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Aosta/ precipita dal Cervino per 50 metri, alpinista in gravi condizioni

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Un alpinista è stato portato in condizioni molto gravi all’ospedale Parini di Aosta dopo essere precipitato nella parte bassa del Cervino. L’uomo è caduto per una cinquantina di metri a quota 2.800 metri, nella zona della Croce Carrel, una zona con una traccia di sentiero, percorribile anche da escursionisti. L’allarme è stato dato dai compagni di cordata. Sul posto è intervenuto il Soccorso alpino valdostano in elicottero.

Spostare la produzione in Vietnam per evitare i dazi sulla Cina. Il caso di un imprenditore italiano: «Ma Vietnam non è sinonimo di low cost»

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La trade war tra USA e Cina sta portando sempre più imprese a spostare la produzione in altri paesi asiatici, primo fra tutti il Vietnam. Nei primi quattro mesi del 2019 questo paese ha attirato  investimenti esteri per 14,59 miliardi di dollari, +81% rispetto allo stesso periodo del 2018 secondo laForeignInvestment Agency. Protagoniste soprattutto imprese del settore manifatturiero e hi-tech, fra le quali una realtà fondata da un imprenditore italiano: la NiRoTech Ltd di Hong Kong, specialista in componentistica per la meccatronica, partner di numerose aziende del nostro Paese, ormai da un anno ha aperto una società ad Hanoi che conta già 9 dipendenti.

«Qui abbiamo riprodotto il modello di supply chain che ha decretato il nostro successo – spiega Roberto Leone, imprenditore di origine bellunese co-fondatore e Managing Director di NiRoTech –. Ci basiamo cioè su un network di fornitori affidabili e controllati per essere il “braccio produttivo” per i nostri clienti italiani ed europei che richiedono prodotti elettronici finiti, gestendo produzione, qualità e spedizioni con mentalità “italiana”».

A fare la differenza rispetto alla mera delocalizzazione c’è la presenza fisica di NiRoTech in Vietnam, la sua conoscenza delle dinamiche specifiche del Paese e lo stretto rapporto con i produttori locali, che garantisce gli alti standard che i clienti desiderano, ed evitando in più i problemi derivanti dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

Tutto facile, dunque? No, perché sul Vietnam ci sono alcuni miti da sfatare. E il primo è che sia sinonimo di low cost. «Non è così – spiega Roberto Leone – perché il costo del lavoro, pur essendo minore rispetto alla Cina, non è così basso da comportare un risparmio significativo. Il tessuto industriale ha grosse potenzialità e si sta orientando su produzioni di alto livello: c’è un mercato consolidato costituito dalle aziende hi-tech di Corea del Sud e Giappone, che ovviamente richiedono ai fornitori locali alti standard»

Inoltre ci sono in Vietnam ci sono da considerare gli extra costi di logistica: «Occorre fare attenzione e pianificare bene gli investimenti – sottolinea Leone – perché il reperimento e la movimentazione delle merci in Vietnam possono rivelarsi molto laboriosi».

Insomma, partire da zero in Vietnam non è semplice. Bisogna sapere come muoversi e le realtà di successo sono frutto di molto lavoro. E la concorrenza ormai è alta: «Bisogna essere veloci perché ormai moltissimi produttori, anche cinesi, si spostano fuori dalla Cina –. Noi abbiamo il vantaggio di gestire acquisti e supply chain in modo centralizzato da Hong Kong, cosa che ci dà l’opportunità di essere rapidi e flessibili. La scelta del Vietnam è avvenuta molto tempo prima di questa “corsa” determinata dalla guerra dei dazi, e l’abbiamo fatta sulla base di una strategia di diversificazione». Che ora sta dando i suoi frutti, portando la società dell’imprenditore bellunese a diventare sempre di più, nella sua natura ibrida tra trader e manufacturer, un ponte tra Italia e Asia per i progetti di elettronica e meccatronica.

NiRoTech Ltd è la società specialista dei progetti di meccatronica che unisce Italia e Cina in un’unica realtà. Con sede a Hong Kong e siti produttivi in Cina e Vietnam, NiRoTech è il partner ideale delle aziende che vogliono cogliere il vantaggio di produrre in Asia, ma con una qualità e una mentalità “su misura” tutte italiane. www.nrtltd.com

Palermo/ bimbo ingerisce hashish e coca, trasferito in rianimazione

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Un bimbo di un anno e mezzo è stato ricoverato, in rianimazione a Palermo dopo avere ingerito hashish e cocaina. Inizialmente era stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Buccheri La Ferla, poi è stato trasferito in Rianimazione all’ospedale dei Bambini. Il piccolo, dopo 24 ore, ore è migliorato ed è stato portato in Pediatria. La polizia, che ha compiuto anche una perquisizione nell’abitazione dei genitori del bimbo senza alcun esito, ha segnalato la vicenda al tribunale dei Minori. Il padre del piccolo ho sostenuto che il figlio avrebbe ingerito la sostanza stupefacente giocando per strada.

L’agenzia di comunicazione Eo Ipso crea un bosco globale. 3.000 alberi per festeggiare i 30 anni di attività

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«Avevamo già preparato il save the date per organizzare una festa con clienti e amici, come quella fatta nel 2009 per i vent’anni. Poi abbiamo riflettuto su quante automobili avremmo messo in strada e sulla necessità che tutti dobbiamo fare qualcosa per ridurre le emissioni di gas serra, tenere sotto controllo i cambiamenti climatici e arginare l’aumento delle temperature. Perciò abbiamo deciso di dare il nostro contributo per aspirare l’anidride carbonica dall’aria e di creare il nostro bosco globale». Potete vedere dove sono stati piantati gli alberi a questo link: https://www.eoipso.it/bosco/

Così i due soci di Eo Ipso, Chiara Porta e Marino Pessina, spiegano la scelta di utilizzare il budget della festa dei 30 anni di fondazione per un’iniziativa green, «con la speranza -aggiungono- che i nostri clienti, e, perché no?, anche tutte le aziende, grandi o piccole che siano, decidano di seguire la stessa strada. Basterebbe che ogni azienda piantasse un albero al mese. L’investimento, in questo caso, è estremamente limitato e alla portata di tutti, anche delle botteghe artigiane o di chi inizia con una partita Iva. Abbiamo deciso di comunicare la nostra decisione perché speriamo che diventi virale e non solo perché comunicare è il nostro lavoro».

«L’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), l’agenzia delle Nazioni Unite considerata la voce scientificamente più autorevole in tema di cambiamento climatico, ha chiarito che arginare l’aumento delle temperature a non oltre un grado e mezzo rispetto ai livelli pre-industriali è considerata “un’impresa erculea”, che necessita di “sforzi senza precedenti” per ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera nel prossimo decennio -spiega Chiara Porta, direttore della redazione giornalistica dell’agenzia-. E se le cose non cambiano, stando al Climate Action Tracker, nel 2100 la temperatura sarà di 3,4°C più alta rispetto a oggi, con conseguenze catastrofiche per il nostro pianeta: abbiamo il dovere di provarci».

«Già da qualche anno abbiamo iniziato a ridurre le emissioni di gas serra, dotandoci nel 2011 di un impianto fotovoltaico a pannelli solari, che ci garantisce energia più che sufficiente per le necessità elettriche e di riscaldamento e raffrescamento con pompa di calore della nostra sede di Legnano (in 8 anni, sono stati prodotti 153.991 Kw di energia pulita ed evitate emissioni per 81.769 chilogrammi di anidride carbonica) -aggiunge Marino Pessina, Ceo di Eo Ipso-. Ora abbiamo deciso di agire anche nell’altro senso, aumentando la quantità di anidride carbonica catturata dall’aria. E il modo più semplice per farlo è quello di piantare nuovi alberi, sfruttando il processo di assorbimento della fotosintesi clorofilliana. Come è noto, oggi la distruzione delle foreste è una delle principali cause di emissione di anidride carbonica e in tanti sono impegnati nell’obiettivo di espandere il manto forestale della terra, piantando più alberi per assorbire il carbonio in eccesso nell’atmosfera».

Tornando al progetto di questa particolarissima festa dei 30 anni, il bosco globale di Eo Ipso ha già cominciato a prendere forma (ed è visibile sul sito dell’agenzia, www.eoipso.it). Tremila sono i primi alberi piantumati in varie parti de mondo. A partire dalle valli tra il Veneto e il Trentino colpite dal ciclone Vaia, attraverso la foresta amazzonica nella parte del Perù e della Colombia, la foresta atlantica in Brasile, la foresta tropicale in Kenia e la foresta montana del Madagascar. Poi, ancora, in India, in Nicaragua, nella regione spagnola della Catalogna, in quella francese della Borgogna, in Piemonte, in Campania, in Puglia, in Calabria e in Sicilia. Complessivamente, questi 3mila alberi nel loro ciclo di vita permetteranno di aspirare 220.380 chilogrammi di anidride carbonica.

«Il bosco continuerà a crescere nel tempo -riprende il Ceo, Marino Pessina-. Per tutto l’arco di vita di Eo Ipso ci impegniamo all’acquisto e alla piantumazione di un albero per ogni nuovo progetto che clienti vecchi e nuovi ci affideranno e, comunque, ad un minimo di acquisto di un albero al mese. Ci piacerebbe arrivare a festeggiare il quarantesimo di fondazione, nel 2027, col bosco globale di Eo Ipso forte di 5mila alberi: nei prossimi dieci anni prevediamo di raddoppiare lo sforzo fatto oggi per i nostri primi 30 anni di vita».

«Sono tantissimi i vantaggi che ci offrono gli alberi, sia in termini di benessere psico-fisico degli uomini sia di aumento della biodiversità -chiosa il direttore, Chiara Porta-. Restando sul clima, tre sono gli ottimi motivi per piantare un albero.

Gli alberi producono ossigeno: attraverso il processo della fotosintesi un albero trasforma l’acqua e l’anidride carbonica in ossigeno: una pianta adulta produce in un anno una quantità di ossigeno che copre il fabbisogno annuo di 10 persone.
Gli alberi puliscono l’aria e l’acqua: a seconda della specie una pianta adulta assorbe dai 20 ai 50 chili di anidride carbonica e cattura dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili. Inoltre, le chiome e i fusti rallentano il flusso dell’acqua piovana e la fanno filtrare delicatamente attraverso il suolo, approvvigionando le falde.
Gli alberi rinfrescano il clima: un grande albero, attraverso il processo di evaporazione, può traspirare fino a 400 litri di acqua e ciò si traduce in un raffreddamento equivalente a circa 20 condizionatori d’aria. Per favore, fate come noi: copiateci».

Attiva dal 1989, Eo Ipso è un’agenzia giornalistica indipendente di comunicazione off e on line, organizzazione eventi e grafica creativa. Organizzata su quattro comparti (giornalismo, eventi, grafica e comunicazione), ha una sede a Legnano (Mi) e un presidio operativo per il Nord Est a Udine. Offre servizi integrati di ufficio stampa, web, video, grafica, pianificazione media e organizzazione eventi ed è specializzata in comunicazione di crisi.

Provincia di Modena/ minaccia di uccidere la figlia e togliersi la vita, 30enne si arrende ai carabinieri

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Una donna di trent’anni armata di coltello si è barricata in casa a Montebaranzone di Prignano, in provincia di Modena, tenendo in ostaggio la figlia di tre anni, minacciando di ucciderla e di togliersi la vita.


Sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Modena e Sassuolo, oltre a una squadra di supporto di Bologna, Vigili del Fuoco e 118. La donna avrebbe deciso di sequestrare la figlia che pare doveva essere allontanata da casa dagli stessi servizi sociali, che erano appena giunti sul posto.


Per convincere la donna a desistere dal suo intento è intervenuto anche il Carabiniere-Negoziatore. Alla fine la donna si è arresa e la piccola è stata liberata e posta in salvo. Sul posto sarebbe arrivato anche il marito della donna.

Miani, Presidente SIMA: in Italia 6000 persone all’anno continuano a morire per l’amianto

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“In Italia sono 96.000 i siti contaminati da amianto censiti e presenti nel database del Ministero dell’Ambiente. Per affrontare il problema in modo strutturale è necessaria un’azione coordinata che integri tra loro tutti gli enti statali e le amministrazioni territoriali a vario titolo coinvolte, al fine di integrare le azioni sugli aspetti sanitari, previdenziali e ambientali”.  Queste le parole di Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) al Convegno Nazionale “Amianto: gestione del sistema e tutela della salute” che si è svolto oggi 23 settembre presso il CNR di Roma. “L’esposizione ad amianto, infatti, causa tumore polmonare (mesotelioma pleurico), laringeo e ovarico, oltre a condizioni di fibrosi polmonare. In Italia ogni anno circa 6.000 decessi sono da ricondursi a questa fibra killer; mentre nel mondo, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità sono 125 milioni le persone esposte a rischio amianto e l’impatto dei soli costi diretti (ritiro dal lavoro, cure e morte) nei 28 Paesi dell’Unione Europea (UK inclusa) è pari allo 0.7 per cento del PIL dell’Unione europea (410miliardi/anno)” conclude Miani.

Un problema quello dell’amianto che tocca da vicino, oltre che l’aspetto sanitario anche quello geologico. La conoscenza geologica può essere, infatti, fondamentale per consentire l’identificazione e la mappatura dei siti caratterizzati dalla presenza di rocce amiantifere che costituiscono un pericolo per la diffusione delle fibre in modo da contribuire alla bonifica e alla messa in sicurezza di tali aree. “L’amianto nel nostro Paese costituisce ancora oggi un problema irrisolto” commenta Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi “nonostante la normativa italiana in tema di amianto sia tra le più avanzate in Europa, a distanza di vent’anni dall’emanazione della legge 27 marzo 1992, n. 257 che stabilisce la cessazione dell’impiego dell’amianto (divieto di estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione, produzione di amianto e di prodotti che lo contengono). “Nel territorio italiano, infatti, – spiega Giovine – sono ancora presenti milioni di tonnellate di materiali contenenti tale sostanza. Il Consiglio Nazionale dei Geologi con la Società Italiana di Medicina Ambientale intende trattare il tema amianto sotto tutti gli aspetti partendo dalla natura di questo materiale di stretta competenza geologica per arrivare alle implicazioni sanitarie dovute ai tragici effetti causati dalle sue fibre. Scienziati ed esperti della materia si sono confrontati sui rischi provocati dall’esposizione all’amianto per definire un quadro della situazione in Italia e identificare eventuali azioni che possano contribuire alla risoluzione definitiva del problema” aggiunge il Vice Presidente CNG.

Pozzo d’Adda (Mi) : Uccide la compagna di 26 anni e tenta il suicidio

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Una donna di 26 anni è stata uccisa dal compagno il quale ha poi cercato di ammazzarsi con un coltello a Pozzo d’Adda, nel Milanese. E’ stata l’ex moglie dell’uomo a dare l’allarme ai carabinieri raccontando di una telefonata ricevuta dall’ex marito che le aveva detto di aver ucciso la sua compagna straniera. L’uomo è stato trasportato all’ospedale di Bergamo. Indagano i carabinieri.

Pordenone/ GdF sequestra 1,2 mln a badante di anziana deceduta, indagini per stabilirne la morte

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La Guardia di Finanza sta eseguendo alcuni sequestri preventivi per un valore complessivo di 1,212 milioni di euro nei confronti di una cittadina italiana che svolgeva funzioni di “assistente familiare” a favore di una donna di 91 anni – recentemente deceduta – e del figlio di quest’ultima, affetto da disabilità psico-fisica.
    Le indagini hanno accertato che la badante aveva sottratto 652 mila euro dai beni di proprietà della donna, impiegandoli poi nell’acquisto di titoli in un istituto di credito il cui direttore è ora indagato dalla Procura della Repubblica di Pordenone per il reato di favoreggiamento.
    Nell’ambito della stessa vicenda, indagini sono in corso, inoltre, per stabilire le cause del decesso dell’anziana assistita. Secondo quanto si è appreso, la badante, subito dopo la morte della donna aveva dato autonomamente disposizioni per l’immediata cremazione del corpo, senza interpellare i parenti della scomparsa

Sicurezza nelle scuole, nel 2018 denunciati oltre 77mila infortuni di studenti

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Sono oltre 77mila le denunce di infortunio di studenti di scuole pubbliche statali presentate all’Inail nel 2018, 1.400 in più rispetto all’anno precedente. L’incremento è pari al 2% e conferma il trend di crescita iniziato nel 2017, in seguito all’introduzione dell’obbligo di comunicare all’Istituto, a fini statistici e informativi, anche gli infortuni che comportino un’assenza di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.

Un approfondimento a 360 gradi. A tracciare il quadro aggiornato della situazione, in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico, è il periodico statistico Dati Inail, che nel suo nuovo numero analizza i numeri dell’istruzione in Italia: dalla distribuzione degli oltre 7,7 milioni di alunni della scuola statale negli istituti dell’infanzia (12,0%), primari (32,5%), di primo (21,2%) e secondo grado (34,3%), alla condizione occupazionale dei laureati, attraverso un’elaborazione dei dati contenuti nell’ultimo rapporto AlmaLaurea. Il rapporto, pubblicato lo scorso giugno, richiama l’attenzione su un insieme di risultati positivi per il nostro Paese, come la riduzione dell’età alla laurea, l’aumento della regolarità degli studi, la maggiore partecipazione a tirocini curriculari e il lieve incremento delle esperienze di studio all’estero, che favoriscono l’ingresso nel mondo del lavoro.

Dai laboratori all’educazione fisica, la copertura riguarda alcune attività specifiche.  Dall’analisi dell’andamento infortunistico tra gli studenti delle scuole pubbliche statali – assicurati all’Inail solo per gli infortuni che avvengono durante le attività tecnico-scientifiche e di laboratorio, le esercitazioni pratiche e di lavoro, l’educazione fisica e i viaggi di istruzione o di integrazione della preparazione – emerge che nel 2018 l’Istituto ha riconosciuto oltre la metà delle denunce presentate per infortuni occorsi agli studenti. Nella maggioranza dei casi si tratta di infortuni lievi, senza riconoscimento di un grado di menomazione (97,7%) o con grado compreso tra 1 e 5 (2%).

Tra gli under 14 più di sei casi su 10. Il 44% degli infortuni denunciati è avvenuto nelle sole regioni della Lombardia (22,0%), Emilia Romagna (11,3%) e Veneto (10,7%). Rapportando gli infortuni accertati per regione agli esposti al rischio, ovvero al numero degli alunni delle scuole pubbliche statali, l’Emilia Romagna passa al primo posto, con circa otto casi accertati ogni 1.000 esposti, davanti al Piemonte e alla Lombardia. Il 55,7% degli infortuni riconosciuti riguarda studenti e il 44,3% studentesse. Indipendentemente dal genere, la fascia di età più colpita è quella sotto i 14 anni (64,0%), seguita da quella tra i 15 e i 19 anni (35,1%).

Il mese più a rischio è maggio. Scivolamenti e inciampamenti tra le cause più frequenti. Complici la stanchezza di fine anno e la frequenza maggiore delle attività all’aperto, maggio è il mese in cui gli studenti si infortunano di più, seguito da ottobre e marzo. Le cause sono soprattutto scivolamenti e inciampamenti, movimenti scoordinati e passi falsi, che procurano fratture e contusioni di mani e polsi e lussazioni di caviglie.

Nel nuovo sistema tariffario aggiornate le voci del settore istruzione. Come ricordato da Dati Inail, se nelle scuole statali la copertura assicurativa di studenti e docenti avviene mediante il sistema della gestione per conto dello Stato, in quelle non statali gli insegnanti rientrano nel regime ordinario, mentre per gli alunni vale il premio speciale unitario. Nella nuova tariffa ordinaria dipendenti, varata quest’anno a quasi 20 anni dall’ultimo aggiornamento, nelle gestioni terziario e altre attività sono stati introdotti riferimenti specifici per l’istruzione di grado preparatorio, come le scuole per l’infanzia e le scuole speciali collegate alle scuole primarie, e una voce ad hoc nel caso degli asili nido, prima ascritti alla generica voce degli ospizi, orfanatrofi e brefotrofi. Sono stati inoltre completamente rivisti la logica e i riferimenti tariffari destinati ad assicurare i rischi a cui è esposto chi frequenta tirocini formativi di tipo extracurriculare, attivati sulla base di una convenzione tra un ente promotore e un soggetto ospitante. 

Incentivi alle imprese: ridurre il rischio rumore nella lavorazione del vetro

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Considerare la sicurezza nei luoghi di lavoro un investimento, non un costo per l’azienda. Un’idea che dovrebbe essere base di partenza per gli imprenditori e tradursi in metodo operativo per contrastare il drammatico fenomeno degli infortuni sul lavoro. Con l’acquisto di un nuovo macchinario che consente di ridurre il rischio rumore, Antonello Marano, titolare di Laborvetro, ditta di progettazione e lavorazione del vetro, ha realizzato un investimento in grado di migliorare sia le condizioni di salute e sicurezza all’interno dell’azienda che l’attività produttiva. L’esperienza è raccontata nel video online sul portale Inail, quarto episodio della campagna informativa #storiediprevenzione basata su interviste ai beneficiari dei contributi Isi.

“Contributi fino al 65% dell’investimento: linfa vitale per l’azienda”. “La crisi degli ultimi anni ha lasciato il segno, in particolare nelle piccole e medie imprese – spiega Antonello Marano. Questa è tra le principali ragioni per cui, spesso, si va a rilento con gli investimenti. Quindi, i finanziamenti erogati dall’Inail attraverso il bando Isi, con contributi in conto capitale che possono arrivare a coprire fino al 65% dei costi sostenuti dall’azienda per progetti che migliorano le condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sono fondamentali. E stimolano l’impresa ad anticipare i tempi e realizzare l’investimento”. Marano ha saputo del bando attraverso il passaparola e ha deciso di partecipare presentando la domanda online con il supporto dell’Istituto, che ha fornito assistenza per la compilazione.

Dal 2010 a oggi stanziati oltre due miliardi di euro. Inoltre, continua l’imprenditore “l’erogazione dei fondi è velocissima: nell’arco di 3 mesi dalla chiusura della pratica, abbiamo ricevuto il finanziamento per intero con un bonifico in conto. Una cosa che penso sia unica nel panorama italiano dei finanziamenti”. Dal 2010 a oggi l’Inail ha messo a disposizione delle imprese, che investono in progetti per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, oltre due miliardi di euro. Quest’anno sono pari a 370 milioni di euro gli incentivi a fondo perduto stanziati.

Più sicurezza con l’introduzione dei nuovi strumenti. “Il macchinario, che ha sostituito un precedente modello del 2002 ormai inadeguato, è un centro di lavoro a 5 assi e serve per le più svariate lavorazioni sul vetro: molatura, fresatura, foratura – aggiunge il titolare”. La nuova macchina, continua Maurizio Chiovitti, uno dei dipendenti dell’azienda “è fornita di una cabina con porte fonoassorbenti che riducono il rumore prodotto durante la lavorazione. Questa cabina evita anche qualsiasi tipo di contatto con il vetro, con le parti in movimento e con il refrigerante generato durante le operazioni. Quindi è più sicura”. Inoltre, si è passati “da un quadro elettrico di vecchia generazione ad un comando a bordo macchina attraverso un pc touch, che agevola molto le manovre”.

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#storiediprevenzione: Laborvetro