finora.
Gettare nell’indifferenziata mascherine, guanti e, in caso di raffreddore, anche i fazzoletti di carta.
Per i rifiuti indifferenziati utilizzare due o tre sacchetti all’interno del contenitore abitualmente utilizzato, chiudere bene il sacchetto e smaltirlo normalmente












