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Benzina: prezzi, esposto alle Procure della Repubblica

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Il Codacons in materia di prezzi dei carburanti non vuole sentire ragioni. Nei giorni scorsi, infatti, l’UP, Unione Petrolifera, ha rispedito al mittente le denunce delle Associazioni dei Consumatori in merito alla presunta speculazione sulla determinazione dei prezzi al dettaglio di benzina e diesel; ma il Codacons va avanti per la sua strada ed ha reso noto nella giornata di ieri d’aver presentato a ben 104 Procure della Repubblica un esposto sul rialzo dei listini dei carburanti citando il possibile reato di aggiotaggio.

Nel complesso le Associazioni sono sia stanche, sia indignate nel veder aumentare i prezzi dei carburanti ogni volta che ci sono feste, vacanze e “ponti” che comportano lo spostamento degli italiani in auto. D’altronde proprio il Codacons pone l’accento sul fatto che rispetto alla Pasqua 2009 quest’anno il pieno costa ben 10 euro in più, il che significa lauti guadagni per le compagnie petrolifere, ed un salasso a carico degli automobilisti per non parlare poi delle ricadute indirette sui prezzi di beni e servizi, per effetto dei rincari dei costi di trasporto, che non a caso stanno facendo innalzare nel nostro Paese il livello dell’inflazione.

L’Associazione ha di conseguenza chiesto un intervento da parte non solo delle Procure, ma anche dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (Antitrust) affinché presso le pompe del carburante venga inviata la Guardia di Finanza; questo al fine di acquisire i dati relativi ai rincari dei prezzi del carburante degli ultimi giorni e procedere con il sequestro delle pompe stesse.

Intanto, per poter risparmiare fino a 3 euro a pieno, il Codacons raccomanda a coloro che sono in vacanza e che si spostano in macchina di privilegiare sia i distributori che applicano sconti, sia la modalità di erogazione del servizio “self service”. Tutte le ricevute di acquisto del carburante vanno poi conservate visto che il Codacons non esclude il possibile avvio di una class action a carico e contro le compagnie petrolifere.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/benzina-prezzi-esposto-alle-procure-della-repubblica/26865/

Carta di credito BancoPosta Più di Poste Italiane

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Si chiama Carta BancoPosta Più, ed è una carta di credito che Poste Italiane promuove a favore di tutti i correntisti del Conto BancoPosta Più; trattasi, nello specifico, di uno strumento di pagamento flessibile il cui plafond è in parte a saldo ed in parte in modalità rateale, o revolving, che permette al titolare, di conseguenza, di programmare le proprie spese più importanti potendo fruire della dilazione. La carta ha un canone annuo pari a 30,99 euro, ma questo viene poi ogni anno rimborsato nel caso in cui nei dodici mesi il titolare con lo strumento di pagamento abbia effettuato acquisti annuali complessivi superiori alla soglia dei 4.800 euro.

La carta offre gratis un pacchetto assicurativo che protegge il titolare da imprevisti e frodi legate sia agli acquisti, sia ai prelievi di denaro, ovverosia gli anticipi contante. L’estratto conto di Carta BancoPosta Più è chiaro e dettagliato con la conseguenza che è sempre possibile tenere strettamente sotto controllo le spese, anche quelle rateali.

La doppia linea di fido iniziale, in base alla valutazione dell’emittente, può partire da un minimo complessivo di 1.600 euro fino ad arrivare a ben 3.600 euro, di cui in questo caso 2.000 euro rateali e 1.600 euro con la formula a saldo. I messaggi di controllo delle spese, ovverosia gli Sms informativi sul proprio telefono cellulare, sono su richiesta rigorosamente gratuiti, così come senza alcun aggravio di commissioni è il rifornimento di benzina e diesel.

Per richiedere la Carta di credito BancoPosta Più di Poste Italiane in abbinamento al Conto BancoPosta Più, il titolare deve presentare all’ufficio postale il codice fiscale, un documento di identità valido, il cedolino della pensione o la busta paga, oppure ancora il modello Unico se si è lavoratori autonomi. Inoltre, se il cittadino richiedente la carta è extracomunitario, occorre anche presentare il permesso di soggiorno.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/carta-di-credito-bancoposta-piu-di-poste-italiane/26873/

Benzina: prezzi in millesimi creano confusione

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Nel nostro Paese i prezzi dei beni e dei servizi sono indicati in centesimi di euro con la sola eccezione della benzina, i cui prezzi sono invece indicati in millesimi. A ricordarlo è il Codacons che al riguardo chiede proprio l’eliminazione dai listini di vendita della benzina dei millesimi, ma anche del diesel visto che in questo modo la percezione dei prezzi è sia meno immediata, sia più confusa. Forse mai come quest’anno è stata così accesa la protesta delle Associazioni dei Consumatori sul prezzo dei carburanti alla pompa in vista della partenza degli italiani per le vacanze di Pasqua.

Da tempo si chiede lo stop alla corsa selvaggia dei prezzi di benzina e diesel praticati agli automobilisti, con i millesimi nell’indicazione dei prezzi che secondo Carlo Rienzi, Presidente del Codacons, non fanno altro che rendere i listini ancora più ballerini; secondo l’Associazione, infatti, con un intervento del Governo, finalizzato all’eliminazione dei millesimi nell’indicazione dei prezzi dei carburanti, si potrebbe garantire più concorrenza ed una maggiore trasparenza a favore dei consumatori.

I rincari alla pompa delle ultime settimane contribuiranno ad ingrassare le casse delle compagnie petrolifere, ed a svuotare invece le tasche degli automobilisti; basti pensare che il Codacons ha calcolato l’aggravio diretto e indiretto causato dai rincari in ben 200 euro ad automobilista su base annua per il semplice fatto che il maggior esborso non riguarda solo l’acquisto della benzina alla pompa, ma anche le tariffe ed i prezzi dei beni e dei servizi tendono ad aumentare a causa dei maggiori costi per il trasporto.

A questo punto si spera nell’azione di Governo che, in accordo con le ultimissime dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario Saglia, è pronto per mettere a punto una riforma dei carburanti che trovi tra l’altro un ampio consenso tra tutti gli attori della filiera.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/benzina-prezzi-in-millesimi-creano-confusione/26819/

Enel Energia: conciliazione, guida online

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In caso di disservizi, disguidi, insoddisfazione del cliente Enel, non c’è bisogno che il consumatore proceda alle vie legali; il colosso elettrico italiano permette infatti di accedere su parecchie controversie ad una procedura amichevole di risoluzione rapida e soprattutto a basso costo. Trattasi nello specifico della conciliazione che Enel ha sottoscritto con le Associazioni dei Consumatori aderenti al CNCU, il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, e che permette di poter risolvere la controversia in maniera paritetica ed in tempi brevi fermo restando che utilizzando la conciliazione il cliente Enel non perde comunque il diritto a far valere le proprie ragioni in ogni altra sede opportuna.

Cliccando qui è possibile accedere alla pagina Enel dedicata alla conciliazione dove, tra l’altro, è possibile scaricare la guida alla conciliazione che, nello specifico, può essere utilizzata dai condomini e dai clienti privati domestici che hanno un contratto di energia elettrica, con Enel Servizio Elettrico oppure Enel Energia, avente una potenza non superiore ai 15 kW, e dai clienti del gas di Enel Energia che annualmente non consumano più di 50.000 metri cubi.

Prima di poter accedere allo strumento della conciliazione, il consumatore deve inviare un reclamo scritto ad Enel; nel caso il cliente ritenesse insoddisfacente la risposta di Enel Servizio Elettrico o Enel Energia al reclamo, allora si potrà avviare la conciliazione potendosi avvalere del supporto offerto da una delle dodici Associazioni di Consumatori che ha aderito.

Nel dettaglio, la conciliazione può essere utilizzata per i casi di sospensione della fornitura per morosità, riduzione di potenza, ricostruzione dei consumi di energia elettrica o gas a seguito di contatore malfunzionante, nonché per casi relativi a fatture con importi anomali o comunque superiori alla media dei consumi che Enel ha fatturato nei ventiquattro mesi precedenti.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/enel-energia-conciliazione-guida-online/26823/

Trenitalia: Intercity, prima classe meglio abolirla

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Nelle scorse settimane le FS, dopo aver lanciato l’alta velocità da Torino a Salerno, hanno reso nota un’altra rivoluzione per quel che riguarda il servizio del trasporto ferroviario AV attraverso l’eliminazione della prima e della seconda classe. A regime saranno infatti introdotte quattro classi di servizio, da quella base a quella che dovrebbe essere la “premium” con tutti i servizi inclusi; nei prossimi mesi, tra l’altro, su tutti i treni AV sarà possibile collegarsi ad Internet in Wi-Fi, ma anche ad esempio leggere i giornali sempre online, prenotare un taxi affinché questo sia pronto al nostro arrivo in stazione, oppure ancora noleggiare un’auto nella stazione d’arrivo.

L’offerta AV quindi si arricchirà sempre più di servizi anche a fronte comunque di adeguamenti tariffari, verso l’alto, che negli ultimi mesi non sono mancati e che hanno alimentato le proteste delle Associazioni dei Consumatori, le quali tra l’altro temono che le FS si concentrino sul servizio ad alta velocità abbandonando a se stessi i treni regionali e prestando attenzione, ma non più del dovuto, a tutti gli altri treni a media ed a lunga percorrenza.

In merito è intervenuta l’UNC, Unione Nazionale Consumatori, la quale ritiene che siano più che maturi i tempi affinché le Ferrovie dello Stato eliminino la prima classe sui treni Intercity. Secondo il Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, ci vuole coraggio a far viaggiare treni Intercity con carrozze di prima classe che non hanno le prese elettriche e neanche i tavolini.

L’Associazione dei Consumatori, ed in particolare proprio il Segretario dell’UNC, ha messo in risalto come le FS non abbiano mezze misure visto che da un lato offrono l’alta velocità con il Frecciarossa, e dall’altro propongono delle vere e proprie diligenze. Per l’Unione serve quindi un intervento del Governo in quanto i tempi per voltare pagina in materia di trasporto ferroviario sono più che maturi.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/trenitalia-intercity-prima-classe-meglio-abolirla/26847/

Benzina: prezzi, Unione Petrolifera respinge accuse

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I rialzi dei prezzi di benzina e diesel sono pretestuosi, speculativi in vista dell’esodo di Pasqua, oppure no? Ebbene, con una nota che riporta la data dello scorso 31 marzo l’UP, Unione Petrolifera, è tornata a respingere ogni accusa da parte delle Associazioni dei Consumatori, con in testa l’Adusbef e la Federconsumatori che più volte in materia di determinazione dei prezzi dei carburanti alla pompa hanno fatto la “voce grossa”. Ebbene, l’UP bolla come “infondate” le accuse sulle presunte speculazioni, e ritiene che le azioni dei Consumatori siano solamente finalizzate ad accaparrarsi il consenso dell’opinione pubblica specie in periodi festivi come quelli attuali.

Ne consegue che ogni affermazione riguardante le presunte speculazioni sui carburanti è pretestuosa e finalizzata ad innescare solo polemiche; l’UP, dati alla mano, ha non ha caso sottolineato come non occorra correlare il prezzo della benzina a quello del greggio, ma occorre tenere conto del prezzo industriale del carburante che nel primo trimestre di quest’anno è cresciuto.

In ogni caso, è difficile che l’Adusbef, la Federconsumatori e tutte le altre Associazioni che si battono per prezzi dei carburanti più trasparenti modificheranno il proprio orientamento. I Consumatori, tra l’altro, chiedono l’istituzione di una apposita Autorità di controllo che accerti costantemente la congruità della formazione dei prezzi rispetto a tutti i parametri in gioco.

Rimane poi aperta oramai da diversi mesi la questione relativa alla possibilità di mettere a punto una completa liberalizzazione delle rete distributiva aprendo il mercato della vendita dei carburanti anche ai centri commerciali della Grande Distribuzione Organizzata. In questo modo secondo le Associazioni dei Consumatori il pieno costerebbe di meno, così come l’aumento delle pompe in modalità “self service” garantirebbe allo stesso modo più scelta e più risparmio.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/benzina-prezzi-unione-petrolifera-respinge-accuse/26839/

Pasqua 2010: pranzo coi prodotti tipici

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Quando ci sono le feste gli italiani si dimenticano di ogni problema di vita quotidiana, e pensano solo a passare un Natale o una Pasqua, in arrivo, all’insegna della serenità. Come diretta conseguenza non si rinuncia alla buona tavola, al punto che in barba alla congiuntura la spesa alimentare per la Pasqua 2010 quest’anno crescerà del 5% rispetto allo scorso anno. A fornire questa stima è la CIA, Confederazione Italiana Agricoltori, mettendo in evidenza come i consumatori italiani per festeggiare non rinunceranno a portare in tavola i prodotti alimentari tipici del territorio.

Il controvalore calcolato dalla Cia – Confederazione Italiana Agricoltori, e riguardante la spesa per imbandire la tavola a Pasqua 2010, ammonta a ben 3,5 miliardi di euro, e spazia dalle uova di cioccolato alla pasta e passando per i dolci, i formaggi, il pane, vini e spumanti. Ma non mancheranno neanche le carni, compresa chiaramente quella di agnello, gli insaccati, i salumi, l’olio d’oliva, gli ortaggi e la frutta.

Menù di Pasqua 2010 prelibati saranno consumati a tavola dagli italiani durante le vacanze di Pasqua anche in agriturismo; per le vacanze “verdi”, infatti, la Confederazione Italiana Agricoltori ha reso noto che è atteso il “pienone” con un flusso turistico pari a ben 600 mila persone sul totale dei sette milioni di italiani in partenza.

Ad accogliere i turisti italiani, ma anche gli stranieri, ci sono pronti ben 190 mila posti letto offerti complessivamente dagli agriturismi sparsi su tutto il territorio nazionale; di questi, oltre 9 mila offrono il servizio di ristorazione, ma anche in molti casi maneggi di cavalli, mountain bike ed escursionismo per vacanze che in media avranno una durata pari a tre giorni all’insegna del relax, a diretto contatto con la natura, ma anche della buona tavola con un rapporto tra prezzo e qualità del servizio che di norma solo l’agriturismo riesce ad offrire.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/pasqua-2010-pranzo-coi-prodotti-tipici/26763/

Corte UE, la fornitura di personale non paga l’Iva in certi settori

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È la conclusione a cui sono pervenuti gli eurogiudici con la sentenza pronunziata nell’ambito del procedimento C-79/09
Nel rispetto della procedura di cui all’articolo 226 CE, cd. procedura di infrazione, la Commissione europea ha sollevato una questione sulla concessione di una esenzione fiscale ai fini Iva da parte del regno dei Paesi Bassi. L’esenzione era concessa per la fornitura di personale nel settore socio-culturale, della sanità, istruzione, euro-regioni e della mobilità del personale. In altri termini nel procedimento C-79/09 si affronta il problema normativo riguardante la fornitura di personale, ovvero è stata analizzata la situazione per verificare se è possibile ritenere soddisfatte le condizioni per le quali sussiste la possibilità di concedere o meno l’esenzione Iva. La posizione sostenuta dalla Commissione è nel senso che il regno dei Paesi Bassi concedendo l’esenzione è venuto meno agli obblighi di cui agli articoli 2, comma 1, lettera c), 13, 24, comma 1 e 132 della direttiva 2006/112 in materia di Iva.
La normativa comunitaria e internazionale
Il riferimento normativo comunitario è costituito dalla direttiva 2006/112 in materia di Iva che all’articolo 2, comma 1, sub c), dispone, tra le altre cose, l’assoggettamento a Iva delle prestazioni di servizi effettuate a titolo oneroso nel territorio di uno Stato membro da un soggetto passivo che agisce in quanto tale. Inoltre, ai sensi dell’articolo 9, paragrafo 1 è soggetto passivo colui che, in maniera autonoma e indipendente, esercita attività di carattere commerciale, senza avere rilevanza lo scopo o i risultati di questa attività. Viene considerato come attività economica ogni attività di produttore, commerciante o prestatore di servizi, comprese le attività minerarie, agricole e le libere professioni. Inoltre, si considera come un’attività economica lo sfruttamento di un bene materiale o immateriale per ricavarne introiti con carattere di stabilità. L’articolo 13 della direttiva prevede che Stati, regioni, dipartimenti, comuni ed altri enti pubblici non sono considerati soggetti passivi per le attività od operazioni che esercitano in quanto pubbliche autorità, anche laddove nell’esercizio di tali attività percepissero un qualunque introito costituito da diritti, canoni, contributi o pagamenti. Tuttavia, però, tali autorità devono essere considerate come soggetti passivi nella misura in cui il mancato assoggettamento provocherebbe distorsioni di concorrenza di una certa rilevanza. Venendo alle attività esenti, sono tassativamente indicate dalla normativa.
Le attività esenti
In particolare gli Stati membri esentano, a titolo esemplificativo, l’ospedalizzazione e le cure mediche in connessione con l’esercizio delle professioni mediche, i servizi e le forniture di beni strettamente connessi con il benessere e la sicurezza sociale, l’educazione dei bambini o dei giovani, la scuola o l’università di formazione o di riqualificazione nonchè talune prestazioni di servizi culturali. In considerazione dell’articolo 24, paragrafo 1, della direttiva 2006/112 si considera servizio ogni operazione che non costituisca una cessione di beni. Per servizi si deve intendere ogni operazione che non costituisce cessione di beni.
Altrettanto importante è quanto stabilito nel paragrafo 1, lettera B), secondo cui gli Stati membri possono introdurre ogni necessaria limitazione alle esenzioni oggetto della presente trattazione. Ecco che l’articolo 134 della direttiva 2006/112 dispone che le cessioni di beni e servizi non sono esentabili secondo l’articolo 132, paragrafo 1 quando non sono essenziali per il compimento di operazioni esenti o se sono principalmente destinati ad operazioni in diretta concorrenza con quelle di imprese commerciali soggette all’Iva. Per altro verso tra i regolamenti internazionali ha rilievo il protocollo addizionale alla Convenzione-quadro europea sulla cooperazione transfrontaliera delle collettività o autorità territoriali, la quale mira ad agevolare ed estendere tale cooperazione nelle regioni di confine, attraverso la creazione, da parte delle autorità locali o regionali, di organizzazioni che comunemente sono note come Euro-regioni.
La normativa nazionale
La norma di riferimento in ambito nazionale è costituita dall”articolo 11, legge IVA 28 giugno 1968. Ai sensi di detto articolo sono esenti da IVA, fermo restando il rispetto di talune condizioni contenute in apposito regolamento amministrativo, l’assistenza fornita alle persone ospitati in istituti, la fornitura di beni e servizi sociali e culturali, servizi sanitari prestati in connessione con l’esercizio delle professioni mediche e paramediche, comprese quelle degli psicologi ed infine i servizi di assistenza a persone in condizioni particolari. Vanno, infine, annoverati la fornitura di servizi di istruzione compresi i servizi ad essi strettamente connessi. Con riferimento alla fornitura di beni e servizi strettamente connessi, questi sono esclusi dall’esenzione nel caso in cui si tratti di servizi non sono necessari per lo svolgimento delle attività esenti o se riferiti ad attività svolte in diretta concorrenza con le attività delle imprese commerciali.
Un’altra importante norma di riferimento è l’ordinanza del 14 marzo 2007, in materia di imposta sul valore aggiunto. In tale ordinanza con riguardo alla fornitura di personale sono stabilite regole per la fornitura di personale in alcuni settori anche con riferimento alla esenzione in materia di Iva. In particolare le cessioni di beni e servizi non sono esenti nella fattispecie in cui non risultano essenziali per il compimento di operazioni esenti o se le operazioni sono svolte in diretta concorrenza con quelle di imprese commerciali soggette all’Iva.
La questione pregiudiziale
La questione pregiudiziale verte principalmente sull’applicazione della normativa in materia di fornitura di personale dove un datore di lavoro mette a disposizione di un altro datore un lavoratore, qualificato e specializzato, sotto la direzione e supervisione di quest’ultimo datore di lavoro. Dunque siffatta fattispecie è di norma un operazione imponibile Iva salvo talune eccezioni. È proprio sulla concessione dell’esenzione Iva in tale ambito che la Commissione europea ha avviato la procedura per inadempimento nei confronti del regno dei Paesi Bassi. La fattispecie è piuttosto articolata in quanto diversi sono i settori interessati dalla contestata applicazione agevolata dell’Iva. Il riferimento è alla fornitura di personale nel settore socio-culturale, della sanità, dell’istruzione e della mobilità transfrontaliera di personale qualificato appartenente alla Pubblica Amministrazione. Ai fini dell’esenzione Iva per ciascun settore sono previste delle condizioni che una volta soddisfatte permettono di usufruire dell’ esenzione. La Commissione ha sollevato due obiezioni principali. La prima verte sulla violazione dell’articolo 132 della direttiva 2006/112, per la concessa esenzione dall’IVA delle prestazioni di personale e culturale i settori sociali, sanitari e istruzione. Con la seconda si sottolinea la violazione dell’articolo 13 della direttiva, laddove si preveda l’esenzione Iva nell’ambito della fornitura transfrontaliera, tra euro-regioni, di personale qualificato della Pubblica Amministrazione nell’ottica di promozione della mobilità professionale. Nell’ambito di una procedura di infrazione portata avanti ai sensi dell’articolo 226 CE, è compito della Commissione accertare l’esistenza della violazione che deve fornire alla Corte gli elementi necessari volti a dimostrare l’esistenza dell’inadempimento contestato.
La posizione della Corte
Gli eurogiudici hanno esaminato se la Commissione abbia stabilito, nel ricorso proposto, se la fornitura di personale nei settori socio-culturali, sanità e istruzione non rientri nel concetto di operazioni “strettamente connesse” (articolo 132, comma 1, lettera b), g) i), del direttiva 2006/112). Va aggiunto che può essere richiamata la giurisprudenza relativa all’articolo 13, comma 1, della sesta direttiva, le cui misure corrispondono a quelle dell’articolo 132, comma 1, della direttiva 2006/112. In sostanza questa disposizione esenta da Iva talune attività di interesse generale. Tuttavia, non tutte le attività di interesse generale possono essere esentate, ma solo quelle che sono elencate e descritte in modo particolareggiato. L’articolo 132, comma 1, lettera b), g), ed i), della direttiva 2006/112 non definisce i concetti di operazioni “strettamente connesse” in essa contenute. Tuttavia, una prestazione può essere considerata accessoria ad una prestazione principale, se migliora le condizioni del servizio principale.
I rilievi nei riguardi della Commissione
Dalle argomentazioni addotte dalla Commissione si evince la mancata dimostrazione della prima obiezione in quanto non è stata fornita prova circa il fatto che la disponibilità di personale, previste dal decreto del 2007, nei settori in questione costituisce un fine a sé e non un modo per migliorare il servizio principale. Nella seconda censura, la Commissione sostiene che la messa a disposizione di personale di enti pubblici a “euro-regioni” e la promozione della mobilità professionale, come previsto dal decreto 2007, al di fuori dell’attività nucleare, è soggetto passivo secondo l’articolo 13, paragrafo 1, della direttiva 2006/112, in quanto l’attività non viene eseguita da organismi pubblici intesi come “pubbliche autorità” e che tali attività comportano una distorsione della concorrenza. Anche riguardo a questa censura è stato rilevato come la Commissione abbia omesso di fornire gli elementi di prova sufficienti a provare l’infrazione contestata in base alla condizione relativa all’esercizio della attività di “autorità pubbliche” (articolo 13, comma 1, direttiva 2006/112). Per altro verso, gli eurogiudici hanno sottolineato come la Commissione abbia omesso di fornire alla Corte elementi di prova sufficienti per dimostrare l’esistenza di una “distorsione di una certa importanza” (articolo 13, paragrafo 1, secondo comma, direttiva 2006/112).
Considerate le insufficienti argomentazioni della Commissione gli eurogiudici hanno dichiarato anche il secondo motivo di ricorso respinto in quanto infondato. Di conseguenza i togati della Corte europea hanno dichiarato respinto il ricorso intero ritenendolo, appunto, infondato e condannando la Commissione alle spese di giudizio.
Andrea De Angelis
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/giurisprudenza/articolo/corte-ue-la-fornitura-di-personale-non-paga-liva-certi-settori

Versamenti con modello F24 EP estesi ai contributi pensionistici

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Compito dell’Agenzia ripartire le somme affluite sulla contabilità speciale, tra gli enti previdenziali interessati
Il versamento con F24 enti pubblici apre le porte alla previdenza. I contributi pensionistici e assicurativi che potranno essere assolti con il modello sono: contributi obbligatori ai fini pensionistici e previdenziali e contributi volontari ai fini pensionistici e previdenziali a favore dell’Inpdap; contributi previdenziali e assistenziali a favore dell’Inps; premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali a favore dell’Inail.
Inoltre, l’F24 enti pubblici, potrà essere esteso a ulteriori tipologie di contributi assistenziali, previdenziali e assicurativi, con apposito provvedimento del direttore dell’Agenzia, su proposta della Ragioneria generale dello Stato. I dettagli nel decreto 12 marzo 2010 pubblicato in Gu n. 76 del 1 aprile.
r.fo.
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/normativa-e-prassi/articolo/versamenti-con-modello-f24-ep-estesi-ai-contributi-pensionistici

Settore tessile, pronto il modello per richiedere il bonus fiscale

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Le imprese interessate dovranno inviare la comunicazione dal 1° dicembre 2010 al 20 gennaio 2011
Nuovo step per le agevolazioni nel settore tessile e dell’abbigliamento. E’ disponibile, infatti, sul sito dell’Agenzia delle Entrate il modello di comunicazione, con le relative istruzioni, per inviare i dati sugli investimenti in attività di ricerca industriale e di sviluppo finalizzati alla realizzazione di campionari per cui è possibile fruire della detassazione dal reddito d’impresa introdotta dal decreto incentivi (Dl 40/2010, articolo 4, commi da 2 a 4). Il modello è stato approvato con un provvedimento, a firma del direttore dell’Agenzia, del 2 aprile.
In base al decreto, possono fruire del bonus fiscale le imprese che svolgono le attività indicate nelle divisioni 13 e 14 della tabella Ateco 2007 per gli investimenti realizzati dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2009 e fino alla chiusura del periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2010.
I contribuenti interessati, titolari di reddito d’impresa, devono inviare direttamente, o tramite intermediari abilitati, per via telematica alle Entrate la comunicazione dal 1° dicembre 2010 al 20 gennaio 2011 utilizzando il software “AGEVOLAZIONECRT”, disponibile gratuitamente sul sito dell’Agenzia entro il prossimo 20 novembre.
Gli incaricati dell’invio telematico dovranno consegnare ai soggetti richiedenti una copia della comunicazione inviata e della risposta dell’Agenzia che certifica l’effettiva ricezione e che vale come prova dell’avvenuta presentazione.
La comunicazione, inoltre, dovrà essere sottoscritta sia dall’incaricato alla trasmissione sia dal contribuente interessato, che dovrà conservarne una copia.
Nella comunicazione andranno indicati i dati personali e identificativi del contribuente, l’ammontare degli investimenti agevolabili e il risparmio d’imposta richiesto.
L’Agenzia delle Entrate comunicherà il valore massimo del risparmio d’imposta spettante e, se le domande presentate complessivamente supereranno lo stanziamento di settanta milioni di euro, previsto dal Dl 40/2010, il beneficio sarà erogato in modo proporzionale all’importo del risparmio d’imposta richiesto.
r.fo.

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/normativa-e-prassi/articolo/settore-tessile-pronto-il-modelloper-richiedere-il-bonus-fiscale