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Sardegna: il futuro passa dalle tradizioni locali. Slow Food: lavoreremo sodo per rivalorizzare un’economia straordinaria e autentica

3milioni e 200.000 pecore, 12.800 pastori, 33 cooperative. Questi i numeri del principale comparto economico della Sardegna, che sta vivendo un periodo difficilissimo. Tutti ricordiamo la protesta di qualche mese fa in cui fiumi di latte sono stati riversati nelle strade. «Un gesto estremo e offensivo, per cui si soffriva a vedere quelle immagini», commenta Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità.

«Lì abbiamo capito che non potevamo più aspettare, che Slow Food avrebbe dovuto fare qualcosa per aiutare i pastori sardi e la loro economia». E per farlo è fondamentale rilocalizzare la produzione, rilanciando le tradizioni locali. «Si deve recuperare la capacità di produrre formaggio, perché purtroppo molti giovani pastori si limitano a conferire alle cooperative e hanno perso manualità e tradizioni, mentre la Sardegna è ricca di storie, di formaggi tramandati dalle comunità locali che devono essere tutelati. È un’isola con un patrimonio storico, gastronomico, ambientale meravigliosi ma che pochi conoscono, e purtroppo le dinamiche dell’economia moderna non aiutano a valorizzarlo», aggiunge Stefano Olla, esperto di sviluppo rurale. Il punto è proprio questo: la maggior parte del latte viene conferito alle cooperative o alle aziende private che da anni pastorizzano e trasformano in pecorino romano, votato in maggior parte all’esportazione. E aggiungiamo, pagato pochissimo.

«Gli intenditori conoscevano il fiore sardo e poche altre produzioni della zona, ma la produzione sarda è estremamente ricca e variegata, con una diversità tutta da scoprire. Ciò che è fondamentale fare e per cui Slow Food ha già dato un importante contributo è far conoscere queste realtà e convincere i caseifici industriali a differenziare la produzione», continua Olla. Ma noi siamo qui per dare voce ai produttori locali, quelli che con convinzione difendono il loro patrimonio locale. «Da mio padre e dagli anziani ho imparato l’importanza dei pascoli, ho capito come spostando le pecore si ottenevano prodotti diversi, che valorizzavano l’erba di cui si erano nutrite le pecore. Alla fine il sapore del formaggio dipende soprattutto dalla qualità dei pascoli. Noi abbiamo cercato di valorizzare un prodotto della nostra tradizione familiare ma che riporta una storia comune a tutta la Sardegna, che rivalorizza le tradizioni territoriali», testimonia Gianni Mele dell’azienda Casu’e Babbu di Lodé in provincia di Nuoro, che con costanza munge a mano le sue 300 pecore e a cui fanno eco gli altri produttori Rosa Canu, Salvatore Bussu e Giuseppe Iocci.

Insomma, la questione è spinosa e non di facile e immediata soluzione, ma non mancano le proposte: «Innanzitutto servirebbe migliorare la qualità dei formaggi rivalorizzando il legame con il territorio. Elemento questo che dovrebbe anche essere preso maggiormente in considerazione dai disciplinari presenti, stringendo le maglie per premiare chi davvero produce un formaggio unico nel suo genere», continua Olla. «Oltre poi alla diversificazione dell’offerta pensando a prodotti innovativi o comunque a recupero di tradizioni che stanno scomparendo, è importante lavorare sull’attrattività della Sardegna, che è molto di più di una costa in cui passare le vacanze estive. Da ultimo servirebbero canali di distribuzione più ampi, come ad esempio i Presìdi Slow Food, per aiutare il consumatore a conoscere questo straordinario patrimonio caseario».

I pastori che trovate a Cheese sono davvero esempi di «Resistenza Casearia, per cui Slow Food intende impegnarsi in modo concreto per mettere in atto progetti che possano aiutarli a valorizzare il loro lavoro e i loro formaggi. Ci faremo vivi, ve lo garantisco», promette Piero Sardo. 

Pisa/ picchia le figlie perchè non vogliono sposare gli uomini a cui lui le aveva vendute, arrestato bosniaco

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Un bosniaco di etnia rom è stato arrestato dalla polizia di Pisa con l’accusa di aver picchiato, maltrattato e segregato le due figlie. Le due giovani si erano fidanzate con uomini diversi dai cugini, prescelti dall’uomo e a cui lui le aveva già vendute in cambio di denaro. Per il reato di induzione al matrimonio, introdotto dal cosiddetto Codice Rosso, si tratta del primo arresto eseguito in Italia.

‘uomo è accusato di reiterate violenze, lesioni, segregazioni nei confronti delle due figlie, una delle quali da poco maggiorenne.

Altroconsumo – Indagine prezzi supermercati: con il giusto punto vendita e niente sprechi, si possono risparmiare 1.300 euro l’anno

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Quella per i prodotti alimentari è una voce che pesa sul bilancio mensile delle famiglie – da circa vent’anni – circa 500 euro secondo i dati ISTAT. Un numero che, a causa dell’inflazione, rivela che gli italiani acquistano sempre meno cibo come confermato dai dati: dal 1997 ad oggi c’è stato un calo dei consumi alimentari pari al 18,4% al netto dell’inflazione.

Ma cambiare abitudini e non sprecare sono un’ottima strategia che può arrivare a far risparmiare 1.278 euro l’anno: basta scegliere il punto vendita giusto grazie alla grande indagine annuale condotta da Altroconsumo, pubblicata sul numero di ottobre di Inchieste.

L’indagine Altroconsumo: ecco le catene più convenienti

Oltre 1 milione di prezzi rilevati, più di 1.000 punti vendita coinvolti in 69 capoluoghi di provincia per scoprire dove è più conveniente fare la spesa, ma non solo. Altroconsumo scatta una fotografia più ampia che offre una serie di spunti e suggerimenti utili per tutti i consumatori alle prese con il carrello della spesa.

Innanzitutto, è stata considerata come “spesa tipo” della maggior parte degli italiani quella costituita da un mix composto per la maggior parte da prodotti di marca, quelli più noti; poi da quelli a marchio commerciale (quelli marchiati con il logo della catena dove vengono acquistati) ma anche da quelli più economici. Considerando una spesa di questo tipo è Famila Superstore la catena più conveniente seguita da Auchan e, “a pari convenienza”, da Ipercoop, Conad Ipermercato, Iper e Bennet.

Per chi acquista solo prodotti di marca è Esselunga a confermarsi la più conveniente, mentre Conad Ipermercato e Aldi e Eurospin si attestano rispettivamente al primo posto per la spesa esclusivamente con prodotti a marchio commerciale e solo con prodotti economici.

Prodotti di marca e variabilità dei prezzi

I risultati della rilevazione svolta da Altroconsumo testimoniano che, soprattutto quando parliamo di prodotti di marca, i prezzi possono essere molto diversi da un punto vendita all’altro arrivando a costare anche il doppio o addirittura il triplo. Nella grande distribuzione, infatti, la distribuzione dei prezzi tipicamente vede un’area in cui i prezzi sono più bassi (promozioni, confezioni più grandi o multipack); poi c’è un’area in cui c’è la maggior parte dei prezzi praticati sul mercato e infine una piccola area con prezzi particolarmente alti. È questa distribuzione a giustificare un’oscillazione così ampia da un punto vendita all’altro. Prestare attenzione a questi aspetti può quindi aiutare i consumatori a orientarsi nella giungla dei prezzi. Ad esempio, nella rilevazione svolta da Altroconsumo è stata riscontrata un’oscillazione del 191% relativa al prezzo del dentifricio Mentadent White Now che ha un costo che varia da 1,13 € (un punto vendita Pam a Pordenone e uno a Trieste) a 3,29 € (un punto vendita Conad a Roma e due a Latina). Al contrario, il prodotto il cui prezzo è risultato particolarmente stabile è la confezione di Nutella da 450 gr: l’iconico prodotto è venduto in 377 dei 1.000 punti vendita coinvolti a 3,59 €.

La mappa della convenienza: Veneto la regione più economica, Sicilia e Calabria le più care

Il supermercato Conad Spesa Facile di Rovigo è quello risultato più conveniente dell’inchiesta a pari merito con Supermercati Martinelli di Mantova e l’ipermercato Galassia di San Giovanni Lupatoto di Verona: qui una famiglia spende circa 5.500 euro l’anno, ovvero 1.000 euro in meno rispetto alla media del costo annuale secondi i dati Istat (6.504 euro nel 2018). È in generale il Veneto la regione dove fare la spesa più conveniente con 6 delle prime 10 città più economiche, seguito dal Friuli Venezia Giulia. Le regioni più care, invece, sono Sicilia – con Messina città più cara dell’indagine – e Calabria. Cremona la città dove c’è più possibilità di risparmio tra un punto vendita e l’altro, segno del fatto che c’è un’intensa concorrenza. Scegliendo il punto vendita meno caro si possono risparmiare fino a 1.278 euro in un anno rispetto al punto vendita più caro in città.

Più risparmio evitando gli sprechi

Individuare il supermercato più conveniente aiuta senza dubbio a risparmiare, ma non è l’unica strategia che i consumatori possono mettere in campo: ridurre gli sprechi è un altro tassello importante. Ed ecco che Altroconsumo offre una serie di semplici consigli da seguire per una spesa intelligente. Innanzitutto prima di andare al supermercato è utile fare una lista della spesa per comprare solo ciò che effettivamente serve; attenzione alla data di scadenza: posizionare i cibi più deperibili nelle zone più visibili del frigorifero può essere utile a non sprecarli come anche congelare il cibo fresco in piccole porzioni quando ci rendiamo conto di non riuscire a consumarlo. Riguardo le date di scadenza, bisogna tenere presente che – per alcuni alimenti – sforare di 24/48 ore non comporta rischi.

Per consultare l’inchiesta completa delle classifiche città per città clicca qui.

Sul sito www.altroconsumo.it è aperto a tutti (basta registrarsi) un calcolatore online per individuare il supermercato meno caro inserendo la provincia e tipologia di spesa.

La classifica completa dei supermercati più convenienti

L’indice 100 indica la catena più conveniente: se l’indice è 110, per esempio, significa che i prezzi sono del 10% più cari rispetto all’insegna più economica.

Anzio/ aggrediscono nigeriano, un arresto e una denuncia

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Due ragazzi hanno aggredito e picchiato in strada, anche con l’uso di alcuni bastoni, un cittadino nigeriano 24enne. E’ successo nei pressi della stazione di Anzio, sul litorale a sud della Capitale. I due sono stati bloccati dai carabinieri. Si tratta di un 18enne, arrestato, e di un 17enne, denunciato. Sono accusati di lesioni personali aggravate dalla discriminazione razziale in concorso. La vittima ha riportato ferite guaribili in sette giorni.

Camminare fa bene all’umore e si bruciano calorie

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Camminare è associato al benessere psicofisico, ma può aiutare anche il corpo a liberarsi dai rotolini di grasso in eccesso e bruciare più calorie. Dopo l’estate, ossia lle vacanze, dove ci si concede qualche stratto in più, soprattutto in regime alimentare, tornati alla “quotidianità” è utile tornare alle buone abitudini, tra cui inserire nella nostra giornata anche attività fisica.
Camminare, può sembrare un’azione poco utile, invece può aiutarci a migliorare la nostra condizione fisica. Nello specifico:

-Camminare accelera il metabolismo
Camminare, sempre associato ad una corretta alimentazione, aiuta a dimagrire perché aumenta il ritmo cardiaco e, di conseguenza, accelera il metabolismo, così da essere indotto a consumare più calorie e bruciare molti più grassi: la combinazione di dieta e attività fisica è un’accoppiata vincente per chi vuole togliere i chili di troppo. ì

-Migliora la circolazione e previene la ritenzione idrica
Camminare riattiva la circolazione sanguigna, previene la ritenzione idrica ed il gonfiore a piedi e caviglie. Per questo, la camminata è una valida alleata per aiutare il corpo a depurarsi e migliorare l’ossigenzione dei tessuti. Favorendo lo smaltimento di liquidi e tossine, si contrasta contemporaneamente il fastidioso accumulo di adipe a livello delle cosce e di conseguenza, attenua la cellulite.

-Libera dallo stress
Camminare fa bene anche (e soprattutto) perché è in grado di ridurre il livello di stress. Molte volte è proprio la tensione una delle cause da cui deriva il sovrappeso: lo stress influisce infatti sul ritmo sonno-veglia, sull’equilibrio ormonale e sulla dieta, tutti fattori che concorrono nel far aumentare il peso. In questo senso, la camminata avrebbe quindi un duplice effetto benefico per la linea: camminare aiuta a scaricare lo stress dopo una giornata di lavoro. Se poi si ha la possibilità di uscire all’aperto, ne gioverà anche il nostro cervello, con una azione antidepressiva.

-Tonifica i muscoli e fa bruciare più calorie
Grazie alla camminata, riusciamo a tonificare quasi tutti i gruppi muscolari del corpo, migliorando la capacità cardiovascolare, riducendo il diabete e il colesterolo, aumentando la capacità polmonare, eliminando lo stress, stimolando il nostro umore e, naturalmente, aiutando a perdere peso.

Camminare è un’attività aerobica a bassa intensità, e proprio per questo motivo è indicata per tutti, adulti e bambini. Rimanere per troppo tempo seduti già in età infantile, può infatti cambiare la conformazione del sistema cardiocircolatorio. Questo può portare, col tempo, alla comparsa di patologie vascolari o di depositi di grasso in corrispondenza del fegato.
E ora non resta che indossare le scarpe giuste. Scegliamo scarpe che sappiano proteggere adeguatamente caviglia e piede e poi partiamo, preferendo i luoghi circondati dal verde.

Mare Sicuro 2019, a Genova la Guardia Costiera presenta il bilancio sull’attività estiva

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A Genova, nella cornice della 59esima edizione del Salone Nautico, dopo l’inaugurazione e la visita allo stand della Guardia Costiera della Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti On. Paola De Micheli, la Guardia Costiera ha incontrato la Stampa per fare il bilancio sull’attività estiva e sulle azioni intraprese a tutela dell’ambiente marino e costiero.

Alla presenza del Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, Ammiraglio Ispettore Capo Giovanni Pettorino e del Direttore Marittimo della Liguria, Ammiraglio Ispettore Nicola Carlone, il Capitano di Vascello Cosimo Nicastro, Capo Ufficio Comunicazione della Guardia Costiera, ha presentato i risultati ufficiali dell’operazione Mare Sicuro 2019, un’attività che da quest’anno è stata anticipata per la prima volta al 1° giugno e che fino al 15 settembre ha visto impegnati 3.000 uomini e donne del Corpo, 300 mezzi navali e 15 mezzi aerei dislocati lungo gli 8.000 km di coste del Paese, sul Lago di Garda e sul Lago Maggiore, per la sicurezza in mare di bagnanti e diportisti, per vigilare sul regolare svolgimento delle attività ricreative, commerciali e a tutela dell’ecosistema marino.

Nel corso della presentazione, sono stati illustrati i dati relativi alle campagne Spiagge Libere e Acque Libere – da quest’anno incardinate nella più ampia operazione Mare Sicuro -, svolte rispettivamente a tutela dell’ambiente marino e della pubblica fruizione dei litorali, come pure i dati relativi alla campagna Traghetti Sicuri a tutela della sicurezza della navigazione.

La partecipazione della Guardia Costiera al Salone Nautico ha rappresentato un’importante occasione per avvicinare ancora di più il grande pubblico della nautica e i numerosi visitatori alla cultura della protezione del mare attraverso le numerose attività operative del Corpo.  

Nel suo intervento l’Ammiraglio Pettorino ha sottolineato i risultati raggiunti con l’operazione Mare Sicuro: “Abbiamo salvaguardato 40 milioni di persone e un milione di unità da diporto che anche quest’estate hanno potuto godere delle nostre spiagge e dei nostri mari in completa serenità e sicurezza. La sicurezza” ha poi proseguito l’Ammiraglio “non è uno slogan, ma un valore essenziale per la nostra vita. Ci rendiamo conto dell’importanza della sicurezza quando la perdiamo. Per non perderla, ogni giorno, ci sono gli uomini e donne del Corpo che la consegnano al nostro Paese”.

A testimoniare l’importanza che l’operazione ha ricoperto a livello nazionale, ecco alcuni dati salienti:

• 2.205 persone salvate;

• 692 unità da diporto soccorse;

• 11.940 attrezzature balneari sequestrate;

• 376.924 mq, tra spiagge e specchi acquei, restituiti alla libera fruizione;

• il 100% della flotta Ro-Ro/Passeggeri ha garantito il collegamento tra i principali porti nazionali con regolarità e senza far registrare incidenti di rilievo.

Dall’analisi dei dati, facendo un veloce raffronto con gli anni precedenti, nonostante sia stata considerata una finestra temporale più ampia (1 giugno – 15 settembre), il numero dei soccorsi alle unità da diporto rimane stabile, segno che la vera chiave di successo per innalzare il livello di sicurezza è l’attività di informazione e prevenzione. Si consolida anche il numero dei controlli alle imbarcazioni da diporto: grazie all’iniziativa “Bollino Blu” – quest’anno sono stati rilasciati ben 6.300 bollini – i diportisti virtuosi hanno potuto evitare l’inutile duplicazione dei controlli.

L’evento è poi proseguito con la presentazione del libro “Mare Sicuro”, all’interno del quale – ha raccontato l’autrice Annachiara Valle – sono riportate quattro storie che mettono in evidenza l’abnegazione e la professionalità di chi ogni giorno è chiamato a salvare vite umane in mare, a tutelare l’ambiente marino e costiero e a controllare l’intera filiera ittica.

Riprendendo la parola, il Comandante Nicastro si è quindi soffermato sulla campagna ambientale “PlasticfreeGC“, promossa su tutto il territorio nazionale dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto su mandato del Ministero dell’Ambiente, e volta a sensibilizzare la collettività sul problema dell’inquinamento da plastica nei nostri mari e sulle nostre coste. Degno di nota il successo raggiunto dallo spot istituzionale, che nel solo periodo compreso tra il 12 luglio e il 25 agosto ha portato a ben 180 milioni di contatti. Infine il Comandante Nicastro ha annunciato lo sbarco, sugli store iOS e Android, dell’app dedicata – PlasticFreeGC – con la quale i più giovani potranno divertirsi a ripulire il mare dalla plastica ricevendo preziosi consigli per imparare a rispettare l’ambiente. Con una ulteriore funzione dell’app, che verrà presto implementata, sarà anche possibile segnalare l’avvistamento di cetacei al largo delle nostre coste, contribuendo a censire la presenza e la salute di questi importanti mammiferi marini.

Di seguito è intervenuta la dott.ssa Sabina Airoldi che ha presentato i risultati della seconda stagione della campagna “Cetacei, FAI attenzione!“, ideata dall’Istituto di ricerca Tethys e condotta insieme alla Guardia Costiera. Rispetto al 2018 c’è stato un incremento delle segnalazioni di avvistamenti di cetacei da parte di diportisti, operatori di whale watching, associazioni e naturalmente dalla Guardia Costiera di oltre il 50%, passando dalle 556 dello scorso anno alle 839 ricevute fino ad oggi. Tale aumento dimostra il crescente interesse da parte dei fruitori del mare a contribuire alla ricerca scientifica e alla protezione di queste specie chiave per l’ecosistema. Ben 11 quelle segnalate, fra cui due considerate accidentali in Mediterraneo, la megattera e la pseudorca. Di rilevante importanza sono state le 16 segnalazioni di grampo, il delfino scomparso dal mar Ligure occidentale.

Successivamente è stato proiettato un video in ricordo della violenta mareggiata che nella giornata del 29 ottobre 2018 ha colpito Santa Margherita, Rapallo e Portofino. Gli interventi del Comandante Generale e del Tenente di Vascello Antonello Piras, insignito della Medaglia d’Oro al Valor di Marina, hanno evidenziato il ruolo determinante della Guardia Costiera nelle operazioni di soccorso.

A conclusione dell’evento è stato presentato il backstage del calendario 2020 della Guardia Costiera, dedicato quest’anno alle bellezze paesaggistiche dell’ambiente marino e costiero sul quale gli uomini e le donne del Corpo sono chiamati a vigilare quotidianamente.

Volontariato/ Servizio civile, entro il 10 ottobre le candidature per i progetti di MCL

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Il servizio civile è un’opportunità per i giovani per effettuare attività di pubblico interesse e di valore sociale e nel contempo rappresenta occasione per un primo approccio con il mondo del lavoro, è rivolto alle persone tra i 18 e 28 anni compiuti che aderiscano ai tanti progetti presentati da associazioni o movimenti all’uopo autorizzati.
Sono aperte le candidature per i progetti presentati da MCL; per presentare domanda online ci si può collegare al sito: http://domandeonline.servizio-civile.it entro le 14 del 10 ottobre 2019. Per ogni utile informazione ci si potrà collegare al sito: http://www.mcl.it/Servizio-Civile.

Comune di Jesi: bando di concorso per 2 informatici

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Il Comune di Jesi, in provincia di Ancona, ha pubblicato un concorso per due istruttori direttivi informatici, assunzione in categoria D, in Area Risorse Finanziarie (Sviluppo Risorse Tecnologiche) La data di scadenza del bando è fissata al 23 Settembre 2019.

Requisiti per poter partecipare al bando:
– essere cittadini italiani oppure essere cittadino di uno degli Stati membri dell’Unione Europea oppure appartenere ad una delle categorie indicate nel bando;
– età non inferiore ad anni 18 e non superiore all’età di collocamento a riposo d’ufficio del dipendente comunale alla data di scadenza del bando;
– godimento dei diritti civili e politici;
– non essere stati destinatari di validi ed efficaci atti risolutivi di precedenti rapporti di impiego pubblico comminati a seguito di procedimento disciplinare o per produzione di documenti falsi o per uso di mezzi fraudolenti;
– idoneità fisica alle specifiche mansioni del posto da ricoprire, con facoltà, da parte dell’Amministrazione, di esperire appositi accertamenti con le modalità previste dalla normativa vigente;
– non aver riportato condanne penali né avere in corso procedimenti penali che impediscano la costituzione di un rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione;
– non essere stati sottoposti a misure di prevenzione e non essere interdetto dai pubblici uffici a seguito di sentenza passata in giudicato;
– essere in posizione regolare nei confronti degli obblighi di leva per i concorrenti di sesso maschile nati entro il 31/12/1985;
– eventuale diritto alla riserva di cui all’art. 1014, comma 4 del D. Lgs. n. 66/2010;
– conoscenza della lingua Inglese.

Inoltre, è necessario il possesso di uno dei seguenti titoli di studio:
– diploma di laurea in Informatica o laurea specialistica in Informatica o Laurea Magistrale in Informatica;
– diploma di laurea in ingegneria informatica o laurea specialistica in ingegneria informatica o laurea magistrale in informatica;
– diploma di laurea in ingegneria elettronica o laurea specialistica in ingegneria elettronica o laurea magistrale in ingegneria elettronica;
– laurea di primo livello appartenente alla classe “Scienze e Tecnologie Informatiche” o laurea di primo livello appartenente alla classe “Scienze e Tecnologie Informatiche”;
– laurea di primo livello appartenente alla classe “Ingegneria dell’informazione” o Laurea di primo livello appartenente alla classe “Ingegneria dell’informazione”;
– titolo equivalente o equipollente.

BANDO

I compensi degli amministratori delegati volano

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Una ricerca della think tank Economic Policy Institute ha evidenziato come lo scorso anno, il compenso medio di un amministratore delegato nelle prime 350 aziende più grandi degli Stati Uniti ha toccato 18,9 milioni di dollari, un incremento del 17,6% rispetto all’anno precedente, nello stesso periodo, gli stipendi dei lavoratori dipendenti sono cresciuti soltanto dello 0,3%.

Lo scorso anno il rapporto fra i compensi degli amministratori e quelli dei lavoratori è stato di 312:1, un salto rispetto al 20:1 del 1965,per quanto le cose siano migliorate dall’inizio del millennio, nel 2000, il rapporto era di 344:1), senza alcuna indignazione pubblica di massa, né proteste sul modello “Occupy Wall Street” o “Indignados”, la piazza sembra aver digerito senza sussulti o eclatanti manifestazioni di dissenso, l’evidenza delle cifre. Che testimoniano di un modello reddituale e sociale profondamente diseguale.

I compensi degli amministratori sono cresciuti più velocemente anche delle stock option e dei profitti delle aziende, fra il 1978 e il 2017 sono aumentati del 979% (se si calcola l’assegnazione di stock option) e del 1070%, se si valuta la vendita delle azioni. Nello stesso periodo, l’indice di S&P ha segnato +637%. Entrambi i dati sono di molto superiori al +11,2% della crescita dello stipendio del lavoratore medio e del 308% dei top earners.

Secondo gli autori di CEO compensation surged gli amministratori delegati delle 350 maggiori aziende USA hanno guadagnato in media 18,9 milioni di dollari nel 2017, con un aumento complessivo del 17,6% rispetto alla loro retribuzione media nell’anno precedente, valori decisamente elevati, soprattutto se raffrontati con le buste paga dei lavoratori “tipici” che, in media nello stesso periodo, sono aumentate solo di circa lo 0,3%.

L’impennata della remunerazione degli amministratori delegati misurata con le stock options realizzate è stata guidata dalle componenti azionarie, non da variazioni di stipendi o bonus in denaro.

Un divario crescente che non è più tanto tra padrone e dipendente, ma tra lavoratori e lavoratori, di più, tra colleghi, che rende gli amministratori delegati partecipi, e quindi solidali, magari persino devoti, a un modello di sviluppo fortemente condizionato dai valori della finanza in generale, e della speculazione finanziaria in particolare.

Fra il 1978 e il 2017, la produttività dei lavoratori è cresciuta del 77%. In pratica, gli amministratori delegati sono gli unici che incassano i benefici della crescita economica. Secondo i ricercatori, questa tendenza è priva di fondamento, in quanto al compenso più alto di un amministratore delegato non corrisponde una migliore performance aziendale. La ragione di questo disequilibrio, secondo la think tank, sta nella capacità dei ceo di definire il proprio compenso. Dunque, per cercare di ridurre le distanze, una delle ipotesi avanzate dai ricercatori è dare agli azionisti e al consiglio di amministrazione la possibilità di esprimersi sul livello di compenso dell’amministratore delegato.

I ricercatori dell’Economic Policy Institute hanno proposto quattro soluzioni politiche e fiscali intese a «…limitare e ridurre gli incentivi e la capacità degli amministratori delegati di ricavare concessioni economiche». Quattro soluzioni pensate per «non danneggiare l’economia».

· Ripristinare maggiori aliquote marginali sul reddito massimo;

· impostare aliquote delle imposte sulle società più elevate per chi ha una CEO pay ratio maggiore;

· stabilire un limite alle retribuzioni e un’imposta specifica su qualsiasi importo percepito oltre il limite prefissato;

· consentire un maggiore uso del cosiddetto “say on pay“, che permetta agli azionisti di una compagnia di votare sui compensi dei dirigenti.

Alfredo Magnifico

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Padova/ Neonato sotto effetto di stupefacenti tolto ai genitori

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Una storia triste di disagio e degrado. E’ stato affidato ai servizi sociali per decisione del Tribunale dei minori di Venezia un neonato del Padovano che presentava sintomi di intossicazione da sostanze stupefacenti dopo il ricovero nel reparto neonatale di un ospedale del Distretto Alta Padovana.
L’intervento del giudice è così arrivato in seguito alla segnalazione del servizio sociale del reparto stesso.
Le analisi tossicologiche disposte sui genitori hanno confermato una situazione di degrado nella quale il piccolo viveva.