Perché non bisogna acquistare prodotti finanziari, titoli di Stato inclusi

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Ma un risparmiatore, visto quello che sta succedendo a livello mondiale, dove dovrebbe investire i propri risparmi? E’ una domanda difficile, difficilissima ma proviamo lo stesso a fornire qualche suggerimento. Iniziamo da quello in cui il risparmiatore, a nostro avviso, non dovrebbe sicuramente investire. La nostra posizione è chiara da tempo: l’intera industria finanziaria non offre prodotti trasparenti, convenienti e chiari. Fondi comuni, etf, obbligazioni, titoli di stato, azioni e quant’altro: si tratta di prodotti finanziari su cui devono trarre profitto troppi soggetti a monte della catena, mentre l’acquirente è a valle. Pensiamo ai titoli di Stato. A chi presta i soldi il risparmiatore? Ad uno Stato i cui conti non rispettano nemmeno le basilari regole della partita doppia. Uno stato del quale non sono chiari gli attivi, che non si sa per quali motivi si fa prestare i soldi e come li utilizzerà. Che senso ha? Nessuno visto con il semplice metro del buon senso e della ragionevolezza. Ma gli Stati sono potenti, hanno un bisogno disperato di questi soldi e allora creano un immagine in cui i titoli di stato addirittura diventano beni rifugio. E questo non vale solo per i paesi più disastrati, tra cui si annovera anche l’Italia. Anche la virtuosa Germania è una bomba ad orologeria se solo nel bilancio venissero consolidati i risultati delle Casse di risparmio, alle quali lo Stato tedesco presta garanzia. In quel caso, considerata la gestione tutta politica e sovente allegra di questi istituti di credito, ci faremmo davvero quattro risate anche con i solidissimi Bund. Se i titoli di stato però non sono appetibili figuriamoci gli altri strumenti finanziari stracarichi di costi, opachi, sui quali devono campare banche, venditori, intermediari eccetera. Conseguentemente riteniamo che il risparmiatore debba stare alla larga da tutto quello che è investimento finanziario e/o cartaceo che dir si voglia. Ma qllora con i soldi risparmiati cosa ci si deve fare? La liquidità è un’opzione di breve, anche perché espone a rischi di furto o a costi di gestione (cassette di sicurezza, sistemi di allarme eccetera). Gli immobili sono del pari rischiosi anche se danno la confortante sensazione di aver acquistato qualcosa di tangibile e non solo costosa aria fritta. Ma in effetti una risposta non c’è, perché anche i cosiddetti beni rifugio, in primis l’oro sono al momento prezzati troppo alti e poi presentano le stesse problematiche di sicurezza del contante, se non peggiori. Si tratta quindi di una situazione difficile, in cui un punto a nostro avviso è chiaro: insistere negli investimenti finanziari fa sicuramente male, il resto non si sa.