Home Blog Page 3385

Disponibile on line l’edizione 2010 dell’Annuario del Contribuente

0

Anche quest’anno come avviene ormai dal 2002 l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti una pubblicazione utile e di facile lettura, da tenere sempre a portata di mano in caso di dubbi sugli adempimenti fiscali. Numerose e preziose sono le informazioni fiscali contenute dell’Annuario che spiegano, con parole semplici e con l’aiuto di esempi pratici, una normativa che, per i non addetti ai lavori, può risultare piuttosto complessa. Gli argomenti trattati sono quelli di comune interesse e di maggiore utilità: i modelli da utilizzare per presentare la dichiarazione dei redditi, il codice fiscale, la Tessera sanitaria, l’avvio di un’attività, i regimi fiscali agevolati, il versamento delle imposte, i rimborsi, le comunicazioni di irregolarità e le cartelle di pagamento, i servizi telematici dell’Agenzia. E ancora, le agevolazioni “prima casa”, la registrazione di un contratto di locazione, il ravvedimento operoso e il contenzioso fiscale. L’edizione 2010 dell’Annuario del Contribuente oltre ad essere scaricabile gratuitamente dalla sezione “Guide fiscali” del sito dell’Agenzia, sarà distribuita nei prossimi giorni anche presso gli uffici presenti su tutto il territorio nazionale.

La crisi continua, sempre più numerose le vertenze

0

Continua il monitoraggio costante sulle vertenze e sulle crisi aziendali sul sito della CGIL (www.cgil.it, il portale del lavoro). La crisi, come da tempo sostiene la Confederazione, non è finita e al contrario adesso presenta per l’occupazione il conto più salato. In questi giorni il portale della CGIL garantisce una copertura alle principali vertenze: dalla vicenda Agile/Eutelia alla Vinyls, dalla Tirrenia a Telecom e alla Indesit per arrivare alla vicenda simbolo dei pesanti effetti della crisi, e delle speculazioni che su questa si fanno: la Fiat e la vertenza sullo stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco. E se la reazione del sindacato, CGIL in testa, è dura con scioperi, manifestazioni, proteste a Roma e in giro per il paese; dal governo e dalle istituzioni le risposte sono spesso vaghe e poco efficaci mentre è scarso il contributo delle imprese nel salvare le unità produttive e l’occupazione.

Contratti: FILCTEM, siglata ipotesi di accordo rinnovo settore calzaturiero

0

Siglata a Milano unitariamente l’ipotesi di accordo tra ANCI, l’Associazione nazionale dei calzaturieri associata a Confindustria, e i sindacati del settore FILCTEM CGIL, FEMCA CISL, UILTA UIL per il rinnovo del contratto del settore calzaturiero che riguarda più di 85mila addetti, impiegati in oltre 6.000 imprese del settore, maggiormente ubicate nei distretti industriali delle Marche, della Toscana, della Riviera del Brenta, con alcune “firme” significative del calibro di ‘Geox’, ‘Tods’, ecc. L’intesa sottoscritta prevede un aumento medio complessivo di 102 euro (3° livello super). I sindacati si augurano un risultato analogo anche il prossimo 24 giugno quando si incontreranno con Aimpes-Confindustria,
l’Associazione nazionale dei pellettieri, per il rinnovo del contratto che riguarda circa 35mila lavoratori.

Unico 2010: disposta la proroga dei versamenti per chi è soggetto agli studi di settore

0

I contribuenti soggetti agli studi di settore hanno tempo fino al 6 luglio per effettuare i versamenti delle imposte derivanti da Unico 2010 senza maggiorazione. Gli stessi contribuenti potranno effettuare i versamenti dal 7 luglio al 5 agosto pagando una maggiorazione a titolo di interesse pari allo 0,40 %.

Energia: CGIL, sulle rinnovabili il pasticcio del governo

0

L’11 giugno il Governo, in base ad una direttiva europea, ha prodotto il Piano di Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili. Entro il 2020 l’Italia dovrà coprire il 17% dei consumi finali di energia mediante fonti rinnovabili. Questo obiettivo, accanto alla riduzione del 20% dei consumi di energia al 2020 sul livello tendenziale e ad una uguale riduzione di emissione di CO2 sul livello raggiunto nel 2005, dovranno essere tradotti in definiti piani nazionali e trasposti, entro 18 mesi, nelle legislazioni ordinarie nazionali. L’obiettivo del 17% è raggiungibile se il Governo ponesse in atto corrette politiche di sviluppo che prevedano la semplificazione delle norme di autorizzazione e regole certe per gli investimenti. Ma ad oggi il Governo non ha ancora adottato le Linee Guida per l’approvazione dei progetti delle rinnovabili con conseguente caos a livello regionale ed è ancora incerto il futuro per il solare fotovoltaico e per il solare termico. Come se non bastasse, il Governo ha dato il colpo di grazia per lo sviluppo delle rinnovabili in Italia.

UE: vantaggi per le imprese con il marchio CE

0

di Alessandra Gualtieri

“Il marchio CE vi apre il mercato europeo!”: è il nuovo slogan promosso dalla Commissione europea per incentivare l’utilizzo da parte delle aziende comunitarie del marchio, strumento privilegiato per accedere ai mercati esteri in quanto garanzia di qualità e conformità. Applicare il marchio CE sui propri prodotti, infatti, vuol dire mostrarsi un’azienda attenta e in regola con tutti gli obblighi di legge per la sicurezza e la conformità, tanto legislativa che ambientale.

Non solo: il marchi è quasi sempre un obbligo la cui disattenzione comporta sanzioni con ripercussioni giuridiche ed economiche. Ciò non toglie che la campagna UE è rivolta anche a chi non h vincoli in questo senso.

Il marchio, infatti, si applica a numerose categorie di prodotto (apparecchi elettrici, giocattoli, macchine, dispositivi di protezione personale…) ma non tutti i prodotti venduti nella UE devono obbligatoriamente recare il marchio CE. Tuttavia, costituisce un segno di qualità perchè garantisce che il prodotto è stato verificato prima di essere immesso sul mercato.

* Il produttore deve eseguire la valutazione di conformità, redigere la scheda tecnica, rilasciare la dichiarazione CE di conformità e applicare il marchio CE sul prodotto.
* Il distributore deve verificare la presenza del marchio CE e della relativa documentazione.
* L’importatore da un paese terzo deve accertare che il fabbricante extra-UE abbia eseguito i controlli e sia pronto a mostrarne su richiesta la documentazione.

Il vicepresidente Antonio Tajani, commissario responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria, ha affermato: «La nostra campagna intende promuovere una migliore consapevolezza delle implicazioni del marchio e delle sue finalità», ha spiegato Antonio Tajani, commissario responsabile Industria e Imprenditoria. «La fiducia del pubblico, però, è in funzione dell’affidabilità del sistema su cui si basa il marchio CE. Soltanto così esso potrà rassicurare i consumatori a vantaggio anche dei produttori e dei distributori».

Con il pacchetto di misure sul mercato interno dei beni, si è consolidato il ruolo del marchio CE (MEMO/10/257) implicando anche un giro di vite sui casi di contraffazione e abuso, con sanzioni amministrative e penali.

Al di là degli obblighi, quali sono i vantaggi principali per le aziende? Oltre alla buona reputation, il marchio CE consente l’accesso al mercato unico senza dover acquisire specifiche approvazioni dalle autorità nazionali (meno burocrazia vuol dire anche minori costi e oneri di certificazione per la conformità).

Fonte: http://www.pmi.it/lavoro-e-imprenditoria/news/7266/ue-imprese-e-marchio-ce.html

L’occupazione passa per le piccole imprese

0

La crisi economica iniziata nel 2008 ha bloccato uno sviluppo estremamente positivo di cui le piccole e medie imprese (PMI) erano protagoniste. Tra il 2002 e il 2008 le PMI hanno creato 9,4 milioni di posti di lavoro, superando sotto questo aspetto le grandi aziende. La crisi ha invece comportato, nel periodo 2009 e 2010, una perdita stimata di 3,25 milioni di posti di lavoro, come indicato nella relazione annuale sulle PMI pubblicata oggi. La relazione presenta la situazione in tutti gli Stati membri dell’UE, più altri 10 paesi, e conclude che sebbene gli Stati membri abbiano avviato diverse importanti azioni politiche, occorre un ulteriore e maggiore impegno per attuare pienamente gli orientamenti delineati nello Small Business Act (SBA). Se si considera che danno lavoro a quasi 90 milioni di cittadini, i 20,7 milioni di PMI europee continuano a d essere la spina dorsale dell’economia dell’UE. Per promuovere il loro ruolo di volano dell’occupazione nell’UE sarà essenziale una celere attuazione delle azioni previste dallo Small Business Act (SBA). Si tratta dell’iniziativa politica di punta dell’UE in materia di PMI che prevede interventi ad opera della Commissione come anche degli Stati membri in 10 diversi ambiti politici (si rinvia al grafico più sotto). Le principali conclusioni cui giunge la rassegna dei risultati delle PMI sono: nel 2002-2008 le PMI hanno superato le grandi aziende per quanto concerne la creazione di posti di lavoro: in media, tra il 2002 e il 2008, il numero di posti di lavoro nelle PMI è aumentato dell’1,9% all’anno, mentre nelle grandi imprese esso è aumentato soltanto dello 0,8% annualmente. La crisi ha penalizzato innanzitutto le grandi e medie imprese, ma adesso sono le piccole imprese ad essere maggiormente colpite: … dell 9;UE-27 per il 2009 indicano un declino del 5,5%. Nel 2009 il calo ha interessato essenzialmente le grandi e medie imprese, e in misura minore, le micro e piccole imprese, quest’ultime però dovrebbero essere maggiormente colpite nel 2010 e negli anni successivi via via che le misure di sostegno iniziali vengono progressivamente ritirate. Anche negli Stati Uniti le PMI sono state duramente colpite: si stima che il numero di imprese sia calato dello 0,6% nel 2008 e del 2,2% nel 2009. Gli Stati membri si sono attivati per attuare misure a sostegno delle PMI: per quanto concerne gli sviluppi politici, le schede SBA rivelano che nel 2007-2009 sono state attuate più di 500 misure politiche relative all’uno o all’altro dei 10 principi SBA. Soltanto una minoranza di 9 Stati membri è risultata attiva sull’intera gamma dei 10 principi SBA.

Crisi: mobilitazioni in tutta Europa

0

Un’ondata di scioperi, proteste e manifestazioni, la più consistente degli ultimi decenni, si è sviluppata in tutta Europa. I lavoratori sono scesi in piazza contestando le misure adottate dai vari governi per fronteggiare la crisi – in tutti i paesi del vecchio continente dal nord al Sud – una serie di manovre economiche e finanziarie che complessivamente costeranno 750 miliardi di euro. Alle già tante iniziative, che si sono svolte e che sono già in programma nei prossimi giorni, la stessa CES, sulla base delle recenti decisioni del suo comitato esecutivo, sta
organizzando una risposta collettiva alle scelte dell’Unione europea e degli Stati membri, che culminerà in una grande manifestazione a Bruxelles il 29 settembre prossimo, in coincidenza con il Consiglio europeo degli affari economici e finanziari. La CES sosterrà anche la giornata mondiale per il lavoro dignitoso indetta dalla CSI per il 7 ottobre 2010.

Manovra: medici in piazza, no tagli alla sanità

0

Uno striscione di circa 15 metri, con su scritto ‘No ai tagli alla sanità’ per protestare contro la manovra economica 2011-2012 messa in piedi dal governo. Si sono ritrovati a Roma in Piazza Navona, i medici, rigorosamente in camicie bianco, i veterinari e i dirigenti amministrativi del Servizio sanitario nazionale per un sit-in di protesta contro le misure contenute nella manovra economica. “Il problema non riguarda solo il blocco del turnover o il licenziamento di molti precari – spiega la FP CGIL Medici – ma anche il taglio di 10 miliardi a danno delle Regioni che di fatto inciderà sull’erogazione di una serie di servizi di assistenza sociale”. Tra i servizi a rischio ci potrebbero essere quelli relativi alla non autosufficienza, all’assistenza domiciliare e alla salute mentale. Guarda la galleria fotografica.

Fiat: Epifani, ci ripensi, fabbrica non è caserma

0

“Marchionne ci ripensi: non contrapponga lavoro a diritti. Pomigliano non può diventare una fabbrica-caserma. E il ‘piano B’ sarebbe anche una sua sconfitta”. E’ quanto afferma il segretario generale della CGIL, Guglielmo Epifani, in una intervista a ‘La Repubblica’ in cui assicura, che se cadono i limiti a scioperi e malattia il sindacato è pronto a firmare. Spiega Epifani: “C’è un capitolo del documento della Fiat che apre problemi molto gravi. Riguarda la malattia e lo sciopero. Abbiamo consultato insigni giuristi e ci dicono che, senza chiarimenti e
correzioni, quelle clausole appaiono illegittime o addirittura incostituzionali. Mi domando: si può sottoscrivere un accordo con questi profili di illegittimità? Questo è il punto. Conviene alla Fiat che chiede certezze uno scenario di questo tipo?”. Secondo il leader della CGIL “le nostre preoccupazioni sono molto fondate: al primo ricorso quel piano non regge”. Leggi anche la nota della Segreteria Nazionale.