LEGGE DI STABILITA’: IL GRANDE BLUF DELLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE

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cartella-esattorialeCon l’approvazione al Senato, avvenuta nella serata del 23 dicembre scorso, la legge di stabilità è diventata finalmente definitiva e dunque ora si attende solamente la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per l’entrata in vigore il prossimo 1° gennaio 2014.

Il testo della legge, dunque, è costituito da un unico articolo composto da 749 commi, i quali affrontano le materie più disparate (ad esempio infrastrutture, lavoro, giustizia, ambiente, tasse, ecc.).

Nelle prossime settimane si avrà modo di approfondire le varie sfaccettature di questa lunga e complessa disposizione normativa ma nel frattempo si ritiene opportuno dedicare un po’ di attenzione ad un provvedimento in particolare, ossia alla tanto discussa “rottamazione” delle cartelle esattoriali.

Le disposizioni in questione si trovano all’interno dei commi che vanno dal 618 al 624 e prevedono sostanzialmente che i debiti iscritti al ruolo dallo Stato, dalle regioni, dalle provincie e dai comuni – trasmessi al concessionario della riscossione (ossia a Equitalia) entro il 31 ottobre 2013 – possono essere pagati in via agevolata senza la corresponsione sia degli interessi “per ritardata iscrizione” che degli eventuali interessi “di mora” .

Tale misura si ritiene per “poco praticabile per due motivi fondamentali: il primo è che qualora il contribuente dovesse decidere di optare per tale misura, egli sarebbe tenuto comunque al pagamento delle altre componenti accessorie al debito principale, come le sanzioni e l’aggio, il secondo è soprattutto perché il legislatore ha previsto che il pagamento del debito debba essere effettuato in unica soluzione entro e non oltre il prossimo 28 febbraio.

Ci si può rendere conto, dunque, della portata estremamente limitativa di queste norme poiché appare assai poco probabile che in caso di grossi debiti un contribuente in difficoltà possa decidere di pagare in un’unica soluzione (approfittando dell’esenzione degli interessi) piuttosto che chiedere il pagamento dell’intero debito in 72 o addirittura 120 rate.

Per tali motivi si ritiene che una misura del genere non vada assolutamente a vantaggio dei contribuenti in crisi.

Avv. Matteo Sances
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