. Exploit del bando che utilizza le risorse per 50 milioni di euro trasferite dall’Inail a Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo) per finanziare il rimborso delle spese sostenute dalle imprese, per l’acquisto di dispositivi e altri strumenti di protezione individuale necessari per far fronte all’emergenza Covid -19. Dopo meno di un’ora oltre 100 mila richieste pervenute. Un minuto dopo l’apertura dello sportello informatico, avvenuta alle ore 9.00, dell’11 maggio, erano già state effettuate 59.025 mila richieste di prenotazione da parte di 42.753 imprese per un importo di 498.841.142 euro. Dopo circa 40 minuti, alle 9.42 le domande sono diventate 110.749 per oltre un miliardo di euro di istanze di rimborso. Per inviare le richieste c’è tempo fino al 18 maggio. La procedura, che si è aperta l’11 maggio, si svolge in tre fasi. Le imprese possono inviare all’Agenzia la prenotazione del rimborso fino al 18 maggio 2020, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 18.00, attraverso lo sportello informatico dedicato. Invitalia pubblicherà l’elenco di tutte le aziende che hanno inoltrato la prenotazione in ordine cronologico, indicando le prenotazioni ammesse a presentare la domanda di rimborso e quelle non ammissibili. I rimborsi saranno versati entro giugno. Le imprese potranno compilare la domanda di rimborso dalle ore 10.00 del 26 maggio 2020 alle ore 17.00 dell’11 giugno 2020 attraverso la procedura informatica che sarà attivata sul sito web di Invitalia. Si procederà con i versamenti entro il mese di giugno 2020. Ogni azienda può ottenere rimborsi fino a 150 mila euro. Il bando, che prevede rimborsi fino al 100 per cento delle spese ammissibili fino ad esaurimento della dotazione finanziaria disponibile, è rivolto alle imprese che abbiano sostenuto spese per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale. Gli importi massimi rimborsabili sono di 500 euro per ogni lavoratore destinatario dei dpi e 150 mila euro per l’impresa. L’importo minimo erogabile non può essere inferiore a 500 euro. Rimborsabili gli acquisti di mascherine, guanti, camici e altri dpi. Le aziende possono chiedere il rimborso delle spese sostenute, tra il 17 marzo scorso e la data di invio della domanda, per l’acquisto di dispositivi e altri strumenti di protezione individuale finalizzati al contenimento e al contrasto all’emergenza da Covid-19: mascherine filtranti e chirurgiche, FFP1, FFP2, FFP3; guanti in lattice, vinile, nitrile; dispositivi di protezione oculare, indumenti di protezione individuale come tute e camici; calzari e sovrascarpe; cuffie, copricapi; dispositivi per la rilevazione della temperatura corporea; detergenti, disinfettanti, antisettici. Sono ammesse a partecipare le imprese che lavorano nel territorio nazionale. Possono prendere parte al bando tutte le aziende, che indipendentemente dalla dimensione, dalla forma giuridica e dal settore economico in cui operano, al momento della domanda di rimborso, risultino regolarmente costituite e iscritte come “attive” nel registro delle imprese; abbiano la sede principale o secondaria in Italia; siano nel pieno e libero esercizio dei propri diritti ossia non figurino in liquidazione volontaria e non risultino sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatoria.
Il futuro del diritto del lavoro dovrebbe essere poche leggi essenziali e massimo spazio alla contrattazione
Compleanno speciale per la legge che più di ogni altra ha caratterizzato il mercato del lavoro nel nostro Paese dal dopoguerra ad oggi.
Dopo tanti stravolgimenti cannibaleschi sorgono spontanee alcune domande: Lo Statuto dei lavoratori resta un baluardo imprescindibile per la tutela dei diritti dei lavoratori, o è diventato obsoleto e finisce per pesare come una zavorra sull’evoluzione del sistema economico e del mercato del lavoro?Pubblicità
Le risposte sono diverse a secondo di a chi vengono poste; se parla un filo padronale vorrebbe un mercato del lavoro libero da lacci e lacciuoli, se risponde un sindacalista , magari della vecchia generazione, vorrebbe una regolamentazione che tenga conto di diritti e di retribuzione minima per tutti.
Non si può non tenere conto delle esigenze di un mercato del lavoro mosso da accelerazioni organizzative impensabili solo fino a qualche anno fa che impongono una rivisitazione delle regole in termini di modifica dei singoli istituti o di tutto impianto normativo complessivo.
Il concetto dualistico tra rapporto di lavoro autonomo e subordinato va ripensato alla luce di nuovi modelli economici che avanzano.
Tanto per non dimenticare e a futura memoria l’allora ministro del lavoro Brodolini affidò ad una commissione guidata da un giovane e brillante giurista, Gino Giugni, con il quale ebbi la fortuna negli anni settanta sostenere l’esame di diritto del lavoro presso la facoltà di giurisprudenza la sapienza di Roma, la strutturazione della proposta. Il 20 giugno 1969 il Consiglio dei ministri approvò il testo e diede così inizio al cammino parlamentare del disegno di legge “sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro”. Erano anni caldi quelli vissuti dal nostro Paese. Pochi mesi dopo l’Italia avrebbe conosciuto “l’autunno caldo” e non ad opera di cambiamenti climatici ma per cambiamenti sociali che facevano ribollire le piazze. Tra il settembre e il dicembre del ’69 il conflitto sociale raggiunse il suo apice. C’erano 32 contratti collettivi di lavoro bloccati che interessavano oltre cinque milioni di lavoratori e ciò alimentava continue tensioni, manifestazioni, scioperi. Il caso che passerà alla storia come emblematico di quella stagione fu la devastazione di alcune delle linee di montaggio dello stabilimento Fiat di Mirafiori avvenuta il 29 ottobre. La Fiat reagì duramente e denunciò 122 operai ritenuti responsabili dell’accaduto.
La tensione sociale era altissima e fu solo grazie all’opera di mediazione del ministro del lavoro di allora, Carlo Donat Cattin, democristiano succeduto a Brodolini, che si evitò il peggio dopo il ritiro delle denunce da parte aziendale. Il clima nel Paese era veramente cupo. La tensione raggiunse il suo culmine con la strage di Piazza Fontana del 15 dicembre del ’69, che provocò 17 morti e decine di feriti.
In questo clima il Parlamento varò lo Statuto che i più salutarono, come evidenziò l’ampio consenso parlamentare, con favore ma altri evidenziarono come in quel momento venisse definitivamente superato il concetto di rapporto di lavoro basato su vincoli fiduciari tra impresa e lavoratore che, secondo gli indirizzi del Codice Civile, rappresentava elemento fondamentale per una crescita partecipata e duratura dell’impresa.
La legge si articola in 6 titoli, che racchiudono, nell’ordine, norme concernenti la libertà e dignità dei lavoratori (art. 1-13), la libertà sindacale (art. 14-18), l’attività sindacale (art. 19-27), disposizioni varie e generali (art. 28-32), il collocamento (art. 33-34), le disposizioni finali e penali (art. 35-41): norme quindi che da un lato si rivolgono alla tutela del lavoratore nel rapporto di lavoro e, dall’altro, sostengono l’organizzazione e l’attività del sindacato nel contesto aziendale.
Una delle curiosità che spesso ha accompagnato la lettura dello Statuto è rappresentata dalla “anomala” collocazione della sua “norma bandiera”, l’art. 18. La norma, che come è noto sanzionava con obbligo di reintegrazione obbligatoria per i licenziamenti ritenuti illegittimi, non è collocata nel titolo primo (ove sono contenute disposizioni concernenti la libertà e dignità dei lavoratori) unitamente all’art. 7 che prevede le garanzie nei provvedimenti disciplinari, ma nel titolo secondo (la libertà sindacale).
Era il 15 maggio del 1970 quando la Camera con i 217 voti favorevoli della maggioranza al governo (democristiani, socialisti unitari e liberali) e dei repubblicani approvò lo Statuto. Missini, Pci e Psiup si erano astenuti.
Con l’approvazione della legge 300, meglio nota come lo “Statuto dei lavoratori” il 20 maggio 1970, cinquant’anni fa, «La Costituzione entrò nelle fabbriche». rendere così effettivi tutti quei principi di libertà in materia di lavoro previsti dalla Carta ma rimasti, secondo la forza sindacale, in sostanza inapplicati.
La normativa del lavoro è stata segnata da un susseguirsi di “riforme storiche e definitive” destinate ad essere superate da una ennesima riforma “più storica e definitiva” successiva, dalla costituzione di nuovi modelli di rappresentanza sindacale in azienda ad opera della contrattazione collettiva, le RSU, del 1994 alle strutturali modifiche dell’art. 18 a seguito dell’intervento del governo Monti con la riforma Fornero, legge 92/2012. La maggiore innovazione dello Statuto sicuramente la si deve all’attività normativa del governo Renzi con il Jobs Act del 2015.
I lavoratori si trovano a saltare tra rapporti iper tutelati ad altri privi di garanzie. Il popolo delle partite IVA costituisce fenomeno che non può più essere ignorato o liquidato con scelte manichee che oscillano tra la difesa contro lo sfruttamento e ad una disciplina economica priva di ogni supporto di welfare.
La scelta che in questi giorni il Legislatore, ma anche la suprema Corte di Cassazione (sentenza 1663/2020), sembra voler seguire è quella di mantenere un riferimento strutturale e duale tra lavoratori subordinati ed autonomi.
Lo Statuto ha sempre riguardato solo una parte dei lavoratori, i dipendenti delle grandi imprese, escludendo i lavoratori delle aziende sotto i 15 dipendenti.
Le imprese e il lavoro hanno subito un’evoluzione enorme in 50 anni e soprattutto negli ultimi due decenni. Tanto che già 20 anni fasi era iniziato a discutere di un nuovo Statuto dei lavori, progetto al quale si era dedicato Marco Biagi, per dare tutele di base a tutti i lavoratori a seconda delle diverse tipologie e contratti di lavoro,ricordo con affetto un incontro con lui che voleva conoscere l’esperienza della contrattazione del settore del turismo Romano,dove con fantasia avevamo creato un meccanismo premiante,che abbracciava tutti i lavoratori e allo stesso tempo avevamo dato vita ad un fondo che in tempi di crisi interveniva a sostegno del reddito cofinanziato per una parte dai lavoratori e una parte dalle imprese, l’attuale F.I.S, al di là della natura del loro contratto e della dimensione del datore di lavoro. Oggi nel mondo del lavoro cambiato occorrerebbero una base di regole comuni, fondamentali, per tutti e poi una serie di altre tutele differenziate questo stesso sistema dovrebbe comprendere materie come ammortizzatori sociali, politiche attive, welfare e previdenza, un sistema in cui alle tutele di base minime uguali per tutti si potessero poi aggiungere – grazie alla contrattazione, la bilateralità, l’apporto dei privati – altri “pezzi” per ingrandire e migliorare il “puzzle”.
Occorre un cambiamento culturale, di imprenditori e sindacati, verso una reale partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese , evoluzioni come l’Industria 4.0, fortemente automatizzata e interconnessa, lo smart working e più in generale i portati rivoluzionari di progresso tecnologico e globalizzazione non possono che determinare un progresso dei rapporti tra impresa e lavoratori che va oltre il conflitto.
La stagione del lavoro a progetto è stata archiviata in nome di un pragmatismo giuridico ma è stato abbandonato, sbagliando, l’idea della regolamentazione di un lavoro per fasi, per risultato, e quindi abolito una serie di garanzie per lavoratori che saranno sempre di più inseriti in contesti lavorativi innovativi serve passare da una piattaforma di regole e garanzie per i lavoratori subordinati a un modello che consenta di fornire risposte a tutte le tipologie di lavori umani partendo dall’evidenza che prima di ogni diritto esiste una opportunità e che un diritto senza un lavoro è inesistente.
Il futuro del diritto del lavoro dovrebbe essere poche leggi essenziali e massimo spazio alla contrattazione: che sia ben regolata la rappresentanza, per evitare, come purtroppo sta accadendo sempre più spesso in questi ultimi anni, che cresca una “finta contrattazione”, la contrattazione di secondo livello, che oggi copre non più di un terzo dei lavoratori sia estesa il più possibile, anche con patti territoriali. Sarà necessario più di ogni altra cosa che si tenga conto della dimensione internazionale della regolazione del lavoro, a livello europeo e mondiale, tanta legislazione proviene oggi da fonte comunitaria, e di quanta altra ne verrà in un’Unione Europea che si spera maggiormente integrata. Così pure è sempre più evidente che in un mondo in cui le catene di produzione e valore che si sono create a livello internazionale, acquistano sempre maggiore importanza, cresce la necessità di una regolazione omogenea anche in materia di lavoro. Auguri Statuto dei lavoratori 43 anni dei 50 trascorsi insieme
Alfredo Magnifico
Segretario Generale Nazionale Confintesa Smart
Coronavirus, da oggi le funzioni religiose in presenza dei fedeli
Riaprono oggi al culto le chiese, con le funzioni religiose in presenza di fedeli secondo rigide norme di sicurezza. Di seguito la notizia e le disposizioni, come è possibile leggerle sul sito del Ministero dell’Interno.
Via libera dal 18 maggio alle diverse funzioni religiose alla presenza del popolo nel rispetto delle misure di sicurezza sanitarie previste per l’emergenza Coronavirus. Tra queste, distanziamento sociale, obbligo di usare mascherine e dispositivi di protezione, igienizzazione dei luoghi di preghiera. Regole da seguire scrupolosamente e contenute nei protocolli sottoscritti, oggi, a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e dai rappresentati di comunità di fede presenti in Italia, anche non firmatarie di intese con lo Stato.
I protocolli nascono dal confronto e dal dialogo voluto dalla titolare del Viminale e avviato e condotto dal capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione Michele di Bari con la videoconferenza del 7 maggio scorso al Viminale. Elaborati sulla bese delle indicazioni e delle esigenze emersi e approvati dal Comitato tecnico scientifico, individuano, per ogni comunità religiosa, le precauzioni da adottare tenuto conto delle rispettive specificità.
Si tratta di un traguardo che valorizza il dialogo del ministero dell’Interno con tutte le confessioni religiose presenti sul territorio nazionale, nell’esercizio della sua missione istituzionale di garante della libertà di culto.
Svizzera/ Uccide l’ex ed il compagno e poi si suicida
Fatto di sangue in Svizzera. Ha ucciso l’ex moglie e l’uomo con il quale la donna era in compagnia in un ristorante e poi si è tolto la vita: è accaduto a Giubiasco nel Canton Ticino nella zona di Bellinzona (Svizzera).
Ad aprire il fuoco è stato un 64enne, ex agente della Polizia cantonale domiciliato nel Locarnese e in pensione da alcuni mesi. L’ipotesi prevalente è quella di un omicidio di natura passionale.
Toscana, al via il corso “Le misure di contenimento della diffusione del virus Sars-Cov-2 negli ambienti di lavoro”
Per contribuire a far fronte alle criticità ed alle novità che l’emergenza epidemiologica ha generato in termini di misure di prevenzione, la Direzione regionale Inail per la Toscana ha progettato uno specifico pacchetto formativo sulle misure di contenimento del rischio biologico del virus Sars-CoV-2.
Tutelare la sicurezza dei lavoratori nella Fase 2. In linea di continuità con i prodotti informativi già rilasciati dall’Istituto, l’iniziativa mira a tutelare la sicurezza dei lavoratori nella delicata fase di ripresa delle attività produttive, attraverso un’azione informativa/formativa incentrata sulle misure di contenimento della diffusione del virus da adottare negli ambienti di lavoro, sotto i profili comportamentale, organizzativo e procedurale.
I contenuti didattici affrontano gli aspetti giuridici correlati alle fonti normative di rango nazionale e regionale, sinora succedutesi, unitamente alla puntuale trattazione degli aspetti strettamente connessi al tema della prevenzione, grazie all’apporto dei professionisti dell’Inail con competenze scientifiche nel campo della biologia e della chimica.
La formazione è fruibile in modalità e-learning. Il corso può essere considerato valido ai fini dell’aggiornamento dei lavoratori ex art. 37 d.lgs.81/2008 e s.m.i.. Per tale scopo deve rispondere ai requisiti previsti dall’Accordo Stato Regioni del 21/12/2011, integrato dall’Accordo Stato Regioni del 07/07/2016; pertanto il corso può essere tenuto da docenti in possesso dei requisiti previsti dal Decreto interministeriale 06/03/2013 o dallo stesso datore di lavoro che riveste il ruolo di Rspp.
Può essere fruito online, in modalità e-learning; a questo scopo è sufficiente disporre di un computer o di un cellulare che permettano la visione e l’ascolto di video. Il pacchetto formativo è fornito completo di registro presenze e di test a risposte multiple, compilabile sia a fine corso che a distanza. Così facendo la fruizione del corso, se inserito nel programma di formazione aziendale, potrebbe rientrare nelle attività per ottenere la riduzione del tasso medio di tariffa benefici ex art. 23 delle Modalità per l’applicazione delle tariffe, approvate con Decreto interministeriale del 27/02/2019.
Coronavirus, la situazione continua a migliorare
I dati odierni sul contagio da Covid, forniti dalla Protezione Civile. Sale a 225.435 il totale delle persone che hanno contratto il virus, compresi guariti e malati, con un incremento rispetto a ieri di 675 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 68.351, con una decrescita di 1.836 assistiti rispetto a ieri.
Tra gli attualmente positivi, 762 sono in cura presso le terapie intensive (- 13 ), 10.311 persone sono ricoverate con sintomi (- 89), 57.278 persone, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 145 e portano il totale a 31.908. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 125.176 ( + 2.366) .
Lutto/ È morto Fred Willard, attore nella soap ‘Beautiful’
Lutto nel mondo dello spettacolo. È morto a 86 anni Fred Willard, attore e umorista americano che aveva partecipato a This Is Spinal Tap, Campioni di razza, A Mighty Wind – Amici per la musica e For Your Consideration.
Nel 2014 era entrato a pfar parte del cast di Beautiful nel ruolo di John Forrester, fratello di Erick e padre di Ivy.
Coronavirus/ CAI: dieci regole di comportamento per il ritorno alla frequentazione dei rifugi
Dieci regole comportamentali cui tutti gli appassionati di montagna dovranno attenersi per un ritorno alla frequentazione dei rifugi alpini e appenninici all’insegna del rispetto di sé e degli altri, della responsabilità, dell’educazione e della correttezza. Il Club alpino italiano, attraverso la Commissione centrale rifugi, ha elaborato, mentre si attende la pubblicazione del nuovo DPCM sulle riaperture delle attività economiche a partire dal 18 maggio, il “Piano rifugio sicuro”.
Di seguito le dieci regole di comportamento: 1 – Prenota il pernottamento in rifugio, quest’anno è obbligatorio! 2 – Prima di iniziare l’escursione, assicurati di essere in buona salute! 3 – Attendi all’esterno del rifugio le indicazioni del gestore! 4 – Consuma – meteo permettendo – bevande, caffè, torte e pasti veloci all’esterno del rifugio! 5 – Lascia il tuo zaino e la tua attrezzatura tecnica dove appositamente predisposto dal gestore! 6 – Assicurati di avere con te mascherina, guanti e igienizzante a base alcolica; utilizzali quando entri nel rifugio e comunque sempre quando non puoi rispettare la distanza di sicurezza! 7 – Porta con te il tuo sacco lenzuolo o il tuo sacco a pelo per pernottare al rifugio! 8 – Lavati spesso le mani ed utilizza i tuoi asciugamani personali! 9 – Ricorda che il gestore può sottoporti al controllo della temperatura e che, se superiore a 37,5°c, può vietarti l’ingresso al rifugio! 10 – Riporta i tuoi dispositivi individuali di protezione usati ed i tuoi rifiuti a valle.
“Responsabilità, autoregolamentazione e prudenza devono ispirare, ancora di più nell’attuale situazione, ogni frequentatore della montagna”, ha affermato il Presidente generale del Cai Vincenzo Torti. “Il rispetto delle raccomandazioni per la corretta frequentazione dei rifugi potrà evitare il ritorno a una chiusura delle Terre alte e a una limitazione delle possibilità di frequentarle”.
Ufficio stampa Club Alpino Italiano
Costiera amalfitana, in settimana saranno processati oltre duemila tamponi, operazione senza precedenti
Riceviamo e pubblichiamo
Reale: ” Un metro e mezzo di distanziamento tra lettini o sdraio in spiaggia, distanziamento tale a garantire almeno 10 metri quadrati ad ombrellone ed eliminazione del confinamento da Giugno. Se questo sarà, la Costiera Amalfitana sarà sito turistico già avanti. Da noi la sicurezza è realtà sia per un turismo particolare ma soprattutto per l’intera opera di sanificazione fatta. Martedì 19 Maggio ben 747 prelievi di tamponi poi da Mercoledì a Sabato altri 1400 tamponi. Sarà uno screening mirato al quale si sottoporranno gli operatori turistici della Costiera. Garantiamo sicurezza ai turisti che verranno. Un’ operazione senza precedenti per un sito turistico “.
“Attendiamo ora i decreti nero su bianco. Apprendiamo che ci sarebbe una riduzione del distanziamento sulle spiagge. Dunque un metro e mezzo tra lettini o sdraio e distanziamento tale da garantire almeno 10 metri quadrati tra ombrelloni e che da Giugno, qualora la curva dei contagi dovesse essere rassicurante, cadrebbe il confinamento sia da regione a regione ma anche da Nazione a Nazione, inclusa l’Italia, sarebbe un risultato molto importante per territori come la Costiera ma non cantiamo ancora vittoria. Inoltre ci sono tematiche come quella degli stagionali già colpiti perché in Costiera la stagione sarebbe iniziata da ben 2 mesi. La Costiera pensa ad una ripartenza ma in totale sicurezza. Al primo posto per noi c’è la sicurezza ed è per questo che stiamo puntando prima ad una fase di screening a cui dovranno sottoporsi tutti gli operatori turistici”. Lo ha dichiarato Andrea Reale, sindaco di Minori e delegato alla Sanità per la Conferenza dei Sindaci della Costiera Amalfitana.
“Ora fare della Costiera una grande ZTL, studiare un serio piano al fine di controllare le quattro porte di ingresso. La nostra condizione economica è pari a quella sanitaria e dunque chiediamo di “cucire” sul nostro territorio delle regole certe che siano adeguate al nostro territorio. Ora una Task Force di virologi potrà affiancare le amministrazioni comunali nelle scelte. La Costiera è riuscita a superare in modo brillante la prima fase – ha continuato Reale – solo sfiorata dal Coronavirus. In Costiera abbiamo paesi, come Minori e non solo, che non hanno avuto casi di Coronavirus. Dal 19 maggio daremo il via ad un’intensa fase di screening sul territorio forse senza precedenti in Europa per una località turistica. Effettueremo esattamente un totale di 2112 tamponi in 4 giorni. Si tratterà di uno screening mirato sul territorio al quale dovranno sottoporsi operatori turistici, operatori sanitari, anche gli autisti dei bus. Sarà un tour de force importante e costante: ben 747 persone nella sola giornata di Martedì 19 Maggio con prelievo tamponi presso Palazzo Mezzacapo a Maiori e riguarderà gli operatori di Maiori, Minori e Tramonti. Poi proseguiremo Mercoledì 20 Maggio a Scala con altri 293 tamponi per gli operatori di Scala, Atrani, Ravello e della Comunità Montana ed ancora Giovedì 21 Maggio per il prelievo di altri 371 tamponi presso il Municipio di Amalfi per gli operatori di Amalfi, Conca dei Marini e Furore. Lo screening continuerà Venerdì 22 Maggio a Positano con i prelievi di altri 260 tamponi, questa volta per gli operatori di Praiano e Positano e si concluderà Sabato 23 Maggio ad Agerola con altri 441 prelievi per gli operatori di Agerola. Si tratta di un’attività estremamente importante perché in questo modo andremo a conoscere eventuali asintomatici garantendo sicurezza a tutti coloro i quali verranno in Costiera. Anche noi abbiamo un calendario di iniziative, di promozioni, di eventi, magari non sarà possibile rispettarlo o forse in parte si, ma preferiamo anteporre la sicurezza alla promozione e a tutto il resto. Poi la bellezza, la cucina, il sorriso, la genuinità, della Costiera saranno sicuramente pronte ad accogliervi in pieno amore ma sempre con sicurezza, la stessa garantita nei secoli di storia”.
La Costiera Amalfitana è avvantaggiata proprio dalla tipologia delle sue spiagge. Poi trekking, bici e borghi sono realtà da tempo!
“E’ già un turismo particolare in Costiera – ha proseguito Reale – con spiaggette di cui alcune raggiungibili a piedi. Poi abbiamo già puntato da tempo su un turismo ambientale con sentieri, itinerari che aiutano il turista a compiere un vero viaggio anche tra i profumi e storia dei prodotti. Tutto questo in Costiera già c’è”.
Sicurezza e comunicazione innovativa sono gli elementi sui quali sta puntando la Costiera con la bellezza delle spiagge, le baie, i colori, i profumi e soprattutto la qualità dell’eccellenza nella capacità di accogliere. Proseguono i WeBinar del Distretto Turistico della Costiera Amalfitana. Questa volta saranno insieme la Costa Toscana e la Costa D’Amalfi. La Costa d’Amalfi e quella Toscana s’incontreranno per discutere in materia di sostenibilità, responsabilità e sviluppo, argomenti ancora più urgenti in questa fase di ripartenza.
“Costa Toscana Meets Costa D’Amalfi” è il titolo dell’ Ottavo WeBinar organizzato dal Distretto Turistico della Costiera Amalfitana. Francesco Palumbo, Direttore Toscana Promozione Turistica, si confronterà con Gianluca Della Campa, Pro…ject Leader del Distretto Turistico Costa D’Amalfi. Interverranno Ennio Cavaliere, CEO OtiumSPA in Costa d’Amalfi, Andrea Ferraioli, Presidente del Distretto Turistico Costa D’Amalfi. Facilitatore tra speaker e pubblico Robert Piattelli, Co-founder di BTO Educational. Martedì 19 maggio alle ore 11.00, sulla pagina facebook del Distretto Turistico Costa d’Amalfi, saremo in onda con un nuovo webinar promosso sotto il cappello del progetto Authentic Amalfi Coast.
Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa del Distretto Turistico della Costiera Amalfitana
Taranto/ Il tampone è negativo, ma la Tac rivela polmoniti simil-Covid
E’ un caso oggetto di studio da parte degli esperti. Niente tosse, nessuna difficoltà a respirare. Sintomi molto sfumati e tamponi che risultano negativi. Ma poi le tac svelano polmoniti interstiziali esattamente come nei pazienti Covid.
Una serie di casi in aumento, spiega Mario Balzanelli, presidente nazionale della Sis 118: “Sono del tutto simili a Covid ma senza che il virus emerga dal tampone, talvolta lo scoviamo solo nel liquido del lavaggio bronco-alveolare“.
Anche il virologo Fabrizio Pregliasco ha confermato: “E’ vero: sono stati rilevati casi simil-Covid e preoccupano perché potrebbero sfuggire“.
Balzanelli dice che a Taranto, dopo il lockdown, ha visto sempre meno pazienti positivi ma al tempo stesso “questi casi sono aumentati, e sono tutti uguali”.
Definisce il fenomeno delle polmoniti ‘Covid-like’ “ormai preoccupante anche nei numeri”.











