Reggio Emilia: al via la fusione Sofiser-Siper

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Il Consiglio provinciale di Reggio Emilia, presieduto da Gianluca Chierici, ha approvato nella seduta di lunedì la fusione per incorporazione della Siper in Sofiser con 16 voti favorevoli (Pd e Idv) e 4 astenuti (Pdl, Udc, Lega Nord).

“È una fusione che da tempo la Provincia considera fondamentale. L’obiettivo è quello di razionalizzare le partecipazioni della Provincia, ridurre i costi e ridefinire ruolo e missione della nuova società per promuovere più efficacemente lo sviluppo del territorio – ha detto l’assessore all’Agricoltura Roberta Rivi nel presentare la fusione al Consiglio – Nella nuova compagine Sofiser confluirà con un patrimonio considerevole, oltre 22 milioni di patrimonio netto, circa cento volte superiore a quello di Siper, la società che gestisce le fiere di Reggio. Ci sarà una riduzione dei consiglieri, del consiglio sindacale, un solo presidente ed un solo direttore”.
“La necessità di valorizzare Siper impegna necessariamente gli enti soci ad approfondire gli obiettivi, il ruolo, i progetti che le Fiere di Reggio Emilia si porranno per il futuro, così come la nuova compagine societaria dovrà ricalibrare alle mutate esigenze del territorio le competenze che l’immobiliare Sofiser fino ad ora ha svolto”.

“Negli ultimi anni si sta infatti assistendo ad una ridefinizione del sistema fieristico regionale e nazionale nell’ambito del quale Reggio, secondo la Provincia, dovrà trovare adeguata collocazione. Il ruolo della Regione Emilia-Romagna, in tal senso, sarà importante così come ai fini della collocazione di Reggio Emilia nell’ambito del fondamentale appuntamento con l’Expo 2015 di Milano”.
La reazione dei consiglieri parte con Mario Poli, Udc: “La ragione della fusione c’è tutta. Sin dall’inizio potevano fare una sola società piuttosto che due. Voto l’astensione al provvedimento perché voglio vedere il prossimo anno cosa succede in Sofiser anche per la sua situazione economica. Ho difficoltà a vedere prospettive di successo per le fiere di Reggio visti i pochi spazi del mercato”.
Emanuele Magnani dell’Idv valuta favorevolmente la proposta di fusione, “in termini di efficacia e di logistica”.

La Lega Nord ha una posizione critica, tanto che presenta un ordine del giorno correlato, di cui primo firmatario è Stefano Tombari, poi respinto con quattro voti favorevoli (Pdl, Udc, Lega Nord) e 16 contrari (Pd e Idv). “Innanzitutto chiedere un aumento di capitale senza sapere cosa la nuova azienda andrà a fare non mi pare opportuno – afferma il capogruppo della Lega Nord – Non esiste a tutt’oggi un piano industriale, né una precisa predisposizione di obiettivi operativi, che possano dare risposte rispetto al trend attuale della situazione del Centro esposizioni. Le dimensioni della società e dei suoi asset potrebbero presentare caratteristiche di vulnerabilità nell’ambito del sistema fiere regionale”.

Di conseguenza, la Lega Nord sostiene che “per dare risposte a questi rischi”, sarebbe necessario che le strategie dell’azienda “fossero orientate a rinvenire nicchie settoriali di interesse non solo del territorio, ma anche sovraterritoriali, compatibili con le sue dimensioni, e che risulta indispensabile intraprendere un percorso non in un’ottica reticolare e sinergica con le realtà più integrabili, quali ad esempio il sistema fiere dell’Emilia Nord”. Tombari ritiene che “nessun onere a carico dei soci pubblici (quanto meno della Provincia) possa essere previsto in assenza di un preciso piano industriale, nonché di una precisa predisposizione di obiettivi operativi e gestionali di medio periodo, che possano dare risposte rispetto al trend attuale della situazione del centro esposizioni della nostra provincia”. Il piano industriale per la Lega sarebbe “da redigere e presentare entro tre mesi ai soci, tra i quali la Provincia, la quale si impegna a riferirne nelle Commissioni competenti e dovrebbe individuare aree operative che possano comportare soddisfacenti risultati di gestione, nonché di partecipazione da parte degli operatori economici nazionali ed internazionali”.

Marcello Stecco, Pd, afferma che “la discussione ha un limite inevitabile, cioè l’insufficiente contestualizzazione della fusione all’interno del sistema fieristico regionale, senza il quale non saremmo adeguatamente all’altezza delle decisioni che stiamo prendendo. Mi sto riferendo ad atti molto precisi che vedono impegnata la Regione Emilia-Romagna. Se non ci poniamo tale questione, rischiamo di diventare cenerentola. Questi sono tempi di decisione, quindi Comune e Provincia entrino in campo come protagonisti”.

Per Daniele Erbanni, Pdl, “rimane da capire come si intende gestire le aree industriali che non rientrano nell’attività fieristica e che hanno generato il debito di bilancio in Sofiser, debito che deve ridursi. Obiettivi devono essere lo sviluppo dell’economia locale e quello delle fiere, anche da un punto di vista architettonico ed estetico, in un’area che la città intende valorizzare. Il nostro sarà un voto di astensione alla fusione, perché non si dichiara ancora piano industriale”.
Fabrizio Allegretti annuncia il sì alla fusione del gruppo Pd e no all’ordine del giorno della Lega, “in quanto presenta elementi già inseriti nell’intervento dell’assessore. Sugli altri punti, mi pare sia opportuno dare fiducia alla nuova azienda”.

Nel rispondere alle domande sollevate dai consiglieri, l’assessore Rivi rileva che la fusione “è un’operazione amministrativa, che sarebbe stata fatta comunque, oggi a maggior ragione visto che si tratta di rilanciare le fiere, voluta da tutti i soci, anche privati. Sul rapporto con la Regione, non è stato ancora discusso in commissione perché non era all’ordine del giorno, a differenza del percorso di fusione. La nuova società sta lavorando al piano industriale, che c’è già ed è in corso di perfezionamento da parte dei soci. La crisi delle fiere di grandi dimensioni ci offre un’occasione ghiotta, da cui passa un pezzo del nostro sviluppo futuro. Si tratta di arrivarvi con idee chiare e condivise, basta avere consapevolezza dei luoghi in cui discutere. I debiti dell’azienda sono nell’ordine dei 15 milioni di euro, determinati dall’acquisto di terreni a Fora di Cavola, Corte Tegge e nei pressi dell’autostrada, ma non vicino all’area nord. A proposito dell’architettura, sono state fatte migliorie interne alla fiere, tra cui i tetti ed i collegamenti tra capannoni”.