Nucleare: Il Ministero dell’Ambiente promuovo il confronto con la Francia. I Verdi: “I dati energetici sono truccati”

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Si è aperto ieri mattina a Roma nella Sala delle Colonne di Palazzo Marini il convegno “Produzione di energia elettrica da centrali nucleari: gli aspetti ambientali e l’esperienza francese”, promosso dalla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale – VIA e VAS – del Ministero dell’Ambiente in collaborazione con l’Ambasciata di Francia. Dopo aver letto un messaggio di saluto del Ministro Stefania Prestigiacomo, il sottosegretario Roberto Menia ha sottolineato tra l’altro che “la nuova legislazione in materia energetica pone la sicurezza e la tutela dell’ambiente al centro dei parametri con i quali conseguire il grande obiettivo del rilancio del nucleare. Una normativa che si fonda sulla procedura di autorizzazione e sulla condivisione territoriale. In tale contesto si sviluppa l’approccio della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA-VAS al nucleare”. Il presidente della Commissione VIA-VAS Claudio De Rose si è soffermato sulla situazione attuale dell’energia nucleare in Italia, la normativa recente e il ruolo previsto per la commissione. “La recente legislazione – ha osservato – attribuisce alla Commissione compiti di consulenza tecnica di assoluto rilievo tanto nella fase di valutazione strategica attinente all’individuazione secondo criteri di pianificazione dei siti dove collocare le centrali e i depositi delle relative scorie quanto nella fase di autorizzazione degli stessi”. Critici i Verdi che denunciano la pubblicazione di dati imprecisi sul potenziale consumo di elergia elettica prodotta dalle centrali. “È quantomeno azzardato – afferma il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli – se non falso affermare che al 2030 i consumi elettrici saranno aumentati del 45% quando il gestore della rete Terna afferma che il al 2020 si potrebbe avere un aumento dell’11% e l’Europa per la stessa data chiede una diminuzione del 20% nei consumi complessivi d’energia. E non sta in piedi nemmeno la favola della riduzione delle emissioni di CO2 grazie all’energia atomica -continua il leader ecologista- È assolutamente irrealistico, e lo dimostrano i ritardi in Finlandia e Francia che anche un solo reattore entri in funzione nel 2020 in maniera da poter contribuire alla riduzione, tutta presunta, di gas serra. La realtà che appare evidente dai numeri presentati dal Ministero dell’Ambiente è che per trovare un mercato a questo 25% di energia nucleare voluto dal Governo si vogliono spostare i consumi termici, come il riscaldamento, sull’elettrico da nucleare come accade in Francia. Una politica di questo tipo non è altro che un ‘regalo di Statò a un’azienda privata come Enel che, è il caso di ricordarlo, è una delle compagnie elettriche più indebitate di tutta l’Unione europea -conclude Bonelli- L’avvio del programma nucleare, infine, non alleggerirà le bollette dei cittadini, poichè ci sarà un grande gestore che detterà a proprio piacimento i prezzi e metterà la pietra tombale su qualsiasi politica di efficienza energetica». Intanto, più cauto è il Direttore generale per lo sviluppo sostenibile, l’energia e il clima del Ministero, Corrado Clini, che ha messo in rilievo il ruolo centrale del nucleare per la riduzione delle emissioni e la sicurezza energetica dell’Europa, anche se purtroppo “l’Unione europea, nel negoziato internazionale sui cambiamenti climatici, continua a considerare l’energia nucleare al di fuori delle opzioni ‘pulite’ per ridurre le emissioni globali di Co2”. Inoltre ha evidenziato l’importanza di una ricognizione puntuale dei fattori critici nelle diverse aree del nostro Paese al fine dell’individuazione dei siti idonei. Numerosi gli altri interventi, tra cui quello del Consigliere nucleare dell’Ambasciata di Francia Jean Claude Bouchter e di esponenti dell’Agenzia per la sicurezza nucleare francese e del Ministero dell’Ecologia francese.