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Diversa “estrazione” del bilancio, stesso metodo di calcolo dell’Irap

La norma che disciplina le modalità di calcolo dell’imponibile prescinde dal principio contabile adottato

Gli operatori del settore finanziario e creditizio, seppur non obbligati a redigere i propri bilanci sulla base degli schemi e delle istruzioni impartiti dalla Banca d’Italia in seguito all’ingresso degli Ias nei sistemi di contabilità (provvedimenti del 22 dicembre 2005 e 14 febbraio 2006), per determinare la base imponibile Irap devono seguire le stesse regole dei soggetti tenuti ad applicare i principi contabili internazionali. Per un calcolo corretto, gli stessi operatori, devono riclassificare il bilancio in base a quanto previsto nel decreto Irap (articolo 6, Dlgs 446/1997).
Questa la risposta dell’Agenzia delle Entrate alla Crias (Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane siciliane), fornita con la risoluzione n. 33/E del 26 aprile.

L’articolo ad hoc
La Crias, creata semplicemente per favorire lo sviluppo delle attività artigiane della regione Sicilia, non percepisce alcun compenso per l’attività svolta e non accumula risparmio, di conseguenza predispone il proprio bilancio di esercizio secondo i criteri stabiliti da Bankitalia nel 2002 (a ragione, non adotta le regole Ias) e ritiene aderente al suo caso l’articolo 5 del Dlgs 446/1997, che disciplina la “determinazione del valore della produzione netta delle società di capitali e degli enti commerciali”.

A parere dell’Agenzia, però, è pur sempre una banca e, per gli istituti di credito e le società finanziarie, le modalità di calcolo della base imponibile Irap sono descritte nell’articolo 6 dello stesso decreto. Tale norma, a ben vedere, disciplina esclusivamente la procedura che le banche devono seguire per determinare il valore della produzione, senza fare alcun accenno ai principi contabili adottati e ai provvedimenti utilizzati per la redazione dei bilanci d’esercizio.
Pertanto, la Crias, per il semplice fatto di esercitare un’attività riconducibile a quella svolta dalle finanziarie e di rientrare, quindi, tra i soggetti individuati dall’articolo 1 del Dlgs 87/1992 (concernente, tra l’altro, le modalità dei conti annuali e consolidati delle banche e degli altri istituti finanziari), dovrà calcolare l’imponibile Irap riclassificando il bilancio in base a quanto disposto nell’articolo 6 del decreto Irap.

Come?
“Sommando le voci del conto economico corrispondenti, in senso sostanziale, al:
a) margine d’intermediazione ridotto del 50 per cento dei dividendi
b) ammortamenti dei beni materiali e immateriali ad uso funzionale per un importo pari al 90 per cento
c) altre spese amministrative per un importo pari al 90 per cento”.

Fatto questo, dovrà apportare le opportune variazioni stabilite nello stesso decreto.
Paola Pullella Lucano

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/normativa-e-prassi/articolo/diversa-estrazione-del-bilancio-stesso-metodo-di-calcolo-dellirap

770 semplificato e ordinario. Pronti i software di compilazione

Disponibili sul sito delle Entrate le applicazioni per predisporre le dichiarazioni dei sostituti d’imposta
On line i prodotti informatici che i sostituti d’imposta dovranno utilizzare per preparare – e controllare prima dell’invio – le dichiarazioni 770/2010. La trasmissione del modello, sia il semplificato sia l’ordinario, dovrà avvenire entro il 2 agosto (quest’anno, infatti, il 31 luglio, scadenza ordinaria, cade di sabato).

L’applicazione relativa al modello 770 semplificato deve essere utilizzato dai sostituti d’imposta che, nel corso del 2009, hanno corrisposto redditi da lavoro dipendente, equiparati e assimilati, indennità di fine rapporto, prestazioni in forma di capitale erogate da fondi pensione, redditi di lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi, per comunicare i dati relativi alle ritenute operate nonché i dati contributivi, previdenziali e assicurativi e quelli relativi all’assistenza fiscale prestata nel 2009 per il periodo d’imposta precedente.

Tra i soggetti tenuti all’utilizzo del modello, le amministrazioni dello Stato, le regioni, le province, i comuni, le università statali, i condomini, le persone fisiche che hanno imprese commerciali o agricole, gli artisti e i professionisti, i curatori fallimentari, i commissari liquidatori, gli eredi che non proseguono l’attività del sostituto d’imposta deceduto.

Il software per il 770 ordinario, invece, deve essere utilizzato dai sostituti d’imposta, dagli intermediari e dagli altri soggetti che intervengono in operazioni fiscalmente rilevanti, tenuti a comunicare i dati relativi alle ritenute operate su dividendi, proventi da partecipazione, redditi di capitale erogati nel 2009 od operazioni di natura finanziaria effettuate nello stesso periodo, nonché i dati riassuntivi relativi alle indennità di esproprio e quelli concernenti i versamenti effettuati, le compensazioni operate e i crediti d’imposta utilizzati.

A proposito del termine di presentazione (2 agosto 2010), si ricorda che la dichiarazione si considera presentata nel giorno in cui viene conclusa la ricezione dei dati da parte dell’Agenzia delle Entrate, che fornisce all’utente comunicazione di conferma dell’avvenuto ricevimento.
Il modello può essere trasmesso direttamente o tramite intermediario abilitato avvalendosi dei servizi telematici dell’Agenzia, Entratel e Fisconline.
Chi presenta il modello direttamente deve utilizzare Entratel se la dichiarazione riguarda un numero di soggetti superiore a venti, Fisconline in caso di dichiarazione relativa a non più di venti posizioni. Per gli intermediari abilitati, la trasmissione dei dati avviene utilizzando esclusivamente il canale Entratel.
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/modelli-770-semplificato-e-ordinario-pronti-i-software-di-compilazione

Online il nuovo sito web di Roma Servizi per la Mobilità

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E’ online il portale di Roma Servizi per la Mobilità Srl, l’Agenzia che, su incarico dell’Amministrazione Comunale, si occupa di pianificare e controllare i processi che regolano il trasporto a Roma e che informa turisti, cittadini e city user sulla mobilità nella Capitale. Il lancio del sito web è avvenuto a pochi mesi di distanza dalla startup della società, nata il 1 gennaio 2010 a seguito della scissione per ramo d’azienda da Atac Spa, attuale gestore unico.

La nuova piattaforma, online all’indirizzo link, vuole essere uno strumento di comunicazione sul web utile e affidabile, che identifica il proprio target di riferimento non solo in chi sceglie Roma come meta del proprio viaggio, ma anche negli abitanti della Capitale e nei pendolari, in chi si sposta per lavoro o per andare a scuola o durante il proprio tempo libero e che hanno la necessità di informarsi sui trasporti pubblici e privati a Roma.

Il web al servizio di chi vuole conoscere il modo migliore per muoversi a Roma: potrebbe essere questo il claim più adatto al portale (grazie anche alle connessioni web con link e link i due servizi di mobilità sostenibile gestiti dall’Agenzia), un website di pubblica utilità capace di dare all’utente indicazioni e consigli su come e quando spostarsi in città; una piattaforma user centered, nella quale l’utente è facilitato nell’accesso ai contenuti e alle informazioni di cui ha bisogno. Numerosi sono i servizi offerti a chi naviga all’interno del sito.

News in tempo reale sulla viabilità, sulla rete di trasporto e sulle aree di sosta a Roma, notizie sui progetti ambientali promossi dall’Amministrazione comunale: sono soltanto alcune delle utilities che il portale mette a disposizione dei visitatori. Infatti, chi è interessato a conoscere approfondimenti sui parcheggi a Roma troverà un’apposita pagina; le ztl a Roma sono indicate mediante una serie di mappe che mostrano all’utente le aree diurne e notturne a traffico limitato; e ancora, molte informazioni utili sulle piste ciclabili a Roma sono a disposizione dei visitatori del sito.

E’ naturalmente online il servizio interattivo di richiesta dei permessi per la sosta nelle strisce blu, per l’accesso o il transito nelle ZTL, per i contrassegni per le persone con disabilità, per i bus turistici che vogliono entrare e sostare a Roma.

Inizia dunque una nuova era per l’informazione sui trasporti a Roma: grazie al nuovo sito web, Roma Servizi per la Mobilità offre agli abitanti della città eterna e ai numerosissimi turisti che ogni giorno l’affollano un mezzo di comunicazione moderno, efficace e all’insegna della massima usabilità, in grado di fornire tutti gli aggiornamenti e le novità sui trasporti pubblici a Roma.

Fonte: http://lazio-side.it/attualita/news/online-il-nuovo-sito-web-di-roma-servizi-per-la-mobilita.html

Rimini, al via il convegno “La volatilità, da rischio a strategia e asset class di investimento”

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La volatilità, da rischio a strategia e asset class di investimento. Il convegno si terrà Venerdì 14 maggio 2010, dalle 9.30 alle 11.30, all’ITForum di Rimini (Sala Investiment II)

Da sempre utilizzata come indicatore di rischio di uno strumento finanziario, sia esso fondo, azione, od obbligazione, la volatilità ha oggi assunto una valenza diversa. Le nuove tecniche di gestione e le diverse strategie cosiddette Target Risk, hanno rivoluzionato il concetto di volatilità, trasformandola in un’opportunità di investimento.

Intervengono:
Hatem Dohni, Responsabile del team Volatility di CCR AM del Gruppo UBS
Paolo Proli , Responsabile team Terze Parti di Amundi SGR
Dario Castagna , Senior Analyst, Morningstar Associates LLC
Il Convegno è gratuito previa iscrizione ed è accreditato €FPA per il mantenimento della certificazione 2010 della durata di due ore. Per ottenere i crediti è necessario registrarsi presso l’Advisory Village.
Per informazioni: http://www.itforum.it/village.php?&idfrom=MS-ML

UE: nuove norme a tutela della concorrenza

La Commissione europea ha adottato un regolamento di esenzione per categoria relativo agli accordi conclusi tra produttori e distributori per la vendita di prodotti e servizi. Il regolamento e le relative linee guida tengono conto dello sviluppo di Internet come forza trainante per le vendite on line e per il commercio transfrontaliero, una tendenza che la Commissione intende promuovere in quanto aumenta la scelta dei consumatori e la concorrenza sui prezzi. Il principio di base rimane immutato: le imprese sono libere di decidere come far distribuire i loro prodotti, a condizione che gli accordi non prevedano la fissazione dei prezzi o altre restrizioni fondamentali e purché tanto i produttori quanto i distributori non detengano una quota di mercato superiore al 30%. I distributori autorizzati sono liberi di vendere su Internet senza limitazioni riguardo alle quantità, ai prezzi e all’ubicazione dei clienti. Il regolamento adottato oggi prevede un’esenzione per … fornitu ra a diversi livelli della catena di produzione e distribuzione. Poiché esistono centinaia di migliaia di accordi “verticali” di questo tipo, la revisione delle norme è importante per moltissime imprese e per i consumatori. Le norme adottate oggi sostituiscono il regolamento di esenzione per categoria riguardo alle restrizioni verticali e le relative linee guida adottati 10 anni fa. Per beneficiare dell’esenzione per categoria, i produttori non potranno tuttavia detenere una quota di mercato superiore al 30% e i loro accordi di distribuzione o di fornitura non devono contenere nessuna restrizione fondamentale della concorrenza, come la fissazione del prezzo di rivendita o la ricostituzione di barriere al mercato unico dell’Unione europea. Le nuove norme introducono il medesimo limite di quota di mercato del 30% per i distributori e per i rivenditori al dettaglio, in considerazione del fatto che anche alcuni acquirenti possono detenere un potere di mercato con effe tti potenzialmente negativi sulla concorrenza. Questo cambiamento va a vantaggio delle piccole e medie imprese (PMI), siano esse produttori o rivenditori al dettaglio, che potrebbero altrimenti essere escluse dal mercato della distribuzione.

Fonte: http://osecoweb.org/index.php?p=osservatorio

Europa. Fondi strutturali: meno burocrazia e finanziamenti più veloci

I fondi strutturali, obiettivo dei quali è contribuire allo sviluppo delle regioni europee meno competitive, sono uno dei pilastri della politica europea e della solidarietà fra paesi. Nel passato hanno permesso di stimolare l’economia delle regioni beneficiarie, ma anche di quelle che contribuivano alla realizzazione dei progetti. Oggi, la sfida più importante per la politica di coesione è dare risposte alla crisi economica. I programmi per il periodo 2007-2013 ammontano a un totale di quasi 350 miliardi di euro: più di un terzo del budget totale dell’UE. Ma al primo april e di quest’anno, ovvero a metà strada del periodo di programmazione, solo il 27% della somma totale era già stato allocato. Le ragioni sono due: da un lato le procedure troppo burocratiche, dall’altro le difficoltà finanziarie degli Stati beneficiari, che non riescono a co-finanziare i progetti – come richiesto dalle normative comunitarie. Ma la crisi impone che i fondi vengano spesi nei prossimi mesi, in modo da creare lavoro e ripresa, senza aspettare il 2013. La Commissione ha dunque proposto un regolamento per alleggerire le norme per beneficiare dei fondi. Prima di tutto, l’esecutivo pensava di rimuovere l’obbligazione del co-finanziamento, concedendo fino al 100% del costo di un progetto. Un’idea che non è piaciuta a Parlamento e Consiglio. Fra le altre proposte della Commissione, quella di anticipare al 2010 una parte del budget previsto per i prossimi anni, in modo da permettere ai Paesi in situazione pi&ugr… Paesi ba ltici e Romania – di accelerare i progetti. Un’altra novità sarebbe l’alleggerimento della regola N+2, che obbliga gli Stati membri a restituire a Bruxelles i fondi non spesi entro due anni: con il nuovo regolamento, le risorse del 2007 non utilizzate potrebbero ancora essere spese.

Fonte: http://osecoweb.org/index.php?p=osservatorio

Imprese, Urso: “approvato il nuovo fondo per l’export”

“Le imprese che esportano hanno finalmente un nuovo strumento a loro disposizione, il fondo per l’internazionalizzazione, di circa 300 milioni di euro, che prevede per le aziende che ne faranno richiesta tassi scontati (dal 40% al 15%), aumento delle quote erogabili (dal 10% al 30%), scoperto di garanzia fino al 50% del finanziamento agevolato. In questa fase difficile della congiunta economica è un sostegno concreto a chi scommette sull’internazionalizzazione come arma vincente per agganciare la ripresa”. È quanto afferma Adolfo Urso Vice Ministro allo Sviluppo Economico con delega al Commercio Estero che informa come il Comitato Agevolazioni ha dato il via libera definitivo alla riforma degli strumenti di agevolazione finanziaria all’internazionalizzazione a valere sul Fondo 394/81, innovandoli per venire incontro alle esigenze delle imprese che operano sui mercati esteri creando il nuovo strumento della patrimonializzazione pensato per favorire l’export delle PMI.
In particolare si è introdotta la riduzione del tasso agevolato applicabile: che passa dal 40% al 15% del tasso di riferimento, l’aumento della quota erogabile a titolo di anticipo (dal 10% al 30%), l’ammissibilità delle spese sostenute dall’impresa sin dalla data di presentazione della domanda (e non più dall’accoglimento della stessa) e, in tema di garanzie, la possibilità di concedere condizioni più favorevoli per le PMI sulla base della loro affidabilità e capacità di rimborso.
In particolare per le PMI “meritevoli” è previsto uno scoperto di garanzia sino al 50% del finanziamento agevolato concesso. Con il nuovo strumento finanziario si è rafforzato anche il patrimonio delle PMI esportatrici per renderle più competitive sui mercati esteri. L’intervento consiste in un finanziamento agevolato concesso a fronte dell’impegno dell’impresa beneficiaria di migliorare/salvaguardare nel tempo la propria solidità patrimoniale e di continuare le azioni di sviluppo della propria presenza all’estero. Lo strumento è finalizzato, grazie all’intervento della SIMEST, a migliorare la solidità patrimoniale e le dimensioni delle PMI, che, poi, sono i maggiori ostacoli all’internazionalizzazione delle nostre imprese.

Fonte: http://www.mincomes.it/news/news2010/aprile/cs140410.htm

“Nativi digitali”, cercasi idee giovani per cambiare il mondo

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L’idea più brillante mai sviluppata su Internet? A scoprirla ci proveranno un milione e mezzo di studenti italiani, in oltre tremila istituti superiori sparsi per tutta la penisola, con il sostegno del Registro.it gestito dall’Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (Iit-Cnr). Con l’unico limite della fantasia e della creatività, i ragazzi sono invitati a emulare Larry Page o Mark Zuckerberg (che, poco più che maggiorenni, crearono dal nulla Google e Facebook) per indagare le potenzialità della Rete e trarne spunti per un utilizzo evoluto e consapevole. I progetti più validi verranno sostenuti per giungere a compimento.

Leggi tutto l’articolo su Sophia.it
Fonte: www.sophia.it

Tutti i vantaggi del contratto unico

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di Tito Boeri e Pietro Garibaldi
E’ stato presentato in Senato un disegno di legge di riforma del mercato del lavoro, che riprende una nostra proposta: l’istituzione di un contratto unico a tutele progressive. E’ un modo per conciliare la flessibilità in ingresso richiesta dalle imprese con le esigenze di stabilità dei lavoratori. Si tratta di una riforma non più rinviabile. Per rendere più proficua la discussione riassumiamo qui i tratti distintivi del Ddl.
Quarantotto senatori e due deputati (1) hanno sottoscritto un disegno di legge e che raccoglie una proposta elaborata su questo sito: l’istituzione di un contratto unico a tutele progressive, un modo per conciliare la flessibilità in ingresso richiesta dalle imprese con le esigenze di stabilità dei lavoratori. Ci auguriamo che presto il Ddl sia oggetto di discussione istituzionale e che dia un contributo importante a una riforma non più rinviabile.
Nel frattempo il disegno di legge è già stato ampiamente dibattuto dai giornali, anche se raramente i suoi contenuti sono stati spiegati in modo esaustivo. E in alcuni casi si è preferito denigrarlo senza neanche preoccuparsi di fornirne una descrizione.
Per contribuire al dibattito proviamo qui sotto a illustrare i tratti distintivi del Ddl e a mettere in luce l’urgenza della riforma.
IL CUI UNIFICA
A differenza delle riforme introdotte in Italia dal 1990 e di altre proposte recenti di riforma del mercato del lavoro (link alla Damiano e Alessia), il disegno di legge Nerozzi non istituisce alcuna nuova figura contrattuale da aggiungere alle quarantaquattro già esistenti. Al contrario, vuole evitare che, come oggi, i lavoratori entrino nel mercato del lavoro con un contratto temporaneo per poi dover vivere nella spasmodica attesa di una sua conversione in un contratto a tempo indeterminato. Il Cui è da subito un contratto a tempo indeterminato. Nessuna conversione è richiesta. E la protezione contro il rischio di licenziamento viene fornita fin dal primo giorno.
IL CUI NON RICHIEDE NUOVE TASSE
Da anni si cerca di contrastare il dualismo del nostro mercato del lavoro con incentivi fiscali alle assunzioni con contratti a tempo indeterminato. È la strada già intrapresa col cosiddetto bonus Sud e col bonus assunzioni del 2001. Come hanno mostrato valutazioni dell’esperienza italiana e di altri incentivi di questo tipo istituiti in Spagna, i risultati sono molto deludenti perché spesso si incentiva ad assumere con contratti atipici chi altrimenti verrebbe fin da subito assunto con contratti a tempo indeterminato, pur di beneficiare degli incentivi alla conversione. E per rendere conveniente la trasformazione, l’incentivo deve essere sostanzioso date le attuali asimmetrie fra contratti a tempo indeterminato e lavori temporanei. Questo significa costi molto elevati per le casse dello Stato, quindi nuove tasse. Il Cui non costa nulla alle casse dello Stato ed è molto più efficace perché cerca di trasformare tutte le assunzioni in contratti a tempo indeterminato fin dall’inizio.
IL CUI PROTEGGE CHI NON È PROTETTO
La contrattazione collettiva può cambiare le regole del Cui rendendole ancora più protettive nei confronti dei lavoratori. Il Cui è, infatti, uno strumento per garantire tutele minime ai lavoratori che sfuggono alle maglie della contrattazione. Non proibisce altre formule contrattuali, ma mira a un loro forte ridimensionamento scoraggiandone l’abuso.
GLI ATTUALI CONTRATTI FLESSIBILI SONO LEGITTIMI SOLO SE PAGANO DI PIÙ
Il problema del cosiddetto precariato risiede nella combinazione di bassi salari e instabilità. I lavoratori non hanno modo di assicurarsi contro il rischio di perdere il loro impiego. Il principio seguito nel Ddl è proprio quello di imporre ai datori di lavoro che volessero assumere con contratti a progetto o a tempo determinato di pagare i lavoratori al di sopra di una soglia. In particolare, un’assunzione con un contratto a tempo determinato è legittima solo se comporta un salario annuale (o equivalente in termini di orario ridotto) di almeno 25mila euro. Nel caso dei lavoratori parasubordinati, la soglia è più elevata in considerazione anche della loro maggiore esposizione al rischio di perdere il lavoro: si tratta in questo caso di 30mila euro.
ASSICURAZIONI OBBLIGATORIE E SALARIO MINIMO
Coerente con l’idea che bisogna fornire ai lavoratori la possibilità di assicurarsi contro i rischi è anche il progressivo allineamento dei contributi previdenziali fra i diversi tipi di contratto.
E sempre coerente con questa filosofia è la scelta di prevedere un minimo retributivo, un salario minimo per i lavoratori non contrattualizzati, ormai una quota maggioritaria dell’occupazione.
(1) Al Senato il primo firmatario è Paolo Nerozzi. Alla Camera gli onorevoli Bobba e Mosca hanno recentemente presentato il ddl e stanno in questi giorni raccogliendo le firme.
Fonte: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001663.html

È “60” l’identikit della garanzia per i debiti “pesanti”con il Fisco

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Il nuovo codice consente di individuare chi presta la “copertura” per ingenti rateizzazioni
La Finanziaria del 2008 ha inserito la possibilità per il contribuente di rateizzare le somme dovute in seguito ai controlli automatici delle dichiarazioni (articolo 36-bis Dpr n. 600/1973 e articolo 54-bis Dpr n. 633/1972).

La norma prevede che, nel caso in cui le somme dovute superino i 50mila euro, il contribuente presti adeguata garanzia pari all’ammontare dell’importo dovuto, compresa la sanzione in misura piena. Il contribuente può optare per una polizza fideiussoria, per una fideiussione bancaria oppure può ottenere dall’ufficio l’autorizzazione ad accendere, in proprio o tramite terzo datore, un’ipoteca volontaria di primo grado su un immobile di sua esclusiva proprietà.

In caso di mancato, insufficiente o tardivo pagamento, anche di una sola rata, decade il beneficio previsto e l’ufficio invia al garante o terzo datore di ipoteca, prima dell’iscrizione a ruolo, un invito a pagare entro 30 giorni dalla notifica l’intero importo del debito residuo. Con la risoluzione n. 31/E del 23 aprile, l’Agenzia delle Entrate attiva il codice “60-garante/terzo datore”, per identificarlo.

Il versamento va effettuato, attraverso l’F24, utilizzando i codici tributo riportati nella notifica originaria e il codice atto, senza possibilità di compensazione.

Nel momento della compilazione del modello di pagamento, il codice “60” va riportato nella sezione “Contribuente”, nel campo “Codice identificativo” e il codice fiscale del garante/terzo datore va inserito nel campo “Codice fiscale del coobbligato, erede, genitore, tutore o curatore fallimentare”.
r.fo.

http://www.nuovofiscooggi.it/normativa-e-prassi/articolo/e-60-l-identikit-della-garanzia-i-debiti-pesanti-con-il-fisco