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Bonus psicologo, c’è ancora tempo per fare domanda: atteso nuovo boom

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(Adnkronos) – Per il bonus psicologo "ci sono ancora una quindicina di giorni di tempo per presentare le domande ed è importante che tutti quelli che hanno necessità comunque facciano richiesta, perché poi si faranno le graduatorie". Lo evidenzia all'Adnkronos Salute David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale Ordine psicologi (Cnop), facendo il punto sull'iniziativa in corso. La scadenza per richiedere il bonus è fissata per il 31 maggio. "Emerge chiaramente il bisogno che c'è", ragiona Lazzari, in occasione della Settimana europea della salute mentale. Nella scorsa 'edizione' della misura, ricorda, "vennero presentate oltre 400mila domande e questa volta io credo che si raggiungerà più o meno la stessa cifra, a fronte del fatto che poi saranno finanziate solo una parte" delle richieste. "Tutte queste domande sono un'ulteriore conferma di un bisogno molto diffuso", conclude.  Possono accedere alla prestazione le persone in condizione di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica, che siano nella condizione di beneficiare di un percorso psicoterapeutico. A decorrere dal 2023, il beneficio è riconosciuto una sola volta per ciascuna annualità ai soggetti in possesso di: residenza in Italia; valore ISEE in corso di validità non superiore a 50.000 euro. La domanda potrà essere presentata entro il 31 maggio 2024, tramite servizio online o Contact center. L’INPS provvede all’attività di ricezione e di gestione delle domande del beneficio, alla redazione delle graduatorie, distinte per Regione e Provincia autonoma di residenza dei beneficiari, e ai successivi adempimenti.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Gaza e il dopoguerra, è scontro aperto nel governo israeliano

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(Adnkronos) –
Scontro aperto nel governo israeliano sul post-guerra nella Striscia di Gaza. Nel mirino dell'estrema destra c'è il ministro della Difesa, Yoav Gallant, il quale ha sollevato un caso sostenendo che "non permetterà" che si imponga "un governo civile o militare (israeliano, ndr) a Gaza dopo Hamas". Dichiarazioni che hanno subito fatto scattare il primo ministro, Benjamin Netanyahu, che ha affermato di "non essere pronto a sostituire Hamas con il Fatahstan", riferendosi con quest'ultimo termine a Fatah, il partito di riferimento dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) in Cisgiordania. "Israele si sta occupando da mesi della questione su chi governerà Gaza dopo Hamas", le parole di Netanyahu in una dichiarazione video, dove ha ribadito che "fino a quando non sarà chiaro che Hamas non governa Gaza militarmente, nessuno sarà pronto ad accettare di governare Gaza per paura per la propria incolumità". Qualsiasi discorso sul "giorno dopo" non avrà senso finché Hamas non sarà sconfitto. "Non c’è alternativa a una vittoria militare", ha detto ancora Netanyahu. "C’è solo un’alternativa alla vittoria: la sconfitta. Una sconfitta militare e diplomatica, una sconfitta nazionale. E il mio governo non sarà mai d’accordo su questo". "Il ministro della Difesa Gallant oggi ha annunciato il suo sostegno alla creazione di uno Stato terroristico palestinese come ricompensa a Hamas per il più terribile massacro del popolo ebraico dai tempi dell'Olocausto", la condanna del ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich. Ad attaccare, quindi, anche il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, che ha chiesto le dimissioni del ministro della Difesa, sostenendo che "dal punto di vista di Gallant, non c'è differenza se Gaza è controllata dai soldati delle Idf o se è controllata dagli assassini di Hamas – ha scritto sul social X – Questa è l'essenza della concezione di un ministro della Difesa che ha fallito il 7 ottobre e continua a fallire anche adesso. Un tale ministro della Difesa deve essere sostituito per raggiungere gli obiettivi della guerra". Il leader dell'opposizione israeliana, Yair Lapid, ha intanto accusato il governo Netanyahu di aver perso il controllo, sottolineando che finché quest'esecutivo sarà al potere Israele non sarà in grado di vincere la guerra contro Hamas. "Il governo ha perso il controllo – ha scritto Lapid sul social X – Ogni giorno a Gaza vengono uccisi soldati e loro litigano in televisione. Il gabinetto non funziona". 
Hamas respingerà qualsiasi soluzione per il post-guerra a Gaza che la veda esclusa, ha poi sottolineato il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, secondo quanto riportano le tv satellitari arabe. Haniyeh ha anche incolpato Israele per lo stallo attuale nei negoziati che dovrebbero portare a un cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi. Le richieste israeliane di modificare la proposta di cessate il fuoco "hanno portato i negoziati ad un vicolo cieco", ha detto Haniyeh, ribadendo che qualsiasi proposta deve avere come obiettivo finale la fine della guerra a Gaza. I carri armati israeliani si sono intanto spinti nella parte orientale di Rafah, raggiungendo alcuni quartieri residenziali della città di confine meridionale dove più di un milione di persone si sono rifugiate dopo essere state sfollate a causa della guerra contro Hamas. Gli alleati internazionali di Israele hanno ripetutamente esortato a non effettuare un'incursione di terra nella città dove si trovano i rifugiati, avvertendo di una potenziale catastrofe umanitaria. Tel Aviv dal canto suo afferma che sta agendo per evacuare i civili prima di muoversi in nuove aree. Afferma che un'operazione a Rafah è necessaria come parte del suo sforzo per eliminare i restanti battaglioni operativi di Hamas. Netanyahu ha quindi aggiunto che Israele sta evacuando i civili da Rafah e che finora se ne sono andati quasi in 500.000. "Il disastro umanitario di cui hanno parlato non è avvenuto, né accadrà", ha detto. In un resoconto delle sue attività, l'Idf ha dichiarato che le sue forze hanno eliminato diverse cellule armate in combattimenti ravvicinati sul lato gazanese del valico di frontiera di Rafah con l'Egitto. Nella parte orientale della città, ha detto, ha anche distrutto cellule di uomini armati e una postazione di lancio da cui venivano sparati missili contro le truppe dell'Idf. Una delegazione di funzionari israeliani della sicurezza e dell'intelligence guidati dallo Shin Bet si è intanto recata ieri al Cairo per tenere colloqui con funzionari egiziani mirati a risolvere la crisi relativa all'operazione delle Idf e alla chiusura del valico locale, ha riferito sul social X il giornalista Barak Ravid di Axios, citando una fonte israeliana. "Lo scopo dei colloqui al Cairo è quello di allentare le tensioni con l'Egitto e di stabilire rapporti cordiali", ha affermato la fonte. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Giro d’Italia 2024, oggi dodicesima tappa: orario, dove vederla in tv

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(Adnkronos) –
Il Giro d'Italia 2024 affronta oggi la tappa numero 12, Martinsicuro-Fano di 193 km. La frazione di oggi, in diretta tv e streaming, porta il gruppo dall'Abruzzo alle Marche con un percorso insidioso che potrebbe creare qualche grattacapo alla maglia rosa Tadej Pogacar.  Percorso e altimetria I primi 50 km abbondanti sono totalmente pianeggianti. Quindi, per 140 km si assiste ad una sequenza di muri, strappi e discese destinati a vivacizzare la giornata. Tra gli strappi e le salite spiccano 4 Gran premi della montagna di quarta categoria in un percorso che si presta a fughe anche a lunga gittata. L'ultima chance per una spallata alla tappa e in caso alla classifica arriva a 9 km dal traguardo, quando si sale con pendenze superiori al 10%.  La dodicesima tappa del Giro d'Italia sarà trasmessa in diretta in tv in chiaro e in streaming. La Rai racconterà la giornata della seconda tappa in chiaro ogni giorno di gara. La giornata televisiva comincerà con un'ora di 'Giro Mattina' su Rai Sport HD, che proporrà poi 'Prima diretta' per seguire il momento della partenza della tappa, in programma oggi alle 12.30. L'arrivo è atteso tra le 17 e le 17.30. Per la parte clou della programmazione il palinsesto della Corsa Rosa si trasferisce su Rai 2, con 'Giro in Diretta' fino alle 16:15 e 'Giro all’Arrivo'. Subito a ruota, le tradizionali analisi del dopo gara del Processo alla Tappa. Il Giro può essere visto anche su Eurosport 1 HD e in streaming su Rai Play, discovery+, Sky Go, NOW e DAZN.  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Allegri, addio alla Juve? “Lascio una squadra forte”

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(Adnkronos) – "Mi danno fuori dalla Juventus, lascio una Juventus forte". Massimiliano Allegri si lascia scappare una frase che somiglia ad un addio. L'allenatore della Juventus parla così ai microfoni di Mediaset dopo la conquista della Coppa Italia con la vittoria in finale per 1-0 contro l'Atalanta. "E' diritto della società decidere se tenere un giocatore o un allenatore. Sono molto contento per i ragazzi, hanno regalato una gioia alla società, ai tifosi e a me. Vincere non è mai facile ma è nel dna della Juventus", dice l'allenatore. In tv vengono sezionate le immagini del post-partita, con un gesto che Allegri sembra rivolgere a Cristiano Giuntoli, il responsabile dell'area sportiva. "Stavo festeggiando con la squadra, rispetto molto la società, rispetto gli uomini. Volevo festeggiare con i miei ragazzi che hanno fatto una stagione straordinaria pur non avendo lottato fino alla fine per lo scudetto", dice Allegri. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ucraina, Putin annuncia l’avanzata russa. A Kharkiv “situazione più difficile” per Kiev

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(Adnkronos) – Nel giorno in cui la guerra infiamma Kharkiv, e nel quale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky rinuncia al previsto viaggio in Europa per monitorare da vicino quella che è ritenuta la "situazione più difficile", il leader di Mosca Vladimir Putin annuncia l'avanzata della Russia in tutta l'Ucraina. Le forze armate russe "migliorano ogni giorno la loro posizione in tutte le direzioni", le parole del presidente nel corso di una riunione al ministero della Difesa con Andrei Belousov e altri generali dell'esercito. Putin ha quindi affermato che la spesa totale della Russia per la difesa e la sicurezza potrebbe raggiungere oltre l'8,7% del prodotto interno lordo nel 2024 e che l'impegno finanziario dovrebbe essere utilizzato con attenzione ed efficacia. "Non ci siamo mai rifiutati di negoziare. Stiamo cercando una soluzione globale, sostenibile e giusta di questo conflitto con mezzi pacifici. Siamo aperti al dialogo sull'Ucraina, ma tali negoziati devono tenere conto degli interessi di tutti i paesi coinvolti nel conflitto, compreso il nostro", ha poi affermato il presidente russo in un'intervista alla Xinhua, prima della partenza per il suo viaggio di due giorni in Cina.  Per quanto riguarda gli sforzi di Pechino per una soluzione politica della crisi ucraina, Putin ha espresso opinioni positive, affermando che la Cina comprende chiaramente le radici della crisi e il suo impatto geopolitico globale, come si evince dalla 'Posizione della Cina sulla risoluzione politica della crisi ucraina', una proposta in 12 punti avanzata da Pechino nel febbraio 2023.  "Nella regione di Kharkiv – le zone vicine al confine, la città di Vovchansk – continuano le nostre azioni difensive. Nel corso della giornata le forze di difesa e sicurezza dell'Ucraina – tutte le unità coinvolte – sono riuscite a stabilizzare parzialmente la situazione. L'occupante, entrato nella regione di Kharkiv, viene distrutto con tutti i mezzi disponibili. L'artiglieria, i droni e la nostra fanteria funzionano in modo abbastanza accurato". Nel consueto messaggio della sera, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky fa intanto il punto sulla situazione nella regione. Situazione definita "più difficile" insieme a quella nel Donetsk, che ha portato il leader a cancellare nella giornata di ieri la visita programmata in Spagna e Portogallo. "In alcune aree, intorno a Lukyantsi e Vovchansk – due insediamenti a 30 chilometri di distanza, e vicini al confine con la Russia ndr – in risposta al fuoco nemico e ad assalti delle forze di terra, per salvare la vita dei nostri uomini ed evitare perdite, le nostre unità hanno effettuato manovre e si sono spostate su posizioni più vantaggiose", ha annunciato intanto lo Stato maggiore ucraino nella notte fra martedì e mercoledì, usando la formula usata da entrambe le parti in questa guerra per confermare un ritiro. La situazione, si precisa, "rimane difficile" ma le forze di Kiev "non stanno lasciando che gli occupanti russi prendano piede". Le forze russe sono riuscite intanto a penetrare, in due diverse direzioni, per 5-7 chilometri nella regione di Kharkiv e ad assumere il controllo di postazioni della Guardia di frontiera ucraina, malgrado i rinforzi del Direttorato per l'intelligence (Hur) inviati nel frattempo. Mosca ha rivendicato anche il controllo di diversi insediamenti vicino al confine e di essere riuscita a entrare nelle città di Vovchansk e Lyptsi.  "I combattimenti sono pesanti", ha ammesso il generale Serhii Melnyk, il comandante delle forze di difesa di Kharkiv, precisando che si combatte "in tre punti diversi". Le forze ucraine hanno respinto undici attacchi e stanno contenendo l'avanzamento delle forze russe "verso Lyptsi da Hlyboke e Lukiantsi, e verso towards Vovchansk from the direction of Shebekino (Russia)," Melnyk said. Martedì un raid aereo ha colpito la città di Kharkiv, provocando la morte di un civile, una donna di 80 anni, il ferimento di 24 persone, fra cui quattro bambini e danni a palazzi residenziali. Un'altra persona è stata uccisa a Hatyshche.  Secondo la versione russa, Mosca ha detto di aver preso il controllo di Buhrovatka, sempre nella regione di Kharkiv. A confermare la gravità della situazione nella regione di Kharkiv, sono quasi 8mila i civili che hanno abbandonato i centri abitati a fronte dell'avanzata russa, quattrocento delle quali nelle ultime 24 ore, come ha reso noto il governatore regionale Oleg Sinegubov: su Telegram Sinegubov ha parlato di 7.991 persone costrette ad abbandonare le proprie case, inclusi oltre 600 bambini. La maggior parte di queste persone ha lasciato zone della parte nord di Kharkiv, 1.100 da Vovchansk.  Il ministero della Difesa russo ha fatto sapere ieri di aver conquistato anche "l'insediamento di Rabotino, nella regione di Zaporizhzhia" sconfiggendo "la 65a forza armata meccanizzata dell'Ucraina, la 121a brigata di difesa tecnica e la 23a brigata della Guardia nazionale ucraina nelle regioni di Nikopol, Dnepropetrovsk e Kherson".  "Il nemico – ha aggiunto il ministero – ha perso fino a 25 militari, 2 veicoli e un obice M777 di fabbricazione statunitense. L'esercito russo ha anche liberato gli insediamenti di Glubokoe e Lukyantsy nella regione di Kharkiv". Le forze di difesa aeree russe nel frattempo hanno intercettato 17 droni ucraini, nelle regioni occidentali del Paese, Belgorod, Kursk e Bryansk, e 10 missili Atacms di fabbricazione americana sulla Crimea nella notte di ieri, ha annunciato il ministero della Difesa russo. In seguito all'attacco di un drone abbattuto sul Tatartan, che dista mille cento chilometri dal confine con l'Ucraina, sono stati chiusi provvisoriamente aeroporti nella regione russa, a Kazan e Nizhnekamsk. Un deposito di combustibile è esploso, in seguito all'attacco di due droni, a Rostov, la città in cui è basato il quartier generale dell'operazione militare speciale, come ha reso noto il governatore della regione, Vasily Golubev.  "Stiamo affrettando l'invio di munizioni, mezzi corazzati, missili, difese aeree. Lo stiamo affrettando perché arrivino al fronte per proteggere i soldati e per proteggere i civili", ha intanto spiegato Antony Blinken in una conferenza stampa a Kiev in cui ha annunciato altri due miliardi di dollari di aiuti militari all'Ucraina che "sta affrontando questo rinnovato, brutale massacro russo".  Il segretario di Stato americano ha sottolineato che la fornitura di difese aeree è "la principale priorità". "Un appoggio concreto sta arrivando", ha assicurato ancora il capo della diplomazia Usa, "le persone che sono al fronte hanno bisogno di aiuto e lo riceveranno".  Blinken ha parlato al fianco del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che da parte sua ha ringraziato Blinken per il pacchetto di aiuti da 61 miliardi di dollari finalmente approvato a Washington e per concentrarsi su "risultati tangibili". E ribadito come la presenza di Blinken a Kiev "manda un messaggio chiaro al popolo ucraino".  "Noi non incoraggiamo o rendiamo possibili attacchi fuori dall'Ucraina ma alla fine l'Ucraina deve prendere le decisioni da sola su come condurre questa guerra", ha poi aggiunto, ricordando che si tratta di "una guerra condotta in difesa della propria libertà, sovranità, della sua integrità territoriale". "Noi continueremo a sostenere l'Ucraina con l'equipaggiamento di cui ha bisogno per vincere", ha quindi sottolineato. "Ovviamente, gli occhi di tutti sono concentrati sulla situazione ad Est e Nord Est, in particolare a Kharkiv – ha poi aggiunto riferendosi alla nuova offensiva russa – e così il nuovo sostegno che ho appena annunciato, ma soprattutto i 60 miliardi aggiuntivi, sappiamo che arrivano in un momento cruciale".   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Giulia Cecchettin, omicidio “crudele e premeditato”: chiuse le indagini, Turetta rischia ergastolo

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(Adnkronos) – Un omicidio crudele e premeditato. Un reato pluriaggravato che, da solo, già può costare l'ergastolo, ma Filippo Turetta, in carcere a Verona per aver ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin, 22 anni, deve difendersi anche dalla contestazione di stalking – novità che insieme alla premeditazione emerge dalla chiusura dell'indagine – e dai reati di sequestro di persona e occultamento di cadavere. A sei mesi dal suo arresto, dopo una fuga di una settimana in Germania, arriva dalla procura l'atto che anticipa la richiesta di processo per il caso che mediaticamente ha segnato un punto di svolta nei racconti di femminicidio. Dopo la pronuncia del gup, attesa entro l'estate, il processo per l'ex studente che ha confessato il delitto – le accuse impediscono con la recente riforma la possibilità di ricorrere al rito abbreviato – potrebbe iniziare già in autunno. Corposo il fascicolo nelle mani degli inquirenti che sostengono che Giulia sia stata uccisa "con crudeltà ed efferatezza". Aggredita e accoltellata una prima volta a 150 metri dalla sua casa di Vigonovo (Padova), poi nuovamente colpita nell'area industriale di Fossò, quindi caricata in macchina e abbandonata vicino al lago di Barcis. Un delitto "aggravato dalla premeditazione" come dimostra "tutta una serie di modalità e attività" messe in atto dall'ex fidanzato: "la ricerca sul web di luoghi di montagna dove nascondere il cadavere, l'acquisto di cerotti, scotch e corde con cui legarla e di altri strumenti atti al suo disegno, l'acquisto della cartina stradale per la fuga" spiega il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi.  E' sabato 11 novembre del 2023 quando Giulia, che si sarebbe dovuta laureare quattro giorni dopo in Ingegneria biomedica all'Università di Padova, esce in compagnia dell'ex fidanzato e compagno di studi. Una serata trascorsa in un centro commerciale a Marghera, poi la scomparsa e giorni di angoscia per papà Gino, la sorella Elena e il fratello Davide che non hanno mai creduto all'allontanamento volontario. Un'idea che diventa certezza il 18 novembre quando il corpo di Giulia viene trovato senza vita in provincia di Pordenone. Nessuna traccia di Filippo Turetta fino al suo arresto vicino Lipsa, in Germania, dopo una fuga di oltre mille chilometri. Per il gip di Venezia Benedetta Vitolo, che firma l'ordinanza di custodia cautelare, il 22enne mostra una nitida volontà di uccidere. Nel parcheggio di via Aldo Moro aggredisce e prende a calci Giulia mentre lei invoca 'aiuto' e grida 'mi fai male'. Urla, sentite da un testimone, che allarmano Turetta – probabilmente le tappa la bocca con del nastro adesivo – e che forse cambiano, in parte, i suoi piani. La costringe a risalire in auto fino alla zona industriale, circa quattro chilometri che percorre in una manciata di minuti. La telecamera di un'azienda indica le 23.40 quando inquadra Giulia che scappa. Chi la segue è "più veloce, la raggiunge e la scaraventa a terra" e la giovane "dopo pochi istanti non dà segno di muoversi" scrive il gip. Morirà per lo shock emorragico provocato dal colpo alla testa e dalle coltellate, diverse sul corpo, almeno 25, secondo l'autopsia.  "Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata" le parole di Turetta pronunciate davanti al gip di Venezia, prima di decidere di non rispondere alle domande.  In carcere, prima di un incontro straziante con i genitori, davanti al pm di Venezia Andrea Petroni, cerca di mettere ordine tra fatti ed emozioni alternando parole sussurrate, pause ripetute e silenzi di chi fatica a ricordare o preferisce non indugiare nei particolari sul come e perché ha ucciso Giulia Cecchettin. Assistito dagli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera per ore – nell'interrogatorio del primo dicembre scorso – cerca le parole giuste, si rintana nei 'non ricordo', s’interrompe, chiede tempo per riprendere fiato e forze, vacilla ma confessa di aver "fatto una cosa orribile", lui incapace di accettare che la "mia Giulia" non fosse più sua.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Obesità, per gli over 40 bisogna cambiare criteri: studio

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(Adnkronos) –
Il valore di indice di massa corporea (Bmi) che definisce l'obesità, riconosciuto a livello internazionale, non sarebbe adeguato a stabilire la presenza della malattia negli adulti sopra i 40 anni, per i quali servirebbe stabilire un nuovo limite: 27 kg/m² sarebbe più appropriato rispetto all'attuale soglia Bmi prevista dall'Organizzazione mondiale della sanità, di 30 kg/m². La proposta arriva da uno studio presentato al Congresso europeo sull'obesità (Eco 2024) di Venezia, da ricercatori dell'Università di Roma Tor Vergata, dell'Università di Modena e Reggio Emilia e dell'Università Araba di Beirut in Libano. L'identificazione dell'obesità in base alla quantità di grasso corporeo è un metodo considerato accurato, ma l'Oms – ricordano i ricercatori – ricorre a un Bmi di 30 kg/m² come indicatore universale di obesità in uomini e donne bianchi di tutte le età. Tuttavia questo valore potrebbe non essere appropriato con l'avanzare dell'età, tenendo conto dei cambiamenti che si verificano nella composizione corporea con l'invecchiamento, come un aumento del grasso corporeo (con la quantità massima osservata tra i 50 e i 60 anni) e una diminuzione della massa magra (muscoli, che diminuisce di quasi il 5% ogni decennio dopo i 30 anni).  Per testare la validità di questo indice di classificazione dell'obesità negli italiani di mezza età e negli anziani, i ricercatori hanno realizzato uno studio trasversale che ha coinvolto 4.800 adulti (61,5% donne; di età compresa tra 40 e 80 anni) afferenti alla Divisione di Nutrizione clinica del Dipartimento di Biomedicina e prevenzione dell'Università Tor Vergata, escludendo donne incinte, chi assumeva farmaci che influiscono sul peso o sulla composizione corporea, o chi presentava condizioni mediche di base associate alla perdita di peso o gravi disturbi psichiatrici.  I partecipanti sono stati classificati in base agli attuali valori limite del Bmi dell'Oms: 1.087 individui di peso normale (Bmi 18,5-24,99 kg/m²), 1.826 in sovrappeso (25 kg/m²-29,9 kg/m²) e 1.887 con obesità (30 kg/m² e oltre). Sono stati quindi riclassificati in base allo stato di adiposità, in base alla percentuale di grasso corporeo totale misurata utilizzando scansioni di assorbimetria a raggi X, e in base ai punti limite di obesità specifici per età e sesso. I ricercatori hanno quindi valutato la prestazione diagnostica del Bmi nel rilevare l'obesità definita dalla percentuale di grasso corporeo per tutti i partecipanti per età e sesso per trovare la migliore sensibilità e specificità per prevedere l'obesità negli adulti di mezza età e negli anziani. In questo modo, molti partecipanti con un Bmi indicativo di un peso sano sono stati classificati come obesi considerando la percentuale di grasso corporeo.  In definitiva, secondo i criteri dell'Oms, circa il 38% degli uomini e il 41% delle donne avevano un Bmi pari o superiore a 30 kg/m², indicante l'obesità. Tuttavia, se valutati in base alla percentuale di grasso corporeo, circa due terzi degli uomini (71%) e delle donne (64%) sono stati considerati obesi. I ricercatori hanno scoperto che il valore limite del Bmi più appropriato per identificare l'obesità negli adulti di mezza età e negli anziani in base alla percentuale di grasso corporeo era di 27,08 kg/m² nelle donne e di 27,36 kg/m² nei maschi, con un alto grado di precisione (un quasi il 90% di probabilità di rilevare l'obesità). Sorprendentemente, solo il 57% delle donne considerate obese secondo il nuovo limite Bmi (27 kg/m²) è stato classificato correttamente secondo lo standard dell'Oms, quindi circa il 40% delle donne affette da obesità non è stato classificato com tale. Allo stesso modo, circa la metà degli uomini obesi non è stata raggiunta in base all'attuale soglia dell'Oms.  "Se continuiamo a utilizzare lo standard dell'Oms per lo screening dell'obesità – avverte Antonino De Lorenzo, docente di Tor Vergata e coautore dello studio – perderemo molti adulti di mezza età e anziani a rischio di obesità. Stabilire questo nuovo punto limite del Bmi negli ambienti clinici e nelle linee guida sull'obesità sarà vantaggioso per la salute potenziale di milioni di anziani".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Da uova a noci cibi ‘dimenticati’che fanno bene, la lista degli scienziati

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(Adnkronos) – Non solo olio extravergine di oliva, legumi, frutta e verdura di stagione. La dieta mediterranea è fatta di molti altri alimenti salutari troppo spesso trascurati. Uova, latticini, noci, semi, spezie e anche vino rosso sono componenti 'vitali' della dieta mediterranea ma trascurati, secondo una review pubblicata sul 'Journal of Translational Medicine', condotta da un gruppo di università dei Paesi del Mediterraneo: gli atenei di Catania, di Parma, la Politecnica delle Marche, l'Irccs Neuromed di Pozzilli e l'Universidad Europea del Atlántico in Spagna. Gli alimenti 'Cenerentola' saranno al centro dell'attenzione dei tanti protagonisti – medici, artisti, sportivi, associazioni e Istituzioni – presenti alla seconda edizione del Festival dei cinque colori, che si apre oggi al Maschio Angioino di Napoli e che si concluderà il prossimo 19 maggio. "Il numero 'cinque' è il simbolo ricorrente del Festival perché è il numero che rappresenta i cinque colori del benessere: rosso, verde, viola, bianco e arancione, legati agli alimenti che non possono mancare in un'alimentazione equilibrata e le cui sfumature coprono l'intera gamma delle componenti della dieta mediterranea", commenta Maria Teresa Carpino, presidente associazione Pancrazio e ideatrice del Festival dei cinque colori. I risultati della review "mostrano la necessità di promuovere una piena e corretta conoscenza della dieta mediterranea", ricorda Giuseppe Morino, pediatra, dietologo dell'ospedale Bambino Gesù e direttore scientifico del Festival dei cinque colori.  "Sono moltissimi gli studi che ne hanno evidenziato l’efficacia protettiva contro malattie come il diabete, l’obesità, le patologie cardiovascolari e persino il cancro. Tuttavia, un’ampia varietà di alimenti è rimasta inesplorata durante lo studio dell’aderenza a questa dieta. Gli studi che decifrano l’impatto sulla salute di una dieta mediterranea infatti si sono concentrati principalmente sul consumo di frutta e verdura, olio d’oliva e cereali. I fattori dietetici rimasti inesplorati includono il consumo di cereali integrali, legumi, noci, semi, erbe e spezie, uova e latticini e vino rosso. Altri fattori inesplorati che possono avere un impatto significativo sull’aderenza alla dieta includono i metodi di cottura, di produzione, di lavorazione e di conservazione degli alimenti". Più nel dettaglio: le uova sono ampiamente percepite come una delle principali fonti di colesterolo e un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. In realtà, l’uovo è una fonte economica e nutriente di proteine, vitamine e minerali. Le evidenze scientifiche indicano che le proteine dell’uovo sono facilmente digeribili e forniscono molti aminoacidi essenziali. Il latte e i suoi prodotti, come burro, yogurt, cagliata e latticello, fanno parte di una dieta tipica nelle regioni mediterranee da almeno 9.000 anni. Tuttavia, gli acidi grassi saturi presenti nei latticini ne hanno limitato il consumo nel corso del tempo a causa del rischio colesterolo. Le evidenze scientifiche, tuttavia, indicano che gli acidi grassi saturi derivati dai latticini possono aumentare solo parzialmente i livelli circolanti di colesterolo Ldl. Noci e semi. Alcuni tipi di frutta secca, come mandorle, noci e pistacchi, nonché semi, come semi di lino, semi di zucca e di girasole, fanno parte della dieta tipica delle regioni mediterranee da migliaia di anni. Un’ampia serie di evidenze scientifiche suggerisce che il consumo di noci è associato a un minor rischio di malattie cardiometaboliche. Tuttavia, i risultati degli studi clinici indicano che la frutta secca può aumentare i livelli di Ldl nel sangue. Al contrario, solo pochi studi hanno analizzato gli effetti dei semi sulla salute e hanno prodotto risultati contrastanti. Per quanto riguarda il consumo di erbe e spezie è documentato da tempo nelle regioni mediterranee. Le evidenze scientifiche indicano che ridurre il rischio di malattie non trasmissibili. Sono ricchi di sostanze fitochimiche con proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antitumorali, ipolipemizzanti e ipotensive. Possono migliorare la digestione ed esercitare effetti neuroprotettivi. Infine il vino rosso. Il consumo moderato di vino è parte integrante della dieta mediterranea tradizionale. Tuttavia, le attuali linee guida dietetiche consigliano di escludere l’alcol dalla dieta a causa dei suoi effetti cancerogeni e di altri effetti dannosi sulla salute. Molti studi osservazionali indicano che un consumo moderato di alcol può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e di mortalità per tutte le cause.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Pediatra Santoro: “Su neurofibromatosi fare più informazione”

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(Adnkronos) – “La neurofibromatosi di tipo 1 ha diverse manifestazioni in età pediatrica, circa il 50% dei bambini sperimenta un problema del neurosviluppo che può andare dal disturbo del linguaggio a quello dell'apprendimento, al deficit dell'attenzione, a disturbi motori, un quadro quindi molto variabile con gradi di severità diversi". Lo ha detto all’Adnkronos Salute Claudia Santoro, pediatra presso il centro di riferimento delle neurofibromatosi Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli di Napoli in occasione della presentazione – oggi a Roma – della campagna di sensibilizzazione “Siamo infinite sfumature. Oltre i segni della neurofibromatosi”. Secondo l'esperta "è necessario fare più informazione e far conoscere una malattia complessa" come la Nf1.  "La malattia presenta complicanze e manifestazioni ortopediche, dalle più levi alle più severe – aggiunge Santoro – con necessità di corsetti e di interventi chirurgici ed è sicuramente 'visibile' perché le macchie color caffe-latte e le lentiggini le hanno tutti i nostri bambini. Esistono poi complicanze tumorali che possono impattare ulteriormente sulla qualità di vita dei nostri bambini e degli adolescenti, in particolare i neurofibromi plessiformi, formazioni che possono causare dolore o deformare i lineamenti, impattare sulla capacità motoria impedendo loro di giocare e muoversi liberamente". Agire con le "opzioni terapeutiche a disposizione non basta – sottolinea Santoro – Curare i pazienti e migliorare la loro qualità di vita significa anche promuovere e supportare progetti di valore che guardano alla loro crescita e al loro futuro. Necessario quindi puntare su una maggiore informazione”.  La Nf1 è una patologia rara, “a predisposizione oncologica e con un importante risvolto neuropsichiatrico – conclude l'esperta – da cui si capisce l'alto bisogno di educare e informare la popolazione generale e la comunità, non solo scientifica, circa la patologia e le sue manifestazioni, e per non far sentire ‘diversi’ i bambini. Migliorare la qualità di vita dei nostri bambini e delle loro famiglie, vuol dire crescere degli adulti che saranno più sani, a prescindere dallo stato di malattia che li caratterizza”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Neuroncologo Pace: “Vorasidenib raddoppia sopravvivenza in gliomi grado 2”

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(Adnkronos) – "In circa l'80% dei gliomi di grado 2 sono presenti mutazioni del gene Idh1 contro le quali esiste una terapia mirata, vorasidenib, in grado di raddoppiare la sopravvivenza alla malattia come ha dimostrato lo studio Indigo pubblicato sul 'New England Journal of Medicine'". Lo ha spiegato Andrea Pace, responsabile della Neuroncologia dell'Irccs Istituto tumori Regina Elena di Roma, oggi a Roma nel corso di un media tutorial sulla frontiera più avanzata dell'oncologia di precisione, focalizzato sul ruolo oncogenico delle mutazioni Idh e realizzato con il contributo non condizionante del Gruppo Servier in Italia. "I gliomi sono una forma di tumore del cervello e fanno registrare ogni anno, in Italia, circa 3mila nuovi casi – sottolinea Pace – Il 20% è costituito dai gliomi di grado 2, cioè di basso grado, che sono più frequenti nei giovani fra i 20 e i 40 anni. I sintomi all'esordio sono costituiti di solito da crisi epilettiche, spesso resistenti ai trattamenti, perché le cellule malate tendono a infiltrare il tessuto nervoso sano. Queste neoplasie cerebrali hanno una crescita lenta, ma con il passare degli anni possono diventare di alto grado e, quindi, più aggressive". La chirurgia con massima asportazione possibile del tumore è il trattamento di scelta, a cui segue, anche per anni, l'osservazione della malattia, per poi passare alla chemioterapia e radioterapia se il tumore diventa più aggressivo. "Questi pazienti possono convivere con la malattia anche per decenni, continuando a lavorare, ad essere attivi nella vita e ad avere figli – precisa Pace – Per 20 anni le terapie successive alla chirurgia sono rimaste identiche, costituite cioè da chemioterapia e radioterapia. Oggi il cambiamento è radicale, perché anche la neuroncologia può beneficiare della medicina di precisione. L'analisi molecolare, infatti, ha consentito di evidenziare la presenza di mutazioni genetiche anche nei tumori cerebrali. In particolare, le mutazioni di Idh1 sono presenti nell'80% dei gliomi di grado 2, quelle di Idh2 in circa il 5%. Quando la proteina Idh1 è mutata, avvia il meccanismo di crescita tumorale. Ed è stato dimostrato che può costituire il bersaglio di terapie mirate".  Lo studio Indigo ha convolto circa 330 pazienti con gliomi di grado 2 non aggressivi, che si erano sottoposti all'intervento chirurgico, ma non a chemioterapia e radioterapia. "Vorasidenib, inibitore di Idh, rispetto alla sola osservazione ha più che raddoppiato la sopravvivenza libera da progressione: 27,7 mesi rispetto a 11,1. E' fondamentale, come stabilito dalla classificazione dell'Oms, che in ogni paziente, al momento della diagnosi, sia eseguita l'analisi molecolare", conclude.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)