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Operazione modelli studi di settore. Sul web 69 istruzioni in bozza

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Via libera alla versione provvisoria delle regole per la comunicazione dei dati da allegare a Unico 2010

On line le prime bozze delle istruzioni ai modelli di comunicazione dei dati rilevanti ai fini degli studi di settore per il periodo d’imposta 2009.
Riguardano 68 studi, la cui precedente evoluzione risale al 2007, con revisione programmata per l’anno 2010 (provvedimento del 7 ottobre 2009). L’aggiornamento, in agenda per quest’anno, riguarderà in particolare 21 studi per il comparto manifatture, 20 per il settore dei servizi, 6 per le attività professionali e 21 per gli operatori del commercio.

Ai 68 del 2007, si aggiunge lo studio UM09 evoluto nel 2008, che coinvolge i commercianti e gli intermediari della vendita, all’ingrosso e al dettaglio, di autovetture e autoveicoli (leggeri e non), comprese le agenzie di compravendita.
La comunicazione costituisce parte integrante del modello Unico 2010 e deve essere trasmessa in via telematica unitamente alla dichiarazione dei redditi.

Si ricorda che le bozze di tutti i 206 modelli per la comunicazione sono già sul sito dell’Agenzia dal 19 marzo scorso (vedi articolo “Studi di settore: con i 69 “evoluti” on line tutte le bozze dei modelli”).
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/operazione-modelli-studi-di-settore-sul-web-68-istruzioni-bozza

Bandi: bando Unipharma per stage all’estero

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Nell’ambito del programma Leonardo Da Vinci è possibile svolgere tirocini presso centri di ricerca del settore chimico, farmaceutico e biotecnologico. Il bando scade il 31 marzo. Il progetto Unipharma Graduates 6 prevede la selezione di 60 neolaureati di tutte le università italiane statali o non statali legalmente riconosciute, che potranno fruire di un contributo di 4.418,00 euro per svolgere un tirocinio di 24 settimane presso centri di ricerca privati e pubblici tra i quali: Sanofi-Aventis, Pierre Fabre, Unilever, Fraunhofer Institut, Karolinska Institutet, Institut Curie, Babraham Institute, CNRS, INRA, Ecole Normale Supérieure de Lyon. Promossi dalla Fondazione Noopolis e coordinati dalla Sapienza Università di Roma, in collaborazione con gli atenei di Tor Vergata e Roma Tre, i progetti di mobilità Unipharma-Graduates sono realizzati nel quadro del Programma Ue Leonardo da Vinci. Dal 2003 i bandi Unipharma hanno permesso ogni anno a 50 neolaureati italiani di maturare un’esperienza scientifico-professionale fortemente qualificante, che ha portato nella maggioranza dei casi alla prosecuzione di una carriera nella ricerca, in Italia o all’estero.
http://lazio-side.it/attualita/news/bandi-bando-unipharma-per-stage-allestero.html

Gli avvocati a Monza non possono proporre prezzi (modici) al consumatore. E’ questa la riforma delle libere professioni?

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Ci sono avvocati in Italia che tentano di avvicinarsi ai consumatori, adeguando le proprie parcelle al mercato, ma l’ordine forense è intervenuto immediatamente, sanzionandoli.

E’ la vicenda che ha coinvolto AVVOCATI POINT, un pool di professionisti esperti in cause di separazione. Accusati di aver leso dignità e decoro della categoria per aver proposto e pubblicizzato su un quotidiano locale una tariffa vantaggiosa, 612 euro (IVA inclusa) per l’assistenza in cause di separazione consensuale e divorzio, sono stati sospesi per due mesi in primo grado dall’ordine forense di Monza.

Gli avvocati presenteranno ricorso. La vicenda è significativa e dice quanto siano ancora arroccati ad anacronismi e lontani dalla realtà le associazioni di categoria, a due giorni dall’apertura degli Stati Generali delle libere professioni, indetti dal ministro della Giustizia Angelino Alfano.

La denuncia arriva da Altroconsumo che oggi ha segnalato la vicenda con una lettera formale ad Antonio Catricalà, presidente dell’Autorità garante della Concorrenza e del mercato.

Gli elementi contrari alla modernizzazione del settore che Altroconsumo sottolinea in quanto successo e soprattutto nel disegno di legge 1198, in analisi in Parlamento in revisione della riforma Bersani, sono:

* l’ottica della reintroduzione delle tariffe minime, che ingessano e umiliano la concorrenza dell’offerta;
* l’introduzione dell’esclusiva nella conciliazione e nella consulenza;
* l’innalzamento di altre barriere per l’accesso alla professione.

Fonte: http://www.altroconsumo.it/libere-professioni/gli-avvocati-a-monza-non-possono-proporre-prezzi-modici-al-consumatore-e-questa-la-riforma-delle-libere-professioni-s272263.htm

Banca d’Italia: Pil, debito pubblico ed entrate tributarie

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Aspettative su inflazione e crescita

La Banca d’Italia rileva che in tre anni, dal 2008 al 2010, nel nostro Paese si sono persi 6,5 punti di Pil. E in questo inizio anno sale il debito pubblico e diminuiscono le entrate tributarie.
Nello studio dei ricercatori di Bankitalia, dove si analizza ”la trasmissione della crisi all’economia italiana” per il periodo 2008-2010, si riconosce come il mercato creditizio abbia sì contenuto l’impatto della crisi internazionale ma ”l’economia italiana e’ tra quelle che maggiormente hanno risentito della recessione globale”.
Il crollo del 5,1% del Pil del 2009 ha tra le sue cause, oltre quella strettamente legata al contesto internazionale, anche l’incremento del costo del credito e “la rarefazione dei flussi di finanziamento verso le imprese”.
Sul totale di 10 punti di Pil in meno ipotizzati, ben 7,6% sono dovuti a cause esterne mentre i fattori finanziari interni hanno pesato per 0,5 (saliti a 1 nel 2009) e un 1,4% e’ derivato da crisi di sfiducia. Lo studio di bankitalia sostiene che un ruolo positivo nell’attenuare la crisi lo hanno avute le politiche economiche e gli stabilizzatori automatici che hanno stimolato la crescita per 3,5 punti di Pil.
Sale ancora il debito pubblico italiano, che a febbraio ha raggiunto 1.795,066 miliardi di euro, contro i 1,788,134 di gennaio. Lo scrive Bankitalia nel Supplemento al Bollettino statistico dedicato alla finanza pubblica.
Mentre le entrate tributarie diminuiscono nel primo bimestre dell’anno: a gennaio-febbraio del 2010 si sono attestate a quota 53,479 miliardi di euro, in calo rispetto ai 54,892 del primo bimestre del 2009. Nel solo mese di febbraio 2010 le entrate tributarie sono state pari a 24,670 miliardi di euro, in calo del 2,1% rispetto ai 25,217 miliardi di febbraio 2009.
Infine le aspettative su inflazione e crescita economica da parte delle imprese. Si tratta di un’indagine effettuata dal 3 al 20 marzo 2010, periodo nel quale si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale “Banca d’Italia – Il Sole 24 Ore”.
Nel complesso l’indagine conferma per il primo trimestre del 2010 il ridimensionamento delle valutazioni positive sull’attuale quadro congiunturale, già rilevato in dicembre a interruzione del parziale recupero nei mesi estivi. Rispetto all’inizio del 2009, è aumentata la quota di imprese che riportano un peggioramento delle condizioni economiche generali; tenendo conto di quelle che hanno invece espresso valutazioni di miglioramento, “il saldo delle opinioni è tornato in territorio negativo per la prima volta dalla scorsa estate (–4,1 punti percentuali da 3,1). Il quadro appare meno favorevole anche per le aspettative sull’evoluzione della situazione economica generale: la percentuale di aziende che esclude la possibilità di un miglioramento per il prossimo trimestre è salita al 33,3 per cento”. Attese cautamente più positive provengono dalle imprese medie e grandi, da quelle localizzate nel Nord Ovest e da quelle che realizzano all’estero più di un terzo del proprio fatturato.
Dopo il recupero nel corso del secondo semestre del 2009, torna negativo il saldo tra il numero di imprese che valutano migliorate nei primi mesi di quest’anno le condizioni per l’investimento e quelle che le considerano peggiorate.
Nel meridione, la quota di imprese che dichiara un peggioramento delle condizioni permane circa doppia rispetto alla media nazionale. Dato tendenziale confermato anche dall’Isae nel suo rapporto trimestrale 2010 “Congiuntura Mezzogiorno”.
Ma c’è anche un primo segno positivo. L’Istat rileva che nel primo trimestre 2010 c’è un aumento della produzione dell’1,9% rispetto al precedente e registrerebbe un’accelerazione nel secondo trimestre: +3,8%. Così l’Isae (Istituto di Studi e Analisi Economica) commenta questi dati Istat prevedendo una prosecuzione delle tendenze positive della produzione industriale anche nei prossimi mesi.
A febbraio la produzione industriale ha registrato una variazione positiva del 2,7% rispetto allo stesso mese dello scorso anno e nulla rispetto a gennaio. E’ il primo rialzo tendenziale dall’inizio del 2008.
Fonte: http://www.regioni.it/newsletter/newsletter.asp?newsletter_data=2010-04-13&newsletter_numero=1554#art1

Isae: congiuntura Mezzogiorno

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Rapporto trimestrale

Congiuntura Mezzogiorno. E’ il titolo del rapporto economico trimestrale 2010 dell’Isae che registra dei primi segnali di ripresa ma non al Sud. Nel Mezzogiorno non migliora il clima economico ma, anzi, peggiora.
Ad esempio nel settore dei servizi – evidenziano l’Istituto di Studi e Analisi Economica, l’Osservatorio regionale Banche-Imprese di economia e finanza e il centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno – la fiducia crolla di quasi dieci punti al Sud (da -0,7 a -10,6), mostrando invece consistenti segni di ripresa sia al Nord (da -7 a +6,2 nel Nord Ovest e da -0,3 a 1,2 nel Nord Est) sia al Centro (da -7,2 a -0,9).
”In Italia, la ripresa del clima economico – rileva sempre l’Isae – non e’ diffusa in modo omogeneo sul territorio: l’indice mostra consistenti segni di recupero nel Nord Ovest (da 94,2 a 99,8), Nord Est (da 88,9 a 93,6) e al Centro (da 86,6 a 91,7); nel Mezzogiorno, invece, l’indicatore scende bruscamente passando da 86,6 a 77,9 e riportandosi in prossimita’ dei valori del secondo trimestre dello scorso anno. A determinare tali differenze contribuisce soprattutto il diverso andamento del settore dei servizi”.
Per i servizi il calo registrato dal clima economico nel Mezzogiorno si diffonde omogeneamente a livello regionale. Quanto al settore manifatturiero, il recupero registrato nella media della ripartizione (da 80,9 a 84,1 l’indice di fiducia) rispecchia invece un andamento a ‘macchia di leopardo’ sul territorio: la fiducia aumenta, infatti, in Puglia e in Campania e, in misura minore, in Abruzzo e Calabria; e’ sostanzialmente stabile in Sicilia e cala invece in Basilicata, Sardegna e Molise.
Anche nelle costruzioni, la sostanziale stabilita’ del clima di fiducia a livello di macro-ripartizione riflette andamenti differenziati su base regionale, con recuperi in Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna controbilanciati da bruschi cali nelle altre regioni.
Infine la fiducia dei consumatori (crollata 113,5 a 108,3 nella media del Mezzogiorno) sale in Abruzzo, Molise e, in misura minore, in Sardegna, e scende invece bruscamente nelle altre regioni, con punte negative in Puglia e Basilicata.

– http://www.isae.it/bpg/default.asp

Fermi amministrativi illeciti della Gerit, la denuncia dell’Italia dei Diritti

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Emiliano Varanini, viceresponsabile Tutela dei Consumatori del movimento: “I cittadini ingiustamente vessati devono agire per far valere il loro diritto al rimborso contro provvedimenti che sono palesemente illegali”

“La Gerit, come reso noto dal recente orientamento della Cassazione che ha confermato l’atteggiamento persecutorio tenuto ai danni dei cittadini, ha avuto un comportamento del tutto arbitrario, illegittimo e illegale, e come tale passibile di sanzione”. Così il Dipartimento Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti ha deciso di portare all’attenzione dei mass media la vicenda che ha visto contrapposti molti automobilisti capitolini alla Gerit, agente di riscossione a capitale pubblico delle multe stradali nelle province di Roma, Frosinone, Grosseto, L’Aquila, Latina, Livorno, Rieti, Siena e Viterbo. L’azienda avrebbe avviato una serie di costituzioni di ipoteche su beni immobili per cifre non corrisposte e derivanti da infrazioni del codice della strada. Secondo la giurisprudenza, tali provvedimenti non sarebbero possibili in casi del genere, bensì solo in situazioni in cui si configurino violazioni di leggi tributarie. “Come è noto – ha commentato Emiliano Varanini, esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – negli ultimi due mesi molti romani sono sfilati negli uffici della società a seguito di una convocazione ufficiale per stipulare un pagamento definito ‘agevolato’ e neanche in quel caso le somme sono state ridotte. Neppure il comune di Roma, nella recente delibera del dicembre 2009, ha fatto menzione della nullità e non debenza del denaro da corrispondere. Credo che, come è accaduto per l’Iva sulla Tarsu, ci siano gli estremi per richiedere un rimborso”.

Occhio all’incarico al difensore. Appello a rischio inammissibilità

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“Ogni e più ampia facoltà di legge” non è formula sufficiente a estendere la rappresentanza oltre il primo grado
In applicazione dell’articolo 83 cpc, è inammissibile l’atto di appello sottoscritto dal difensore, qualora la procura speciale, rilasciata dal contribuente allo stesso per il giudizio in Ctp, non contenga alcun elemento o indizio che consenta di ritenere che i poteri conferiti senza limitazioni si estendano anche al successivo grado di giudizio.
Questo, in sintesi, il principio di diritto desumibile dalla sentenza della Cassazione n. 6469, depositata lo scorso 17 marzo.

La vicenda
La controversia trae origine dal ricorso presentato avverso un provvedimento di diniego di rimborso, relativo all’Irap versata dal contribuente nel periodo intercorrente tra il 1998 e il 2001.
La Commissione tributaria provinciale di Mantova respingeva il ricorso.
Successivamente, la Commissione tributaria regionale della Lombardia, ribaltando l’esito del primo grado, accoglieva l’appello del contribuente.

Contro tale decisione, l’Agenzia delle Entrate proponeva ricorso per Cassazione, denunciando, col motivo principale di impugnazione, la violazione dell’articolo 83 del codice di procedura civile, per avere la Ctr, respinto l’eccezione di inammissibilità dell’appello sollevata dalla difesa erariale in sede di gravame. In particolare, con riferimento alla procura rilasciata dal contribuente al difensore per il ricorso di primo grado, si eccepiva l’assenza di qualsiasi elemento che potesse estenderla anche al giudizio d’appello.

La pronuncia della Cassazione
La Suprema corte, accogliendo il principale motivo di ricorso, ha cassato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha dichiarato inammissibile l’appello proposto avverso la sentenza della Ctp.

Per i giudici di legittimità, in virtù dell’articolo 83 cpc, la procura speciale si presume conferita per un determinato grado del processo, quando nell’atto non è espressa volontà diversa.
Non è, però, necessario che la volontà della parte conferente di estendere la delega oltre il primo grado del giudizio debba essere specificamente espressa con la procura, ma essa “può essere desunta da qualsiasi elemento ricavabile dal contenuto complessivo dell’atto…”.

Nel caso all’esame della Cassazione, va in ogni caso esclusa la validità della procura posta a margine del ricorso di primo grado che conferisce al difensore “ogni e più ampia facoltà di legge”, in quanto essa non contiene alcun elemento o indizio che possa fare ritenere un conferimento di poteri anche ai gradi del processo successivi al primo.

Osservazioni
La sentenza conferma l’orientamento quasi unanime della Cassazione (conforme, sentenze 21436/2009, 20520/2006, 15025/2002, 3537/2002; contra 13089/2000), per il quale, in virtù del richiamo operato dall’articolo 1, comma 2, del Dpr 546/1992, risulta applicabile al processo tributario la norma contenuta nell’articolo 83 cpc.
Ciò comporta che, ai sensi del comma 3 del predetto articolo, ogniqualvolta il conferente non esprima esplicitamente nella procura speciale la volontà di estendere il potere di rappresentanza ai successivi gradi del processo, la procura dovrà intendersi inevitabilmente conferita per un solo grado di giudizio.

Va puntualizzato che, per superare la presunzione di conferimento per il singolo grado di giudizio, la volontà contraria potrà essere manifestata con delle espressioni che, pur essendo generiche, siano idonee a far intendere la riconducibilità delle stesse alle successive fasi del giudizio.
Dal punto di vista pratico, secondo la Cassazione, può bastare l’utilizzo di formule quali “per il presente giudizio” (o in alternativa l’utilizzo di altri sinonimi quali “processo”, “procedimento”, “procedura” “causa”, “controversia” o “lite”) che, in ogni caso, dovranno essere prive di specifiche e ulteriori espressioni delimitative.

In nessun caso, per vincere la presunzione di cui all’articolo 83 cpc, potrà bastare il mero conferimento della rappresentanza processuale senza alcuna indicazione (ad esempio, con l’utilizzo dell’espressione “ogni e più ampia facoltà di legge”, come nel caso in esame).
Stefano Scorcia

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/giurisprudenza/articolo/occhio-allincarico-al-difensore-appello-a-rischio-inammissibilita

“Premio amico della famiglia 2009”, bando di partecipazione in Gazzetta

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Il dipartimento per le Politiche della famiglia a favore di progetti sociali. Entro il 24 maggio le domande
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 9 aprile il bando di partecipazione al concorso “Premio amico della famiglia 2009” rivolto a enti locali, imprese e associazioni e altri soggetti pubblici e privati, per sviluppare diffondere e valorizzare iniziative di particolare valore in tema di politiche familiari.
Il premio consiste in una targa recante l’indicazione del conferimento del titolo di “Amico della famiglia” con facoltà di fare riferimento ad esso nel proprio logo o marchio aziendale e in una somma di denaro. Quest’anno i primi classificati riceveranno 120mila euro, i secondi 100mila euro i terzi 80mila euro. Altri premi di 30mila euro saranno attribuiti a quei progetti giudicati meritevoli di menzione speciale.
Le domande di partecipazione dovranno essere inviate entro il 24 maggio 2010.
Le iniziative premiate
Istituito con decreto del sottosegretario alle Politiche per la famiglia del 14 dicembre 2009, il premio è assegnato a:
– enti locali con popolazione fino a 15mila abitanti
– enti locali con popolazione superiore ai 15mila abitanti
– imprese
– altri soggetti pubblici e privati.
Ciascuna categoria partecipa con un singolo progetto, che può riguardare, ad esempio, iniziative di adattamento degli spazi pubblici e dei luoghi di lavoro (spazi esterni o interni nelle aree sanitarie da dedicare ai bambini, servizio di baby sitting, scuola-bus, centri estivi, eccetera), iniziative di tipo culturale (come attività di informazione per le famiglie su temi educativi e relazionali o per la preparazione al matrimonio) o iniziative imprenditoriali che dimostrino una particolare attenzione ai servizi o prodotti per la famiglia (riferibili, ad esempio, a tariffe o prezzi di beni e servizi, all’accoglienza turistica, eccetera).
Un’apposita commissione valuterà le iniziative separatamente, per ciascuna categoria.
I meritevoli del 2008
“Il premio amico della Famiglia 2008” per la sezione “imprese” è stato vinto dalla cooperativa di solidarietà sociale Irene 95 di Napoli, con un centro per le famiglie; dalla cooperativa sociale Madre Teresa di Reggio Emilia, che sostiene donne in gravidanza in difficoltà e da Agrisocialcoop che lavora con i disabili nel settore agricolo.Per la categoria “altri soggetti pubblici e privati”, invece, il primo posto è andato alla associazione Il ponte, centro di solidarietà di don Egidio; è stata premiata inoltre la onlus Peter Pan di Roma per il progetto di una casa accoglienza e, infine, l’Anfass di Lanciano, per la costruzione di una struttura polifunzionale a favore dei disabili.
Patrizia De Juliis

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/premio-amico-della-famiglia-2009-bando-di-partecipazione-gazzetta

Dal Forum Ue sul transfer pricing una guida ai servizi intercompany

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Nel documento attenzione puntata su tutte quelle particolari tipologie di servizi che non generano valore aggiunto
I servizi intercompany possono variare notevolmente nell’ambito dei gruppi multinazionali: tuttavia, l’European Joint Transfer Pricing Forum (JTPF), nel documento intitolato “Guidelines on low value adding intra-group services” (consultabile al sito), ha posto la sua attenzione sul trattamento di quei servizi che nella pratica possono essere considerati come “the glue that holds the corporale structure together to support its main functions” o “of an administrative nature, auxiliary to the business of the recipient”. In sostanza, trattasi di quei servizi che hanno natura routinaria ovvero non generano valore aggiunto per i soggetti coinvolti. A questo proposito occorre rilevare che il concetto di valore aggiunto deve essere interpretato in relazione alla natura dei servizi resi, al fornitore e al beneficiario.
La tipologia dei servizi
I servizi previsti sono i seguenti: information technology, human resources; marketing services; legal services; accounting and administration services; technical services; quality control; other services. Secondo il Jtpf per questa tipologia di servizi è prevista l’applicazione di un mark-up (cioè la differenza tra il costo di un bene o servizio e il suo prezzo di vendita) contenuto, compreso in un range del 3-10% ma solitamente vicino a una percentuale del 5%. L’individuazione di tali valori non consente di escludere a priori l’applicazione di percentuali più elevate qualora queste siano giustificate dal caso di specie.
La documentazione da predisporre
In ogni caso il contribuente è tenuto a predisporre la documentazione a supporto dei servizi resi/ricevuti in coerenza con i principi espressi dall’Ocse nelle Transfer Pricing Guidelines (cfr. capitolo V) in tema di documentazione relativa ai prezzi di trasferimento. Un adeguato set documentale dovrebbe includere le seguenti informazioni:
service agreements;
una riconciliazione della transfer pricing policy adottata con i servizi resi a livello centralizzato;
descrizione dei servizi resi e delle società beneficiarie;
dettagli dei benefici o dei benefici attesi dalle società recipient. A tale riguardo per alcune tipologie di servizi occorre considerare che il beneficio è self-evident; in altre circostanze occorre considerare che non tutti i servizi si traducono in un vantaggio immediato per il beneficiario;
descrizione della struttura attraverso la quale i servizi sono resi: è questo il caso in cui i servizi sono resi della capogruppo o da altre società del gruppo o ancora da un centro servizi;
descrizione delle modalità di determinazione della remunerazione (ovvero descrizione della metodologia applicata) at arm’s length;
modalità di determinazione del cost pool;
descrizione delle allocation keys utilizzate (nel caso in cui si sia fatto ricorso a modalità di imputazione indiretta);
verifica del rispetto dell’arm’s length principle in relazione al mark-up applicato o in alternativa giustificazione sulla mancata applicazione del plus;
modalità di fatturazione, termini di pagamento, aggiustamenti derivanti dal confronto tra consuntivo e budget;
modalità di prestazione dei servizi in presenza di operazioni straordinarie (M&A);
trattamento dei servizi “on call”.
In questo modo l’Amministrazione finanziaria dovrebbe essere in grado di verificare il criterio di determinazione del compenso pattuito per i servizi contenuti nel service agreement, il vantaggio ottenuto dalla società beneficiaria del servizio, la congruità del corrispettivo e l’effettività dei servizi.
Diletta Fuxa
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/dal-mondo/articolo/dal-forum-ue-sul-transfer-pricing-una-guida-ai-servizi-intercompany

Entrate: accordo per Irap e addizionale Irpef

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Le Entrate del Veneto rinnovano il protocollo d’intesa per la gestione congiunta dei tributi
E’ stata rinnovata la convenzione tra l’Agenzia delle Entrate e la Regione Veneto per la gestione dell’Irap e dell’Addizionale regionale all’Irpef. L’intesa prevede che l’Agenzia delle Entrate curerà, per conto della Regione, l’assistenza e l’informazione al contribuente per gli adempimenti necessari alla dichiarazione ed al pagamento delle due imposte.
Le Entrate gestiranno le attività di liquidazione, accertamento, riscossione spontanea e coattiva e le controversie davanti agli organi giurisdizionali.
Inoltre l’Agenzia in base all’accordo si occuperà dei rimborsi delle imposte indebitamente versate dai contribuenti nonché della gestione delle attività di interpello e consulenza giuridica.
I funzionari della Regione Veneto parteciperanno a corsi di formazione sulle due imposte organizzati dall’Agenzia delle Entrate per i propri dipendenti.
Si ricorda che i proventi derivanti dal controllo fiscale in materia di IRAP sono riversati direttamente nelle casse della Regione.
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/dalle-regioni/veneto/articolo/entrate-accordo-irap-e-addizionale-irpef