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Poste, al via la conciliazione per i servizi di telefonia

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PosteMobile apre alla procedura di conciliazione con i clienti. Lo ha annunciato oggi l’amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, in occasione dell’annuale incontro con le associazioni dei consumatori che si e’ tenuto presso la sede centrale di Roma. L’Ad di PosteMobile, Roberto Giacchi, e i rappresentanti delle 18 associazioni dei consumatori hanno firmato un documento comune che costituira’ il Regolamento della procedura di conciliazione, cui potranno far ricorso i clienti che hanno sottoscritto con PosteMobile apposito contratto per l’attivazione di una Sim. La conciliazione e’ una procedura extragiudiziale che Poste Italiane ha avviato nel 2002 per i prodotti postali e ha esteso nel 2006 ai prodotti Banco Posta, allo scopo di risolvere rapidamente eventuali controversie dovute a disguidi con la clientela e di risarcire chi ha subito un disservizio. E’ gratuita e veloce e ristabilisce con il cliente il rapporto fiduciario e di trasparenza. A breve, la procedura di conciliazione potra’ essere avviata per controversie relative ai servizi tradizionali di telefonia mobile e potra’ essere utilizzata gratuitamente da tutti gli intestatari di una SIM PosteMobile che abbiano gia’ presentato un reclamo ma che non abbiano ricevuto risposta o non ne abbiano ricevuta una soddisfacente entro i termini indicati nel Regolamento. Le 18 associazioni dei consumatori firmatarie del Regolamento sono, oltre a Movimento Consumatori, Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Arco, Assoutenti, Casa del Consumatore, Centro Tutela Consumatori e Utenti, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori Acli, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori.
( fonte MovimentoConsumatori.it)

Contrasto alle false fatturazioni.Una nuova tessera nel mosaico

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Fra gli indizi a sostegno della tesi dell’ufficio, la “scarsa collaborazione” della società sottoposta a verifica. La mancata esibizione di documenti, sanzionabile in quanto considerata slealtà nei confronti dell’Amministrazione, verso la quale vige comunque un obbligo di collaborazione, rappresenta essa stessa indizio della pervicace volontà del contribuente di sottrarsi al legittimo controllo degli uffici finanziari ed espressione della consapevole scelta di voler operare al di fuori delle regole fiscali. Si potrebbe sintetizzare così la “morale” della sentenza 21/66/10 emessa dalla Ctr Lombardia, sezione di Brescia, con cui si è posto un ulteriore punto a favore dell’azione di contrasto alle false fatturazioni.
La vicenda processuale
L’ufficio locale di Salò sottoponeva a verifica fiscale per l’anno 2005 una sas operante nel settore della produzione di impianti e sistemi per l’automazione industriale, rinvenendo fatture emesse da un soggetto che in quel periodo era dipendente della stessa società. Il dipendente affermava di aver ereditato l’azienda paterna e, pur non avendo svolto un’effettiva attività d’impresa, ammetteva di avere emesso qualche fattura ai propri datori di lavoro, ma non riconosceva come proprie quelle rinvenute presso la società verificata, né era in grado di mostrare una propria contabilità.
Ulteriori indizi che conducevano a ritenere false le fatture erano:
– i pagamenti, effettuati in contanti o mai eseguiti benché ogni fattura contestata riportasse importi di diverse decine di migliaia di euro di imponibile
– la mancanza di prova del trasporto dei macchinari, voluminosi e pesanti.
Dalla verifica, che veniva estesa all’annualità d’imposta precedente, emergevano altre fatture palesemente false, emesse dallo stesso dipendente e da un altro soggetto inesistente. Ma l’attenzione dei verificatori si incentrava su un altro aspetto: le fatture annotate, emesse dal dipendente, riguardavano macchinari che questi aveva dichiarato di non aver prodotto, né commercializzato. Ebbene, gli stessi macchinari risultavano venduti a un’altra società (una srl), il cui legale rappresentante era il medesimo della prima verificata. Il cerchio si chiudeva con la verifica estesa anche alla srl.Gli accertamenti erano poi impugnati, con le solite contestazioni circa l’onere della prova, l’obbligo di motivazione e con la produzione di ogni sorta di documento per attestare ex post l’effettività delle operazioni. I giudici in primo grado respingevano entrambe le impugnazioni (della sas e della srl). La sentenza 21/66/10, emessa a seguito dell’appello proposto dalla srl, si presenta interessante non solo e non tanto perché conferma l’orientamento giurisprudenziale sul tema delle false fatturazioni, ma anche in quanto focalizza la propria attenzione su un ulteriore aspetto. La società, come detto, in sede contenziosa ha profuso documenti per affermare la propria “verità”. La Ctr ha ritenuto, accogliendo la specifica eccezione dell’ufficio, di non voler assolutamente tener conto di tali documenti, non esibiti in sede di verifica, anche se ritualmente richiesti. Sul punto, i giudici si sono espressi con estrema chiarezza: “il rifiuto alla esibizione dei documenti, che, ai sensi dell’art. 52, comma 5 DPR 633/72, impedisce di tener conto di una successiva produzione in sede contenziosa, postula la intenzionalità del comportamento del contribuente, il quale appunto rifiuti l’esibizione o dichiari, contrariamente al vero, di non possedere i documenti o li sottragga comunque all’ispezione. In particolare, si determina la preclusione ex art. 52, comma 5 DPR 633/72, in base alla quale non possono essere presi in considerazione dai giudici tributari i documenti esibiti dal contribuente in giudizio e non in sede di verifica fiscale, soltanto nel caso in cui il rifiuto sia stato effettuato con dolo, cioè con la volontà di impedire che, durante l’accesso, possano essere effettuate la verifica e la valutazione dei documenti stessi (tra le molte, cfr. CTC, sez.2, n.2167del 13/04/1999 e CTC, sez.1 n. 8166 del 08/11/2002). Orbene, ad avviso dei giudici di Appello, tre anni (dalla richiesta sino alla notifica del pvc) costituiscono periodo più che adeguato e sufficiente per rinvenire ogni sorta di documentazione e scritture contabili da mettere a disposizione dell’amministrazione finanziaria e così concorrere, in maniera leale, alle legittime operazioni di verifica. Inerzia e parziale adesione costituiscono, oltre al dato temporale richiamato, indici inequivoci di un preciso coefficiente soggettivo, riassumibili sotto il paradigma del dolo, espressivo di una precisa quanto consapevole opzione d’impresa”.
( http://www.nuovofiscooggi.it/giurisprudenza/articolo/contrasto-alle-false-fatturazioni-una-nuova-tessera-nel-mosaico)
Teresa Iannielli

Fatturazione elettronica: dal 2013 nuove norme Ue

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Entro il 2012 gli Stati membri della Ue dovranno adottare la direttiva di revisione della normativa IVA con l’obiettivo di diffondere la fatturazione elettronica. Entrata in vigore prevista per il 2013. L’evoluzione delle tecnologie sta imponendo la revisione IT dei meccanismi amministrativi ai fini di una maggiore semplificazione burocratica, compresi quella della fatturazione, protagonista di una riforma digitale approvata in questi giorni dal consiglio Ecofin. L’obiettivo Ue è di armonizzare la normativa IVA spingendo per l’adozione generalizzata della fatturazione elettronica, processo che va a braccetto con la lotta alle frodi fiscali. Entro fine 2012 gli Stati Membri saranno obbligati ad adottare la direttiva, per farla entrare in vigore dal 1° gennaio 2013. In primo piano, per quanto riguarda le Pmi, la direttiva introduce nel sistema un modello ufficiale di Iva per cassa, impedendo che i Paesi membri adottino regimi propri in deroga, solitamente caratterizzati da un notevole grado di disarmonizzazione. Le nuove norme andranno a sovrascrivere il sistema comunitario basato sulla direttiva 2001/115/CE – come previsto dalla proposta di revisione delle regole di fatturazione della Commissione n. 21 del 2009. La semplificazione comporterà l’equiparazione di trattamento fra le fatture cartacee ed elettroniche, così da semplificare le regole di emissione ed eliminare i vincoli che impediscono la larga diffusione dello strumento elettronico. Tra gli obiettivi c’è anche quello di rendere la normativa più unitaria a livello comunitario, minimizzando le opzioni a discrezione degli Stati e rendendo così più agevoli anche le operazioni intra-comunitarie.

di Noemi Ricci

Assicurazioni: allenta stretta fiscale

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Approvato da Palazzo Madama il maxi-emendamento alla manovra economica, confermata la stretta fiscale per le assicurazioni anche se allentata, la tassa sulle riserve assicurative del ramo vita diventa a geometria varibile. Il maxi-emendamento alla manovra economica allenta la morsa sulle imprese di assicurazioni. È stata infatti alleggerita la tassa sulle riserve assicurative del ramo vita ed è divenuta a geometria variabile. Il testo della manovra è stato approvato dal Senato con 170 voti favorevoli e 136 voti contrari. Dopo la fiducia, il provvedimento passa alla Camera per la seconda lettura. Il via libera definitivo è atteso per il 29 luglio. L’obiettivo sembra comunque rimanere quello di arrivare ad un introito fiscale aggiuntivo di circa 230 milioni a carico del settore assicurativo. Per quanto concerne la tassazione parziale dell’incremento delle riserve del ramo vita, invece della percentuale fissa (10%) si introduce quella a geometria variabile, la proporzione tra la differenza tra i redditi d’impresa e i redditi esenti e l’ammontare lordo dei redditi. Dunque gli oneri saranno maggiori per le compagnie che possiedono una maggiore quota di redditi con esenzioni fiscali. In ogni caso la percentuale non può essere inferiore al 95% o superiore al 97,5%, con relativa tassazione compresa tra il 5% ed il 2,5% dell’incremento delle riserve vita.Proprio su questo principio di imposta basata sulla crescita si basano le polemiche delle imprese che si vedranno costrette a rivedere la propria strategia di crescita nel business vita, con conseguenti danni anche per i consumatori, che non potranno usufruire della stessa offerta di polizze vita.

di Alessandro Vinciarelli

Le aziende tornano ad investire in Informatica

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Mercato dei personal computer in forte rialzo nel Q2 2010, con sempre più aziende che si rivelano disposte a tornare ad investire in soluzioni informatiche, a tutto vantaggio dell’innovazione. Dopo un lungo periodo in cui, a causa della ristagnante recessione dell’economia, numerose aziende avevano deciso di sospendere l’acquisto di nuove tecnologie, le aziende sono finalmente tornate ad investire in informatica: una buona notizia non solamente per l’intero comparto, ma soprattutto per l’innovazione. Secondo le ultime stime IDC, il mercato mondiale dei personal computer ha visto nel secondo trimestre 2010 un incremento di 22,4 punti percentuali, con 81,5 milioni di computer venduti. In prima posizione HP, con il 25% del mercato, seguita da Dell (24%), Acer (11%), Apple (8,8%) e Toshiba (8,5%). Nonostante sempre più aziende siano disposte a rinnovare il loro parco tecnologico, secondo IDC non si assisterà comunque ad una vera e propria impennata nelle richieste di personal computer nel corso dei prossimi mesi: la crescente potenza di elaborazione delle moderne CPU ha infatti reso meno forte l’esigenza di computer più potenti in ambito business. Come risultato, sempre più compagnie restano sempre più a lungo ancorate alle vecchie macchine, decidendo di compiere un aggiornamento solo in caso di vera necessità. A fungere da cartina di tornasole per lo stato di benessere del comparto è anche Intel, che ha ieri mostrato un fatturato da record per quanto riguarda il secondo trimestre 2010, pari a 10,8 miliardi di dollari, +34% rispetto all’anno precedente. Un risultato notevole, ottenuto in buona parte proprio grazie alla crescente richiesta di microprocessori da parte della produzione dedicata ai clienti aziendali.

di Tullio Matteo Fanti

Professionisti IT: offerte di lavoro in ripresa

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Trend in crescita per le richieste di professionisti IT, soprattutto per competenze HTML, PHP, MySQL, Java, Flash, CSS, C e Joomla: lo rivela Twago, piattaforma web per l’ncontraro domanda / offerta di lavoro hi-tech La ripresa del mercato professionale IT è iniziata, secondo il sito di Outsourcing per freelance Twago, nato per mettere in comunicazione domanda e offerta e fornire servizi di qualità a livello mondiale: da giugno 2010 si rileva, infatti, un buon incremento del numero di progetti mediati e presenti sul mercato. Dopo mesi di buona stabilità, su Twago l’incremento di offerta di lavoro su progetti aziendali è schizzato al +32% , in controtendenza con l’arrivo della stagione estiva. In prevalenza si tratta di progetti nei linguaggi HTML, PHP, MySQL, ma è tornata a crescere anche la domanda di Java, Flash e CSS. Queste le aree di competenza più richieste, che quindi offrono buone prospettive a programmatori e lavoratori autonomi. Buona anche la crescita di richieste di progetti in XHTML e nell’intramontabile linguaggio C. Per quanto riguarda lo sviluppo di siti web, tra i grandi assenti tra le prime 10 posizioni figura il sistema di gestione di contenuti WordPress (nono fino ad aprile), battuto sul campo dal concorrente free Joomla che si posiziona stabilmente al sesto posto. Questo grazie alla sua maggiore versatilità e alle migliori potenzialità nel caso di siti più complessi rispetto al puro blogging, dove WordPress si dimostra spesso migliore.

di Noemi Ricci

Professionisti stranieri al bivio:tasse su compensi a doppia strada

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Il trattamento fiscale dipende dalla presenza o meno di una Convenzione contro le doppie imposizioni. Il primo comma dell’articolo 53 del Tuir individua la categoria dei redditi di lavoro autonomo tra quelli che derivano dall’esercizio di arti e professioni. Il successivo periodo del medesimo comma risalta l’insormontabile distinzione tra l’esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, di attività di lavoro autonomo e quella di impresa. Ciò posto, l’esecuzione della prestazione professionale tipica all’interno dello Stato di residenza o in un Paese diverso delimita anche i confini del trattamento tributario dei relativi compensi. In effetti, ai sensi dell’articolo 23, comma 1, lettera d), del Dpr 917/1986 (Tuir), si considerano prodotti in Italia i redditi di lavoro autonomo derivanti da attività esercitate nel territorio dello Stato. Di converso, l’articolo 25, comma 2, del Dpr 600/1973 stabilisce che sui compensi di lavoro autonomo corrisposti a soggetti non residenti deve essere operata una ritenuta a titolo d’imposta nella misura del 30%, anche per le prestazioni effettuate nell’esercizio di impresa. Sono esclusi dal prelievo i compensi per prestazioni di lavoro autonomo effettuate da soggetti residenti all’estero e quelli corrisposti a stabili organizzazioni in Italia di soggetti non residenti.

A tal proposito, occorre ricordare che l’articolo 75 del Dpr 600/1973 prevede che nell’applicazione delle norme relative alle imposte sui redditi sono fatti salvi gli accordi internazionali resi esecutivi in Italia. Le vigenti convenzioni internazionali stipulate dall’Italia per evitare le doppie imposizioni, in conformità all’articolo 14 del modello Ocse, prevedono che i redditi che un soggetto residente di uno Stato ritrae dall’esercizio di una libera professione o da altre attività di carattere indipendente sono imponibili soltanto nello Stato di residenza del prestatore, a meno che questi non disponga di una sede fissa stabile in Italia.

Professionisti stranieri in Italia
Per il trattamento fiscale da applicarsi in Italia sulle prestazioni di lavoratori autonomi stranieri la normativa interna prevede sostanzialmente due articoli:

* l’articolo 23, comma 1, lettera d), del Tuir, in base al quale i redditi di lavoro autonomo, tra i quali rientrano anche quelli derivanti da attività artistiche dei non residenti, si considerano prodotti in Italia se le prestazioni da cui derivano sono realizzate nel territorio dello Stato
* l’articolo 25, comma 2, del Dpr 600/1973, che dispone che sui compensi di lavoro autonomo, corrisposti a soggetti non residenti, deve essere operata una ritenuta a titolo d’imposta nella misura del 30 per cento.

Ne discende che lo straniero che svolge attività artistiche nel nostro Paese è tassato, tramite ritenuta alla fonte, indipendentemente dalla forma con cui esercita la sua attività, salvo che non esista una Convenzione sulle doppie imposizioni che disponga diversamente.

( fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/analisi-e-commenti/articolo/professionisti-stranieri-al-bivio-tasse-su-compensi-a-doppia-strada)

Pirateria: commissione parlamentare per tutelare Made in Italy

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Con voto unanime, è stata istituita ieri alla Camera una commissione parlamentare d’inchiesta per indagare sulla contraffazione in ambito commerciale: obiettivo, ridurre il fenomeno della pirateria ai danni delle attività commerciali. Composta da 21 deputati nominati dal Presidente della Camera, la commissione monocamerale avrà un presidente, 2 vicepresidenti e 2 segretari. Durerà per tutta la legislatura e, al termine, dovrà produrre una relazione finale su quanto evidenziato. «Un passo importante nella battaglia per sconfiggere l’illegalità economica e la concorrenza sleale ed un caposaldo per difendere il sistema produttivo, e andare verso una concorrenza reale» ha dichiarato Andrea Lulli, capogruppo Pd in commissione Attività Produttive della Camera. «L’inchiesta è la strada migliore per conoscere meglio questo fenomeno e individuare strumenti per le forze dell’ordine adeguati a debellare la piaga della contraffazione». «La commissione d’inchiesta ha l’obiettivo di tutelare le nostre imprese, i nostri lavoratori e il Made in Italy, pilastro della nostra economia», ha aggiunto Marco Reguzzoni, presidente dei deputati leghisti: «le dimensioni del fenomeno contraffazione sono immense, si parla di svariate decine di miliardi di euro persi per la nostra economia, che si producono in migliaia di posti di lavoro in meno, sommersi e aumento della criminalità organizzata».

di Alessandra Gualtieri

Aiuti di Stato temporanei anche per il settore agricolo

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Anche le imprese del settore agricolo potranno ricevere aiuti di Stato fino a 15.000 euro, calcolati nel triennio dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2010. E’ stato pubblicato,infatti, nella Gazzetta Ufficiale n. 157 dell’8 luglio 2010 il DPCM del 13 maggio 2010 che rende possibile la concessione di aiuti di Stato temporanei, cosiddetti di importo limitato, alle imprese del settore della produzione agricola primaria. Il DPCM del 13 maggio 2010 modifica l’analogo provvedimento del 3 giugno 2009, che aveva dato attuazione alla Comunicazione della Commissione europea relativa alle misure di aiuto di Stato a sostegno dell’accesso al finanziamento nell’attuale situazione di crisi finanziaria ed economica, che, nella sua formulazione originaria, escludeva il settore della produzione agricola primaria dal novero dei beneficiari degli aiuti di importo limitato. La Comunicazione è stata poi modificata e il DPCM del 13 maggio 2010 ne ha dato attuazione consentendo di erogare fino a 15.000 euro per impresa agricola, nel rispetto delle condizioni previste dall’originario DPCM del 3 giugno 2009.

Ecospiaggia 2010: la raccolta differenziata

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Promuovere una corretta raccolta differenziata dei rifiuti, creare un sistema di valutazione delle best practice degli stabilimenti balneari ecocompatibili e stimolare una scelta consapevole dei consumatori/bagnanti, sono gli obiettivi di Ecospiaggia 2010; la nuova campagna di sensibilizzazione del Ministero dell’Ambiente e del CONAI, in collaborazione con Sindacato Italiano Balneari, Assobalneari e Federazione Italiana Imprese Balneari, rivolta all’opinione pubblica e ai gestori delle aziende balneari.
Tutti gli stabilimenti già attivi nella raccolta differenziata sono stati coinvolti, su base volontaria, a partecipare a un concorso per il quale sono chiamati a esprimersi anche i consumatori e i bagnanti. L’elenco e la descrizione degli stabilimenti, aderenti al concorso, pubblicato su http://ecospiaggia.minambiente.it, consentirà ai cittadini di fare una scelta ecocompatibile permettendo di conoscere e quindi scegliere gli stabilimenti balneari che più si distinguono per le loro azioni a tutela dell’ambiente.
Inoltre, a partire dal 20 luglio, i clienti degli stabilimenti, potranno inviare i loro giudizi sulla attività di riciclo dello stabilimento. Il concorso premierà i primi 10 bagni “più ecologici”, valutati attraverso le autodichiarazioni e in parte sulla base dei giudizi dei bagnanti. Al termine delle valutazioni verrà consegnata una targa e il riconoscimento di Ecospiaggia 2010. La proclamazione dei vincitori avverrà nel mese di settembre.