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Internet Explorer 9: domani il via!

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Finalmente novità sul  browser di Microsoft, infatti l’annuncio sul sito web ufficiale della Microsoft definisce il rilascio di Internet Explorer 9 , al prossimo 15 settembre , quindi domani.
Quindi ancora un giorno e potremmo scoprire le caratteristiche del nuovo browser, nel frattempo ci dicono che dobbiamo “prepararci per un web più bello”, ma sarà veramente cosi?

Internet Explorer riuscirà davvero a riaccaparrarsi i tanti utenti che hanno preferito abbandonarlo per passare a browser più completi e veloci come Firefox e Chrome?
Gli addetti della Microsoft sembrano molto ottimisti sul loro nuovo prodotto visto che più sotto si legge “Un web più ricco e coinvolgente sta arrivando”, quindi se davvero sarà cosi non potrà che far felici gli utenti che proprio queste caratteristiche ricercano in un browser.

Fonte: http://www.gekissimo.net/

Tv sul cellulare, mercato in crescita

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Sara’ anche un mercato di nicchia la ‘Mobile Tv’, cioe’ la tv da guardare sul cellulare usando internet,ma puo’ produrre grandi ricavi. Lo afferma la societa’ In-Stat, secondo cui il 2010 e’ l’inizio di una ripresa, in Oriente, India e Cina in testa, ma anche in America Latina.In base agli studi,la domanda di servizi di ‘Mobile Tv’ sara’ trainata dalla regione dell’Asia e del Pacifico, dove gli abbonati raggiungeranno,fra 4 anni, i 95 milioni.Nel 2014 ricavi per 15 miliardi di dollari.

Fonte: http://www.ansa.it/

Istruzione: le nuove regole per accedere all’insegnamento

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Il Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha presentato il 10 settembre 2010 a Palazzo Chigi il nuovo regolamento per l’insegnamento. Il regolamento è frutto del lavoro della Commissione presieduta dal professor Giorgio Israel, a cui è seguita un’azione di primo confronto col mondo della scuola e delle associazioni per l’integrazione scolastica. Obiettivo dei nuovi percorsi:

* garantire una più equilibrata preparazione disciplinare, didattica e pedagogica nel corso delle lauree magistrali;
* svolgimento di un anno di percorso direttamente a contatto con le scuole (Tirocinio Formativo Attivo).

Per insegnare nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria sarà necessaria la laurea quinquennale,a numero programmato con prova di accesso, che consentirà di conseguire l’abilitazione per la scuola primaria e dell’infanzia; sono rafforzate le competenze disciplinari e pedagogiche; è previsto un apposito percorso di laboratorio per la lingua inglese e le nuove tecnologie; viene data maggiore importanza al problema degli alunni con disabilità; si prevede che in tutti i percorsi ci siano per consentire al docente di avere una preparazione di base sui bisogni speciali. In particolare:

* Per insegnare nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria sarà necessaria la laurea quinquennale a numero programmato, con prova di accesso che consentirà di conseguire l’abilitazione per la scuola primaria e dell’infanzia.

* Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado sarà necessaria la laurea magistrale + un anno di Tirocinio Formativo Attivo; è prevista una prova di ingresso alla laurea magistrale a numero programmato basato sulle necessità del sistema nazionale di istruzione, mentre l’anno di Tirocinio Formativo Attivo contempla 475 ore di tirocinio a scuola (con almeno 75 dedicate alla disabilità) sotto la guida di un tutor.

Fonte: Ministero dell’ Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

Sviluppo economico: fondi alle imprese del sud per innovazione e ricerca

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Le imprese operanti in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria che effettuano investimenti in innovazione, ricerca ed energie rinnovabili avranno a disposizione risorse per 500 milioni di euro: lo prevedono tre decreti del Ministero dello Sviluppo economico, in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. I bandi rientrano nel quadro dell’intesa programmatica in atto con le quattro regioni, in attuazione della programmazione europea, e attuano il regime di aiuti previsto dal D.M. 23 luglio 2009. Disciplinano termini, modalità e procedura per la concessione ed erogazione delle agevolazioni, previste in contributo a fondo perduto ed un finanziamento agevolato, in favore di alcune specifiche attività di imprese piccole, medie e grandi.

Tra questi:

* programmi di investimento finalizzati all’industrializzazione dei programmi qualificati di ricerca e sviluppo sperimentale, per un importo stanziato di 100 milioni di euro a valere su fondi PON Ricerca e competitività 2007-2013 (destinate a programmi riferiti a unità produttive ubicate nei territori delle Regioni dell’obiettivo Convergenza – Campania, Calabria, Puglia, Sicilia);

* programmi di investimento finalizzati al perseguimento di specifici obiettivi di innovazione, miglioramento competitivo e tutela ambientale (attività del settore alimentare, attività di fabbricazione di apparecchiature elettriche, attività di produzione di biotecnologie) per un importo stanziato di 100 milioni di euro a valere su fondi PON;

* programmi di investimento riguardanti la produzione di beni strumentali funzionali allo sviluppo di fonti di energia rinnovabili e al risparmio energetico nell’edilizia, per un importo stanziato di 300 milioni di euro su fondi POI “Energie rinnovabili e risparmio energetico” 2007-2013, destinate a programmi riferiti a unità produttive ubicate nei territori dell’obiettivo Convergenza.

A seguito dell’avvio dei decreti nei territori della convergenza, è in corso di valutazione, in sede programmatica, la richiesta di Basilicata e Sardegna di estendere il regime nei rispettivi territori grazie all’utilizzo delle risorse liberate della vecchia programmazione 2000-2006. I programmi di investimento potranno essere presentati telematicamente a partire dal novantesimo giorno successivo alla pubblicazione dei decreti sulla Gazzetta Ufficiale. L’esame delle domande avverrà secondo la procedura valutativa cosiddetta“a sportello” (Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n.123) e rispetterà l’ordine cronologico di presentazione delle istanze. Schema della domanda, descrizione tecnica di ogni bando, attività non ammissibili e altre informazioni sono disponibili sul sito del Ministero.

Fonte: Ministero dello sviluppo economico

Acer a lavoro su un noteboook senza tastiera fisica?

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Acer è a lavoro su un nuovissimo notebook che sarà privo di tastiera fisica e integrerà due schermi tattili. Per il momento si tratta solo di un prototipo che forse sarà realizzato o forse mai vedrà la luce ma di cui si parla già da giorni e che segna, comunque, nuovi progetti di lavoro per l’azienda. Il nuovo dispositivo dovrebbe, dunque, avere due touch-screen presentandosi con un design che ricorda il Toshiba libretto, se non fosse per le dimensioni giacchè il Toshiba è molto più grande.

Secondo le fonti questo Acer dovrebbe essere dotato di un potente processore Intel Core i5 a 2,67 GHz e del sistema operativo è Windows 7. La novità dell’assenza della tastiera fisica si poteva già intuire considerando che tutti gli smartphone più recenti ci hanno abituato a non usare la tastiera fisica ed era piuttosto facile pensare che prima o poi questa modalità d’uso sarebbe sbarcata anche nel mondo dei pc portatili. Le ragioni per passare da una tastiera a un touch-screen capacitivo rimandano tutte al fatto che il secondo schermo si presta a usi diversi, rendendo, dunque, il computer più versatile.

Chi, infatti, potrà avere questo prodotto, potrà giocare con una migliore ergonomia, personalizzando lo schermo inferiore per gestire il gioco al meglio; navigare su Internet con abbastanza spazio a disposizione. Unico neo che potrebbe presentare sono i dubbi che alcuni nutrono circa l’autonomia. Questo notebook consumerà certo più dei suoi concorrenti standard e ciò significa che Acer dovrà impegnarsi molto per ottenere una durata della batteria accettabile. Non ci resta che attendere per vedere se questo notebook vedrà la luce e come funzionerà.

Fonte: http://www.tecnovideoblog.it/

400 milioni di dollari per Windows Phone 7

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Da qui fino all’uscita, prevista prima di Natale, si parlerà molto di Windows Phone 7, probabilmente l’ultima chance per Microsoft di guadagnare il terreno perduto nel mercato degli smartphone. La prima notizia su cui riflettono giornalisti e blogger riguarda il costo previsto per il lancio. Techcrunch riporta i calcoli di Jonathan Goldberg, analista alla Deutsche Bank, che sostiene che Microsoft spenderà non meno di 400 milioni di dollari.
La cifra comprenderebbe le iniziative marketing e pubblicitarie oltre alle fee da versare a sviluppatori e produttori di terminali. Sempre secondo l’analista, che è stato invitato a Redmond proprio per testimoniare il valore dell’investimento di Microsoft su Windows Phone 7, la cifra totale potrebbe raggiungere l’ordine dei miliardi di dollari per il primo anno di sviluppo e di promozione, ripartiti equamente tra le due voci.
In Microsoft non sembrano preoccupati del ritardo accumulato, secondo il senior product manager Greg Sullivan, non è la prima volta che l’azienda di Redmond si trova a dover abbracciare una strategia “a lungo termine” (leggi: non è la prima volta che arriviamo tardi in un mercato) riferendosi evidentemente all’ambito gaming con l’Xbox (al tempo tutti la davano per folle, poi ci si è dovuti ricredere).
In verità Microsoft non entra nel mercato della telefonia come una novizia ma, piuttosto, con un esperienza non proprio delle più esaltanti. Fu tra le prime a crederci ma non ha mai avuto un prodotto valido e così è stata superata da chi poteva garantire pieno controllo sull’accoppiata hardware e software (Nokia con Symbian, Rim con BlackBerry e Apple con iPhone OS).
Accoppiata che Microsoft non può garantire e che potrebbe essere una delle chiavi del successo. Il presupposto è questo: chiedete a un utilizzatore medio di smartphone che sistema operativo preferisce, probabilmente non saprà rispondere, mentre sarà sicuro del brand del terminale, quello che si vede. Per quanto valido possa essere Windows Phone 7, Microsoft deve sforzarsi più degli altri per far emergere il messaggio “Windows Inside” e, visto che i soldi non mancano, mette sul tavolo i 400 milioni di dollari.
Si dirà che l’equazione è la stessa del mercato dei Pc: sistema operativo Microsoft+hardware di un produttore qualsiasi=vittoria. Non è esattamente così. E’ andata bene una volta, in tempi molto lontani e in un mercato pionieristico. Windows non era una scelta, era praticamente l’unico sistema operativo, al punto che si è ottenuto il contrario: (quasi) non importa la marca dell’hardware purché ci sia Windows.
E sono anche cambiati i tempi in cui il produttore di terminali (Htc, Samsung, Lg in primis) si affidava volentieri a Microsoft, più sulla fiducia che per altro, visto che non c’erano valide alternative. Ora che c’è Android, il cui fee non è certo quello richiesto da Microsoft, cosa si dovrà inventare Microsoft per convincere gli stessi produttori a dargli di nuovi fiducia? 400 milioni di dollari per iniziare.
L’unica atout che può mettere in campo la casa di Redmond, insieme a tutto il suo ecosistema di partner di sviluppo e di vendita, è il forte legame con il mercato business: ma Windows Phone 7 è un sistema operativo valido in ambito aziendale e, soprattutto, le aziende sono realmente interessate ad acquistare smartphone a volume, e che ne pensano i carrier in proposito? Staremo a vedere, molto dipenderà dalle applicazioni e dall’integrazione.

..intanto i dipendenti Microsoft fanno il funerale ad iPhone e BlakBerry:
Alcune persone che lavorano per Microsoft. Per celebrare il rilascio ai produttori di Windows Phone 7, hanno organizzato una colorata sfilata nella quale hanno portato per le strade un BlackBerry e un iPhone giganti simbolicamente morti, poi hanno ballato Thriller.
La parata di impiegati in costume includeva zombi, clown, donne in rosa-Marilyn e uomini vestiti da donne.

Non era mai successa una cosa del genere a Redmond: che sia l’inizio di una nuova era del mercato mobile? In ogni caso, complimenti ai dipendenti Microsoft per il coraggio, almeno adesso siamo più curiosi ancora di scoprire le novità di WinPhone 7.

Fonti:

– http://www.lastampa.it/

– http://www.gizmodo.it/

Sequestro Co2: l’Italia si prepara a imbrigliare il gas serra. Pronto lo schema di recepimento della Direttiva europea

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Per risolvere il problema delle emissioni di anidride carbonica, ora si pensa di passare al sequestro geologico di Co2 o Carbon Capture and Sequestration – CCS. Il suggerimento viene direttamente dall’UE che, con una Direttiva, ha imposto, oltre che all’uso delle tradizionali rinnovabili, anche quest’ultima soluzione. È pronto, infatti, lo schema di recepimento della Direttiva stessa, realizzato dal Ministero dello Sviluppo economico tramite Franco Terlizzese, Direttore Generale delle Risorse Minerarie ed Energetiche dello stesso ministero. Ma vediamo di cosa si sta parlando. Il meccanismo di sequestro geologico di Co2 è più o meno semplice: la CO2 viene intercettata e separata dai fumi di scarico delle industrie o delle centrali (processo di cattura). Poi, l’anidride carbonica viene compressa fino alla liquefazione e trasportata da un sistema di tubi al sito del sequestro, dove è pompata nel sottosuolo. A partire dagli 800 metri di profondità le condizioni di pressione la mantengono liquida e viene intrappolata definitivamente. In alcune zoe del mondo è già ampiamente praticato, come, ad esempio, a Weybourn in Canada, dove vengono seppellite circa 5000 tonnellate di Co2 al giorno. Qualche obiezione, però, arriva dal mondo ambientalista che suggerisce prudenza. A studiare il caso è stato Gary Shaffer, climatologo del Niels Bohr Institute e direttore del Danish Center for Earth System Science, ipotizzando una eventuale acidificazione degli oceani da verificarsi nel lungo periodo, ovvero quanto i livelli di Co2 arrivino alla saturazione del suolo. Prima conseguenza: surriscaldamento globale e, quindi, vanificazione del lavoro svolto. Per questo motivo, non tutti i siti posso essere adatti a ricevere le grosse quantità di anidride carbonica: esclusi gli oceani, quelli più adatti sono, a detta dei geologi, acquiferi salini – formazioni sotterrane composte di sale e intrise d’acqua o i depositi di carbone dove il gas serra si legherebbe subito col minerale. Resta comunque una percentuale di rischio anche per questi siti: da non dimenticare, infatti, che il carbonio è una sostanza leggera che cercherà sempre di sfuggire da qualsiasi gabbia. “I pericoli legati al sequestro della CO2 sono reali – mette in guardia Gary Shaffer – e lo sviluppo di questa tecnica non deve essere usata come argomento per continuare a mantenere alto il livello alto di emissioni. Al contrario dovremmo limitare fortemente le emissioni adesso per ridurre la necessità di usare il sequestro della CO2 in modo massiccio, riducendo così gli effetti indesiderati e il fardello a carico delle prossime generazioni”. Tornando al caso italiano, resta fermo il progetto predisposto da un gruppo di tecnici dei Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente e sara’ trasmesso a breve al Ministero delle Politiche Comunitarie per l’emanazione entro il prossimo dicembre.

Basilea 3: più stabilità finanziaria per gli istituti bancari

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Si è raggiunto ieri l’accordo tra i governatori delle Banche centrali per la definizione dei margini di manovra finanziaria degli istituti bancari. Basilea 3, questo il nome dell’accordo, si pone lo scopo di limitare i rischi di investimento e quindi i danni provocati da un’eventuale crisi economica come quella appena realizzatasi. Lo scoppio della bolla finanziaria americana dovuta ai mutui subprime apparentemente vantaggiosi, e l’eccessiva fiducia nella capitolarizzazione rivelatasi, poi, un castello di carta, hanno portato le Banche centrali a definire meglio i parametri entro cui investire il denaro. Il cuore dell’accordo prevede, infatti, prima di tutto la messa in sicurezza del capitale a disposizione: con il “liquidity coverage ratio” si imporrà alle banche di tenere da parte una certa riserva di liquidi per far fronte a tutti i rimborsi in caso di blocco del mercato interbancario per 30 giorni. In pratica, l’istituto bancario deve poter essere in grado di restituire il denaro preso in prestito, evitando di cadere in una crisi di liquidità. Il coefficiente di rating opererà nel valutare i requisiti di una banca, in particolare, misurerà il rapporto tra il patrimonio di vigilanza (fondi su cui una banca può maggiormente contare), rispetto al totale delle sue attività, al fine di determinare l’effettivo grado di rischio dell’eventuale investimento. Più sono alti e numerosi gli investimenti effettuati dalla banca, più dovrà essere alto il patrimonio di vigilanza. In questo modo, la banca guadagnerebbe in sicurezza e stabilità. Per il presidente della Bce- Banca centrale europea, Trichet, “l’incertezza fino ad ora esistente rappresenta uno dei maggiori nemici. L’accordo è un contributo importante per consolidare la crescita globale’. Gli Usa non si sono ancora pronunciati sulla loro intenzione di adottare anch’essi i parametri dell’accordo che entrerà in vigore nel gennaio del 2019, intanto si aspetta novembre per il G20 di Seul durante il quale Basilea 3 dovrebbe essere ratificato.

Parte da Perugia la nuova mobilità urbana per migliorare gli spostamenti e salvaguardare la qualità della vita

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Facile, sicura e pulita: è la nuova mobilità urbana delineata dalla terza conferenza del Progetto europeo ’’Renaissance’’, cofinanziato dall’Unione Europea in corso di svolgimento a Perugia, dove si terrà nel pomeriggio anche la riunione della Commissione Trasporti e Mobilità dell’Anci. Durante i lavori e’ stato presentato un ‘pacchetto’ di 15 misure che dovranno costituire la piattaforma di riferimento per una mobilità sostenibile nei centri urbani. Tra queste misure, riassunte nell’acronimo sigla ESC (Easy, Safe, Clean), spicca la realizzazione di parcheggi e di nodi scambio intermodale; l’utilizzo di una centrale di monitoraggio del traffico e della sicurezza stradale, una nuova organizzazione delle Ztl, il miglioramento della segnaletica e l’impiego di semafori intelligenti; la conversione a metano delle automobili del Comune e la diffusione dei sistemi di Car pooling e Car sharing. Le misure del pacchetto ESC saranno adesso disseminate e diffuse nei Comuni italiani quale riferimento per la nuova mobilità urbana. “Il progetto Civitas Renaissance è un esempio di attenzione verso sistemi di trasporto innovativi, efficienti e puliti nello stesso tempo, nel pieno rispetto della qualità urbana e della salvaguardia dei centri storici”, ha detto il sindaco di Perugia e Presidente della Commissione Trasporti e Mobilità sostenibile dell’Anci, Wladimiro Boccali, aprendo i lavori della Conferenza. Boccali, che ha parlato di una città “protagonista da oltre vent’anni della sfida per una mobilità alternativa ed efficiente”, ha sottolineato come la sfida sia quella di “coniugare modernità, e cioè rapidità e comodità negli spostamenti, con la tutela e la vivibilità dei nostri patrimoni storici urbani”. Il sindaco ha poi insistito sulle “mille difficoltà di un’economia in crisi e di un governo nazionale che ogni giorno conferma il suo disinteresse per ambiente, ricerca e innovazione”. “L’Italia, salvo alcune rare esperienze virtuose, rischia così di essere il fanalino di coda in Europa per le politiche di sostenibilità ambientale”, ha proseguito. “L’attuale manovra economica del governo ha colpito un settore che, per definizione, non ha margini di recupero per assorbire tagli economici della portata del 50% dei finanziamenti. Praticare la riduzione dei servizi di trasporto pubblico e aumentare le tariffe significa andare in controtendenza rispetto al disegno tracciato dalle politiche europee sulla mobilità e sulla lotta all’inquinamento delle città”, ha concluso Boccali. Il Progetto Renaissance ha come obiettivo principale il miglioramento della qualità della vita anche attraverso una mobilità ecosostenibile ma efficiente, capace di coniugare il diritto dei cittadini a spostarsi nelle città con la tutela dell’ ambiente urbano. Il partenariato, coordinato dal Comune di Perugia, vede la partecipazione di Bath (UK), Szczecinek (Polonia), Gorna Orjahovitsa (Bulgaria) e Skopje (Macedonia), tutte città con un importante patrimonio storico-artistico che devono conciliare lo sviluppo economico e turistico con la tutela della qualità dell’ambiente urbano attraverso una mobilità sostenibile.

Nokia pronto con l’E7

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Londra, 14-15 settembre 2010: due giorni di Nokia World, appuntamento annuale per partner e sviluppatori aficionados della casa finlandese in cui si delineeranno strategie e soprattutto prodotti per l’imminente arrembaggio natalizio. Cosa ci possiamo aspettare? Dai rumors che circolano in rete diffusi in primis da Reuters, la presentazione ufficiale dell’E7, smartphone touchscreen che si sviluppa in orizzontale con tastiera full qwerty a scomparsa (slider).

Il terminale ha uno schermo a 4 pollici, fotocamera da 8 megapixel e flash dual-Led e dovrebbe essere disponibile nei negozi per novembre. A questo si aggiunge l’N8, già presentato ad aprile, il primo che monterà Symbian 3 e disponibile probabilmente da fine settembre (fotocamera da 12 megapixel ma processore più lento del Samsung Galaxy S e dell’ultimo iPhone).

È proprio il sistema operativo, ma dell’E7, l’argomento che, al di là delle caratteristiche tecniche hardware, terrà banco da qui a metà settembre. Pare, infatti, che su questo terminale non troveremo il Symbian 3 ma il nuovo MeeGo, primo frutto effettivo della collaborazione tra la casa finlandese e Intel.

La questione software sembra dunque essere sempre più determinante, e non solo per Nokia visto che Rim, per esempio, sta per rilasciare il suo BlackBerry 6, per tentare di tenere il passo. La scelta di Intel come partner, antica quanto inaspettata, porterà dei risultati? Vedremo. Ma ciò che più conta è che MeeGo sia una derivazione di Maemo, piattaforma basata su Linux destinata a gestire una vasta gamma di prodotti, smartphone sì ma soprattutto tablet e netbook.

I concetti fondamentali che stanno alla base di una piattaforma come Maemo sono evidenti: portabilità, openess e leggerezza. Nel primo caso ciò significa economia di scala, nel secondo facilità di sviluppo e nel terzo ottimizzazione delle risorse hardware. In una parola, risparmio. Meglio sviluppare un software che si possa velocemente adattare ai diversi terminali, meglio dare agli sviluppatori strumenti facili, meglio investire in potenza del processore, memoria e schermo.

Per giudicarlo dovremmo vederlo in azione ma, secondo le prime schermate e indiscrezioni, pare si tratti di un sistema operativo risultato di un mix tra iOS 4 di Apple e Palm Pre WebOS con forte accento alla personalizzazione, al multitasking e agli effetti speciali come un non meglio definito (nelle specifiche per sviluppatori) “doppio tap lungo” che vedremo se e come sarà utilizzato.

Dopo risultati finanziari un tantino allarmanti e il calo delle quote di mercato, gli analisti si aspettano molto dal Nokia World 2010. Basterà il concorso organizzato per gli neoacquirenti dell’N8 che potranno ambire ad apparire in un cortometraggio con Pamela Anderson girato esclusivamente con l’N8?