Manovra: Governo al lavoro sui “nodi”, domani il testo in Aula alla Camera

0
306

Governo e maggioranza sono ancora al lavoro sui ‘nodi’ della manovra: è ancora aperto il tavolo sulle coperture e ancora non si è fatta chiarezza su dove verranno reperite le risorse, in particolare per le due modifiche maggiormente condivise ma più costose che puntano ad ammorbidire la stretta sull’Imu prima casa e sull’indicizzazione delle pensioni. I temi più spinosi saranno affrontati oggi, quando le commissioni Bilancio e Finanze della Camera dovranno necessariamente stringere il cerchio per consegnare all’Aula un testo entro domani alle ore 10. Ieri, intanto, il Governo ha dato parere favorevole a un emendamento correttivo che prevede pagamenti in contanti per le pensioni fino a 1.000 euro, circa 980 per la precisione, al netto dell’imposta di bollo. La questione rischiava di mettere in difficoltà milioni di pensionati. E’ stata praticamente l’unica novità della giornata. Soprattutto non sono arrivati gli attesi emendamenti su Imu-Ici e indicizzazione delle pensioni. Il nodo resta quello delle coperture. Sul fronte dello scudo fiscale, oltre a un aumento del prelievo (dall’1,3% al 3,5% per i capitali e al 5% per gli immobili), si ragiona su un possibile scambio tra la garanzia dell’anonimato e l’acquisto di Btp decennali ad un tasso del 2,5-3% per l’ammontare del capitale scudato. Ma non è detto che questa sia una strada percorribile per reperire risorse a breve. I margini si confermano strettissimi. ”I saldi – ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero – devono restare. Se all’interno di questo ci sono spazi per ampliare la platea di coloro che potranno avere una sorta di indennizzo per l’inflazione che ci sarà, oppure per rimodulare questa nuova imposta per la casa, saremmo felici, però bisogna trovare altri soldi”. In serata si è poi svolto l’attesa incontro tra Governo e sindacati, che questi ultimi hanno definito ”del tutto insoddisfacente”, confermando lo sciopero di tre ore in programma oggi. Cigl, Cisl, Uil e Ugl hanno chiesto maggiore equità in una manovra più volte definita ”iniqua e ingiusta”, mentre l’Esecutivo ha difeso le proprie scelte, argomentandole con la paura della speculazione dei mercati e di nuovi balzi dei tassi di interesse.