Fisco: “pressing” su Tremonti, ma il taglio delle tasse non sembra vicino

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Oggi vertice Berlusconi-Tremonti per trovare l’accordo politico, mentre si continuano a studiare le ipotesi tecniche. In vista l’aumento dell’aliquota ordinaria Iva al 23 per cento e la razionalizzazione di agevolazioni e detrazioni.

Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, prende ancora tempo sulla riforma fiscale. Secondo Libero, il giornale vicino al centrodestra, un accordo ‘politico’ sulla sforbiciata ai circa 190 miliardi di agevolazioni fiscali per abbassare contestualmente Irpef ed Irap sarebbe già stato raggiunto. Ma gli uomini del ministro dell’Economia precisano che la ricostruzione del quotidiano sarebbe ”lievemente priva di fondamento economico e politico”. Come dire non c’è né l’accordo politico, né si studiano le ipotesi tecniche indicate da Libero (intervento sull’Iva, ad esempio).

Il percorso, dunque, non sarebbe ancora tracciato e non è certo semplice. Proprio di questo si parlerà oggi ad Arcore durante un incontro, nel primo pomeriggio, tra il premier Berlusconi e lo stesso Tremonti. E nel confronto non dovrebbe certo mancare anche un ‘passaggio’ sulla prossima manovra economica da 40 miliardi in tre anni che, attesa in Cdm a metà mese, potrebbe essere presentata già all’Ecofin del 20 giugno. Prima quindi del ‘timing’ previsto da Bruxelles, cioè a settembre.

Per quanto riguarda il fisco, una volta messa a punto la strategia da seguire, la strada sarebbe quella di un Ddl di delega al Governo, in qualche modo collegato alla manovra, da attuare attraverso una serie di decreti delegati che consentirebbero di diluire l’intervento fiscale (non più a costo zero) nei prossimi anni per arrivare al taglio vero e proprio al termine della legislatura e quindi a ridosso delle elezioni.

Per far questo Tremonti inoltre accelererebbe il lavoro dei quattro tavoli di esperti che hanno già comunque quasi terminato il loro screening sul sistema fiscale italiano e avanzato le prime ipotesi. Nei prossimi giorni sono in programma alcuni incontri, ma anche le conclusioni non indicheranno scelte, ma forniranno solo materiale utile. La strada del taglio delle tasse non appare vicina. In ogni caso le ‘parole magiche’ in questo momento sono Iva e agevolazioni. Per ridurre l’Irap fino a cancellarla (come da programma elettorale) e tagliare le prime aliquote Irpef si punterebbe a recuperare risorse aumentando l’Iva (un gettito da 400 miliardi l’anno).

Spostando così la tassazione dalle persone alle cose (non quelle di prima necessita’). L’ipotesi è che l’aliquota ordinaria, cioè quella del 20%, venga portata al 23% portando un gettito ”di alcuni miliardi”. Ma su questa ipotesi occorre il placet di Bruxelles. Altre risorse salterebbero fuori dalla razionalizzazione della ‘giungla’ delle detrazioni e delle agevolazioni fiscali: sono in tutto 476 – dice il Dipartimento delle Finanze – e costano 190 miliardi di euro.