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Esplosione Pandemia? occhio ai 3,3 milioni di occupati in nero

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Dai diversi centri ricerca vengono fuori dati allarmanti sulla situazione del mercato del lavoro  e viene fuori che sono 3, milioni 701 occupati irregolari in Italia; 220 mila possono essere ricondotti alle attività agricole, oltre un milione Colf, tate e badanti in nero, mentre in edilizia operano, oltre 400mila lavoratori irregolari, di cui circa 200 mila migranti non comunitari, oltre un milione nel commercio e nelle attività turistiche ristorative.

Un’Economia non osservata che genera una ricchezza di circa 300 miliardi di euro ,con un’evasione fiscale di oltre 50 miliardi.

Questo lavoro nero, sommerso, innanzitutto è pericoloso perché il più delle volte è movimentato da organizzazioni malavitose, ma soprattutto per la forte concorrenza sleale che esercita nei confronti dell’occupazione regolare, da un lato ci sono tante aziende che rispettano le regole e dall’altro chi non lo fa.

In tutti i segmenti della produzione i tassi di crescita del lavoro irregolare riflettono il degrado che può portare la diffusione di condizioni lavorative non protette.

Significativo è anche il gap salariale tra lavoratori regolari e irregolari, da analisi del Mef in agricoltura il salario orario regolare si aggira intorno a 10 euro, mentre quello corrisposto in media a un lavoratore dipendente irregolare è inferiore di poco meno di 4 euro.

Nel mondo delle tate, colf, badanti: il sommerso è la regola sull’onda di un tacito accordo tra datore di lavoro e lavoratore, alimentato dalla mancanza di norme chiare e incentivi per regolare le prestazioni fisse o part-time per la cura dei bambini, anziani, disabili o semplicemente della casa, l’incidenza del nero resta altissima, pari al 55% del lavoro totale.

Il nero è un fenomeno congenito a queste prestazioni private, poco e difficilmente controllabili, il sommerso resta alto, distorce il mercato, logora l’economia, spinto dall’interesse contrapposto ma univoco tra lavoratore e datore di lavoro, per contrastarlo e favorire l’emersione la prima arma da attivare è la deduzione del costo del lavoro, come accade nel resto d’Europa.

Se si deducesse il costo del lavoro, il datore non ricorrerebbe al nero perché godrebbe dei benefici legati al minor costo della prestazione e non si esporrebbe ai costi altissimi di una denuncia, occorrerebbe inserire nella prossima legge di Stabilità la deducibilità del lavoro domestico.

Una misura necessaria per un mercato che non conosce crisi: dati alla mano, sono oltre 2mln le famiglie che si avvalgono dei collaboratori domestici per una spesa complessiva di 19,3 miliardi, un valore che negli ultimi quindici anni è cresciuto del 22%. Secondo i dati Inps, in Italia nel 2014 i collaboratori domestici erano per il 46% di un’altra nazionalità europea, e il 31% provenienti da paesi terzi.

Occorre portare avanti una crociata che tenga conto dell’esercito dei lavoratori in nero, lavoratori “invisibili” li ha definiti il Parlamento europeo, perché non sono destinatari di un contratto regolarmente registrato e svolgono lavori informali, senza benefit di sicurezza sociale e senza assistenza sanitaria, parte di economia sommersa, ignota al fisco e alla previdenza.

Se questi lavoratori non vengono regolarizzati non si possono applicare i protocolli di sicurezza, e quindi neanche dotarli di dpi, mascherine, gel igienizzante, igienizzazione dei macchinari previsti. con il  rischio di avere lo scoppio di focolai di Covid19 nei cantieri ,nei campi e nelle famiglie.

La regolarizzazione dei migranti deve essere fatta, deve essere generalizzata, in agricoltura, ma in edilizia e per colf e badanti, nei ristoranti etc.

La regolarizzazione diventa uno strumento di tutela sanitaria, perchè il nero può diventare un focolaio, non solo per i lavoratori ma anche per i cittadini: la vecchietta che si fa rifare il bagno rischia di trovarsi davanti un lavoratore irregolare che non è stato formato sulle misure di sicurezza anti-Covid, non gli sono state date le mascherine, non sono stati sanificati gli strumenti, non sa che non deve utilizzare in maniera promiscua il martello e la sega.

C’è proprio un tema di sicurezza sanitaria al di là del fatto che uno sia d’accordo o no a livello etico e morale ,noi come Confintesa riteniamo che sia giusto farlo con criteri di giustizia sociale”

al di là del tema se è giusto o sbagliato, è utile farlo. Per la salute degli italiani serve regolarizzare gli immigrati nei cantieri, come nei campi e tra colf e badanti, al fine di fornirgli anche quegli strumenti di tutela e protezione, e anche permettergli di avere un medico di famiglia.

Oggi che maggiore è l’attenzione del governo sulle norme di sicurezza e di anti pandemia non può non agire contemporaneamente con vigilanza e del controllo per debellare il lavoro nero e l’evasione fiscale.

Alfredo Magnifico

Lutto/ E’ morto Andrea Rinaldi, 19enne calciatore ex-Atalanta

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Sgomento e tristezza in tutta la comunità sportiva, adesso a lutto. Un giovane ragazzo non ancora ventenne, nativo di Carate Brianza con la passione per il calcio e cresciuto nelle fila dell’Atalanta; era arrivato l’estate scorsa nel Legnano, strappato alla vita troppo presto da un aneurisma che non gli ha lasciato scampo.
Andrea lottava da venerdì 8 Maggio, presso l’Ospedale di Varese, purtroppo non c’è stato nulla da fare.

Coronavirus, situazione sotto controllo

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Aggiornamento quotidiano sull’epidemia da coronavirus, con i dati forniti dal Servizio Nazionale della Protezione civile. Il totale delle persone che hanno contratto il virus è 219.814, compresi guariti e deceduti, con un incremento rispetto a ieri di 744 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 82.488 ( – 836 rispetto a ieri).
Tra gli attualmente positivi 999 sono in cura presso le terapie intensive ( – 28 pazienti rispetto a ieri), mentre 13.539 persone sono ricoverate con sintomi ( – 79) e 67.950 persone sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Rispetto a ieri i deceduti sono 179 e portano il totale a 30.739. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 106.587 ( + 1.401) persone rispetto a ieri.

Economia/ A marzo crollo delle partite IVA: -50%

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La crisi dovuta all’emergenza Covid-19 si ‘abbatte’ sulle partite IVA. Secondo i dati dell’Osservatorio sulle partite Iva del Ministero dell’economia, nei primi tre mesi del 2020 sono state aperte 158.740 nuove partite Iva : in confronto al corrispondente periodo dello scorso anno, si registra una flessione del 19,7%, “determinata prevalentemente dall’emergenza sanitaria”.
Più in dettaglio, si legge in una nota del Mef, “si rileva che, nei primi due mesi dell’anno, risulta una contrazione dell’8% delle aperture di partita Iva dovuta principalmente alla diminuzione di avviamenti in regime forfetario rispetto al notevole aumento riscontrato nei primi mesi del 2019 grazie all’innalzamento del limite di ricavi a 65.000 euro. Gli effetti dell’emergenza sanitaria sono rilevabili nel mese di marzo con un calo di aperture pari al 50% rispetto a marzo 2019.

Economia/ Coromavirus, in Italia una crisi senza precedenti

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Sono dati di una gravità assoluta, quelli economici nel periodo dell’epidemia da coronavirus; le conseguenti misure restrittive hanno provocato a marzo, il primo mese di lockdown, un crollo della produzione industriale senza precedenti, sia nel confronto con il mese precedente che su marzo 2019. La stima dell’Istat rivela una riduzione tendenziale (rispetto a un anno fa) del 29,3% “che è la maggiore dal 1990, superando i valori registrati nel corso della crisi del 2008-2009“.
È“senza precedenti anche la caduta in termini mensili: l’indice destagionalizzato della produzione è diminuito del 28,4% rispetto a febbraio. Nel primo trimestre dell’anno, il livello della produzione è scesa dell’8,4% rispetto ai tre mesi precedenti.
Tutti i principali settori dell’industria italiana registrano variazioni tendenziali e congiunturali negative, in molti casi a livelli record. Il dato peggiore per il settore auto: la produzione è diminuita a marzo del 62,6% su base annua, mentre nel primo trimestre dell’anno la produzione ha perso il 24,4% rispetto ai primi tre mesi del 2019.

Dalla comunità di host Airbnb, donate 12000 notti gratuite a medici e infermieri

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Mentre in Italia rallentano i contagi e ci si avventura lentamente nella ‘Fase 2’ dell’emergenza Covid-19, rimane vivo l’impegno e l’allerta del personale sanitario, e degli host Airbnb che hanno scelto di aprire le proprie case per sostenerli. In occasione della Giornata Internazionale degli Infermieri, che si celebra il 12 maggio, Airbnb ha reso noto di aver raggiunto quota 12.000 notti gratuite messe a disposizione sul proprio portale a medici e infermieri.
Il programma globale
Lanciato lo scorso 16 marzo durante il picco della pandemia in collaborazione con l’associazione OspitaMI e con l’immediata adesione di Property Managers Italia, il programma Airbnb per medici e infermieri rappresenta un’opportunità per il personale ospedaliero di trovare un alloggio e per gli host Airbnb di mettersi a servizio di chi ogni giorno combatte questa battaglia. In particolare, nei mesi di marzo e aprile, in tutta Italia molte strutture sanitarie si sono trovate ad assumere con urgenza personale sanitario, con necessità per molti di loro di trasferirsi in un’altra città per svolgere il proprio incarico.
I risultati
Ad oggi sono 4.500 gli appartamenti generosamente messi a disposizione dagli Host di Airbnb, di cui oltre il 30% in Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia. A venire utilizzate sono state prevalentemente le case in prossimità di grandi centri ospedalieri. Ad oggi i medici e gli infermieri che hanno trovato alloggio sono 340, con una permanenza media di 35 giorni.
“In tre giorni ho dovuto infilare la mia vita in due valigie e partire per fare il mio dovere. Scoprire l’iniziativa è stata una manna dal cielo: vengo da un’altra regione, avevo bisogno di un alloggio velocemente e trovarlo non era così scontato”, ha spiegato Chiara, infermiera presso il Policlinico Umberto I di Roma.
Nuovo Protocollo di Pulizia
Dopo l’iniziativa di Airbnb per medici e infermieri, Brian Chesky, cofondatore e amministratore delegato di Airbnb, ha annunciato anche le “Linee guida per la pulizia contro la diffusione del Covid-19”. Si tratta di un protocollo basato sulle analisi e i consigli degli esperti dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e sviluppato con l’aiuto del dottor Vivek Murthy, ex responsabile della salute pubblica degli Stati Uniti. All’interno del documento vengono presentate linee guida dettagliate sulle forniture consigliate, tecniche di sanificazione, istruzioni per igienizzare ogni stanza e altro ancora. I proprietari che seguiranno il nuovo protocollo avranno un contrassegno apposito sulla pagina del loro annuncio, in modo che gli ospiti sappiano che si sono impegnati a seguire pratiche di pulizia e disinfezione più rigorose, compreso un intervallo minimo di 24 ore fra una prenotazione e la successiva.
Airbnb
Airbnb è una piattaforma globale di viaggio con oltre 7 milioni di soluzioni di soggiorno in più di 220 paesi e regioni e 40.000 Esperienze uniche in oltre 1.000 città. Utilizza in modo unico la tecnologia per consentire a persone in tutto il mondo di condividere e mettere a reddito sia i propri immobili, sia le proprie passioni e talenti, a beneficio di un turismo autentico, inclusivo e sostenibile per gli ospiti e le comunità locali.

Airbnb

Coronavorus, la Costiera amalfitana vuole ripartire

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FOTO DI REPERTORIO

 “La volontà e la speranza di ripartire sono tante , nonostante le difficoltà legate al temuto protrarsi del covid19 , e alle misure  sanitarie previste che rendono difficile la gestione dell’ ospitalità    e in particolare dei livelli di accoglienza propri della nostra tradizione. Ma dobbiamo farcela e impegnarci coralmente per la ripartenza. Tra le varie iniziative, oltre a quelle mirate ad incentivare nella prima fase la domanda del turismo italiano , da rimarcare un progetto serio di destagionalizzazione in sinergia coi Comuni della Costa d’Amalfi e le proposte culturali del territorio.  L’iniziativa, ben curata e condotta, potrebbe compensare almeno in parte il tracollo di questi mesi , allungando la stagione turistica e rilanciando la nostra offerta sul mercato internazionale. In questo momento di crisi la cultura e lo spirito di ospitalità che hanno reso famosa la Costiera devono spronarci alla ripresa nel segno della professionalità e qualità che sono proprie delle nostre aziende”. Lo ha affermato Luigi Schiavo, Presidente del Gruppo Alberghi, Turismo e Tempo Libero di Confindustria Salerno. C’è anche il fattore  responsabilità. “Aprire o non aprire? E’ il dilemma più problematico in questo momento, la cui soluzione avrà un effetto determinante sul destino delle nostre attività. Quella che fino a poco tempo fa poteva essere una decisione rimessa al singolo imprenditore è stata completamente ridefinita. E in questo, il tempo risulta antitetico: più passa, più le condizioni diventano fumose impedendo una visione nitida. Prima di considerare una possibile risposta, occorre valutare almeno tre variabili: ambito di applicazione, responsabilità e risvolto economico. Non è auspicabile una scelta univoca che coinvolga tutta la Costiera (ma questo discorso vale per qualsiasi ambito geografico). È una decisione che dovrà essere pensata  – ha dichiarato Vito Cinque,   proprietario dell’Hotel 5 stelle San Pietro di Positano   e valutata    per ogni singola attività, perché ciò che può andare bene per una, può non andarlo per un’altra. In Costiera ogni albergo si è costruito negli anni una sua politica commerciale e oggi, in base ad essa, per alcune strutture si può profilare un’apertura a breve, per altre una condizione di attesa. Stando alle previsioni, chi ha edificato la sua produttività sul bacino italiano avrà più possibilità di ripresa immediata rispetto a chi, invece, lo ha fatto guardando a mercati esteri e che ora dovrà attendere gli sviluppi nazionali ma anche degli altri paesi. C’è poi il fattore responsabilità, alquanto elevato.

I DPCM che continuano a susseguirsi delineano una serie di implicazioni che l’imprenditore ha nei confronti di tutti gli attori che si muovono nel suo esercizio. Quindi ospiti, personale fisso e quello dell’indotto.  Arrivando anche al paradossale: un cittadino è responsabile delle sue disposizioni di sicurezza in famiglia o nei luoghi pubblici ma non quando si trova in azienda, dove per lui è responsabile il datore di lavoro, che potrebbe addirittura essere accusato di procurata pandemia. Chi ha redatto il decreto “Cura Italia” ha omesso di aggiungere dopo l’art. 42 che introduce l’infortunio sul lavoro, un articolo 42bis che preveda che il contagio possa sopraggiungere ovunque, e quindi non necessariamente legato all’attività in azienda.  Al San Pietro abbiamo dovuto affidarci ad un gruppo di esperti che valuta l’incastro fra tutte le disposizioni che man mano si addizionano. Nonostante il forte senso di responsabilità nei confronti dei nostri dipendenti che sono in un momento di estenuante attesa, siamo messi nella posizione di non potere ottemperare a tutti i vincoli imposti e perciò ci vediamo costretti, nostro malgrado, a prolungare il rinvio. Infine c’è la variabile economica, la più ostica nella valutazione.  Se la decisione di aprire risultasse errata, essa potrebbe compromettere definitivamente la sussistenza di un’azienda.

In questi giorni molti operatori preferiscono rimanere chiusi perché -alle condizioni imposte dal governo e con un’operatività nettamente inferiore alle potenzialità- è più dannoso aprire. Si parla di stanziare fondi, ma questi fondi potrebbero arrivare troppo tardi, quando l’attività sia già irrimediabilmente danneggiata. La variabile economica va vista nell’ottica dell’intero territorio. L’emergenza ha mostrato che in un paese carente di infrastrutture le persone possono fare la differenza. La sanità al nord ha retto non tanto per le infrastrutture quanto per la dedizione degli operatori sanitari. In pratica quello che avviene quotidianamente in Costiera, dove l’ospitalità è prevalentemente costituita non dalle strutture quanto dal capitale umano. Anche se rispetto ad altre destinazioni abbiamo meno infrastrutture, il calore delle persone, le competenze e il senso dell’ospitalità hanno permesso di eccellere. La Costiera Amalfitana è oggi un brand di fama mondiale e come tale va preservato: scelte azzardate potrebbero comportare ripercussioni a breve e lungo termine e compromettere in modo inequivocabile la fiducia guadagnata nel tempo”.

Pronti a ripartire ma necessarie regole chiare! Costiera solo sfiorata dal virus.

“Le attività della costa d’Amalfi stanno resistendo e hanno voglia di ripartire dopo questo momento così difficile. I turisti innamorati dei nostri luoghi ci dimostrano ogni giorno quanto desiderano tornare. Ma è ora che chi di dovere faccia scelte chiare e condivise sul territorio. Non possiamo più temporeggiare altrimenti sarà l’“assenza di decisioni” il colpo finale alla destinazione. I problemi sono tanti. Il primo è la liquidità delle aziende. Le banche stanno temporeggiando e ci sono segnali negativi nonostante i decreti avessero l’obiettivo di immettere denaro nel sistema. Per questo ci aspettiamo una risposta veloce anche dai comuni alla richiesta presentata già da una decina di giorni di sospensione e rimodulazione delle imposte locali. E’ fondamentale in assenza di liquidità spostare i costi fissi. E’ necessario operare per creare una area sicura. La Costiera è stata, fortunatamente, solo sfiorata dal virus  – ha affermato Andrea Ferraioli, Presidente del Distretto Turistico della Costiera Amalfitana –  e questo è molto importante perché ci permette di avere una immagine positiva. Ma se vogliamo ripartire – nonostante lo faremo solo con una domanda minima – bisogna assicurare che tutto il sistema turistico possa essere preservato. Ci vuole una forte collaborazione in questo senso. Penso a tutto un settore che parte dai trasporti e arriva ai fornitori che deve essere responsabilizzato e messo nelle condizioni di operare in sicurezza e non arrecare danno. La filiera turistica deve essere monitorata e garantita. Per questo è necessario anche che tutti i comuni della costa facciano scelte condivise sulla gestione degli eventuali flussi turistici evitando ordinanze contrastanti.

Infine le regole sulla gestione degli ospiti. La nostra ospitalità e la nostra innata capacità di accogliere i turisti è conosciuta in tutto il mondo. Dobbiamo poter lavorare in sicurezza senza disperdere questo patrimonio. Per questo ci aspettiamo regole chiare e attuabili perché non possiamo permetterci di trasformare le nostre attività in ospedali”.

Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa del Distretto Turistico della Costiera Amalfitana

Musica/ Una canzone inedita dedicata a tutti gli infermieri

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Da martedì 12 maggio, in occasione della Giornata Internazionale degli Infermieri nell’anno mondiale dell’Infermiere e nel bicentenario della nascita di Florence Nightingale (madre dell’infermieristica moderna), è in vendita su tutte le piattaforme digitali il brano inedito “In Prima Linea” realizzato dall’Associazione Culturale Claudio Moretti per dare voce alla raccolta fondi #NoiConGliInfermieri della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI). Gli infermieri nella pandemia di COVID-19 hanno svolto e stanno tuttora svolgendo un ruolo fondamentale dal punto di vista professionale ma soprattutto umanitario. Nessuno di loro si è tirato indietro dal soccorrere e assistere le persone nel momento del bisogno sostenendo fatica, stress e isolamento sociale oltre al rischio della propria salute e in alcuni casi della vita. La canzone “In prima linea”, interpretata in ‘stile Covid-19’ – ognuno dalla propria abitazione e con il solo accompagnamento di un pianoforte a coda – da Danilo Amerio, Sherrita Duran e Franco Fasano nasce per ringraziare gli infermieri per quello che stanno facendo ora e fanno tutti i giorni per proteggere le nostre vite trovando la forza di starci vicino anche nei momenti più difficili. Il ricavato dalla vendita del brano sarà devoluto a favore dell’iniziativa #NoiConGliInfermieri avviata dalla FNOPI per supportare tutti gli infermieri impegnati in prima linea con l’emergenza Covid-19 e le loro famiglie che a vario titolo si trovano in difficolta per questa particolare circostanza (https://www.noicongliinfermieri.org).
“Ringraziamo l’Associazione Culturale Claudio Moretti per aver scelto di essere al fianco degli infermieri e delle loro famiglie – afferma FNOPI – impegnati in prima linea nella tutela della salute di tutta la popolazione. È un riconoscimento verso chi si è esposto mettendo in gioco anche la propria vita per combattere il nemico invisibile, assistendo sia con cure mediche che con la vicinanza e l’affetto per i pazienti rimasti soli nelle strutture ospedaliere”.
“Il Covid-19 ha colpito duro e all’improvviso lasciando una scia di dolore in molti di noi. – dichiara Christian Moretti, direttore artistico dell’Associazione Culturale Claudio Moretti e curatore dell’iniziativa – Lo sgomento, il senso di impotenza, la clausura forzata che ci tenevano lontani dagli affetti più cari in questa difficile situazione sono stati alleviati dalla consapevolezza di sapere che vicino ai nostri parenti e amici ricoverati negli ospedali c’erano delle persone speciali che li accudivano e se ne prendevano cura: gli infermieri. Ed è pensando alla loro professionalità, al loro sacrificio, alla loro presenza costante, al loro essere sempre in prima linea che è nata l’idea di questa canzone, un gesto per ringraziarli per il lavoro che tutti i giorni svolgono”.

Al progetto ha collaborato anche l’artista Massimo Pasca, uno dei più attivi live painter italiani, che ha concesso per la realizzazione della copertina l’utilizzo di una sua opera realizzata come gesto di riconoscenza per il lavoro eccezionale che medici e infermieri stanno facendo in questo periodo. Da sempre l’Associazione Culturale Claudio Moretti affianca l’attività culturale a quella benefica; come in occasione del progetto “Caro papà Natale…” realizzato, in collaborazione con il Gruppo bancario Credito Valtellinese, tra il 2008 e il 2011 e che, grazie alla generosità di 100 artisti di fama nazionale e internazionale – attori, cantanti, comici e conduttori televisivi – che hanno partecipato alla realizzazione dei CD “Caro papà Natale…” 1, 2 e 3 e del libro “Caro papà Natale… ti scrivo!” e alle oltre 100.000 copie commercializzate, ha consentito di realizzare 77 aule informatiche per i bambini ricoverati nei reparti di Pediatria, case di accoglienza, oncoematologie pediatriche, case famiglia e istituti riabilitativi in strutture dislocati in 14 regioni italiane. Dotazioni informatiche che, in alcuni ospedali, sono state utili anche in questo periodo di isolamento per consentire ai pazienti di rimanere in contatto con familiari, amici e partecipare alla didattica a distanza. È possibile sostenere l’iniziativa anche attraverso bonifico bancario sul conto corrente presso il Credito Valtellinese intestato a “Associazione Culturale Claudio Moretti”, IBAN IT 97 P 05216 55140 000000055336, CAUSALE: Donazione iniziativa In Prima Linea.

Associazione Culturale Claudio Moretti 

Roma/ Terremoto all’alba, tanta paura ma nessun danno

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La terra trema nella capitale. Una scossa di terremoto di magnitudo 3.3 è stata registrata alle 5:03 nel nordest della provincia di Roma.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 10 km di profondità ed epicentro a 5 km da Fonte Nuova e a 11 dalla Capitale.
Tanta la paura tra la popolazione, che ha avvertito chiaramente la scossa. Al momento però non risultano danni a persone o cose, secondo le verifiche fatte dai Vigili del fuoco.

Terminus consulenza/ Regione Molise, sovvenzioni per le Pmi e professionisti con attività sospesa oppure in difficoltà

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ll gruppo Terminus offre un servizio di consulenza sui bandi di finanziamento attivi o di interesse specifico per le aziende e Pmi. Per saperne di più potrete contattarci inviando mail al seguente indirizzo: [email protected].

In pubblicazione l’avviso pubblico per sovvenzioni della Regione Molise per le piccole e medie imprese e professionisti in difficoltà a seguito delle restrizioni per il contenimento dell’epidemia da Covid-19.

Sono fiannziate le PMI ed i liberi professionisti equiparati alle piccole e medie imprese.

Beneficiari dell’avviso sono:

– le micro e piccole imprese così come definite dal Decreto del Ministro delle attività produttive 18 aprile 2005 ed i liberi professionisti,che sono equiparati alle Piccole Imprese le cui attività siano state sospese ai sensi del DPCM 22 marzo 2020,come aggiornato con Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 25 marzo2020;

– le imprese che, seppure non sospese ai sensi del DPCM hanno subito un calo del fatturato superiore al 30% nel periodo di riferimento.

L’erogazione del beneficio è subordinata alle condizioni di continuità dell’attività d’impresa .