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Trenitalia: elezioni amministrative, sconto ballottaggi

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In linea con quanto avvenuto con l’ultima tornata elettorale relativa alle Elezioni Regionali, anche per i ballottaggi di domenica e lunedì prossimi, 11 e 12 aprile, Trenitalia offre lo sconto del 60% per chi prende il treno per recarsi a votare al seggio del proprio Comune di residenza; tra le città interessate al ballottaggio ci sono centri importanti come Matera, Macerata, Vibo Valentia e Mantova. Ebbene, prendendo un treno regionale, oppure un Espresso con destinazione un Comune dove si vota, l’elettore che, recandosi presso una biglietteria in stazione, presenterà la tessera elettorale ed un documento di riconoscimento, potrà fruire di uno sconto pari a ben il 60% sul prezzo pieno.

Inoltre, per poter fruire anche per il viaggio di ritorno dello sconto, sia in prima, sia in seconda classe, il passeggero di Trenitalia dovrà portare con se sia il documento di riconoscimento, sia la tessera elettorale con il timbro d’avvenuta votazione ai ballottaggi. In questo modo tanti cittadini/elettori potranno viaggiare a costi bassissimi risparmiando ed evitando magari di prendere l’auto privata per andare a votare.

Sconti sono previsti anche per chi prende per andare a votare i treni a media ed a lunga percorrenza, compresi quelli ad alta velocità e le cuccette; in questo caso il passeggero delle FS dovrà pagare la differenza tra tariffa ordinaria a sconto e quella corrispondente al treno avente categoria superiore che è stato scelto.

I biglietti con lo sconto, oltre che presso le biglietterie di stazione, si possono altresì acquistare presso le agenzie di viaggio autorizzate dalle FS. In ogni caso, per il viaggio di ritorno con regionali ed espressi non si potrà scegliere una data che vada oltre quella del 22 aprile 2010. Le Ferrovie dello Stato, inoltre, hanno messo a punto la stessa agevolazione anche a favore degli elettori italiani che si trovano all’estero.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/trenitalia-elezioni-amministrative-sconto-ballottaggi/27127/

Social card da 133 euro al mese, proposta Acli

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Le Acli, Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, in concomitanza con la Conferenza organizzativa e programmatica a Milano, hanno lanciato una proposta per quel che riguarda la carta acquisti. Trattasi di una “nuova” social card, di importo mensile più elevato ed estesa a 2,4 milioni di persone, ovverosia a tutte quelle che, in base agli ultimi dati forniti dall’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica, si trovano nel nostro Paese nello stato di povertà assoluta. In particolare, la “nuova” social card proposta dalle Acli dovrebbe avere un importo mensile pari a 133 euro a fronte di una spesa triennale a carico dello stato pari a 665 milioni di euro.

Trattasi di un importo più che triplicato rispetto agli attuali 40 euro mensili; inoltre, l’accesso a questo strumento di sostegno al reddito, senza nessun limite di età in base alla proposta avanzata dalle Acli, non dovrebbe avere preclusioni di accesso per quei cittadini stranieri che in Italia risultano essere stabilmente residenti.

Attualmente, invece, rispettando tutti gli altri requisiti, la social card è in possesso solamente di chi ha più di 65 anni, e di quei nuclei familiari dove ci sono bambini al di sotto dei tre anni. Per allargare la platea dei beneficiari, di conseguenza, le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani chiedono alle forze politiche di trovare un accordo bipartisan per contrastare l’esclusione sociale e per combattere nel nostro Paese la povertà alla quale purtroppo molte famiglie a causa della crisi si stanno avvicinando.

Anche il Codacons è intervenuto nelle ultime ore in merito alla situazione difficile delle famiglie italiane chiedendo sia, allo stesso modo, un aumento degli importi della social card, sia misure da parte del Governo finalizzate a combattere la speculazione sui prezzi. Per farlo secondo l’Associazione serve la liberalizzazione del commercio introducendo, tra l’altro, l’obbligatorietà del doppio prezzo, le vendite sottocosto libere e gli orari di apertura e di chiusura dei negozi a discrezione dell’esercente.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/social-card-da-133-euro-al-mese-proposta-acli/27131/

Benzina: prezzi, per un pieno 11 euro in più

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Nell’aprile del 2009 la benzina costava 1,21 euro al litro; a distanza di un anno siamo arrivati a 1,43 euro al litro, ragion per cui in base ad un pieno di cinquanta litri, calcolatrice alla mano, il rincaro è pari a ben 11 euro. A mettere in evidenza questa situazione in data odierna è stata l’Adoc, la quale ha apprezzato le aperture del sottosegretario allo Sviluppo Economico Saglia ad una possibile sterilizzazione dell’imposta sul valore aggiunto (Iva). Ricordiamo che se la benzina sale di prezzo alla pompa a guadagnare di più non sono solamente i petrolieri, ma anche lo Stato in virtù proprio dei maggiori introiti da Iva.

Sterilizzando l’imposta sul valore aggiunto invece, questa potrebbe scendere in concomitanza con i rialzi dei prezzi della benzina, e risalire in termini di prelievo percentuale nel momento in cui i listini scendono. Un provvedimento di questo tipo sarebbe di importanza fondamentale visto che purtroppo in queste ultime settimane, dopo una breve parentesi prima di Pasqua, benzina e diesel non fanno altro che aumentare di prezzo.

Secondo il Presidente dell’Associazione Adoc, Carlo Pileri, la sterilizzazione dell’Iva rappresenta una soluzione a calmierare i prezzi dei carburanti, ma da sola non basta visto che sarebbe necessario attuare un calo strutturale attraverso l’eliminazione in tutto o in parte delle accise, molte delle quali incidono sul prezzo della benzina da decenni.

Un’altra questione urgente da risolvere è quella riguardante la rete distributiva in Italia, che dovrebbe essere più efficiente e soggetta a dinamiche concorrenziali che garantirebbero per gli automobilisti prezzi più bassi. Ad esempio, l’Associazione Adoc ritiene opportuno permettere alle stazioni di servizio di non vendere solamente il carburante, ma anche un’ampia gamma di altri beni e servizi in modo da poter diversificare i ricavi e, quindi, poter vendere benzina e diesel a prezzi più bassi.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/benzina-prezzi-per-un-pieno-11-euro-in-piu/27123/

Incentivi cucine, moto ed elettrodomestici: cosa c’è da sapere

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Cosa si può comprare con gli incentivi del Governo messi a punto il mese scorso? Ebbene, il Ministero dello Sviluppo economico ha predisposto online sul proprio sito una apposita pagina Web, spiegando tra l’altro che con i bonus statali si può comprare quanto segue: cucine componibili complete di elettrodomestici efficienti, elettrodomestici, motocicli, internet veloce per i giovani, gru a torre per edilizia, nautica da diporto, macchine agricole e macchine movimento terra, rimorchi e semirimorchi, componenti elettrici ed elettronici ed immobili ad alta efficienza energetica, ovverosia le cosiddette eco-case.

I cittadini potranno accedere agli incentivi a partire dal prossimo 15 aprile, mentre risulta essere già aperto il canale per la registrazione da parte dei venditori; in particolare il venditore, in accordo con quanto riporta l’MSE sull’apposita pagina Web, deve fornire per potersi registrare il codice REA e la provincia, la località della sede dell’esercizio ed il codice di avviamento postale, nonché il codice fiscale.

Ricordiamo che i consumatori possono accedere agli incentivi statali per l’acquisto dei beni e dei servizi sopra citati solo se il rivenditore avrà effettuato la registrazione, ragion per cui è bene chiedere se questo sia già avvenuto da parte dell’esercente. Il rivenditore per registrarsi deve chiamare il numero verde gratuito 800 556 670, mentre per le richieste di informazioni da parte dei consumatori c’è il numero verde gratuito, da rete fissa, 800 123 450.

In questo modo dal 15 aprile prossimo i consumatori che si recheranno nei negozi per l’acquisto di beni e servizi con il bonus statale nel chiedere lo sconto dovranno ottenere la conferma da parte del rivenditore; è quest’ultimo infatti che nel consultare il call center all’800 556 670 verrà a conoscenza o meno della disponibilità finanziaria per riconoscere l’agevolazione al cliente.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/incentivi-cucine-moto-ed-elettrodomestici-cosa-c-e-da-sapere/27099/

Rimborsi Iva stati Ue: nuove regole

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Nuove regole per la richiesta di rimborso dell’IVA assolta in uno degli Stati appartenenti all’Unione Europea da soggetti stabiliti in un altro Stato membro.
Il nuovo sistema che garantisce meno burocrazia e maggiore liquidità per gli operatori economici prende il via dalla direttiva 2008/9/CE, recepita nell’ordinamento italiano dal decreto legislativo n. 18 del 2010.
A seguito di tali nuove norme, i cittadini europei che richiedono il rimborso non devono più recarsi presso le Amministrazioni finanziarie straniere, ma possono interfacciarsi direttamente con quelle nazionali. I cittadini italiani possono così dialogare direttamente con l’Agenzia delle Entrate.
Gli operatori economici nazionali devono infatti presentare la domanda di rimborso esclusivamente in via telematica all’Agenzia delle Entrate. Sarà poi cura dell’Agenzia, nei successivi 15 giorni e una volta svolti i controlli previsti, inoltrare la richiesta di rimborso allo Stato membro competente.
Gli operatori economici comunitari non devono più presentare l’istanza di rimborso per le operazioni effettuate in Italia al Centro operativo di Pescara, ma alla propria Amministrazione finanziaria che provvederà ad inoltrare la richiesta all’Agenzia delle Entrate. Gli operatori economici residenti in Svizzera, Norvegia e Israele (con i quali l’Italia ha stipulato accordi specifici), devono invece continuare a presentare le richieste di rimborso in formato cartaceo (modello Iva 79) al Centro operativo di Pescara.
Inoltre, per tutti gli operatori economici, la direttiva fissa al 30 settembre dell’anno successivo a quello per il quale si chiede il rimborso, la data di scadenza per la presentazione delle domande.

Bonus tessile: pronto il modello

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Il modello per la comunicazione dei dati degli investimenti in attività di ricerca industriale e di sviluppo effettuati dalle imprese del settore tessile che svolgono le attività di cui alle divisioni 13 o 14 della tabella ATECO 2007, e che intendono fruire di agevolazioni (art.4, c. da 2 a 4, D.L. 25/3/10, n. 40) è stato approvato con Provvedimento del 2/4/10 – pdf

La trasmissione telematica dei dati contenuti nella comunicazione deve essere effettuata dal 1° dicembre 2010 al 20 gennaio 2011 utilizzando il software “AGEVOLAZIONECRT”, disponibile sul sito www.agenziaentrate.gov.it entro il 20 novembre 2010.

L’Agenzia delle entrate comunicherà, a coloro che hanno presentato la comunicazione, l’ammontare massimo del risparmio d’imposta spettante. Nel caso in cui le richieste complessive superino lo stanziamento dei 70 milioni di euro, l’agevolazione sarà attribuita proporzionalmente all’ammontare del risparmio d’imposta richiesto.

L’agevolazione può essere fruita esclusivamente in sede di versamento del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo d’imposta di effettuazione degli investimenti.

Incentivi statali: pagina web del Ministero per spiegarli a tutti

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Cosa si può comprare con gli incentivi del Governo messi a punto il mese scorso? Ebbene, il Ministero dello Sviluppo economico ha predisposto online sul proprio sito una apposita pagina Web, spiegando tra l’altro che con i bonus statali si può comprare quanto segue: cucine componibili complete di elettrodomestici efficienti, elettrodomestici, motocicli, internet veloce per i giovani, gru a torre per edilizia, nautica da diporto, macchine agricole e macchine movimento terra, rimorchi e semirimorchi, componenti elettrici ed elettronici ed immobili ad alta efficienza energetica, ovverosia le cosiddette eco-case.I cittadini potranno accedere agli incentivi a partire dal prossimo 15 aprile, mentre risulta essere già aperto il canale per la registrazione da parte dei venditori; in particolare il venditore, in accordo con quanto riporta l’MSE sull’apposita pagina Web, deve fornire per potersi registrare il codice REA e la provincia, la località della sede dell’esercizio ed il codice di avviamento postale, nonché il codice fiscale.

Ricordiamo che i consumatori possono accedere agli incentivi statali per l’acquisto dei beni e dei servizi sopra citati solo se il rivenditore avrà effettuato la registrazione, ragion per cui è bene chiedere se questo sia già avvenuto da parte dell’esercente. Il rivenditore per registrarsi deve chiamare il numero verde gratuito 800 556 670, mentre per le richieste di informazioni da parte dei consumatori c’è il numero verde gratuito, da rete fissa, 800 123 450.

In questo modo dal 15 aprile prossimo i consumatori che si recheranno nei negozi per l’acquisto di beni e servizi con il bonus statale nel chiedere lo sconto dovranno ottenere la conferma da parte del rivenditore; è quest’ultimo infatti che nel consultare il call center all’800 556 670 verrà a conoscenza o meno della disponibilità finanziaria per riconoscere l’agevolazione al cliente.

Bond Grecia: rischi in aumento

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Quando si acquista un’obbligazione più è alto è il rendimento offerto, più è alto il rischio, ovverosia quello legato al possibile default dell’emittente. E’ questa la regola generale, e vale anche per la Grecia che in questi ultimi giorni, dopo una fase relativamente tranquilla, è tornata nella bufera con i rendimenti dei titoli di Stato del Paese ellenico, sulla curva decennale, che sono tornati a lambire il livello del 7,5%. E se il rendimento è appetibile, l’investitore deve di conseguenza valutare tutti i rischi del caso visto che il differenziale dei tassi rispetto ai titoli di Stato tedeschi sulle stesse scadenze è balzato al 4% circa. I dubbi che emergono tra gli investitori e gli analisti, come tra l’altro riporta Altroconsumo, sono quelli legati al fatto che, nonostante le rassicurazioni del Governo greco, la situazione del Paese ellenico sia ancora più compromessa rispetto a quella ufficialmente comunicata. La Grecia ufficialmente ha dichiarato e comunicato nei giorni scorsi di avere un deficit al 12,7% rispetto al Pil, ma l’elevato livello dei tassi mette a rischio l’implementazione del piano di risanamento.

Per rifinanziare il proprio debito, infatti, allo stato attuale la Grecia è costretta a rastrellare nuova liquidità a costi altissimi rispetto alla media europea, con la conseguenza di accumulare debiti su debiti. Anche per questo, e sempre in accordo con quanto riporta Altroconsumo, la Grecia potrebbe anche decidere di scommettere sul mercato statunitense per emettere prestiti con interessi da pagare più bassi.

Nella giornata di ieri il Presidente della Banca centrale europea Trichet, dopo il mantenimento dei tassi all’1% da parte della Bce, ha seccamente smentito ogni ipotesi di prendere in considerazione lo scenario di un default per la Grecia. Ma i dubbi rimangono, così come i mercati restano comunque in allerta specie se si considera che tra i Paesi dell’Eurozona in queste ultime settimane non c’è stata unità d’intenti su come risolvere la “questione Grecia”.

Pompe bianche: lista completa per risparmiare

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Dove sono in Italia le pompe bianche che permettono di pagare meno il carburante al litro? Ebbene, da oggi è possibile conoscere Regione per Regione dove sono situati in Italia i distributori indipendenti di carburante, con tanto di nome della società, indirizzo e numero di telefono. Questo grazie al Codacons che ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato, e che se lo è visto accolto. Le pompe bianche, lo ricordiamo, non sono quelle “griffate”, ovverosia con il marchio della compagnia petrolifera, ma sono distributori indipendenti dove il carburante può costare fino ad otto centesimi di euro in meno al litro.

Per scaricare la lista delle pompe bianche basta cliccare qui; intanto il Codacons, dopo aver ottenuto grazie al ricorso al Consiglio di Stato la lista completa dei distributori indipendenti, ha lanciato contestualmente una campagna contro il caro benzina e contro la speculazione sui prezzi. L’Associazione, almeno fino a quando i prezzi non inizieranno a tendere al ribasso anche presso le pompe “griffate”, raccomanda ai cittadini di fare quanto più possibile rifornimento solo presso le pompe bianche.

Con i distributori indipendenti si possono risparmiare fino a ben 100 euro all’anno in media ad automobilista; inoltre, visto che l’andamento dei prezzi presso le stazioni di rifornimento “griffate” non fa che aumentare, e visto che ancora il Governo non ha preso provvedimenti e misure incisive, quella di privilegiare le pompe bianche appare l’unica soluzione per mandare un segnale ai petrolieri.

Il Codacons, tra l’altro, punta il dito sul fatto che le Regioni tengono ben nascosta la lista completa delle pompe bianche in Italia; questo secondo l’Associazione avviene per favorire sia gli incassi “extra” delle compagnie petrolifere, sia maggiori introiti nelle casse dello Stato. Insomma, se non è la compagnia petrolifera ad abbassare i prezzi, allora forse con il boicottaggio farà prima a ravvedersi.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/pompe-bianche-lista-completa-per-risparmiare/27083/

Discount alimentari frenano crollo acquisti

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Nella giornata di ieri la Confcommercio ha reso noti i dati relativi al consueto Rapporto mensile sui consumi, dal quale è emerso come nello scorso mese di febbraio, rispetto al mese precedente, i consumi in Italia abbiano fatto registrare un calo; rispetto invece a febbraio 2009 l’Indice dei Consumi della Confcommercio ha fatto registrare un rialzo ma grazie solamente all’acquisto di nuove auto per effetto dell’onda lunga degli incentivi statali che, tra l’altro, si è esaurita proprio a partire dal corrente mese di aprile.

Ma come mai a distanza di oltre un paio d’anni dallo scoppio della crisi finanziaria gli italiani consumano ed acquistano poco? Ebbene, la Confcommercio al riguardo ha parlato di atteggiamento cauto delle famiglie negli acquisti, mentre l’Associazione Adoc, nel condividere i dati rilasciati dalla Confcommercio, sottolinea altresì come le famiglie italiane consumino ed acquistino poco in quanto i soldi sono finiti. Anzi, secondo l’Associazione dei Consumatori il calo dei consumi in Italia sarebbe decisamente più ampio se non ci fossero i discount alimentari, dove sono oramai sempre di più le famiglie che si recano per fare la spesa.

In particolare, secondo quanto dichiarato da Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc, senza la possibilità per gli italiani di fare la spesa al discount il calo dei consumi sarebbe stimabile in almeno il 5%, mentre per quel che riguarda gli acquisti di articoli come le calzature e l’abbigliamento l’Associazione dei Consumatori ritiene che la contrazione sia più ampia rispetto a quella rilevata dalla Confcommercio.

Il calo dei consumi ed il cambio delle abitudini di spesa degli italiani sta inoltre creando nel nostro Paese un impoverimento sia sociale, sia culturale; tra le imprese del commercio a pagare il più alto prezzo della crisi sono stati e sono infatti i piccoli esercizi commerciali e le botteghe di vicinato visto che, tra l’altro, come mette in evidenza l’Adoc, anche una buona fetta di famiglie della media borghesia per fare la spesa oramai si reca al discount.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/discount-alimentari-frenano-crollo-acquisti/27073/