Le associazioni al governo: gli incentivi alle rinnovabili vanno rivisti

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Fornire una nuova veste agli incentivi per le fonti rinnovabili: questo l’obiettivo di 16 associazioni del settore che hanno pubblicato un documento congiunto, trasmesso al ministero dello Sviluppo economico e ai presidenti delle commissioni Ambiente e Attività produttive di Camera e Senato. Le proposte delle associazioni nascono dalle lacune che hanno frenato lo sviluppo dell’energia alternativa, soprattutto in alcuni settori. In particolare, segnala il documento, la mancanza di chiarezza e stabilità nella politica italiana sulle rinnovabili, ha ostacolato gli investimenti delle aziende, spesso incerte sul rapporto costi/benefici dei vari incentivi.
La nuova tariffa premium
La prima nota dolente, sostengono i 16 firmatari del documento, riguarda i Certificati verdi. Questo sistema non sembra più in grado di reggere, «soprattutto per l’instabilità delle sue regole, la sua complessità, […] l’eccessiva volatilità dei prezzi». Si prospetta così un nuovo incentivo, “feed-in premium”, che prevede una tariffa P (ottenuta incrociando diversi fattori, secondo i tipi di fonte e la potenza degli impianti) per ogni kWh prodotto con le fonti rinnovabili. Poi c’è il capitolo sui Certificati bianchi e la detrazione fiscale del 55% per gli interventi di efficienza energetica in edilizia. Quest’ultimo punto è all’ordine del giorno, considerata l’imminente scadenza (31 dicembre) della misura fiscale.
Le associazioni suggeriscono di prolungare fino al 2020 la detrazione, con la possibilità di modificare le aliquote in tre scaglioni (55%, 45% e 35%). Anche per i Certificati bianchi, la preoccupazione maggiore è l’orizzonte troppo ravvicinato di tale incentivo. Nel documento si raccomanda di estendere il sistema oltre il 2012, prevedendo il «ritiro annuale dei titoli eccedenti gli obblighi, a un prezzo predefinito dall’Aeeg nell’ordine dei 60-70 Euro/tep […]; il soggetto che ritira (ad esempio il Gse) potrebbe rivendere i titoli sul mercato nel triennio successivo».
Gli altri suggerimenti
Gli incentivi, però, non bastano. Occorre un quadro di riferimento che includa lo snellimento delle procedure burocratiche, regole omogenee sul territorio nazionale, rottamazione dei vecchi impianti domestici, formazione certificata degli installatori. Bisognerebbe premiare, aggiunge infine la nota delle associazioni, gli impianti realizzati durante la riqualificazione energetica degli edifici, quando sono integrati nelle architetture, quando includono diverse fonti (come il fotovoltaico più il solare termico) o quando sfruttano risorse di piccola entità, ma diffuse a livello locale (per esempio il mini idroelettrico e il mini eolico).

Fonte: Rinnovabili.it