Home Blog Page 3234

Assicurazioni: nuovi oneri e tasse per 234 mln

0

La manovra inciderà duramente sulle imprese di assicurazioni, per la quali le variazioni delle riserve tecniche obbligatorie del ramo vita contribuiranno al 90% nella formazione il reddito. La manovra del Governo si sta traducendo in una vera e propria stangata per le imprese di Assicurazioni: un nuovo emendamento modifica il testo unico delle imposte sui redditi in relazione al reddito delle compagnie assicurative. Prescrive l’emendamento che «la variazione delle riserve tecniche obbligatorie relative al ramo vita concorre a formare il reddito dell’esercizio in misura pari al 90%». In altre parole, solo il 10% di tale somma non concorrerà al calcolo dell’IRES del 27,5%. Con gli emendamenti si introduce inoltre la possibilità di compensare dal 2011 i crediti nei confronti di Regioni, enti locali ed enti del servizio sanitario nazionale con i debiti fiscali iscritti a ruolo. Per lo Stato il provvedimento si traduce in un gettito pari a 234 milioni di euro, volto a finanziare altre attività, tra cui un maggiore sostegno economico alle forze di sicurezza e 50 milioni in più l’anno per Roma capitale. Il Presidente del Senato, Renato Schifani, in occasione dell’Assemblea annuale dell’Ania ha sottolineato l’importanza del settore assicurativo sull’economia delle imprese. Le aziende di assicurazioni – dice Schifani – “coniugando gli interessi di chi opera nel settore con quelli più generali del Paese”, operano per “fluidificare i rapporti giuridici all’interno della società” e rimangono pertanto indispensabili anche nel periodo di rinascita economica.

Alessandro Vinciarelli

Green economy, al via il piano nazionale

0

Forte l’interesse istituzionale sui temi della green economy, ribadito più volte dal viceministro allo Sviluppo economico. Entro luglio partirà un tavolo congiunto per l’attuazione del piano nazionale sull’enegia rinnovabile.La green economy rappresenta un vero obiettivo per associazioni di categoria e imprese innovative. Grazie all’Rinnovabili e Riuso l’Italia riesce a realizzare un fatturato complessivo di 10 miliardi l’anno, occupando circa 300mila addetti. Non solo, perchè l’applicazione delle tecnologie green a qualsiasi realtà aziendale consente risparmio economico grazie all’ottimizzazione delle risorse, emaggiore competitività grazie a nuovi sistemi produttivi. La green economy è dunque un comparto trasversale, che interessa tutti i settori produttivi avvicinandosi sempre più al Made in Italy, come sinonimo di di prodotto di qualità. Questa è, in sintesi, la vision dal viceministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, espressa al convegno sul progetto Promise “La scelta verde. Il consumo sostenibile come stile di vita”. La conferma di un forte interesse istituzionale arriva inoltre dalla Conferenza Unificata, nella quale il presidente dell’Unione delle Comunità e degli Enti Montani, Enrico Borghi, ha confermato la predisposizione di un Tavolo comune tra Governo, Regioni, Anci, Upi e Uncem per l’attuazione del piano nazionale sull’energia rinnovabile, che inizierà i lavori entro luglio.

Alessandro Vinciarelli

Entro 2012 più comunicazione multicanale nelle aziende

0

Secondo Aspect, più della metà delle aziende europee seguirà entro il 2012 il trend della unified communication, aspettandosi un aumento della produttività del personale e un “mobile office”. Aspect, provider di soluzioni e servizi di unified communication e collaboration, ha annunciato i risultati di una ricerca in merito alle attitudini che le aziende hanno nei confronti delle comunicazioni multicanale e all’impatto che la unified communication può avere sul business aziendale. Dalla ricerca emerge come investire in una piattaforma di comunicazione multicanale unificata sia spesso un mezzo per ridurre i costi di viaggio e aumentare la produttività individuale; estenderla ai clienti, migliora ulteriormente la comunicazione multicanale e l’accesso agli esperti aziendali. Tra gli strumenti di comunicazione utilizzati dalle organizzazioni europee si annoverano e-mail, strumenti mobile, voce tradizionale (PSTN/PBX), conferencing, VoIP, instant messaging (IM), document sharing, presence e video. Il 56% intervistate utilizza 6 o più di questi strumenti, tutttavia solo il 17% del campione li ha integrati all’interno di una piattaforma di comunicazione unificata. Il 22% degli intervistati vede l’aumento della produttività del personale come il principale beneficio per investire nelle piattaforme di unified communication (UC). Tra gli altri vantaggi chiave, in grado di influenzare i risultati di business, la riduzione dei costi di viaggio (12%), “mobile office” (13%) e un risparmio di tempo e risorse grazie alla presenza (12%). L’83% del campione è convinto che il valore della UC aumenti se viene estesa anche ai clienti, che la UC renda possibile la comunicazione tra diversi canali (32%), migliori il tasso di risposta grazie alla possibilità di connettersi con gli esperti al di fuori del Contact Center (18%) e che permetta una migliore interazione con gli agenti in sede o fuori sede (17%). Nonostante gli investimenti in piattaforme di comunicazione multicanale unificate siano attualmente bassi, la prospettiva è comunque incoraggiante: il 41% degli intervistati pensa di implementare una piattaforma unificata entro i prossimi 2 anni e se si aggiunge a questo dato il 17% che l’ha già implementata, si ottiene un totale del 58%. Come sottolineato da Mark King, Senior VP Europe di Aspect, occorre però supportare la comunicazione multicanale investendo anche in una piattaforma unificata, pena una produttività non così elevata come potrebbe essere, costi di viaggio più alti del necessario e comunicazioni tra il contact center e gli esperti non ottimizzate.

Tullio Matteo Fanti

Contribuenti.it: 2 yacht su 3 intestati a nullatenenti, +5% nel 2010

0

“Crescono a dismisura i poveri possidenti, +5% nel 2010, che vivono spendendo migliaia di euro per beni di lusso e non dichiarano al fisco quello che guadagnano effettivamente. Il 64% degli yachts che circolano in Italia, sono intestati a nullatenenti, o ad arzilli prestanomi ultraottantenni o a società di comodo, italiane o estere per evadere le tasse”. Lo rileva Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani che con lo Sportello del Contribuente monitora costantemente il fenomeno dell’evasione fiscale nella bella Penisola. E’ questo il dato diffuso oggi a Capri da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, all’apertura del secondo simposio internazionale al quale partecipano i massimi rappresentanti delle associazioni dei contribuenti dei principali paesi europei.
Secondo lo studio di Contribuenti.it, elaborato su dati de Lo Sportello del Contribuente e del Ministero delle Finanze, è emerso che la metà degli italiani dichiara non oltre 15.000 euro annui e circa due terzi non più di 20.000 euro; di contro, solo l’1% che dichiara oltre 100 mila euro e lo 0,2% più di 200mila euro.
Una fotografia che strida con i dati relativi ai consumi dei beni di lusso. La spesa per i cosiddetti “passion investiments” è cresciuta in Italia nel 2009 del 2,4% e nel primo semestre del 2010 del 4,8%. I “ricchi nullatenenti ed i poveri possidenti” hanno continuato a destinare nel 2010 buona parte della propria spesa nell’acquisto di beni di lusso tradizionali come auto di grossa cilindrata, yachts, gioielli e oggetti d’arte, nonostante l’introduzione del nuovo redditometro da parte del fisco.
E’ ora di finirla con modeste misure di contrasto all’evasione fiscale, come il nuovo redditometro – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – È necessaria un’illuminante politica di collaborazione con le associazioni dei contribuenti che operano da tempo sul fronte della Tax Compliance, generando una autentica cultura antievasione. Come è accaduto durante la crisi finanziaria del sistema creditizio, è necessario assegnare ai Prefetti un ruolo nel controllo nella lotta all’evasione fiscale con la costituzione di un osservatorio sulla Tax Compliance presso tutte le Prefetture e la partecipazione di tutti i diretti interessati: i rappresentanti delle società, i rappresentati del fisco e degli intermediari, i rappresentanti dei lavoratori ed i rappresentanti dei contribuenti, con il Prefetto che coordinerà il tavolo. L’osservatorio – conclude Carlomagno – dovrà migliorare i rapporti tra fisco e contribuenti, per evitare che l’evasione dilaghi nel nostro paese”.

Fonte: http://www.contribuenti.it/

Confagricoltura: la rete delle imprese agricole

0

Al via il progetto di Confagricoltura “Dal produttore al consumatore”. L’iniziativa prevede la formazione di una rete di imprese agricole con un portale Internet dedicato a fare da raccordo

Confagricoltura ha varato il suo programma “Dal produttore al consumatore”. L’obiettivo è quello di mettere in rete un gruppo qualificato di imprese agricole, che avvalendosi della tutela di un marchio depositato e di un portale Internet dedicato si impegnino a rispettare un codice di comportamento rigoroso basato su sicurezza alimentare, tipicità, tracciabilità e trasparenza.

La partecipazione è aperta a singoli agricoltori, società cooperative, associazioni e consorzi. Per i consumatori significa poter trovare, sul sito, un prodotto (tramite il motore di ricerca) e quindi sapere chi, dove e come lo produce.

di Lorenzo Gennari
Fonte: Pubblicaamministrazione.net

Fisco, contribuenti.it: il 47% degli affitti di Porto Cervo intestati a nullatenenti

0

“Crescono a dismisura i poveri possidenti. Il 47% dei contratti di locazione delle ville di Porto Cervo, Forte dei Marmi, Capri, Sabaudia, Positano, Ravello, Panarea, Portofino, Taormina e Amalfi sono intestati a nullatenenti o a pensionati con la social card, prestanome di facoltosi imprenditori, per evadere le tasse.” Lo sostiene in una nota Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani che con Lo Sportello del Contribuente rileva costantemente il fenomeno dell’evasione fiscale in Italia, secondo la quale si espande a dismisura il fenomeno dei ”ricchi nullatenenti” e ”poveri possidenti” che vivono spendendo migliaia di euro e non hanno ”nulla da dichiarare” al fisco.
Secondo una stima di Contribuenti.it, divulgata oggi a Capri alla riapertura dei lavori del secondo simposio internazionale al quale partecipano i massimi rappresentanti delle associazioni dei contribuenti dei principali paesi europei dal tema ”Ricchi nullatenenti e poveri possidenti”, oltre la metà degli italiani ha dichiarato nel 2009 meno di 15.000 euro annui e circa due terzi meno di 20.000 euro; di contro, solo l’1% ha dichiarato oltre 100 mila euro e lo 0,2% più di 200mila euro.
Una fotografia che strida con i dati relativi agli affitti delle ville di lusso. La spesa è cresciuta in Italia nel 2009 del 3,7%. I “ricchi nullatenenti” anche quest’anno hanno destineranno buona parte della loro spesa nella locazione di ville esclusive o per i cosiddetti “passion investiments” come auto di grossa cilindrata, yachts, gioielli e oggetti d’arte, nonostante l’introduzione del nuovo redditometro da parte del fisco.
”E’ ora di finirla con modeste misure di contrasto all’evasione fiscale – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – Serve un nuovo organismo di coordinamento e di controllo presso le Prefetture con il compito di verificare l’andamento degli accertamenti fiscali e monitorare la riscossione dei tributi in Italia”.

Fonte: http://www.contribuenti.it/

Errani: continua impegno Regioni su manovra

0

“Anche in una fase difficile come l’attuale, per le Regioni resta fermo il compito istituzionale di ricercare il dialogo per provare a rimettere sul binario giusto una Manovra che inevitabilmente creerà problemi a molti servizi fondamentali per i cittadini”, lo ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani commentando così l’esito dell’incontro odierno con il Governo.
“Fermi restando i saldi, che non abbiamo mai voluto porre in discussione, – ha proseguito Errani – continuiamo a ritenere possibile un riequilibrio dei tagli previsti fra i diversi livelli istituzionali della Repubblica. Abbiamo semplicemente chiesto di rendere la Manovra finanziariamente sostenibile in primo luogo per i servizi ai cittadini e per le Imprese.
Tagliare di circa l’80% i trasferimenti che sono stati la conseguenza della Legge delega Bassanini significa inevitabilmente perdere qualsiasi possibilità di esercitare le competenze assegnate. Ecco perché le Regioni unitariamente hanno chiesto al Ministro dei Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto di iscrivere all’Ordine del Giorno della prossima Conferenza Stato-Regioni il seguente punto: ‘procedure per il trasferimento dalle Regioni allo Stato delle funziono amministrative già conferite ai sensi dei D.L. attuativi della Legge 59/97’. Ho poi convocato la Conferenza delle Regioni per mercoledì 14 luglio proprio per valutare l’esito dell’incontro odierno con il Governo e ho inviato al Presidente del Consiglio una lettera perché siamo pronti ad attivare subito la concordata ‘commissione straordinaria’ per la riqualificazione della spesa pubblica e per la lotta agli sprechi.
Infine – ha concluso Errani – abbiamo ribadito, così come abbiamo fatto ripetutamente in questi giorni, che il federalismo fiscale con questa manovra diventa di difficile realizzazione. Noi chiediamo che tutti i decreti attuativi siano emanati contestualmente per dar vita ad un impianto federale sostenibile e coerente”.

Fondo per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà

0

Dal 5 luglio 2010 le imprese in crisi potranno fare domanda per accedere al Fondo per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà.

Sulla Gazzetta Ufficiale del 25 luglio 2010 è stato infatti pubblicato il decreto del Ministro per lo sviluppo economico del 25 febbraio 2010 che attua la delibera del Cipe del 18 dicembre 2008, n. 110 e fissa i criteri di priorità nella valutazione delle domande in relazione agli indirizzi adottati dal Governo in materia di politica industriale.

Il fondo, istituito dal c.1 art.3 del decreto-legge del 14 maggio 2005, ha una dotazione finanziaria di 35 milioni di euro e, in conformità agli Orientamenti europei sugli aiuti di Stato, riguarda interventi:

– per il salvataggio (consistenti in un sostegno finanziario temporaneo e reversibile, non superiore a 5 milioni, della durata massima di sei mesi, finalizzato a mantenere in attività l’impresa per il tempo necessario ad elaborare un piano di ristrutturazione o di liquidazione)

– per la ristrutturazione, (basati su un piano industriale e finanziario finalizzato a ripristinare la redditività a lungo termine dell’impresa).

In entrambi i casi l’aiuto viene erogato sotto forma di garanzia di natura solidale (ai sensi dell’art. 1944 del codice civile), su finanziamenti bancari contratti dall’impresa.

Fonte: http://lazio-side.it/attualita/news/fondo-per-il-salvataggio-la-ristrutturazione-delle-imprese-in-difficolta.html

Con il concordato la società si salva dal fallimento

0

Fallimento o concordato preventivo. Una nota società campana operante nel settore della produzione della pasta non ha avuto dubbi. Ha chiesto e ottenuto di spalmare il debito verso l’erario, salvaguardando la produzione ed evitando il fallimento. Un esempio di come la collaborazione tra fisco e imprese possa portare a soluzioni soddisfacenti considerando i vari interessi in gioco. La società in questione, a seguito di varie procedure di accertamento – ad opera dell’Ufficio di Casoria – e di riscossione di somme iscritte a ruolo – ad opera di Equitalia – ha chiesto all’Agenzia delle Entrate di essere ammessa alla procedura di concordato preventivo con proposta di transazione fiscale, spalmando i debiti nei confronti dell’erario su più anni ed evitando così di dichiarare bancarotta. La procedura del concordato, approvata dalla Direzione Regionale delle Entrate su proposta dell’Ufficio di Casoria, ha permesso allo Stato di recuperare buona parte delle somme che, in caso di fallimento, sarebbe stato difficile ottenere e, alla società, di evitare il fallimento, continuare nell’attività produttiva e difendere i livelli occupazionali, accedendo anche alla cassa integrazione guadagni (Cig). Entro il 2013, quindi, la società dovrà pagare circa 1,4 milioni di euro in base alla transazione fiscale stabilita dal piano concordatario messo a punto dal curatore fallimentare in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, che ha suddiviso il debito in varie classi: erario, Inps Inail e creditori chirografari. In caso di bancarotta, infatti, la liquidazione dei debiti avrebbe richiesto tempi più lunghi e una minore tempestività e remuneratività, in quanto il credito erariale complessivo sarebbe stato difficilmente recuperabile. Inoltre si è tenuto conto anche degli interessi coinvolti nella gestione della crisi quali, ad esempio, la difesa dell’occupazione, la continuità dell’attività produttiva, i debiti complessivi dell’impresa. “La transazione fiscale – afferma il Direttore Regionale delle Entrate, Enrico Sangermano – è uno strumento efficace, seppur da utilizzare con molta cautela e solo in casi di crisi economica di settori specifici, poiché permette allo Stato di incassare il dovuto senza passare per le procedure fallimentari, incerte e molto lunghe. Questo caso conferma che la collaborazione e il dialogo tra fisco e imprese in difficoltà premia sempre e tutela anche gli aspetti sociali a cui l’Agenzia presta la dovuta attenzione”.

Pubblicità meno cara, più opportunità per le Pmi

0

Le nuove tecnologie hanno ridefinito il mercato della pubblicità, rendendo di conseguenza sempre più accessibili i costi degli spazi pubblicitari all’interno dei media tradizionali. Anche le piccole e medie industrie possono quindi investire con più frequenza su più media, a prezzi più accessibili. Come evidenziato sul Los Angeles Times, il crescente utilizzo degli spazi pubblicitari su Internet ha portato non solo ad un abbassamento dei prezzi per quanto riguarda l’advertising online, ma anche a spazi pubblicitari sempre meno cari all’interno di canali tradizionalmente costosi, quali i network televisivi o i giornali ad alta tiratura. Le Pmi possono quindi contare su offerte particolarmente vantaggiose da parte delle diverse emittenti televisive, spesso rivolte anche alle piccole realtà lavorative locali e su spazi pubblicitari meno costosi anche all’interno dei giornali più importanti, senza comunque dimenticare le offerte promozionali sempre più appetibili provenienti dal mondo online. Una campagna su Facebook basata ad esempio su età, ubicazione e alcune parole chiave può pesare sul bilancio di una piccola azienda solamente per 1 dollaro al giorno. Se si parla poi di social media come strumenti per raggiungere un vasto bacino di potenziali utenti o per conoscere le loro abitudini d’acquisto, i costi possono essere estremamente bassi se non addirittura nulli (a fronte di un costo indiretto in tempo, impegno e strategie di comunicazione). Il basso costo può diventare quindi una importante opportunità: le PMI possono ora aprirsi con maggior curiosità al mondo dell’advertising ed esplorare possibilità che fino al recente passato non erano percorribili. Tv, giornali, ma soprattutto Internet: la rivoluzione digitale ha cambiato gli equilibri su un fronte ben più ampio del solo monitor del pc.

di Tullio Matteo Fanti

Fonte: http://www.pmi.it/marketing/news/7377/pubblicita-nuove-opportunita-per-le-pmi.html