contribuenti.it: è l’Iva l’imposta più odiata

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Questa è nuova la top ten delle imposte più odiate dagli Italiani. Lo studio, effettuato da Krls Network of Business Ethics per conto dell’Associazione Contribuenti Italiani è stato condotto attraverso Lo Sportello del Contribuente, su un campione casuale di cittadini maggiorenni residenti in Italia, intervistati telefonicamente nella prima settimana di agosto e sarà pubblicato nel prossimo numero di “Contribuenti.it Magazine”.
Come si evidenzia nella classifica, la tassa più invisa agli Italiani è l’IVA, seguita a stretto giro dagli Aggi esattoriali che unitamente agli interessi della riscossione incidono sensibilmente nel bilancio familiare.
Al terzo posto si colloca il canone rai, che è risultato anche l’imposta più evasa dagli italiani. Dal sondaggio è emerso che due cittadini su tre pensano che il Canone Rai sia un “abbonamento annuale” e non una tassa e che la pubblicità è ingannevole.
Al quarto posto si classifica il sempre verde “bollo auto”. Molti cittadini pensano che sia un’imposta desueta al pari del canone rai.
In generale le imposte più odiate sono quelle sono indirette, che si pagano senza tener conto del reddito pro capite.
Se, infatti, sembra logico da parte del cittadino partecipare al prelievo fiscale collettivo in maniera progressiva rispetto al reddito percepito durante l’anno, non sembra altrettanto accettabile vedersi tassare ripetutamente in base ai consumi. Tale imposizione colpisce il cittadino senza tener contro della propria capacità contributiva in dispregio al dettato costituzionale.
Infatti, paradossalmente, le imposte indirette incidono maggiormente sulle famiglie più povere anziché su quelle più benestanti.
In alcuni casi, poi, addirittura si assiste ad una doppia imposizione indiretta come nel caso dell’applicazione dell’IVA sulle accise presente sull’acquisto di carburante o nel consumo di energia elettrica.
Solo 1 cittadino su 5 capisce perché paga le tasse. 4 su 5 si considerano sudditi di una amministrazione finanziaria troppo burocratizzata che molto spesso viola i diritti dei contribuenti.
Ciò che incentiva maggiormente l’evasione fiscale, che nel 2011 è cresciuta del 13,1% raggiungendo – considerando anche l’evasione derivante dall’economia criminale – la cifra astronomica di 180,3 miliardi di euro all’anno, è l’inefficienza della pubblica amministrazione, con la scarsa qualità dei servizi offerti, le numerose violazioni allo statuto dei diritti del contribuente, i mancati rimborsi fiscali, il fisco lunare e l’inefficacia delle esattorie che rendono superfluo la gran parte del lavoro fatto nella lotta all’evasione fiscale. Ogni anno gli enti impositori riscuotono, tramite le esattorie, meno del 9% di quanto accertato.
Dallo studio emerge anche l’Italia ha il tasso di evasione più alto in Europa: su 100 euro di reddito dichiarato sfuggono al fisco ben 51,1 euro.
Nella speciale classifica degli evasori, l’Italia è al primo posto (51,1% del reddito non dichiarato), seguita dalla Grecia (50,6%), Romania (42,7%), da Bulgaria (39,3%), Estonia (36,9%), Slovacchia (35,7%).
In Italia i principali evasori sono le industrie (33,2%) seguiti da banche e assicurazioni (30,7%), commercianti (11,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti (7,4%).
A livello territoriale l’evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%). dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).
Perché si evade? Dall’indagine condotta per il magazine “Contribuenti.it” è emerso che il 42% dei contribuenti evade per l’insoddisfazione verso i servizi pubblici erogati dallo stato a fronte dell’alto prelievo fiscale, per il 39% per la complessità delle norme (fisco lunare) ed il mancato rispetto dei diritti dei contribuenti e solo il 19% per la scarsità dei controlli o per mancanza della cultura della legalità.

Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani