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Prosegue l’evoluzione degli Studi. In Gazzetta Ufficiale i nuovi 69

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La parte del leone la fanno i servizi. Rilevante l’approvazione della prima elaborazione su base regionale
Sono in Gazzetta Ufficiale i decreti del ministro dell’Economia e delle Finanze del 12 marzo 2010 che approvano 69 studi di settore, applicabili a decorrere dal periodo d’imposta 2009. Approvate anche tre nuove “territorialità specifiche” che consentono di differenziare la stima di ricavi e compensi in funzione delle realtà locali, e gli aggiornamenti relativi alle aree territoriali omogenee e ai minimi provinciali per gli studi dei professionisti, per tener conto di modiche comunali e provinciali.

I 69 studi di settore costituiscono l’evoluzione di altrettanti studi già in vigore; in particolare, per 5 studi si tratta della prima evoluzione, per 58 studi della seconda revisione, mentre per 6 studi l’evoluzione costituisce la terza revisione. La parte del leone la fanno gli studi dei servizi, precisamente 24 studi sono relativi ad attività economiche di tale comparto, 21 interessano il commercio, 12 studi attengono ad attività economiche del settore delle manifatture e 12 sono relativi ad attività professionali. Approvati, in via definitiva, anche 3 studi di quest’ultima macroarea economica, gli studi di settore UK02U – Studi di Ingegneria, UK06U – Revisori contabili, periti e consulenti e UK17U – Periti industriali, evoluti nel 2007 e, in precedenza, approvati in applicazione monitorata.

L’approvazione dei 69 studi di settore permette di rispettare i tempi di revisione triennale, richiesta per l’esigenza di mantenere la loro rappresentatività rispetto alla realtà economica cui si riferiscono, e consente anche di dare attuazione al programma di restyling degli studi per il periodo d’imposta 2009, contenuto nel provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 16 gennaio 2009.

Novità rilevante è l’approvazione della prima elaborazione degli studi di settore su base regionale introdotta, in attuazione del federalismo fiscale, dall’articolo 83 ai commi 19 e 20 del Dl 112/2008, convertito nella legge 133 dello stesso anno.

Il debutto di questa nuova versione dello strumento studi di settore è toccata allo studio relativo alle Costruzioni – UG69U, evoluzione dello studio TG69U.
Da un punto di vista metodologico, le imprese del settore sono state preventivamente isolate in gruppi omogenei, secondo la tradizionale analisi statistica utilizzata per l’elaborazione degli studi di settore, e, successivamente, ripartite a livello regionale, prediligendo le informazioni di natura strutturale. Attraverso questo tipo di indagine, sono stati individuati 408 gruppi omogenei, rappresentativi dei modelli organizzativi delle imprese del settore, in modo da far emergere le specifiche condizioni di svolgimento dell’attività a livello locale.
Per ogni gruppo omogeneo sono state quindi definite le specifiche funzioni di ricavo.
In fase di applicazione dello studio di settore UG69U, avuto riguardo all’approccio metodologico adottato, l’analisi discriminante, l’analisi di coerenza e quelle di normalità economica e di congruità si applicano su base regionale.

Il nuovo studio delle costruzioni rappresenta dunque una innovazione oltre che per la metodologia individuata su base regionale, anche in relazione al percorso seguito, nella fase di valutazione del prototipo, che ha visto attivamente coinvolti, oltre alle organizzazioni di categoria, anche gli Osservatori regionali.
Il coinvolgimento, nella suddetta fase di test del nuovo studio delle Costruzioni, degli Osservatori regionali, integrati da un rappresentante dell’Anci, per effetto del decreto ministeriale 19 maggio 2009, trova fondamento nel presupposto della capacità degli stessi di cogliere le specificità della realtà territoriale in cui operano le aziende del settore e nella conseguente possibilità di concorrere ad analizzare l’adeguatezza e il funzionamento dello strumento a livello locale.

Nei 69 studi di settore sono state introdotte, altresì, ulteriori e numerose novità di carattere metodologico. Di seguito si segnalano le più rilevanti:
definitivamente superati i vecchi indicatori di normalità economica, elaborati ai sensi del comma 14 dell’articolo 1, della legge 244/2007, e introdotti, per tutti gli studi in applicazione per il 2009, gli indicatori di normalità economica elaborati ai sensi del comma 13, della stessa legge. Gli indicatori da comma 13 costituiscono un valido supporto all’Amministrazione finanziaria nell’attività di selezione dei soggetti da sottoporre a controllo e, inoltre, hanno, analogamente a quelli individuati per gli studi di settore approvati a decorrere dai periodi d’imposta 2007 e 2008, l’obiettivo di dissuadere i contribuenti da una compilazione non corretta dei modelli
definizione di tre nuovi indicatori territoriali, risultato delle analisi delle territorialità specifiche che hanno consentito di differenziare le modalità di applicazione degli studi di settore e di renderli sempre più aderenti alla realtà economica di riferimento. In particolare, le predette analisi delle territorialità specifiche hanno consentito di individuare i seguenti indicatori:
“livello delle retribuzioni”
“livello del reddito disponibile per abitante”
“livello delle quotazioni immobiliari”.
Il primo indicatore, individuato a livello provinciale, consente di tener conto della diversa incidenza del costo delle retribuzioni sulla determinazione dei ricavi/compensi, in relazione alle specifiche realtà territoriali. L’indicatore relativo al “livello del reddito disponibile per abitante”, invece, consente di tener conto della capacità dei contribuenti di produrre ricavi/compensi, in funzione del diverso livello di benessere e grado di sviluppo economico che caratterizza il luogo in cui svolgono l’attività. A differenza del precedente, tale indicatore è stato individuato per ogni comune, per ciascuna provincia e ciascuna regione. L’ultimo indicatore, relativo al “livello delle quotazioni immobiliari”, individuato, in particolare, per gli studi di settore UG69U (Costruzioni) e UG40U (Valorizzazione Immobiliare), consente di differenziare il territorio nazionale sulla base dei valori di mercato degli immobili per comune, provincia, regione e aree territoriali.
L’individuazione dei tre specifici indicatori territoriali, e il loro utilizzo nelle funzioni di regressione dei 69 studi evoluti dal 2009, garantisce una sempre più precisa stima dei ricavi/compensi e quindi una maggiore attendibilità degli studi di settore quale strumento di accertamento
individuazione di una nuova modalità di valorizzazione del contributo dei soci amministratori. A seguito delle ulteriori informazioni richieste nei modelli per il periodo preso a base nella costruzione dei 69 studi di settore, è stato possibile affinare ulteriormente la stima, all’interno delle funzioni di ricavo, dell’apporto dei soci amministratori che prestano attività nella società in via prevalente e continuativa.

Aggiornate, inoltre, le aree territoriali omogenee, modificate a seguito dell’istituzione di 4 nuove province nella regione Sardegna (Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra, Olbia-Tempio), delle province di Fermo, Monza-Brianza, e Barletta-Andria-Trani, della modifica della provincia di Rimini e dell’istituzione del comune di Campolongo Tapogliano, con la conseguente soppressione dei preesistenti comuni, e i minimi provinciali per gli studi di settore TK29U (Studi di geologia), UK01U (Attività degli studi notarili), UK02U (Studi di ingegneria), UK06U (Revisori contabili, periti e consulenti) e UK17U (Periti industriali), integrati per effetto dell’istituzione delle citate nuove province.
Maria Rita D’Isanto
Francesca Nesci
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/normativa-e-prassi/articolo/prosegue-levoluzione-degli-studi-gazzetta-ufficiale-i-nuovi-69

Fondi pensione aperti avanti a piccoli passi

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Il bilancio 2009 si chiude in positivo per i fondi pensione aperti, anche se i numeri non sono eccezionali. A dirlo sono le consuete statistiche di Assogestioni, l’Associazione del risparmio gestito.

I numeri
Nel corso dell’ultimo trimestre 2009, grazie all’aumento delle adesioni dei lavoratori, il numero di iscritti è passato da 865 mila a circa 874 mila unità (valore al lordo delle duplicazioni). La raccolta netta, pari a 281 milioni di euro negli ultimi tre mesi dell’anno passato, sfiora nell’intero anno il miliardo (974 milioni) e contribuisce all’incremento dell’attivo netto, cresciuto fino a raggiungere i 6,2 miliardi. Per quanto riguarda i riscatti, il rapporto statistico evidenzia flussi in uscita per oltre 148 milioni, nei tre mesi di riferimento. In tutto il 2009 la quota raggiunge i 383 milioni.

Più dipendenti che autonomi
I lavoratori dipendenti hanno immesso nel sistema oltre 166 milioni di euro, il 39% dei contributi complessivi. I lavoratori autonomi hanno invece contribuito con 158 milioni, una quota pari a circa il 37% del valore delle adesioni. Nell’arco dell’anno i contributi da parte dei lavoratori dipendenti sono pari a oltre il 73% delle adesioni totali. Nel medesimo periodo i lavoratori autonomi hanno apportato il 38,5% delle masse riversate nel sistema.

L’asset allocation
La distribuzione di portafoglio generale mette in risalto una decisa preferenza per gli investimenti nei comparti bilanciati che continuano a detenere più di un quarto dell’attivo netto complessivo, pari a oltre 1,66 miliardi (al 31 dicembre 2009). Questi prodotti hanno registrato una raccolta di oltre 85 milioni di euro nell’ultimo trimestre e di 242 milioni nel corso dell’intero anno. I fondi pensione bilanciati sono stati scelti dal 26,7% degli iscritti alla previdenza complementare.

Al secondo posto troviamo i bilanciati obbligazionari che hanno raccolto nel trimestre 77,5 milioni, in tutto il 2009 il dato è pari a 238 milioni. L’attivo netto al 31 dicembre è pari a poco meno di 1,5 miliardi di euro, il 25,2% del totale. All’ultimo gradino del podio troviamo invece i prodotti di tipo azionario, i quali hanno raccolto in tre mesi flussi per 68 milioni di euro, 225 i milioni in un anno. Tali prodotti hanno un attivo di oltre 1,35 miliardi di euro e il 19,5% degli iscritti.

Età e provenienza degli iscritti
Nella fascia di età tra i 40 e 49 anni si concentra il maggior numero di aderenti, il 34%. La percentuale di adesione fra i 30-39 anni si posiziona a quota 28,5%. Diminuisce la percentuale degli aderenti nella fascia degli under 30, i più giovani sono, infatti, solo l’11% degli iscritti. Gli over 59 sono la categoria meno rappresentata con il 5,2% degli iscritti.

Per quanto concerne le aree geografiche con il 33,5% degli iscritti il Nord ovest si conferma essere la zona con la più alta percentuale di aderenti alla previdenza complementare. Nel Nord est del Paese la percentuale di iscritti è pari al 23,5% del totale. Gli aderenti nelle regioni del Centro sono il 22,6%, aumentano gli iscritti nel Sud sono il 13,7% e nelle Isole il 6,7% del totale.

Fonte: http://www.morningstar.it/it/news/article.aspx?articleid=88008&categoryid=70&refsource=newsletter〈=it-IT

Pensione, la palla passa al lavoratore

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A livello globale, il patrimonio dei prodotti previdenziali a contribuzione definita sta superando quello degli schemi a prestazione definita. Secondo una ricerca di State Street global advisors (SSga), nei principali mercati pensionistici (Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada, Svizzera, Giappone e Paesi Bassi), la crescita media per i primi è stata del 6,4% annuo nell’ultimo decennio contro l’1,6% dei secondi. Gli asset dei fondi a contribuzione definita rappresentano quindi il 42% del totale rispetto al 32% del 1999.

Il passaggio dagli schemi tradizionali a quelli in cui è predeterminato l’importo da versare, ma non l’ammontare della pensione che si avrà non avviene alla stessa velocità in tutti i Paesi. L’Italia rappresenta un caso emblematico. Di fatto, a coloro che si sono iscritti alla previdenza complementare dopo la riforma del 2007 si applica il sistema a contribuzione definita, ma i ritmi di crescita sono contenuti. Secondo le recenti statistiche di Assogestioni, il numero di sottoscrittori dei fondi pensione aperti è salito appena del 3% tra il quarto trimestre 2008 e lo stesso periodo del 2009. Inoltre, la raccolta non ha superato il miliardo di euro nell’intero anno.

Secondo il rapporto di SSga, la crisi ha dato un duro colpo ai fondi pensione a prestazione definita nel Regno Unito, dove il 52% potrebbe chiudere. Negli Stati Uniti, il crollo degli schemi a prestazione definita è cominciato a fine degli anni ’70. Anche i prodotti a contribuzione definita hanno subito i contraccolpi della crisi. Oltreoceano, gli aderenti ai piani 401(k), che sono forme previdenziali promosse a livello aziendale, hanno registrato cali medi pari a circa il 28%. Un’analisi di Watson Wyatt mostra che le formule tradizionali hanno mediamente ottenuto risultati migliori.

I più danneggiati sono stati i lavoratori vicini alla pensione, molti dei quali erano eccessivamente esposti alle azioni. Dunque, se la direzione futura è quella della “contribuzione definita”, è necessario rafforzare i modelli attuali che durante la crisi hanno mostrato tutti i loro limiti. Anche perché questi sistemi trasferiscono l’intero rischio sull’individuo. E’ indispensabile, quindi, che i lavoratori siano adeguatamente informati e formati per pensare al loro futuro. Ad esempio, devono sapere che se versano un contributo troppo basso, possono non riuscire a mantenere un adeguato livello di benessere in futuro. Inoltre, anche le aziende devono essere coinvolte attivamente e non solo per orientare i dipendenti.

Fonte: http://www.morningstar.it/it/news/article.aspx?articleid=88111&categoryid=70&refsource=newsletter〈=it-IT

Bolletta gas più cara, ma si può risparmiare

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A partire da domani, 1 aprile 2010, arriva l’ennesimo salasso a carico delle famiglie per quel che riguarda i consumi di gas; la bolletta rincara infatti a parità di consumi del 3,6%, ovverosia di 34 euro annui. A comunicarlo è stata l’Autorità per l’Energia elettrica ed il gas, la quale ha inoltre reso noto che, invece, le tariffe della luce per il secondo trimestre 2010 scendono del 3,1% con un risparmio medio a famiglia pari a 13 euro annui. Nel complesso, quindi, tra luce e gas nel prossimo trimestre le famiglie rischiano seriamente di pagare una bolletta energetica complessiva più salata, ma in teoria, ed anche in pratica, il modo per risparmiare c’è.
A ricordarlo è Altroconsumo in base al fatto che si può abbandonare il mercato cosiddetto “regolato” passando al mercato libero e potendo quindi scegliere l’offerta più conveniente in base alle proprie esigenze ed abitudini di consumo. Sul mercato libero opera la stessa Enel, che prende il nome di Enel Energia, ma anche Eni, Edison e tanti altri operatori, ragion per cui facendo i dovuti confronti si può trovare un profilo tariffario per luce e gas più conveniente rispetto al mercato “regolato”.

Al riguardo l’Associazione ha effettuato tre simulazioni per la luce considerando una famiglia composta da due anziani, una famiglia di quattro persone ed una composta da cinque persone con un elevato consumo energetico legato agli elettrodomestici. Ebbene, dai confronti è emerso per la luce un risparmio variabile dal 5% e fino al 15% rispetto al mercato “regolato”.

Inoltre, se la famiglia ha un basso reddito, e rispetta tutti gli altri requisiti, c’è ancora tempo fino al prossimo 30 aprile 2010 per presentare la domanda per ottenere il bonus gas retroattivo per il 2009. Il modulo di domanda è reperibile sia sul sito dell’Autorità per l’Energia, www.autorita.energia.it, sia, tra l’altro, sul sito Internet del Ministero dello Sviluppo Economico, ma anche su www.bonusenergia.anci.it.
Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/bolletta-gas-piu-cara-ma-si-puo-risparmiare/26737/

Bond, cedola al 5,25% per Prysmian

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Il risparmiatore che cerca obbligazioni dai rendimenti interessanti e dal rischio basso e magari italiane, non può non prendere in considerazione l’ultima emissioni appena collocata sul mercato da Prysmian, gruppo tra i leader mondiali nel settore dei cavi e sistemi per l’energia e le telecomunicazioni, e un tempo parte integrante del gruppo Pirelli. Le caratteristiche dell’obbligazione ha attirato l’interesse dell’intera comunità degli investitori tanto che a fronte di un offerta di 300 milioni, poi portata a 400 milioni, il bond ha ricevuto richieste per oltre 3 miliardi di euro, pari a oltre 7,5 volte l’ammontare offerto.
L’emissione obbligazionaria ha durata di 5 anni, quindi verrà rimborsata il 9 aprile del 2015, e pagherà una cedola annuale fissa pari al 5,25% al lordo dell’imposizione fiscale. Con un prezzo di emissione pari a 99,674 centesimi il rendimento che andrà ad offrire l’obbligazione si avvicina al 5%, un valore che è quasi il doppio rispetto a un titolo di Stato, un Btp, della stessa durata. L’unica pecca è che il taglio minimo per acquistare il titolo è di 50mila euro una cifra non abbordabile per tutti. Ma non è detto che alcune banche non possano vendere ai loro clienti tranche di importi più ridotti. Anche perché dopo i 50mila euro i successivi multipli aggiuntivi sono di mille euro.

ll bond lanciato da Prysmian tecnicamente è una emissione senior, non subordinata e non garantita e anche senza rating, caratteristiche che giustificano l’alto livello del rendimento. Ma non significa che l’emittente sia rischioso. Prysmian è uno tra i principali competitor nel suo settore e l’azienda è quotata in Piazza Affari, sul listino principale, il che significa che i suoi bilanci vengono regolarmente controllati da revisori contabili e da Consob. I proventi del prestito saranno utilizzati da Prysmian per finanziare le attività del gruppo, compreso il rifinanziamento del debito esistente.

http://www.vostrisoldi.it/articolo/bond-cedola-al-5-25-per-prysmian/26757/

Riforma fiscale 2010: ecco le novità

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Dopo una campagna elettorale dai toni accesi, il centrodestra ed il centrosinistra stanno tirando le somme di una consultazione che nel complesso ha creato più sconquassi nell’opposizione piuttosto che nella maggioranza di Governo. Salvo cadute di Governo anticipate, ci aspettano ben tre anni senza elezioni; questo significa che c’è tutto il tempo per fare le riforme, a partire da quella fiscale che Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha definito come la riforma delle riforme.
In effetti nel nostro Paese la crisi ha accentuato le iniquità a livello fiscale tra chi le tasse le paga, a partire dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, e chi invece cerca di fare il furbo con la consapevolezza di avere grosse chance per farla franca. Ebbene, il Ministro Tremonti, tra le linee guida della riforma fiscale che intende attuare, punta proprio ad “alleggerire” l’Irpef spostando il prelievo sull’imposta sul valore aggiunto, ovverosia spostare l’asse della tassazione dai redditi ai consumi. Questa visione coincide in linea di massima con le posizioni dei Sindacati, i quali oramai da diversi mesi chiedono un alleggerimento della pressione fiscale a carico di chi le tasse le paga alla fonte e, quindi, fino all’ultimo euro.

La riforma fiscale di Tremonti mira di conseguenza a sfoltire la sfilza di detrazioni Irpef, ma anche ad attuare il federalismo fiscale, separare il fisco dall’assistenza, ed “accelerare” dal fronte della lotta all’evasione fiscale. Ma nel disegno del Ministro c’è anche una novità rivoluzionaria che farebbe letteralmente cambiare il volto al Fisco.

In accordo con quanto riporta il Corriere.it, infatti, il Fisco si farebbe carico di inviare a casa al contribuente la dichiarazione dei redditi rigorosamente precompilata in modo tale da semplificare al massimo il rapporto tra l’amministrazione finanziaria ed il cittadino; il tutto senza la giungla delle detrazioni e senza il consueto assillo primaverile ed estivo con la compilazione a cura del contribuente dei modelli 730 e Unico.
Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/riforma-fiscale-c-e-spazio-e-tempo-per-una-rivoluzione/26759/

Equitalia: password unica in arrivo per accedere ai servizi internet

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La nuova modalità di accesso sarà utilizzata da enti locali, consorzi, ordini professionali ed enti convenzionati
Equitalia continua nel processo di semplificazione dei servizi online rivolti agli enti.
La società di riscossione sta procedendo all’attivazione di una password unica che comuni, province, regioni, consorzi, ordini professionali e altri enti convenzionati potranno utilizzare per accedere ai servizi loro riservati, con evidenti risparmi di tempo, mantenendo elevati i livelli di sicurezza.

Si tratta di una nuova modalità di accesso, che consente di avvalersi di tutti i servizi web che Equitalia mette a disposizione gratuitamente a supporto della riscossione a mezzo ruolo (Minuta, Provvedimenti, Rendicontazione online eccetera).

Attraverso l’area riservata del sito www.equitaliaservizi.it, con un solo accesso l’ente potrà consultare lo stato della riscossione, emettere provvedimenti di sgravio o sospensione dei ruoli e utilizzare tutti gli altri servizi web.

Come fare per ottenere la password unica
Gli enti che hanno già la password per accedere agli altri servizi web di Equitalia potranno da ora utilizzarla anche per il servizio “Rendicontazione online”, che permette di verificare lo stato della riscossione effettuata.

Gli enti che, invece, sono in possesso della sola chiave di accesso di “Rendicontazione online”, otterranno il rilascio automatico di una nuova password unica che consentirà loro di “entrare” anche in tutti gli altri servizi dell’area riservata.
Il nuovo sistema di accesso, già disponibile dalla fine di marzo per alcuni enti, verrà esteso alle altre categorie seguendo un calendario che Equitalia renderà noto sul proprio sito.

Infine, gli enti che non sono ancora registrati ai servizi di Equitalia potranno accedervi, dopo averne richiesto l’attivazione all’agente della riscossione territorialmente competente, seguendo la procedura di registrazione descritta sul sito di Equitalia.
r.fo.

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/equitalia-password-unica-arrivo-accedere-ai-servizi-internet

Bonus assunzioni, nuova chance agli esclusi per esaurimento fondi

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Il rinnovo dell’istanza va presentato in via telematica dall’1 al 20 aprile, utilizzando il modello R/IAL
Possono riprovarci i datori di lavoro che nel 2008 hanno effettuato nuove assunzioni nelle aree svantaggiate e non hanno potuto beneficiare del credito d’imposta che premia chi incrementa l’occupazione nelle zone economicamente depresse perché esauriti i fondi stanziati ad hoc.

Avranno tempo dall’1 al 30 aprile per rinnovare, via web, la richiesta utilizzando il modello R/IAL, disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate nella sezione modulistica.

La nuova chance è offerta a coloro che hanno inoltrato per via telematica all’Agenzia delle Entrate la richiesta per accedere al credito d’imposta utilizzando il modello IAL, ma che non hanno potuto usufruire (in tutto o in parte) dell’agevolazione a causa dell’esaurimento delle risorse stanziate.
L’opportunità si ripresenta anche per coloro che hanno già rinnovato l’istanza nel 2009 attraverso il modello R/IAL, ma che non sono riusciti ad avere per intero il credito richiesto.

In sostanza, i datori di lavoro che hanno assunto nelle zone depresse nuovo personale nel 2008 e non hanno avuto l’ok per il bonus assunzioni o hanno ricevuto un riconoscimento parziale dell’agevolazione perché terminati gli stanziamenti finanziari, potranno rinnovare l’istanza per l’anno 2010 inviando on line il modello R/IAL. Per la trasmissione, è disponibile gratuitamente, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, il prodotto di gestione “RINNOVOIAL”.
Anna Maria Badiali

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/bonus-assunzioni-nuova-chance-agli-esclusi-esaurimento-fondi

Studi di settore, via libera ai correttivi anticrisi 2009

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La Commissione degli esperti nella riunione di oggi approva all’unanimità le nuove tipologie di intervento
Semaforo verde ai nuovi tipi di correttivi nati per adeguare gli studi di settore alla situazione di crisi economica registrata lo scorso anno. Gli esperti hanno dato parere positivo agli interventi salvagente messi in atto per arginare l’impatto della particolare congiuntura economica, tutti studiati su misura, in base alle peculiarità dei diversi settori e delle realtà territoriali.

Monitoraggio a tutto campo sull’impatto della crisi
I nuovi correttivi sono il frutto di un’accurata analisi dell’impatto della crisi, basata sulla raccolta delle informazioni fornite dalle associazioni di categoria, a loro volta incrociate con i risultati delle analisi dei settori svolte da Banca d’Italia, Istat, Isae, Prometeia e altri istituti di ricerca di primaria importanza in campo economico aziendale. Particolare peso nell’attività di monitoraggio ha avuto anche l’analisi dei dati delle comunicazioni annuali Iva 2010 presentate dai contribuenti entro lo scorso mese di febbraio e già analizzati ed elaborati dai tecnici dell’Agenzia delle Entrate e di Sose. Le elaborazioni sono state effettuate su un panel di 2 milioni di contribuenti che hanno applicato gli studi di settore nel quadriennio 2006-2009.

Segnalazioni dei contribuenti in primo piano
La Commissione degli esperti nel corso della riunione di oggi ha anche posto l’accento sull’importanza di monitorare l’effettiva efficacia dei correttivi proposti, tenendo conto di particolari situazioni territoriali, o settoriali, in cui il contribuente può eventualmente non riconoscersi nel risultato ottenuto con l’applicazione dello studio. A questo proposito, è fondamentale che il contribuente segnali nell’apposito riquadro delle annotazioni del modello studi le motivazioni che possono giustificare un risultato inferiore a quello proposto dallo studio integrato con gli interventi correttivi.

Tre mosse salvagente
Sono tre i tipi di interventi realizzati per alleggerire l’impatto della crisi e adeguare i risultati degli studi alla particolare congiuntura economica che ha caratterizzato il 2009. La prima tipologia di intervento è relativa all’analisi di “normalità economica” per i soggetti che presentano una contrazione dei ricavi/compensi. In particolare, si va a incidere sulla durata delle scorte e la rotazione del magazzino, tenendo conto di merci e prodotti invenduti a seguito della contrazione delle vendite.
Il secondo tipo di intervento sono i “correttivi congiunturali di settore”, che riguardano tutti i soggetti non congrui. Si introduce un fattore di correzione applicato al singolo modello organizzativo, considerando la contrazione dei margini e il minor utilizzo degli impianti, per le imprese.
Per i professionisti che operano a prestazioni, l’intervento tiene conto del possibile aumento del peso degli acconti sul totale dei compensi.
La terza linea d’azione riguarda i “correttivi congiunturali individuali”, che interessano i soggetti non congrui che presentano una riduzione dei ricavi/compensi dichiarati. In questo caso, i coefficienti congiunturali strutturali e territoriali vanno a cogliere il grado di crisi registrato dal singolo soggetto.

I nuovi correttivi approvati oggi saranno tradotti da Sose in specifiche tecniche che verranno a breve trasferite a Sogei per predisporre la versione aggiornata del software Gerico 2010, da utilizzare per le prossime dichiarazioni dei redditi.
Giulia Marconi

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/studi-di-settore-libera-ai-nuovi-correttivi-anticrisi-2009

Incentivi per acquisto elettrodomestici: come funzionano

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Incentivi al consumo per 300 milioni di euro a cui si aggiungono 120 milioni di euro di sgravi fiscali per le imprese che si occupano di tessile e cantieristica. Questo prevede il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri della scorsa settimana, che stanzia, in tal modo, la somma complessiva di 420 milioni per sostenere il sistema produttivo. I punti cardine intorno ai quali si sono indirizzati gli interventi del Governo sono il miglioramento dell’eco-sostenibilità ambientale, l’innovazione e la sicurezza sul lavoro. In particolare, sono incentivati l’acquisto di motocili, cucine complonibili, elettrodomestici, macchine agricole, eco case, gru edili e motori fuoribordo.

Come funzionano

Le Poste avranno un ruolo importante nel procedimento che permetterà la distribuzione degli incentivi, anche perchè gestiranno il sistema di prenotazione per l’accesso alle risorse tramite l’attivazione di un Centro di contatto. Il Centro di contatto dovrà gestire le diverse procedure: dal predisporre un elenco dei beneficiari dei contributi al rimborsare i rivenditori che hanno anticipato lo sconto agli acquirenti, dalla gestione del sito per lo svolgimento delle procedure all’informare i cittadini.

La procedura

I cittadini interessati potranno chiedere di usufruire dell’incentivo direttamente al rivenditore; questa richiesta si tradurrà di fatto in uno sconto sul costo del prodotto, che andrà dal 10 al 20% di taglio del costo complessivo.
Lo sconto effettuato, a sua volta, sarà poi recuperato dal rivenditore attraverso l’erogazione degli incentivi messi a disposizione dal Governo. Il tramite per realizzare questo procedimento è affidato a Poste italiane, attraverso il Centro di Contatto. Il rivenditore, per poter applicare lo sconto, deve prima chiamare Poste Italiane e verificare la disponibilità di denaro che, una volta confermata, permetterà al cittadino l’acquisto agevolato.