Home Blog Page 669

Covid Italia, prosegue discesa: ultimo bollettino, i dati

0

(Adnkronos) –
Numeri sempre in calo per il Covid in Italia. Nella settimana dal 15 al 21 febbraio sono stati registrati 1.607 nuovi contagi, -27,7% rispetto alla settimana precedente (2.223). I morti sono stati 52, -43,5% rispetto ai 7 giorni precedenti (92). E' quanto riporta il bollettino settimanale del ministero della Salute. I tamponi segnano un aumento dell'8,3% (146.842 contro 135.631) e il tasso di positività è sostanzialmente stabile: 1,1%, 0,5 punti percentuali in meno rispetto alla settimana precedente (1,6%). Scendono ancora i ricoveri: il tasso di occupazione in area medica al 21 febbraio è pari al 2,1% (1.311 ricoverati), rispetto al 2,4% (1.486 ricoverati) del 14 febbraio; il tasso di occupazione in terapia intensiva al 21 febbraio è dello 0,6% (51 ricoverati), rispetto allo 0,8% (67 ricoverati) del 14 febbraio. "L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero al 13 febbraio è sotto la soglia epidemica, pari a 0,65 (0,57–0,73), stabile rispetto alla settimana precedente (Rt 0,65)", stesso discorso ormai da settimane per l’incidenza dei casi diagnosticati e segnalati "nel periodo 15-21 febbraio è pari a 3 casi per 100.000 abitanti, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (4 casi per 100mila); anche gli ospedali registrano una situazione in discesa: al 21 febbraio "l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 2,1%, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (2,4% al 14 febbraio). In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,6%, rispetto alla settimana precedente (0,8% al 14 febbraio)". "La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale è la fascia over 90. L’incidenza settimanale è diminuzione in tutte le fasce d’età. L’età mediana alla diagnosi è di 61 anni, stabile rispetto alla settimana precedente – si legge nel report – La percentuale di reinfezioni è il 42% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente".  "I dati di questa settimana confermano che l'andamento del Covid non desta preoccupazione. Continuiamo a lavorare mettendo in atto tutte le misure di prevenzione necessarie a garantire la tutela della salute pubblica". Così il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia, commentando il bollettino settimanale Covid-19. —[email protected] (Web Info)

Welfare incompiuto, si rischia il collasso sociale

0
Alfredo Magnifico

Uno studio del Censis “Dove sta andando il welfare?” riporta che in tema di salute, assistenza e previdenza le famiglie italiane sono sempre più vulnerabili, incerte nella gestione della non autosufficienza e consapevoli di dover ricorrere a risorse proprie a causa dell’aumento di malattie croniche, delle condizioni legate all’età avanzata, alla maggiore necessità di risorse sanitarie che mettono a dura prova la sostenibilità dei servizi pubblici.

Il 40,7% delle famiglie giudica insicuro il proprio livello di risorse economiche e teme che le disponibilità in termini di reddito, patrimonio e risparmi possano non essere sufficienti in caso di imprevisti.

Il 12,5% si dichiara insicuro e che eventuali imprevisti potrebbero mettere la famiglia in difficoltà, tra questi l’inabilità e la non autosufficienza raccolgono il maggior grado di rilevanza (64,6%), e mette in bilancio fattori di protezione; welfare pubblico, coperture assicurative o altre forme di autotutela personali di cui si dispone.

La necessità di dover ricorrere a prestazioni sanitarie preoccupano il 51,2%, la diminuzione di reddito e del tenore di vita, negli anni della vecchiaia, preoccupa il 35,0%, a seguire; la morte del principale portatore di reddito in famiglia, la perdita di lavoro, la disoccupazione e la riduzione del reddito.

La spesa per l’assistenza sociale corrisponde all’11,7% della spesa totale delle prestazioni è l’investimento più basso rispetto a sanità e sistema previdenziale.

Dallo studio viene fuori che il 45,3% considera prioritario il potenziamento dei servizi domiciliari, ritenendo la casa il miglior posto dove curarsi, il 58,7% chiede l’introduzione della deducibilità del lavoro domestico e il 49,1% dichiara di occuparsi di persona, di un parente non autosufficiente, in aggiunta alla badante.

Il sistema sta andando in tilt, c’è la necessità di intervenire sulla spesa pubblica, il progressivo mutamento dei bisogni sociali e l’evoluzione demografica del Paese lasciano aperte questioni che nel tempo sono diventate emergenze.

Nel 2020 alla spesa sanitaria pubblica è stato riservato il 7,4% del Pil, nel 2026 si prevede il 6,1%; le strutture residenziali socioassistenziali e sociosanitarie attive sono 12.576, con un’offerta di circa 414.000 posti letto (7 ogni 1.000 abitanti), la disponibilità più alta è al Sud con poco più di 1.000 posti letto ogni 100.000 abitanti; oggi gli over 65 sono il 24,0% della popolazione, nel 1961 erano il 9,5% mentre era il 63,5% in età lavorativa,15-64 anni) (nel 1961 erano il 66,0%), nel 2050 si prevede che gli anziani saranno il 34,5% e i 15-64enni saranno meno del 55% , 6,8 milioni di pensioni sono sotto i 1.000 euro mensili.

Il 49,1% si occupa di un parente non autosufficiente, il 42,4% accusa fatica fisica e stress, il 24,7% risente la rinuncia a una vita relazionale e autonoma Il 16,4% sottolinea la mancanza di un reale riconoscimento del ruolo del caregiver da parte delle istituzioni e la mancanza di un compenso economico al lavoro svolto, l’8% ha dovuto abbandonare o trascurare il lavoro, il 6,7% è preoccupato di poter arrecare danno all’assistito, non avendo le competenze necessarie ai vari interventi che è chiamato a fare.

Alfredo Magnifico

Cronaca nazionale/ Dimesso dal pronto soccorso, ragazzo dodicenne muore di arresto cardiaco

0
FOTO DI REPERTORIO

Dolore e sconcerto per la morte di un ragazzo giovanissimo

Un ragazzo di 12 anni è morto all’ospedale Regina Margherita di Torino, dov’è arrivato in arresto cardiaco, nella tarda serata di ieri.

A quanto emerso, nelle ore precedenti al decesso il ragazzo era stato visitato al pronto soccorso dell’ospedale di Chivasso per una sospetta polmonite e poi era stato dimesso. Le sue condizioni si sono però rapidamente aggravate.

Era una promessa del calcio: giocava negli Esordienti della società Usd Gassino-San Raffaele.

Il ragazzo viveva a Castiglione Torinese con la famiglia.

Foto di repertorio

Tumore pancreas, così il cancro sopravvive e cresce: lo studio

0

(Adnkronos) –
Il meccanismo di sopravvivenza e crescita del tumore al pancreas svelato da uno studio internazionale ideato dal big dell'oncologia Carlo Maria Croce, lo scienziato italiano più citato al mondo secondo la classifica dei 'Top Italian Scientists', in forze negli Usa alla Ohio State University. La scoperta apre la strada a nuovi approcci terapeutici. Alla ricerca, pubblicata su 'Nature Signal Transduction and Targeted Therapy', hanno collaborato diversi centri in Italia come l'università Sapienza di Roma, l'università di Modena e Reggio Emilia e il Centro di riferimento oncologico (Cro) di Aviano, Pordenone. Da un punto di vista biologico – spiega una nota della Sapienza – le cellule tumorali sono continuamente sottoposte a stress: il loro microambiente, infatti, è povero di ossigeno e soprattutto di nutrienti. Questo è particolarmente vero per il tumore del pancreas, spesso resistente ai trattamenti. Come questa neoplasia riesca a mantenere un alto tasso di proliferazione in carenza di nutrienti era un mistero, su cui ora fa luce il nuovo studio.  Secondo gli autori, "alla base vi è la mancata espressione di una piccola molecola di Rna non codificante (microRna) denominata miR-15a, che è normalmente espressa nel pancreas sano, ma viene spesso persa durante le fasi precoci di trasformazione neoplastica. Il miR-15a rappresenta una sorta di freno molecolare che mantiene costantemente bassi i livelli della proteina Fra-2, un fattore di trascrizione di cruciale importanza per la risposta del tumore allo stress. In assenza di miR-15a, le cellule tumorali sollecitate dalla carenza di nutrienti sono libere di esprimere il fattore di trascrizione Fra-2 che, a cascata, attiva la trascrizione di geni fondamentali per la loro sopravvivenza. Tra i geni target di Fra-2 c'è il recettore per Igf1 (Igf1-recettore), responsabile dello stimolo proliferativo". "La scoperta di questo meccanismo – afferma Gian Luca Rampioni Vinciguerra, primo nome dello studio e ricercatore del Dipartimento di Medicina clinica e molecolare della Sapienza – accresce la nostra comprensione della malattia e fornisce un razionale utile per l'impostazione delle terapie".  "Nei nostri modelli – precisa lo scienziato – il tumore del pancreas in carenza di nutrienti diventa dipendente dall'attivazione di Igf1-recettore, quindi estremamente sensibile alla sua inibizione farmacologica, che diventa un'arma estremamente efficace per contrastare la crescita tumorale".  —[email protected] (Web Info)

Avellino, operaio muore schiacciato da macchinario

0

(Adnkronos) – Un operaio di 52 anni è morto durante un infortunio sul lavoro nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra (Avellino). Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Da una primissima ricostruzione l'operaio, di una ditta esterna, è rimasto schiacciato da un macchinario. Le segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic ed Uglm di Avellino e le Rsa dello Stabilimento di Pratola Serra hanno dichiarato uno sciopero a partire dalle ore 10.30 per tutta la giornata di oggi. Un altro incidente sul lavoro si è verificato questa mattina a Melilli, in provincia di Siracusa. Un operaio è caduto da una impalcatura ed è stato trasportato in elisoccorso all'ospedale Cannizzaro di Catania. Le sue condizioni sarebbero gravi. Sul posto si trovano i carabinieri. “A 24 ore dallo sciopero nazionale di edili e metalmeccanici di Cgil e Uil sul tema della sicurezza sul lavoro, si registra un nuovo incidente mortale, il terzo in Campania, che ha coinvolto un operaio di una ditta esterna nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra, in provincia di Avellino, mentre era al lavoro nel reparto di basamento. Appena ieri, proprio davanti allo stabilimento irpino e nelle piazze di tutta la regione, abbiamo manifestato per dire basta morti sul lavoro e chiedere a Governo e imprese di assumersi le proprie responsabilità. Bisogna garantire il diritto alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro e mettere in campo regole specifiche per il sistema degli appalti, ponendo un freno alla catena dei subappalti che, come avvenuto oggi, non garantiscono tutele, salario e sicurezza sul lavoro". Così, in una nota, le segreterie di Cgil Napoli e Campania, Cgil Avellino e Fiom Cgil Campania, sull’incidente mortale avvenuto questa mattina nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra, in provincia di Avellino.  "Auspichiamo che l’incontro di lunedì prossimo tra Governo, imprese e sindacati possa portare a soluzioni concrete, prendendo in considerazione anche le proposte avanzate in questi mesi dalle organizzazioni sindacali. Alla famiglia del lavoratore e ai suoi colleghi va tutta la vicinanza e la solidarietà della nostra organizzazione”, si chiude la nota.   —[email protected] (Web Info)

Maxi aneurisma curato senza tagli a paziente sveglio

0

(Adnkronos) –
Un maxi aneurisma è stato trattato senza tagli, attraverso 5 forellini, da 4 chirurghi che hanno operato in contemporanea – su paziente sveglio – all'Istituto di cura Città di Pavia. Da affrontare c'era un voluminoso aneurisma soprarenale – spiegano dal Gruppo San Donato a cui fa capo la struttura – che coinvolgeva anche i vasi viscerali (di rene e intestino) e che è stato trattato per via percutanea dall'équipe guidata da Giovanni Bonalumi, responsabile dell'Unità operativa di Chirurgia vascolare dell'istituto pavese, e da Andrea Azzaretti, angioradiologo consulente dell'ospedale, "tra i primi in Lombardia ad adottare questa metodica. Sono pochissimi, in Italia – sottolineano da Gsd – i casi che hanno potuto beneficiare di questa procedura minimamente invasiva che rappresenta il futuro nel trattamento degli aneurismi in pazienti non candidabili per la chirurgia tradizionale". Gli aneurismi – ricordano gli esperti – sono dilatazioni asintomatiche della parete arteriosa, anomale e non reversibili, la cui rottura potrebbe causare un'emorragia potenzialmente fatale. Il trattamento di elezione per l'aneurisma toraco-addominale è la chirurgia open, che prevede una grande incisione e l'asportazione dell'undicesima costa per poter raggiungere l'aortica soprarenale. L'intervento è in anestesia generale, dura 4-5 ore e prevede una convalescenza di 7-8 giorni e un lento recupero. "Il nostro paziente – riferisce però Bonalumi – non poteva sostenere un intervento in modalità open, poiché era affetto da diverse patologie croniche (insufficienza respiratoria e cardiaca, diabete) che avrebbero seriamente compromesso la buona riuscita dell'operazione. Pertanto abbiamo optato per una procedura percutanea, che non prevede incisioni cutanee, ma solo 5 piccoli fori che permettono il posizionamento della endoprotesi e degli stent nelle arterie". Attraverso 5 accesi percutanei, cioè piccoli fori nelle arterie, praticati su collo e arti – 2 nell'arteria femorale, 2 nell'arteria brachiale e uno nella carotide – 4 chirurghi hanno rilasciato in contemporanea l'endoprotesi aortica e gli stent che, seguendo una speciale guida e sotto monitoraggio radiografico con mezzo di contrasto, hanno raggiunto l'aneurisma, collocandosi correttamente sopra le arterie viscerali. La protesi è stata rilasciata ed espandendosi ha escluso l'aneurisma dalla vascolarizzazione. Il flusso sanguigno viene infatti convogliato attraverso l'endoprotesi e gli stent, allo scopo di isolare totalmente l'aneurisma e annullare così la pressione sanguinea che ne potrebbe provocare la rottura. La procedura, molto complessa – si legge in una nota – ha avuto una durata di 2 ore e mezza durante le quali il paziente era sveglio. E' stata necessaria solo un'anestesia locale, in corrispondenza dei fori praticati per il posizionamento dell'endoprotesi.  
L'intervento per via percutanea prevede una degenza breve, nell'ordine di 2-3 giorni. Il paziente viene rimesso in piedi e cammina il giorno dopo la procedura. Il suo percorso prevede ora un controllo tra 2 mesi, tramite angiotac, in modo da verificare la perfetta funzionalità dell'endoprotesi. "Le procedure endovascolari – rimarca Bonalumi – rappresentano il futuro della chirurgia vascolare, poiché ci permettono di ottenere un risultato del tutto sovrapponibile a quello che raggiungeremmo con l'intervento a cielo aperto, ma con una mini-invasività che per il paziente fa davvero la differenza. Inoltre, queste procedure si possono estendere anche a pazienti con un quadro di salute complesso che, ad oggi, non erano candidabili per la chirurgia tradizionale". —[email protected] (Web Info)

Cancro al pancreas metastatico, nuovo farmaco aumenta sopravvivenza

0

(Adnkronos) – Spesso diagnosticato in fase avanzata, l’adenocarcinoma del pancreas è un tumore a prognosi infausta e severa che colpisce, in Italia 14.500 persone l’anno. Recentemente autorizzato alla rimborsabilità dall’Agenzia del farmaco (Aifa), l'irinotecano liposomiale pegilato (Nal-Iri) basato su nanotecnologia rappresenta, per i pazienti con cancro del pancreas in fase metastatica – riporta Servier in una nota – il primo e unico farmaco approvato per trattamento di seconda linea che garantisca un continuum of care con vantaggi significativi in termini di sopravvivenza.  “Il tumore del pancreas è molto insidioso nella sua manifestazione clinica, poiché i sintomi sono spesso atipici, aspecifici e comuni a patologie di grandissima frequenza – spiega Michele Reni, direttore del Programma strategico di coordinamento clinico, Pancreas center, Irccs ospedale S. Raffaele, Milano – Per una corretta e tempestiva diagnosi è fondamentale rivolgersi a un centro specializzato, come le Pancreas Unit, con un percorso diagnostico-terapeutico assistenziale predefinito e integrato, personale competente e elevati volumi di trattamento. Nel nostro Paese non sono attualmente molti i centri che possono offrire questa gestione del paziente a 360 gradi”. Una delle neoplasie più difficili da diagnosticare e dalla prognosi più infausta con una sopravvivenza a 5 anni dell’11% negli uomini e del 12% nelle donne, il tumore al pancreas consta circa 15mila nuove diagnosi l’anno (dati 2022) di cui, oltre circa la metà, in fase metastatica. È l’unico tumore del tratto gastrointestinale che in quarant’anni non ha registrato miglioramenti in termini di sopravvivenza. Questa neoplasia ha forti unmet medical need (bisogni insoddisfatti, Ndr) a causa di una diagnosi spesso tardiva, della complessità biologica, delle poche opzioni terapeutiche disponibili e dell’alta specializzazione richiesta per una corretta ed efficace presa in carico, diagnosi e cura. Le forme metastatiche sono considerate le più difficili da trattare, poiché il tumore è caratterizzato da uno strato stromale denso, che può ostacolare la penetrazione dei farmaci.  Proprio per i pazienti con questo tumore in fase avanzata è ora disponibile in Italia l’irinotecano liposomiale pegilato (Nal-Iri), primo e unico farmaco approvato come trattamento di seconda linea per il tumore del pancreas. Riconosciuta con lo status di farmaco orfano questa terapia, sviluppata per massimizzarne l’efficacia antitumorale, si basa sulla nanotecnologia liposomiale ovvero su vescicole lipidiche (liposomi) che contengono il principio attivo (irinotecano) e che si accumulano in modo preferenziale nel tessuto tumorale. Qui i macrofagi assorbono i liposomi, liberando l’irinotecano, che si trasferisce nel nucleo delle cellule tumorali bloccandone la replicazione. Questa formulazione non solo migliora la biodistribuzione del principio attivo ma anche la stabilità e la farmacocinetica. “A causa della scarsa vascolarizzazione – precisa Romano Danesi, professore ordinario di Farmacologia, dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia, Università degli Studi di Milano – questa neoplasia si caratterizza per la quantità limitata di farmaco che riesce a raggiungere le cellule tumorali che si sviluppano nel pancreas. Per aggirare questa limitazione Nal-Iri sfrutta la tecnologia delle nanoparticelle liposomiali e grazie alle sue caratteristiche strutturali favorisce un miglioramento e un aumento della distribuzione del farmaco proprio all'interno dei tessuti tumorali”. L’efficacia clinica di Nal-Iri in associazione con 5-fluorouracile e leucovorin è stata dimostrata nell’ambito dello studio registrativo globale di fase 3 Napoli-1. Lo studio ha documentato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza mediana da 4,2 a 6,1 mesi, con una riduzione del rischio di morte del 33%. “I risultati di Napoli-1 – commenta Michele Milella, professore di Oncologia e direttore della Divisione di Oncologia medica dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona – hanno dimostrato un vantaggio sia in termini di risposte obiettive, sia di tempo alla progressione e sia di sopravvivenza globale nel gruppo trattato con la combinazione dei due farmaci. Nal-Iri rappresenta lo schema di riferimento per la seconda linea terapeutica, grazie a una maggiore tollerabilità, un’efficacia più solida e un vantaggio in termini sia di sopravvivenza che di qualità di vita".  In base ai risultati dello studio Napoli 3, lo scorso 13 febbraio 2024 l’Agenzia americana Fda (food and drug administration) ha approvato Nal-Iri anche come trattamento di prima linea. Conferme sui vantaggi del trattamento sono stati evidenziati anche in uno studio di Real World Evidence in cui sono stati raccolti dati relativi al trattamento con Nal-Iri su pazienti trattati in 11 centri oncologici dislocati su tutto il territorio nazionale. “I dati raccolti hanno dimostrato una riduzione della malattia nel 12% dei pazienti trattati con Nal-Iri – sottolinea Sara Lonardi, direttore Ff Oncologia 3, Istituto Oncologico Veneto – un dato sicuramente non trascurabile per questo tipo di neoplasia” visto che se ne può fermare "la progressione per un periodo nel 41% dei pazienti". Oltre ad avere “finalmente una novità per il trattamento di questo tipo di tumore. Ritardare la progressione di malattia, vuol dire anche ritardare l'insorgenza di nuovi sintomi, in particolar modo il dolore e il calo di peso”. Poter dare ‘tempo in più’ ai pazienti con tumore del pancreas ha un enorme valore. “I pazienti affetti da questo tumore e i loro caregiver – ricorda Francesco De Lorenzo, presidente di Favo, Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia – si trovano spesso a dover affrontare numerose difficoltà sia nella gestione della patologia che del trattamento. A questo si aggiungono diagnosi tardive, differenze regionali nella presa in carico, carenze nel supporto psicologico, nutrizionale e riabilitativo. Questo rende necessario un approccio integrato e multidisciplinare con Pdta dedicati all’interno di centri specializzati collegati alle reti oncologiche in grado di assicurare una presa in carico complessiva del paziente e di una migliore QoL, qualsiasi sia lo stadio in cui viene diagnosticata la malattia”.  Come conclude il direttore Medical Affairs del Gruppo Servier in Italia, Marie-Georges Besse: "Servier ha fatto della lotta contro il cancro una delle sue priorità ed è attualmente l'unica azienda con un portfolio che offre terapie per le fasi avanzate dei principali tumori del tratto gastrointestinale: stomaco, colon, pancreas e in futuro anche colangiocarcinoma, tumori che in Italia colpiscono ogni anno circa 80 mila persone. Il nostro impegno in termini di ricerca e sviluppo è concentrato sui tumori rari e difficili da trattare, per offrire a tutti i pazienti la possibilità di usufruire di linee di trattamento successive e un continuum of care rispettoso della qualità di vita". —[email protected] (Web Info)

Tini (IncontraDonna): “Su Herpes zoster puntare su informazione con podcast”

0

(Adnkronos) – "Come medico di medicina generale ritengo necessario l'aggiornamento continuo per fornire agli assistiti informazioni utili e convincenti ai fini della prevenzione delle malattie, di cui i vaccini sono presidi indiscutibili. In veste di paziente oncologica e quindi 'fragile', ho necessità di informarmi e di essere guidata in un percorso di prevenzione secondaria da tutti gli attori sanitari: il mio medico di medicina generale, l'oncologo, l'infermiere, l'assistente sanitario, il farmacista, le associazioni dei malati oncologici, la mia Asl. Come socia delegata di Fondazione IncontraDonna mi sento impegnata nel diffondere corretta, chiara e diretta informazione alle pazienti oncologiche, anche rispetto ai vaccini, sfruttando le accattivanti opportunità fornite dai social, inclusi i podcast di approfondimento". Lo ha detto Maria Laura Tini, Patient advocate per Fondazione IncontraDonna e medico di medicina generale, nel suo intervento oggi a Roma alla presentazione di una ricerca globale commissionata da Gsk in occasione della Settimana internazionale di sensibilizzazione sull'Herpes zoster.  "Sensibilizzare sulla malattia non significa farci vedere in televisione o distribuire degli opuscoli informativi – ha poi aggiunto Tini – Bisogna differenziare la strategia secondo le fasce di età, i livelli culturali e le modalità".  —[email protected] (Web Info)

Mastronuzzi (Simg): “Per Herpes zoster la parola d’ordine è chiamata attiva”

0

(Adnkronos) – “L'Herpes zoster è un ‘incidente’ nella vita dei nostri pazienti che può avere un costo molto alto. Il virus non colpisce esclusivamente i pazienti più anziani, sono più suscettibili a sviluppare lo zoster anche pazienti con una o più malattie o che per tali malattie assumono farmaci interferenti sul sistema immunitario. Abbiamo l’obiettivo di raggiungere le coperture raccomandate per le vaccinazioni dell’adulto previste dal piano nazionale di prevenzione vaccinale. E in particolare per lo zoster la nostra parola d’ordine è ‘chiamata attiva’, individuare i pazienti che possono giovarsi della vaccinazione per lo zoster e comunicare con loro per parlare di questa opportunità”. Lo ha detto Tecla Mastronuzzi, medico di medicina generale di Bari, socia della Società italiana medicina generale e delle cure primarie e responsabile nazionale della macroarea Prevenzione della Simg, intervenendo da remoto alla presentazione – oggi a Roma – della ricerca globale commissionata da Gsk in occasione della Settimana internazionale di sensibilizzazione sull'Herpes zoster. “Gli ultra 65enni oggi vogliono continuare a viaggiare, a fare sport, a godersi la vita – ha poi aggiunto Mastronuzzi – ma anche se vogliono stare a casa con i nipotini è giusto che siano aiutati a preservare la loro salute. Occuparci della salute dei nostri ultra 65enni è conveniente per tutti e la strategia vincente è la prevenzione vaccinale, per lo zoster come per tutte le malattie prevenibili con vaccino”.  —[email protected] (Web Info)

Smog, dati choc sulla Pianura Padana: tutti a caccia di purificatori d’aria

0

(Adnkronos) – Dopo i dati allarmanti su smog e inquinamento sulla Pianura Padana sono balzate in maniera esponenziale le ricerche sul web di elettrodomestici per purificare l’aria. Stando ai dati diffusi dall’Osservatorio di QualeScegliere.it, da sabato 17 a lunedì 19 febbraio si è registrato un aumento costante delle visite fino al 155% con un incremento del 41% sabato su venerdì; del 76% domenica su sabato; per rilevare un vero e proprio boom (+155%) lunedì su domenica. Gli analisti sottolineano che il fatto che in Pianura Padana l'aria non sia sempre delle migliori non è una novità, ma certo le notizie di stampa dell’ultima settimana, fra dati inquietanti in arrivo anche dalla Svizzera e una foto in rosso che si è stampata bene nella mente delle persone, hanno accresciuto la preoccupazione dei suoi abitanti.  Nella macro-regione identificata con una lunga striscia rossa nell’immagine satellitare della regione sopra il Po, le visite alla guida dedicata ai purificatori d’aria del sito QualeScegliere.it hanno conosciuto una variazione anche a 3 cifre nel periodo 18-19-20 febbraio rispetto al 11-12-13: il picco c’è stato in Lombardia con un +467%; a seguire +267% in Emilia- Romagna e in Liguria; +242% in Piemonte e +66% in Veneto. La preoccupazione, però, non è rimasta confinata al Nord, anzi. Ci sono percentuali di crescita di ricerche importanti anche in altre regioni: +800% in Sardegna, +367% in Sicilia, +300% in Toscana e Lazio. Solo in Trentino-Alto Adige e Val d’Aosta l’aria si percepisce più pulita, evidentemente, visto che le ricerche non si sono spostate. In crescita anche le ricerche sul sito Trovaprezzi.it per individuare le offerte migliori per gli elettrodomestici utili per alla purificazione dell'aria: +48% fra domenica 18 e lunedì 19 febbraio, mentre nelle zone della Pianura Padana sono cresciute le visite complessive del periodo 18-19-20 febbraio rispetto al 11-12-13: in questo caso il picco si raggiunge in Emilia-Romagna con +146%; a seguire +116% in Veneto; +88% in Lombardia e +61% in Piemonte.  E anche su questo in altre regioni ci si è sentiti in balìa dell’inquinamento visto che su Trovaprezzi.it sono cresciute a 3 cifre anche le ricerche dall’Abruzzo (+225%), dalla Sardegna (+127%) e in Umbria (+100%), con punte pari a +81% della Puglia e il +63% della Calabria. Anche in questo caso nessuna ricerca è arrivata dalla Val d’Aosta. Brando Preda, Product Manager di QualeScegliere.it, osserva che "dopo il boom avuto in pandemia, i purificatori d'aria sono tornati improvvisamente ad essere un prodotto di interesse per gli italiani". "Non mi stupisco perché, vivendo alle porte di Milano, anche io – sottolinea – seguo con una certa preoccupazione la situazione relativa all'inquinamento".  "Non mi ha sorpreso notare, dunque, come anche i nostri utenti si stiano muovendo per mettere in atto delle precauzioni, per cercare di migliorare la qualità dell’aria, quanto meno all’interno delle proprie mura domestiche" aggiunge infine Preda.  —[email protected] (Web Info)