Si è conclusa sabato 13 luglio la
33esima edizione della rievocazione storica della Milano-Taranto che ha visto
circa 200 equipaggi percorrere quasi 1.800 chilometri in sei giorni. Tra i
concorrenti, appassionati ed entusiasti, come sempre la manifestazione ha visto
la partecipazione di personaggi “degni di nota”. Tra questi Arcangelo Betti,
classe 1938, è stato il concorrente meno giovane della Mita 2019: da Renate, in
provincia di Monza e Brianza, ha partecipato a bordo di una Gilera Sei Giorni
del 1967. Anche a questa edizione della Milano-Taranto, con il n. 162, ha preso
parte inoltre Gianfranco Bonera, già Vice Campione del Mondo, che dalle potenti
moto GP è passato alla guida di un BMW R50 del 1967.La Mita 2019 sarà certamente ricordata per la particolare bellezza del percorso, per il calore e l’entusiasmo ricevuti in occasione di ogni sosta, perfino in quelle notturne, e per la qualità e la varietà dei prodotti gastronomici presenti nei punti ristoro.
Ma cominciamo dall’inizio.
Dopo le verifiche tecniche svoltesi
all’Idroscalo di Milano, come da tradizione, alla mezzanotte di domenica 7
luglio sono partiti i primi concorrenti. Ad augurare loro buon viaggio c’erano,
tra gli altri, il sindaco di Segrate, Paolo Micheli, e l’executive director di
Eicma, Giacomo Casartelli. Trascorsi i primi chilometri, la maratona per moto
d’epoca è arrivata a Crema: era notte fonda, ma nonostante questo ad attendere
i centauri c’erano tanti amici del Moto Club Crema. La notte è proseguita in
sella e si è arrivati a Lovere, sulla riva del Lago d’Iseo, dove il Moto Club
Costa Volpino ha accolto festoso staff e concorrenti. La manifestazione dunque
non poteva iniziare meglio, grazie anche al percorso notturno, sempre
emozionante e quest’anno anche particolarmente affascinante, grazie in
particolare ai suggestivi paesaggi offerti dai laghi incontrati per strada:
prima il lago di Iseo poi il lago di Garda. E se i componenti della carovana su
moto d’epoca hanno trascorso la notte in bianco, un’alzataccia è toccata invece
ai soci del Moto Club Pippo Zanini che hanno atteso la Mita a Rovereto intorno
alle 8 di lunedì mattina. L’associazione è nata nel 1953 in omaggio a
Gianfilippo Zanini detto Pippo, giovane e promettente pilota Laverda che
quell’anno, proprio mentre si preparava alla Milano–Taranto, ebbe un tragico e
fatale incidente. Salutati gli amici di Rovereto ci si è rimessi in marcia e
dopo diversi chilometri si è arrivati in Veneto e in particolare a San Giorgio
di Perlena: qui c’erano i rappresentanti della Polisportiva locale e della
Banca San Giorgio e a rendere l’accoglienza ancor più piacevole tanti prodotti
locali, i gadget del Moto Club Breganze e un coloratissimo pubblico di bambini.
L’arrivo di tappa a Breganze è stato poi una grande festa perché il passaggio
della Mita è coinciso con la conclusione dei festeggiamenti per il 70°
anniversario Laverda. Ad attendere i “tarantini” c’erano migliaia di persone
tra le quali spiccava l’ultra novantenne Antonio Zin: classe 1925, è un pilota
che ha partecipato alla Milano-Taranto dal 1953 al 1956 e, su Laverda 75cc, si
è qualificato terzo nel 1955 e secondo nel 1956. A Breganze staff e concorrenti
della Milano-Taranto sono stati ospiti dello stabilimento AGCO, ex sede
Laverda, per una bellissima serata, con macchinari agricoli e moto Laverda come
scenario e il direttore generale Bernd Hoffmann a fare da cicerone.
Significativo il racconto di Piero Laverda: il padre, molto amico di Zin, lo
chiamava per provare le moto e la richiesta che gli rivolgeva era: “Vai e
rompila!!!”.
La tappa numero due, da Vicenza a
Firenze, è iniziata con un percorso nelle campagne venete, prevalentemente
pianeggiante e piacevolmente rilassante. A Lendinara ad accogliere la Mita in
Piazza Risorgimento c’era il presidente della Proloco, Claudio Martello,
insieme a tantissimi appassionati e curiosi. Dal Veneto si è arrivati quindi in
Emilia Romagna e al controllo orario di Sirano c’erano Marzio, figlio di
Tarquinio Provini, con la moglie Maria Chiara. Tarquinio Provini è stato
vincitore di ben due titoli mondiali ed era anche un grande amico della Mita e
di Franco Sabatini: all’arrivo della maratona faceva bella mostra di sé la moto
con cui il campione ha partecipato alle prime rievocazioni della manifestazione
nei primi anni novanta. E oltre alla moto c’erano anche un gran numero di
gnocchi fritti e di ottimi salumi, altra sorpresa molto gradita. Passate da
poco le 13 la Mita si è rimessa in marcia giusto in tempo per sfuggire a un
brutto temporale, ma i concorrenti in coda al gruppo sono stati comunque
raggiunti dal maltempo. Alcuni si sono dovuti addirittura fermare per ripararsi
da pioggia e grandine: Maria Rosaria, numero 116, si è distinta per coraggio e
fermezza continuando a viaggiare, finché ha potuto, anche sotto il diluvio.
Arrivati a Porretta Terme i “tarantini” hanno trovato un’accoglienza di tutto
rispetto, coordinata dalla instancabile Alessandra del Comitato SOS Terme Alte.
E poi a Porretta c’era un amico davvero speciale della Mita, Giorgio Serra
detto Matitaccia, autore dei memorabili manifesti della Milano-Taranto: in
tanti non si sono fatti sfuggire l’occasione di farsi autografare la t-shirt.
L’ultimo tratto è stato di oltre 100 chilometri, ma che sono corsi via
rapidamente grazie alla bellezza dei paesaggi dell’Appennino, tra le colline
del Mugello che hanno condotto fino a Firenze.
La terza tappa è stata particolarmente tosta:
da Firenze a Tivoli, ha visto attraversare la Toscana, l’Umbria e il Lazio, per
più di 360 chilometri. L’inizio è stato molto gradevole, con il sole non ancora
alto, l’aria fresca della prima mattina, ovviamente il rombo delle moto e le
splendide colline toscane, tra borghi, vigneti e le strade piene di curve che
tanto piacciono ai “tarantini”. Dopo un’ottantina di chilometri trascorsi così
piacevolmente, ecco il controllo orario di Civitella in Val di Chiana, una
città che è un vero gioiellino e un luogo che offre vedute spettacolari. Tra i
primi ad arrivare, con moto più sidecar, è stato Gianni Mostosi, autentico
veterano della Mita, quest’anno accompagnato dalla figlia Delia che non ha
mollato mai, neanche durante la massacrante notturna: una delle tante
grandissime donne dell’edizione 2019. Prima della ripartenza ringraziamenti
d’obbligo al Comune. Più avanti, la prima sosta umbra è stata a San Martino in
Colle, con una piccola grande festa organizzata dalla Proloco, resa ancor più
speciale da un misterioso piatto tipico: la ricetta è segreta, ma tra gli
ingredienti si riconoscono castagne, ceci, salsiccia e pancetta. Ma San Martino
in Colle, si sa, è un po’ la casa della Mita perché è la città del patron
Franco Sabatini e così, immancabile, c’è stato anche il saluto a lui e alla
moglie Wilma che hanno atteso i piloti per degli emozionanti festeggiamenti. A
Todi invece, nel corso della prova speciale che si è tenuta all’ombra del
magnifico Tempio della Consolazione, il tedesco Dieter Stassak, con la sua
Ducati 250, ha compiuto una piccola impresa, mancando il tempo imposto di un
solo millesimo di secondo. Nel frattempo il cielo cominciava a scurirsi e ha
poi mantenuto i “cattivi propositi” annunciati nella città di Jacopone rendendo
particolarmente difficile la parte successiva del viaggio: come accaduto nella
giornata precedente, una parte del gruppo si è trovata sotto il temporale. Poco
dopo tuttavia è tornato il sereno e non è stata rovinata quindi l’accoglienza
ad Amelia dove era previsto un controllo a timbro organizzato in collaborazione
con la Scuderia Traguardo: qui la promessa dei partecipanti alla Mita è stata
di tornare con più tempo a disposizione per visitare il museo locale. La
maratona è arrivata a Gallese con uno splendido sole ed è stata accolta
dall’Amministrazione Comunale nel centro storico, proprio davanti al Palazzo
Ducale, aperto esclusivamente per l’occasione. Fine tappa a Tivoli col sole al
tramonto e il cielo azzurro.
Tappa numero quattro: si è ripartiti di buon
mattino per percorrere, roadbook alla mano, ben 381 chilometri. Prima sosta a
Ferentino col cielo azzurro, il sole e una temperatura piacevolmente fresca: i
centauri hanno trovato, in una Piazza Matteotti gremita di curiosi, tutto lo
staff del Moto Club Ferentino capitanato da Massimo Datti, storico amico della
manifestazione. Un’accoglienza davvero unica, con le Poste Italiane che hanno
emesso addirittura un annullo speciale in ricordo di questo passaggio. Di nuovo
in sella, i “tarantini” sono passati dal Lazio al Molise percorrendo tanti
chilometri tra i boschi e le montagne. A Cerro al Volturno c’era grande attesa
e i preparativi fervevano ormai da giorni. A fare gli onori di casa Giancarlo
Valente, con il sindaco Remo Di Ianni. Il ristoro è stato un vero e proprio
banchetto tanto da aggiudicarsi il 3° gradino del podio nella classifica degli
Assaggiatori. La ripartenza è stata quindi a pancia strapiena, ma con gli occhi
ben aperti per ammirare i bellissimi panorami che si sono susseguiti fino ad
arrivare alla seconda sosta molisana, Jelsi: qui l’accoglienza è stata ad opera
di Davide Paolucci, presidente del Moto Club Bikers Jelsi. Ancora panorami
mozzafiato hanno poi accompagnato i “tarantini” dal Molise alla Puglia con
l’ultimo controllo orario di giornata a Torremaggiore ospiti del Vespa Club.
La quinta tappa è stata tutta
pugliese: partiti dal Gargano, equipaggi e organizzazione sono sprofondati nel
Tavoliere delle Puglie, percorrendo campagne meravigliose, borghi pittoreschi e
allegramente caotici, oliveti, colline e pianure. Tanti sono stati gli incontri
con gli amici di sempre che hanno letteralmente aperto le porte di casa ai
centauri e fatto gustare i prodotti della loro terra, cucinati secondo ricette
tradizionali e per questo apprezzati ancora di più. Dopo una prima sosta a
Barletta la Mita è arrivata a Minervino Murge e un ringraziamento particolare è
andato al sindaco, Lalla Mancini, autrice di un trattamento davvero speciale in
collaborazione con la Proloco cittadina. Ad aspettare la Milano-Taranto a
Gravina in Puglia c’era Giuseppe Guglielmi, presidente del club Rombo Arcaico,
e l’allestimento è stato in grande, con traguardo e tappeto rosso per l’ultima
prova speciale che ha visto Marco Tomassini, su Gilera, conseguire un risultato
eccezionale, con un errore di soli 12 millesimi di secondo: è stato quindi consacrato
vincitore di categoria con una giornata di anticipo. L’arrivo a Bitonto,
attraverso il borgo vecchio, è stato poi “con il botto”: all’ingresso in piazza
è arrivato l’omaggio di una rosa e di un libro a tutti i piloti mentre il club
Aste e Bilancieri ha preparato un ristoro davvero straordinario, gustosissimo e
particolarmente apprezzato che si è infatti aggiudicato il secondo posto della
classifica “Miglior Ristoro MI-TA 2019”.
Ed ecco anche la sesta ed ultima
tappa. Il percorso è stato scandito dalle soste classiche dell’ultima giornata
e da un velo di malinconia per la consapevolezza che un’altra bellissima
esperienza stava volgendo al termine. Allo stesso tempo però c’era anche
l’entusiasmo di arrivare allo storico traguardo, già attraversato ben 32 volte
– ormai 33 – dalle moto d’epoca della Milano-Taranto. Per la prima sosta c’era
grande attesa, soprattutto per i più golosi. Castellana Grotte era infatti la
città vincitrice del Miglior Ristoro delle ultime due edizioni e Beppe Palumbo,
quest’anno anche lui in gara con una “Gloriosa” Gilera 150cc, non aveva alcuna
intenzione di cedere lo scettro. Coadiuvato da Comune e dalla Coldiretti ha
mobilitato tutto l’Automotoclub Storico delle Grotte di cui è presidente e ha
raggiunto l’obiettivo: Castellana è risultata infatti vincitrice anche per
l’edizione 2019, la terza consecutiva. Ancora pochi chilometri e la Mita è
arrivata quindi nella splendida Martina Franca, tra ulivi e muretti a secco a
delimitare le tortuose stradine di campagna. Qui ad attenderla c’era lo storico
amico Arcangelo Conserva che a nome del Veteran Club Valle d’Itria ha premiato
gli iscritti in gara quest’anno. Altra ripartenza e ancora pochi chilometri in
direzione del mare: la fermata successiva è stata nella Città Bianca di Ostuni,
in un magnifico parco all’ombra di giganteschi pini. Ad accogliere la Mita il
presidente del Vespa Club Ostuni mentre ragazze in costume tipico e con i
tamburelli hanno realizzato per i centauri un piccolo spettacolo caratteristico
della zona. Intorno alle 13 l’arrivo ad un’altra fermata storica della Mita,
Villa Castelli. Qui acclamatissimo è stato “l’eroe locale” Vito Ciracì,
centauro che partecipò alle Mita anni ’50 e che ha percorso quest’ultima tappa
con la sua Guzzi Albatros. Ringraziamenti e un arrivederci ai rappresentanti
del Comune e ai tanti amici, poi la ripartenza, l’ultima: dopo sei giorni e
circa 1.800 chilometri, anche la Mita 2019 è arrivata infatti al traguardo di Taranto.
Qui, per ogni mezzo che ha
sfilato, come da tradizione, sul Lungomare Virgilio, sono state grandi
emozioni, abbracci, felicità, ringraziamenti, saluti. Per la carovana su moto
d’epoca e i suoi protagonisti già arrivava un po’ di nostalgia, come sempre
accade al termine di un’avventura coinvolgente e bellissima. Ma per fortuna
anche quest’anno è solo un arrivederci alla prossima edizione: quella del 2020,
la numero 34, che sarà dal 5 al 12 luglio: qualcuno ha già iniziato il conto
alla rovescia.
Isabella Zaffarami- Ufficio Stampa Milano-Taranto