(Adnkronos) – Ninete processi sommari alle forze di polizia. Lo chiarisce subito il il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, alla Camera per un’informativa sui fatti di Pisa e Firenze"Consentitemi di sottolineare il diritto degli appartenenti alle forze di polizia di non subire processi sommari- dice – Sono lavoratori che meritano il massimo rispetto". ''La visione delle immagini degli scontri di Pisa, circolate sui media, ha turbato anche me. Come ho già avuto occasione di dire, siamo aperti a ogni analisi e autocritica allorquando, anche una sola manifestazione o un solo momento di una singola manifestazione, tra le migliaia che si svolgono ogni anno, impone un approfondimento'', ha quindi chiarito per poi sottolineare: ''Tutti auspichiamo che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti. Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza''. Ma "in merito alla manifestazione di Pisa va preliminarmente evidenziato che, in totale violazione di legge, non era stato presentato alcun preavviso alla Questura, ma che la stessa manifestazione, sia dal Collettivo Universitario Autonomo di area antagonista che dal movimento politico Cambiare Rotta Pisa, era stata pubblicizzata sul web come una giornata di sciopero per la Palestina, con concentramento dei partecipanti in Piazza Dante e verosimile prosieguo con un corteo nel centro cittadino'', ha chiarito il ministro. La questura di Pisa, ha ricostruito il ministro dell'Interno, ''avendone avuta notizia, ha cercato più volte, senza esito, di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso, al fine di poter disporre idonei servizi di ordine pubblico''. ''Sul posto – ha continuato Piantedosi – in occasione della manifestazione, personale della questura ha preso contatti con esponenti del citato Collettivo universitario e di Spazio Antagonista Newroz, anch’essi lì presenti, ai quali, ancora senza alcun esito, venivano nuovamente chieste indicazioni sulle modalità dell’iniziativa per consentirne un regolare svolgimento in condizioni di piena sicurezza''. ''Personale della Digos, una volta partito il corteo, invitava più volte i manifestanti, e nello specifico gli aderenti al Collettivo Universitario Autonomo, a dare indicazioni sul percorso e a non procedere verso Piazza dei Cavalieri, dove non sarebbe stato consentito il transito per evitare il possibile prosieguo verso obiettivi sensibili tra cui Piazza dei Miracoli, per la quale in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica era stata valutata l’interdizione alle manifestazioni''. Inoltre a Pisa ''i manifestanti, nonostante ogni tentativo di interlocuzione, hanno rifiutato di fornire indicazioni e si sono mossi in corteo, esibendo uno striscione con la scritta 'Scioperiamo per la Palestina–contro la complicità di scuole e università', per poi raggiungere uno degli accessi a Piazza dei Cavalieri, dove era stato schierato, a scopo dissuasivo, un contingente del Reparto Mobile della Polizia di Stato. Nell’occasione, le Forze di polizia hanno intimato ai manifestanti di fermarsi, ribadendo ancora una volta, senza alcun risultato, la richiesta di fornire indicazioni sul percorso. Il corteo continuava, invece, ad avanzare, costringendo il cordone delle Forze di polizia, in un primo momento, a indietreggiare di diversi metri per evitare scontri, fino ad arrivare a contatto con un mezzo posizionato per impedire l’accesso a Piazza dei Cavalieri. Per circa dieci minuti, il personale ha tenuto ferma la posizione, utilizzando i soli scudi, nonostante i manifestanti continuassero a mettere in atto una pressione con spinte, calci, insulti, sputi e tentativi di sottrarre gli scudi''. ''In tale fase – ha spiegato Piantedosi – una decina di manifestanti superava la barriera, raggiungendo le spalle dello schieramento degli operatori in servizio. Venivano, pertanto, bloccati dal personale delle Forze di polizia e condotti nell’adiacente Piazza dei Cavalieri. Tra questi, una nota esponente antagonista. Atteso il perdurare della forte pressione, sopraggiungeva un secondo contingente dei reparti. Per garantire l’incolumità degli operatori, compressi contro l’automezzo collocato alle loro spalle, veniva effettuata una carica di alleggerimento, consentendo al personale di avanzare di qualche metro e di allentare così la pressione dei manifestanti. Durante l’azione è stata fatta intervenire sul posto un’ambulanza che ha provveduto a trasportare al pronto soccorso una manifestante''. ''Al termine della carica di alleggerimento la situazione si è normalizzata e i manifestanti si sono diretti, sempre in corteo, verso il Polo della memoria S. Rossore dell’Università di Pisa, per sciogliersi al termine di un’assemblea'', ha aggiunto. In ogni caso, "come ho già detto e come è stato chiarito fin dal primo giorno, sono in corso verifiche da parte del Dipartimento della Pubblica sicurezza sullo svolgimento degli eventi, verifiche che verranno svolte con rigore e trasparenza'', ha sottolineato aggingendo: "'In un clima di piena collaborazione tra polizia e inquirenti, sono anche in corso indagini da parte della magistratura che faranno piena luce su quello che è accaduto, anche grazie a una completa documentazione messa subito a disposizione, compreso il materiale videofotografico realizzato dalla Digos durante le manifestazioni, secondo una prassi consolidata, adottata per garantire la massima trasparenza delle attività svolte in ogni circostanza'', ha aggiunto. E ha quindi ricordato che ''l’attività investigativa'' sugli scontri a Pisa ''avviata nell’immediatezza ha consentito di deferire in stato di libertà quattro persone per il reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e per violazione dell’articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Si tratta di maggiorenni, tutti con precedenti per reati attinenti all’ordine pubblico''. Va fermamente respinta ogni suggestione che vi sia un disegno del governo per reprimere il dissenso politico e che questo disegno sia eseguito dalle forze di polizia nel corso dei servizi di ordine pubblico", ha quindi affermato. ''Non vi è, e mai vi potrà essere, alcuna direttiva ministeriale in tal senso e, neanche, indicazioni volte a cambiare le regole operative di gestione dell'ordine pubblico – ha aggiunto – Da sempre, a prescindere dal colore politico dell’Esecutivo in carica, le modalità di gestione delle manifestazioni di piazza sono improntate a equilibrio e professionalità, indirizzate al prudente apprezzamento delle circostanze, all’applicazione dei principi di proporzionalità e adeguatezza nella modulazione dei dispositivi predisposti e alla ricerca di ogni possibile interlocuzione e mediazione con gli organizzatori''. E ''colgo l’occasione per un ulteriore chiarimento volto a dissipare ricostruzioni fantasiose circa asseriti inasprimenti delle attività di polizia'', ha affermato. "Rispetto a chi ha voluto collegare il tema della gestione delle manifestazioni di piazza a quello delle identificazioni operate dalle Forze di polizia, osservo che l’aumento di quest’ultima attività, evidenziato da alcuni organi di stampa, è avvenuto soprattutto per effetto del rafforzamento del controllo del territorio e delle operazioni cosiddette ad alto impatto – ha detto Piantedosi aggiunto – Si tratta di attività, invocate e apprezzate dai cittadini e concordate con gli amministratori locali, che hanno restituito risultati tangibili in termini di aumento della percezione di sicurezza in contesti di particolare criticità, quali le stazioni ferroviarie, i luoghi della mala movida e le piazze di spaccio''. ''Il compito delle forze di polizia, nei complessi scenari in cui sono chiamate ad operare, va sostenuto con fiducia e senza pregiudizi, garantendo loro, specie nei servizi di ordine pubblico, la possibilità di operare con la necessaria serenità, condizione imprescindibile per gestire i rischi legati a contesti particolarmente impegnativi'', ha aggiunto. Quindi il "sentito ringraziamento, a nome di tutti gli appartenenti alle forze di polizia, al presidente della Repubblica per la solidarietà espressa agli agenti della Polizia di Stato che ieri, a Torino, mentre svolgevano un servizio connesso al rimpatrio di un immigrato, pluricondannato per gravissimi reati, sono stati vittime di una violenta aggressione da parte di un nutrito gruppo di anarchici. Lo ringrazio anche per aver ribadito, sia a me che al Capo della polizia, la piena fiducia e vicinanza nei confronti della Polizia di Stato''. —[email protected] (Web Info)
Maltempo ad oltranza sull’Italia, pioggia e neve almeno fino al weekend
(Adnkronos) – Ancora maltempo ad oltranza con situazioni alluvionali in atto sull'Italia secondo le previsioni meteo di oggi e domani. Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, conferma che un ciclone rimbalzerà nel cuore del Mediterraneo Centrale e non riuscirà ad allontanarsi dall'Italia: il vortice risulterà bloccato ad est dall’Anticiclone Russo, in espansione verso i Balcani, e ad ovest dall’Anticiclone delle Azzorre esteso fino al Portogallo. Una situazione di blocco che causerà l’approfondimento di un ciclone verso la Tunisia: nelle prossime ore è previsto maltempo su gran parte del Centro-Sud e marginalmente in Emilia Romagna. A nord del fiume Po vivremo invece una tregua più asciutta, con le precipitazioni più intense attese dalle Marche fino alla Calabria, specialmente sul versante orientale della nazione. Dal ‘Calendimarzo’, il primo giorno di marzo, vivremo una nuova e pesante fase perturbata, dapprima sulle regioni settentrionali poi ovunque. Insomma, una vivace area ciclonica dominerà l’Italia portando di nuovo piogge e abbondanti nevicate su tutto il Centro-Nord: solo al Sud si apriranno timide schiarite. Il weekend sarà movimentato dal punto di vista meteo: la giornata del sabato riserverà qualche momento asciutto in più, mentre domenica 3 marzo sarà molto probabilmente una data da segnare sul calendario come ‘terribile’.
Domenica sono infatti possibili fino a 2 metri di neve fresca sulle Alpi piemontesi con un impetuoso vento di Scirocco capace di portare anche un altro carico di sabbia dal deserto: potremo avere dunque la neve rosa sulle Alpi a causa del limo in arrivo dal Nordafrica. Ovviamente si tratta di una tendenza da confermare, ma questo ennesimo ciclone del 3 marzo potrebbe far parlare molto di sé. Una domenica 3 marzo molto pericolosa anche per la Sardegna e per il versante tirrenico, ma attenzione: non dobbiamo farci distrarre da una tendenza eccezionale, intanto merita monitorare le prossime 48 ore che vedranno scrosci di pioggia abbondanti da Portopalo di Capo Passero fino a Vipiteno! Come dire, tutta l’Italia sarà dentro le spire di giorni funesti ciclonici e bisestili, almeno fino al weekend. NEL DETTAGLIO
Giovedì 29. Al nord: dapprima maltempo in Emilia Romagna, verso sera ovunque. Al centro: maltempo su adriatiche, piogge sparse altrove. Al sud: maltempo intenso su Puglia e Basilicata, piogge sparse altrove.
Venerdì 1. Al nord: piogge diffuse; neve a quote medio alte. Al centro: via via piovoso ovunque. Al sud: piogge o temporali in arrivo su Sicilia e Campania.
Sabato 2. Al nord: piogge sparse con qualche momento asciutto in pianura, più instabile in montagna. Al centro: piovaschi e schiarite. Al sud: piovaschi sulle zone tirreniche.
Tendenza: nuovo intenso ciclone in arrivo domenica dalla Francia con spiccato maltempo al Nord e poi in discesa verso il Centro-Sud. —[email protected] (Web Info)
Gaza, raid sulla folla in attesa degli aiuti umanitari: oltre 100 morti
(Adnkronos) – Continua l'assedio di Israele su Gaza. Secondo le ultime news di oggi, 29 febbraio 2024, almeno 104 palestinesi sono morti e centinaia sono rimasti feriti in un raid contro una folla che si era riunita a Gaza in attesa di ricevere aiuti alimentari. Lo ha reso noto il ministero della Sanità controllato da Hamas. Secondo la ricostruzione di al-Jazeera, questa mattina centinaia di persone si erano radunate alla rotonda di Nabulsi in Al-Rashid Street, in attesa della consegna del cibo. Testimoni e il corrispondente della tv del Qatar sul posto hanno riportato che la folla è stata attaccata con proiettili di artiglieria, missili di droni e colpi di arma da fuoco. Il camion, che avrebbe dovuto consegnare aiuti alimentari, è stato invece utilizzato per togliere dalla strada numerosi palestinesi uccisi e trasferire quelli feriti alle strutture sanitarie più vicine. Alcuni dei morti e dei feriti sono stati trasportati su carri trainati da asini, mentre altri sono rimasti per ore in strada. La maggior parte dei palestinesi feriti sono stati portati all'ospedale al-Shifa e all'ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza. Altri sono stati portati negli ospedali di al-Ahli e in Giordania. Nessuna di queste strutture – fa notare al-Jazeera – dispone di forniture mediche o personale sufficienti per affrontare così tanti casi di emergenza. Hamas ha denunciato l'attacco come un "crimine di guerra senza precedenti", mentre fonti dell'Idf affermano che i soldati hanno sparato sulla folla che li minacciava dopo un violento assalto di palestinesi ai camion di aiuti, con feriti nella calca. Si è verificato "un violento assembramento" al momento della distribuzione di aiuti nel nord di Gaza, con palestinesi che hanno saccheggiato i camion. "Durante l'incidente, decine di abitanti di Gaza sono rimasti feriti, spintonati e calpestati" nella calca, affermano le forze di difesa israeliane aggiungendo che si sta facendo una verifica dei fatti. Una fonte militare citata da Times of Israel, ha raccontato che, dopo l'assalto ai camion, una parte della folla ha cominciato a muoversi contro le forze israeliane, presenti nell'area per coordinare l'ingresso dei camion della Striscia, in modo da "mettere in pericolo" i soldati. A quel punto le truppe hanno aperto il fuoco sula folla, ha detto la fonte, aggiungendo che si sta indagando su un secondo incidente. Diffuse anche le immagini aeree. Hamas ha definito l'attacco israeliano a ovest di Gaza City un ''massacro orrendo, senza precedenti nella storia dei crimini di guerra'' che rientra nel piano di Israele di ''cancellare'' la causa palestinese e sfollare i palestinesi dalle loro terre. In una nota, Hamas ha chiesto alla ''Lega araba e al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di riunirsi urgentemente e di agire per fermare le uccisioni di massa e la pulizia etnica a Gaza da parte di Israele''. E questo perché, ha aggiunto, ''tutti i paesi arabi devono rompere il silenzio riguardo al genocidio contro il nostro popolo' e mobilitarsi immediatamente per portare cibo e aiuti medici a Gaza''. L'attacco rischia di far naufragare anche in negoziati per un cessate il fuoco. Hamas ha infatti reso noto che "alla luce dei massacri in corso, i negoziati condotti dalla leadership non sono un processo aperto a scapito del sangue del nostro popolo. Il nemico subirà le conseguenze del fallimento dei negoziati finché persisterà nei suoi crimini contro il nostro popolo" . Sale a oltre 30.000 il bilancio delle vittime a Gaza da quando è iniziata la guerra di Israele contro Hamas, secondo il ministero della sanità dell'enclave assediata. Il bilancio evidenzia i timori di ulteriori sofferenze a Rafah, la città più meridionale di Gaza dove sono stipate più di 1 milione di persone e dove si prevede che Israele lancerà una nuova offensiva. Il Ministero della Sanità di Gaza non fa distinzione tra civili e combattenti, ma in recenti aggiornamenti ha affermato che circa il 70% delle
vittime sono donne e bambini. Le forze della 162a Brigata che operano nel quartiere di Zeitoun, nel nord della Striscia di Gaza, si sono scontrate ed hanno eliminato le cellule terroristiche che avevano aperto il fuoco contro di loro. Lo ha riferito l'Idf, precisando che le truppe della 401a Brigata hanno eliminato due cellule terroristiche. I soldati hanno anche individuato e distrutto dei tunnel. Nel frattempo, la squadra di coordinamento del fuoco della Brigata Nahal ha individuato ed eliminato un terrorista utilizzando un drone, mentre la squadra di coordinamento del fuoco della 7a Brigata Corazzata ha eliminato quattro terroristi che tentavano di piazzare un ordigno esplosivo nel terreno. Un'operazione militare israeliana di terra contro la città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, provocherebbe ingenti perdite di vite umane e rischierebbe che vengano commesse atrocità. Lo ha dichiarato l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk, chiedendo che venga fatto ''di tutto'' per evitare una simile prospettiva che non è per nulla coerente con i principi espressi dalla Corte internazionale di Giustizia. Il riferimento è alla richiesta della Cig a Israele, perché faccia il possibile per evitare un genocidio della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza. Un'operazione a Rafah, ha aggiunto Turk, ''porterebbe l'incubo della popolazione palestinese in una nuova dimensione''. L'artiglieria israeliana martella il sud del Libano. Lo riferiscono i media libanesi. La rete libanese Al Mayadeen affiliata a Hezbollah ha precisato che l'Idf ha colpito obiettivi nella città di a-Naquora. Da parte sua Hezbollah ha rivendicato la responsabilità dell'attacco di artiglieria sul nord di Israele avvenuto stamattina. Dieci razzi sono entrati nel nord di Israele dal Libano stamattina, attivando le sirene di allarme aereo nella città di confine di Shlomi. Non ci sono notizie di vittime o danni. Due membri delle milizie filoiraniane sono morti, altri 6 sono rimasti feriti negli attacchi sferrati la notte scorsa dall'esercito israeliano sulla periferia della capitale siriana Damasco. A fornire il bilancio – definendolo provvisorio, considerando che stanno proseguendo le ricerche dei dispersi – è stata la Ong Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra. Gli attacchi hanno preso di mira due edifici all'interno di una fattoria e un centro di addestramento di queste milizie, situati tra loro ad una distanza di circa 600 metri. Dall'inizio dell'anno, l'Osservatorio ha registrato 17 attacchi israeliani contro il territorio siriano, che hanno provocato la morte di 37 persone, tra soldati, miliziani siriani e iraniani e nove civili. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant ha avuto un colloquio telefonico la notte scorsa con l'omologo americano, Lloyd Austin, durante il quale lo ha messo al corrente dei recenti risultati ottenuti dall'Idf nella guerra contro Hamas, a partire dalla "distruzione di decine di chilometri di tunnel di Hamas a Gaza", e ha ribadito la determinazione di Israele a continuare ad operare nell'enclave palestinese finché tutti gli obiettivi della guerra non saranno stati raggiunti". A riferirne è stato l'ufficio di Gallant, citato dal Times of Israel. I due hanno anche discusso degli sviluppi lungo il confine libanese, dove Hezbollah lancia quotidianamente droni, missili e razzi nel nord di Israele. Gallant ha sottolineato ad Austin che Israele non “tollererà le minacce contro i suoi cittadini e le violazioni della sua sovranità, e adotterà le misure necessarie per garantire la loro sicurezza". —internazionale/[email protected] (Web Info)
“Il cervello fa le pulizie quando si dorme”: la ricerca
(Adnkronos) – C'è un paradosso nel sonno. L'apparente tranquillità di chi sta riposando lascerebbe pensare a un'immobilità totale. In realtà dietro si nasconde una frenetica attività che ha luogo nel cervello del dormiente. La notte è 'silenziosa' ovunque, ma non qui. Quando la persona dorme i neuroni 'ballano'. O meglio fanno le pulizie. Durante il sonno, le cellule cerebrali producono esplosioni di impulsi elettrici che si accumulano in onde ritmiche, segno di un'accresciuta funzione delle cellule cerebrali. Ma perché il cervello è attivo quando stiamo riposando? Le onde cerebrali lente sono associate a un sonno riposante e ristoratore. E ora gli scienziati della Washington University School of Medicine di St. Louis hanno scoperto che aiutano a eliminare le scorie dal cervello. Le singole cellule nervose si coordinano per produrre onde ritmiche che spingono il fluido attraverso il tessuto cerebrale denso, lavandolo nel processo. "Questi neuroni – spiega il primo autore dello studio pubblicato su 'Nature', Li-Feng Jiang-Xie – sono pompe in miniatura. L'attività neurale sincronizzata alimenta il flusso dei fluidi e la rimozione dei detriti dal cervello". La scoperta di questo processo potrebbe aprire la strada verso la "possibilità di ritardare o addirittura prevenire le malattie neurologiche, tra cui l'Alzheimer e il morbo di Parkinson, malattie in cui i rifiuti in eccesso – come i rifiuti metabolici e le proteine spazzatura – si accumulano nel cervello e portano alla neurodegenerazione". Le cellule cerebrali orchestrano pensieri, sentimenti e movimenti del corpo e formano reti dinamiche essenziali per la formazione della memoria e la risoluzione dei problemi. Ma per svolgere compiti così impegnativi in termini di energia, hanno bisogno di carburante. Il loro consumo di nutrienti dalla dieta crea rifiuti metabolici nel processo. "E' fondamentale che il cervello smaltisca questi rifiuti metabolici, che possono accumularsi e contribuire alle malattie neurodegenerative – chiarisce Jonathan Kipnis, Distinguished, professore di patologia e immunologia, autore senior dell'articolo -. Sapevamo che il sonno è un momento in cui il cervello avvia un processo di pulizia per eliminare i rifiuti e le tossine che accumula durante la veglia. Ma non sapevamo come ciò accade. Questi risultati potrebbero essere in grado di indicarci strategie e potenziali terapie per accelerare la rimozione dei rifiuti dannosi e rimuoverli prima che possano portare a conseguenze disastrose". Ma pulire il cervello denso non è un compito semplice. Il liquido cerebrospinale che circonda il cervello entra e si snoda attraverso intricate reti cellulari, raccogliendo rifiuti tossici mentre viaggia. Quando esce dal cervello, il fluido contaminato deve passare attraverso una barriera prima di riversarsi nei vasi linfatici della dura madre, lo strato di tessuto esterno che avvolge il cervello sotto il cranio. Ma cosa alimenta il movimento del fluido dentro, attraverso e fuori dal cervello? Studiando il cervello dei topi addormentati, i ricercatori hanno scoperto che sono i neuroni a guidare gli sforzi di pulizia inviando segnali elettrici in modo coordinato per generare onde ritmiche nel cervello, illustra Jiang-Xie. Il gruppo di ricerca ha silenziato specifiche regioni del cervello in modo che i neuroni in quelle regioni non creassero onde ritmiche. Risultato: si è capito che, senza queste onde, il liquido cerebrospinale fresco non potrebbe fluire attraverso le regioni cerebrali silenziate e i rifiuti intrappolati non potrebbero lasciare il tessuto cerebrale. "Uno dei motivi per cui dormiamo è per purificare il cervello", dice Kipnis. "E se riusciamo a migliorare questo processo, forse è possibile dormire di meno e rimanere in salute. Non tutti hanno il vantaggio di dormire 8 ore ogni notte e la perdita del sonno ha un impatto sulla salute. Altri studi hanno dimostrato che i topi geneticamente programmati per dormire meno hanno un cervello sano. Potrebbe essere perché puliscono i rifiuti dal loro cervello in modo più efficiente? Potremmo aiutare le persone con insonnia migliorando le capacità di pulizia del loro cervello in modo che possano sopravvivere dormendo meno?". Sono alcune delle domande che restano aperte. I modelli delle onde cerebrali cambiano durante i cicli del sonno. E, aggiungono gli autori, va notato che le onde cerebrali più alte e con ampiezza maggiore muovono i fluidi con più forza. I ricercatori sono ora interessati a capire perché i neuroni emettono onde con ritmicità variabile durante il sonno e quali regioni del cervello sono più vulnerabili all'accumulo di scorie. "Pensiamo che il processo di pulizia del cervello sia simile al lavaggio dei piatti", spiega il neurobiologo Jiang-Xie. "Si inizia, ad esempio, con un movimento ampio, lento e ritmico per pulire i rifiuti solubili schizzati sul piatto. Successivamente si diminuisce l'ampiezza del movimento e si aumenta la velocità di questi movimenti per rimuovere i residui di cibo particolarmente appiccicosi. Nonostante la diversa ampiezza e ritmo dei movimenti delle mani, l'obiettivo generale rimane lo stesso: rimuovere diversi tipi di rifiuti dalle stoviglie. Forse, dunque, il cervello adatta il suo metodo di pulizia a seconda del tipo e della quantità di rifiuti". —[email protected] (Web Info)
Cronaca nazionale/ Autobus con studenti sbanda e finisce nella cunetta: due feriti
Si è rischiata la tragedia alla periferia di Baragiano, in provincia di Potenza.
Un autobus con a bordo una quarantina di ragazzi fra i 14 ed i 18 anni che andavano a scuola si è ribaltato finendo fuori strada lungo la Strada Provinciale 83. Ci sono due feriti, di cui uno grave.
Secondo le ricostruzioni, nel tentativo di evitare una collisione frontale con un’auto in fase di sorpasso, il pullman è uscito dalla sede stradale adagiandosi sul lato destro, dopo essere andato a finire in una cunetta e oltre il guardrail.
Sul posto sono intervenuti il 118, i Vigili del Fuoco, i Carabinieri e l’Elisoccorso.
Foto di repertorio
La pediatra: “Bimbi poco vaccinati, ricoveri da influenza per complicanze”
(Adnkronos) – "Siamo in una fase in cui si è ridotto il picco epidemico causato dai virus influenzali, che ancora circolano, ma con numeri più contenuti". Purtroppo, però, "la copertura vaccinale dei bambini da 6 mesi a 6 anni resta bassa" e "non mancano i ricoveri pediatrici per complicanze, che sono legati al virus influenzale B che fino ad ora aveva circolato meno rispetto al ceppo A". A tracciare il quadro per l'Adnkronos Salute è Susanna Esposito, docente di Pediatria all'Università di Parma e responsabile del Tavolo tecnico malattie infettive e vaccinazioni della Società italiana di pediatria (Sip). "La copertura vaccinale nella popolazione 6 mesi 6 anni, raccomandata ormai da 2 anni – continua l'esperta – non è decollata. Come c'era da attendersi, quindi, nei mesi tra dicembre e gennaio ci sono sati molti ricoveri per complicanze nei bambini". In queste settimane, però, "registriamo un calo complessivo della patologia". Continua tuttavia la circolazione virale. E se"fino ad oggi ha circolato il virus A, in questo periodo è più presente, seppure con numeri decisamente più bassi, il virus B che in genere colpisce i bimbi più grandi, tra i 3 e 6 anni". Questo patogeno sta dando origine "a un numero non trascurabile di ricoveri per complicanze – rileva Esporito – polmoniti o infiammazioni del tessuto muscolare (miositi)". E anche se "i reparti di pediatria sono ancora pieni, siamo sicuramente in una fase di diminuzione delle infezioni stagionali come influenza e virus respiratorio sinciziale". —[email protected] (Web Info)
Ipercolesterolemia, italiani spengono gene difettoso senza modificare Dna
(Adnkronos) – Si chiama Pcsk9 ed è il gene coinvolto nella regolazione dei livelli di colesterolo nel sangue. Alcune varianti mutate di questo gene causano l'ipercolesterolemia familiare: una condizione genetica rara caratterizzata dal rischio elevato di gravi malattie cardio e cerebro-vascolari, come infarto e ictus, anche in giovane età. Un team di scienziati italiani ha messo a punto una strategia per spegnere il gene difettoso senza modificare il Dna, dimostrando per la prima volta in vivo – in un organismo modello – l'efficacia a lungo termine di questo approccio terapeutico avanzato che, appunto, spegne geni patologici con meccanismi detti epigenetici, da effettuare una sola volta nella vita. Il primo studio i ricercatori lo hanno fatto sul gene responsabile dell'ipercolesterolemia e si è guadagnato le pagine della rivista 'Nature'. Ma altri potrebbero seguirne, visto che la strategia potrebbe servire anche per altre malattie. Dopo l'editing genetico (una modifica mirata della sequenza di Dna di un gene), dunque, arriva quello 'epigenetico': la possibilità di modulare il livello di attivazione di un gene senza intervenire sulla sua sequenza. A firmare il lavoro è l'équipe di Angelo Lombardo, responsabile del Laboratorio di Regolazione epigenetica e modificazione mirata del genoma all'Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (Sr-Tiget) di Milano e professore all'università Vita-Salute San Raffaele (UniSr). Nel mirino degli scienziati Pcsk9. "In alcuni pazienti con la malattia, il gene è più attivo del normale e questo comporta una minor efficacia delle cellule del fegato nel 'catturare' il cosiddetto colesterolo cattivo, Ldl. La conseguenza è un innalzamento dei livelli di colesterolo nel sangue, a sua volta responsabile dell'aumento di rischio cardio-vascolare", spiega Lombardo. In clinica sono già arrivate alcune terapie che puntano a inattivare questo gene in pazienti con ipercolesterolemia familiare, tra i quali una piattaforma di editing genetico che agisce sulla sequenza di Dna, e altre sono in avanzata fase di sperimentazione. Per vari motivi, però, Pcsk9 rappresenta anche un ottimo bersaglio per la nuovissima tecnologia di silenziamento epigenetico. Di che si tratta? L'epigenetica è un insieme di meccanismi che regola lo stato di espressione dei geni, cioè il fatto che siano accesi o spenti, senza intervenire sulla sequenza di Dna. Per esempio, può trattarsi dell'aggiunta o dell'eliminazione di particolari gruppi chimici alla molecola di Dna, tale da renderla più o meno accessibile al macchinario cellulare che dà il via al processo responsabile della sintesi di proteine. Per silenziamento epigenetico si intende quindi la possibilità di spegnere l'espressione di un gene bersaglio intervenendo proprio su questi meccanismi. "E' una sorta di interruttore molecolare che impedisce la conversione dell'informazione contenuta nel gene bersaglio nella proteina corrispondente", chiarisce Lombardo, tra i pionieri mondiali di questa tecnologia. L'approccio – riferiscono gli esperti – ha dato da subito ottimi risultati negli esperimenti in vitro, in linee cellulari, ma mancava ancora una prova in vivo: un tassello fondamentale per poter passare dal bancone di laboratorio al letto del paziente. Ed è questa la prova ottenuta dal gruppo di Lombardo per Pcsk9. Per prima cosa i ricercatori hanno sviluppato molecole (in gergo editori) programmate per riconoscere e spegnere questo gene, aggiungendo particolari gruppi chimici alla sua sequenza. Il secondo passaggio è stato incapsulare gli editori in nanoparticelle lipidiche, analoghe a quelle utilizzate per i vaccini anti-Covid a base di mRna, che sono state infine somministrate in modelli murini. "Abbiamo effettivamente confermato che, nei modelli sperimentali trattati, Pcsk9 viene spento in modo stabile e a lungo termine", sottolinea Martino Alfredo Cappelluti, primo autore dello studio. Questo risultato apre ora varie prospettive, a partire dallo sviluppo di farmaci basati su silenziamento epigenetico per l’ipercolesterolemia, sia familiare sia acquisita, cioè non causata da mutazioni in singoli geni e decisamente più comune. "Rispetto ad altri trattamenti pur innovativi diretti contro Pcsk9 – commenta Lombardo – questo approccio potrebbe avere numerosi vantaggi, trattandosi di una terapia da effettuare una sola volta nella vita, che non modifica la sequenza del Dna (con tutti i rischi che questo potrebbe comportare) e con effetti potenzialmente reversibili. Inoltre, la dimostrazione di efficacia ottenuta costituisce una base molto solida per sviluppare strategie di silenziamento epigenetico dirette sempre al fegato per altre malattie, come l'epatite B, ma anche ad altri organi, come il sistema nervoso centrale". Proprio pensando al trasferimento dei risultati della ricerca al paziente, già nel 2019 Fondazione Telethon e ospedale San Raffaele, insieme a Lombardo e Luigi Naldini, ideatori scientifici, avevano fondato una start-up, EpsilenBio, dedicata allo sviluppo di una piattaforma di silenziamento epigenetico per il trattamento di varie malattie. La start-up è stata finanziata da Sofinnova-Telethon e acquisita 2 anni dopo dall'americana Chroma Medicine Inc. di Boston, una delle più importanti aziende di silenziamento epigenetico al mondo, di cui Lombardo è co-fondatore. —[email protected] (Web Info)
Sondaggio, 10 mln con dolore cronico ma per 72% malati è sottovalutato
(Adnkronos) – Nonostante nel nostro Paese colpisca 10 milioni di persone, il dolore cronico rappresenta uno dei grandi aspetti taciuti della società italiana, spesso inascoltato o sottovalutato e relegato a una questione privata. Tuttavia, i dati emersi dal primo Rapporto Censis-Grünenthal 'Vivere senza dolore' sottolineano l'urgenza di cambiare questa percezione sociale, iniziando dal riconoscimento del dolore cronico come patologia specifica che richiede un'adeguata gestione, e rispondere coralmente ai bisogni di 10 milioni di persone in Italia. Circa il 20% degli adulti in Italia è affetto da dolore cronico di intensità moderata o severa – ricorda una nota – e l'impatto è rilevante nella quotidianità (basti pensare che il 16% delle persone ne soffre sempre, di continuo; il 27,6% ogni giorno e il 37,1% più volte a settimana) e persino nelle più semplici attività (il 60,2% ha difficoltà a sollevare oggetti; il 59,3% nello svolgere attività fisica; il 50,5% a dormire e circa il 49% nella mobilità in generale e nello svolgere faccende domestiche). Ma cosa chiedono i pazienti con dolore? Per prima cosa di non sottovalutare il significato e le conseguenze del dolore cronico e di riconoscere ora la sua cronicità. Il 72,5% dei malati – risulta dal report – ritiene che il dolore sia sottovalutato nella società e il dato sale a 84% tra i più giovani; l'81,7% ritiene che il dolore dovrebbe essere riconosciuto come una patologia a sé stante. Emerge inoltre l'esigenza di garantire un supporto capillare e multidisciplinare, per uscire dalla solitudine: la grande maggioranza dei malati si è attrezzata ad affrontare la patologia da sola, ma per l'86,2% degli intervistati è fondamentale istituire uno specialista o un servizio dedicato per il dolore nel servizio sanitario. "I dati raccolti nel rapporto sono fondamentali – spiega Gabriele Finco, presidente dell'Associazione italiana per lo studio del dolore – Innanzitutto perché da troppo tempo mancava un quadro preciso del dolore in Italia. In secondo luogo perché forniscono alle istituzioni gli strumenti per capire la reale problematica ed evidenziano la necessità interventi, in linea con la Legge 38 e con i bisogni espressi dai pazienti. In primis, è auspicabile il riconoscimento del dolore cronico come patologia ad hoc e l'inclusione nel nuovo Piano nazionale delle cronicità" Pnc. Il dolore cronico non è infatti riconosciuto nel Pnc, che aveva l'ambizione di armonizzare su scala nazionale le modalità assistenziali delle cronicità, con appropriato coinvolgimento delle Regioni. "Di rilevante importanza – aggiunge Finco – è anche l'istituzione di appropriati percorsi specialistici, che abbiano l'obiettivo di garantire una presa in carico capillare sul territorio e continuativa nel tempo. Per questo è necessario standardizzare soluzioni, online, via chat o in telemedicina, per supportare in tempi cadenzati il monitoraggio del paziente a distanza. Un aspetto di vicinanza empatica, che sappiamo essere fondamentale per lo stato di benessere del paziente". "L'insieme delle informazioni veicolate nel rapporto rendono più visibile l'impatto del dolore in Italia e l'urgenza della sua presa in carico da parte dell'intero sistema salute – commenta Laura Premoli, General Manager di Grünenthal Italia – Il nostro supporto a questa iniziativa nasce dalla volontà di evolvere la cultura sul dolore nel nostro Paese ed è coerente con altre nostre progettualità di informazione scientifica e di sensibilizzazione che supportano pazienti e caregivers nel quotidiano e contribuiscono a colmare il deficit culturale". Sottostimato o al massimo ritenuto un fattore sentinella che annuncia un pericolo da esso distinto – conclude la nota – il dolore cronico raccontato dai numeri del Rapporto Censis Grünenthal (azienda farmaceutica leader globale nella gestione del dolore e delle malattie correlate) riflette l'urgenza di affrontare il problema con interventi mirati e coordinati e mette in luce l'ampia diffusione della patologia e il suo impatto significativo che genera oneri rilevanti per la società, le dimensioni famigliari e personali, fino ad impattare la sfera emotiva e il senso di solitudine. Il 48,8% dei malati ha infatti provato apatia, perdita di forze, debolezza; il 38,2% sensazione di fragilità, tendenza alla facile commozione; il 37% stati di ansia e depressione. —[email protected] (Web Info)
Migliori ospedali mondo, classifica: primo italiano Gemelli Roma, dove si piazza
(Adnkronos) – I migliori ospedali al mondo? Per trovare la prima struttura sanitaria italiana bisogna scorrere la classifica fino al 35esimo posto. E' qui che si posiziona il Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma, prima bandierina tricolore nel ranking 2024 dei migliori ospedali del mondo, stilato dalla rivista 'Newsweek' (annualmente a partire dal 2019), con la collaborazione di 'Statista' (realtà che si occupa di statistica). Seconda presenza italiana il Grande ospedale metropolitano Niguarda di Milano, al 52esimo posto. Quest'anno, si legge nell'introduzione della classifica, l'elenco include dati su 2.400 ospedali in 30 Paesi, fra cui l'Italia. I dati sono organizzati per nazione, ma viene pubblicata una classifica dei primi 250 ospedali, lista dalla quale viene evidenziata una 'top 10' che si distingue in particolare "per l'intrigante uso dell'intelligenza artificiale per far avanzare le scoperte mediche", spiegano i promotori. Il Belpaese resta fuori da questo Olimpo ristretto di strutture sanitarie al top, che vede al posto numero 1 la statunitense Mayo Clinic di Rochester. Il podio è tutto d'Oltreoceano: seconda Cleveland Clinic (Usa), terzo il Toronto General – University Health Network, ospedali seguiti da: Johns Hopkins Hospital (Usa), Massachusetts General Hospital (Usa). La prima realtà europea si incontra al sesto posto, è la tedesca Charité – Universitätsmedizin di Berlino. Alle sue spalle: Karolinska Universitetssjukhuset (Stoccolma, Svezia); AP-HP – Hôpital Universitaire Pitié Salpêtrière (Parigi, Francia); Sheba Medical Center (Ramat Gan, Israele); chiude la top 10 l'Universitätsspital Zürich (Zurigo, Svizzera). Stringendo l'obiettivo sull'Italia, terzo a livello nazionale e 57esimo nel mondo è l'Irccs Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato (Milano), quarto (e 65esimo nel mondo) l'Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, alle porte di Milano; quinto (66esimo al mondo) il Policlinico Sant'Orsola Malpighi di Bologna. Nel ranking mondiale, per incontrare altre strutture italiane dopo queste 5, occorre superare quota 100: al 103esimo posto globale ecco una realtà veneta, l'Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona (sesta italiana), ai posti 117esimo e 118esimo si trovano invece rispettivamente il Policlinico San Matteo di Pavia (settimo ospedale a livello italiano), e Azienda ospedaliera di Padova (ottava in Italia). C'è poi la nona realtà tricolore, 135esima nel ranking mondiale, cioè l'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. E la decima è il Presidio ospedaliero Molinette – Aou Città della Salute e della Scienza di Torino (165esima nel mondo). Infine, la top 150 dei migliori ospedali del mondo include al numero 187 l'Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze (11esima italiana); al posto 202 gli Spedali Civili di Brescia (12esima italiana); al 211 l'Azienda ospedaliera-universitaria Sant'Andrea di Roma (13esima italiana); al 215 l'Irccs Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia (14esima italiana). Da segnalare infine che le prime 10 strutture sanitarie italiane che compaiono nel ranking sono – a parte il Gemelli di Roma – tutte dislocate al Nord (la metà in Lombardia). "Non ci sono molte decisioni più importanti della scelta dell'ospedale giusto", scrive Nancy Cooper, Global Editor in Chief di Newsweek nella sua premessa alla top list. Nel testo si spiega anche come viene stilata la classifica: il punteggio di ciascun ospedale si basa su un sondaggio online condotto tra oltre 85mila esperti medici e dati pubblici provenienti da sondaggi post-ricovero sulla soddisfazione generale dei pazienti. Il punteggio considera anche parametri come l'igiene, il rapporto medico-paziente, nonché un sondaggio di Statista sull'utilizzo da parte degli ospedali delle Patient Reported Outcome Measures (Prom), che sono questionari standardizzati completati dai pazienti per valutare la loro esperienza e i risultati. "Con così tanta posta in gioco per le persone e le istituzioni – conclude Cooper – dati affidabili sono fondamentali. Le classifiche di Newsweek-Statista forniscono informazioni cruciali per pazienti, famiglie e dirigenti sanitari alla ricerca dei profili di un settore che genererà 4,24 trilioni di dollari in tutto il mondo nel 2024". —[email protected] (Web Info)
Cronaca nazionale/ Dice di andare a lavare l’auto ed abbandona la famiglia: rintracciato e condannato a sette mesi
Una fuga andata male.
“Vado a lavare la macchina”, aveva detto così a moglie e figli piccoli prima di uscire di casa ma nell’abitazione non ha mai fatto più ritorno, dileguandosi e abbandonando tutti.
Per questo un uomo è stato condannato dal tribunale di Cuneo alla pena di sette mesi di reclusione, con pena sospesa, e al risarcimento nei conformi di figli e consorte.
La storia pubblicata dal quotidiano locale Cuneodice.
Foto di repertorio












