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Incassi dalla lotta all’evasione + 9% nei primi 7 mesi del 2010

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Accertamento e semplificazione del linguaggio al centro dell’incontro dei vertici dell’Agenzia con la stampa
Traguardi più che soddisfacenti sul fronte della lotta all’evasione e dei servizi erogati ai cittadini. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, fa il punto della situazione sui primi sette mesi del 2010 presentando i dati relativi agli incassi da accertamento e le novità in tema di semplificazione, trasparenza e collaborazione con il cittadino.

Accertamento
Sono 4,9 i miliardi di euro riscossi (9% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) e 2,2 quelli versati direttamente dai contribuenti tramite gli istituti definitori (adesione, acquiescenza e conciliazione giudiziale). Dato, quest’ultimo, che evidenzia un aumento del 10% se confrontato con quello dello scorso anno.
I quasi 5 miliardi incassati derivano da ruoli per 1,8 mld (il dato si riferisce al 30 giugno, tenendo conto che, secondo quanto rilevato da Equitalia, sono già stati superati i 2 miliardi) e da versamenti diretti per 3,1 miliardi di euro, con un 15% in più rispetto al 2009.

L’attività complessiva di controllo è in linea con il 2009. Secondo quanto reso noto dal direttore centrale Accertamento, Luigi Magistro, nei primi sette mesi del 2010 sono stati eseguiti 151.543 controlli su Irap, Iva e imposte dirette, che hanno portato a maggiori tributi accertati per oltre 9,8 miliari di euro.
In ogni modo, forte è l’incremento degli accertamenti sintetici, con un +57% rispetto allo scorso anno, così come è significativo l’aumento degli incassi da controlli automatizzati (900 milioni di euro).

I “risultati positivi”, sottolinea Befera, “sono il frutto di più componenti”. Il direttore, infatti, pone l’accento, in primo luogo, sul “sempre maggiore impegno e la sempre maggiore professionalità delle nostre risorse sia nell’area controllo che nell’area dei servizi” e sulla nuova struttura organizzativa dell’Agenzia, che ne ha migliorato l’efficienza con esiti positivi nel contrasto all’evasione e nell’assistenza ai contribuenti. A completare, poi, il quadro degli strumenti a disposizione del Fisco, gli interventi introdotti con l’ultima manovra finanziaria – come il potenziamento del redditometro e dell’accertamento sintetico, l’ulteriore stretta sulle compensazioni indebite e l’accelerazione dell’attività di riscossione – insieme alla task force istituita per combattere le frodi internazionali in collaborazione con la Guardia di Finanza.

Servizi al contribuente
Di pari rilievo le misure adottate a favore della trasparenza e del dialogo con il cittadino, attraverso le quali si sta raggiungendo un ampio consenso sociale sull’importanza della lotta all’evasione: chi non è in regola con gli obblighi tributari danneggia l’intera collettività.
Su questa linea, come spiegato dal direttore centrale Servizi ai contribuenti, Aldo Polito, si inserisce l’attività di semplificazione attraverso nuovi strumenti, tecnologie e un linguaggio che parla “chiaro”.
A buon punto, il lavoro del tavolo tecnico creato ad hoc per la riscrittura della modulistica e delle comunicazioni più frequentemente inviate ai contribuenti, fra cui quelle di regolarità e irregolarità, le avvertenze degli avvisi di accertamento, la richiesta di documenti per il controllo formale, gli esiti del controllo formale e le avvertenze delle cartelle di pagamento.

Sul piano della semplificazione, continua il percorso dell’Agenzia delle Entrate e il prossimo appuntamento tangibile è atteso per l’autunno, con il debutto del nuovo sito Internet di più facile navigazione.

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/incassi-dalla-lotta-allevasione-9-nei-primi-7-mesi-del-2010

FAS: Regioni bocciano proposta Delibera Cipe su ricognizione

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La proposta di Delibera Cipe concernente la ricognizione dello stato di attuazione dei programmi relativi al Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) e delle risorse comunitarie è stata bocciata dalla Conferenza delle Regioni con un parere negativo espresso nel corso della Stato-Regioni del 29 luglio.
Le motivazioni che hanno portato le Regioni ad esprimere un parere negativo sono contenute in un Documento che è stato consegnato al governo contenente osservazioni ed emendamenti che qualora fossero accolti trasformerebbero il parere in “positivo”.
Il testo è stato pubblicato sul sito www.regioni.it nella sezione “Conferenze”. Il link è:
http://www.regioni.it/mhonarc/details_confpres.aspx?id=186581
Si riporta di seguito il testo integrale.
CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME – 10/082/SR10/C1
Parere sulla proposta di delibera Cipe concernente la ricognizione dello stato di attuazione dei programmi relativi al fondo per le aree sottoutilizzate e delle risorse comunitarie
Punti 10) o.d.g. Conferenza Stato-Regioni
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome esprime parere negativo sulla proposta di Delibera CIPE, formulando le seguenti osservazioni e i seguenti emendamenti, il cui integrale accoglimento nel testo della Delibera trasformerà il parere in positivo.
1) La Conferenza chiede al Governo di non violare gli impegni assunti con l’Accordo sugli ammortizzatori sociali del 12 febbraio 2009, in relazione allo sblocco dei Programmi Attuativi Regionali (PAR). A tal fine chiede di espungere il penultimo paragrafo di pagina 3 del testo della Delibera che inizia con “RITENUTA la necessità…”. In subordine si può concordare sulla opportunità che la programmazione 2007-2013 sia coerente con le politiche di sviluppo delle precedenti programmazioni;
2) Il Governo deve confermare che la titolarità delle risorse di cui alla presente ricognizione sia mantenuta ai soggetti originari. Altrimenti l’unica ipotesi subordinata praticabile è la costituzione di un fondo unico alimentato dalle risorse regionali e nazionali provenienti dalla presente ricognizione da utilizzare mantenendo il vincolo della destinazione territoriale e previa Intesa in Conferenza Stato-Regioni. A tal fine la Conferenza chiede che a pagina 3 del testo della Delibera al termine del terz’ultimo paragrafo “RIAFFERMATA l’esigenza …” dopo le parole “… ancora disponibili” siano inserite le parole “nel rispetto della titolarità e della territorialità delle risorse”.
3) Inserire nelle premesse della Delibera il seguente paragrafo: “PRESO ATTO che solo la ricognizione dei dati relativi ai fondi assegnati alle Regioni comprende l‘ammontare della spesa mentre in relazione alla spesa delle amministrazioni centrali l’unico indicatore di efficienza è l’impegno”. Inoltre, al termine del punto 4) della Delibera aggiungere la seguente frase: “con le medesime modalità le amministrazioni centrali forniscono i dati ai fini della comparazione con le informazioni rese dalle Regioni”.
4) In fondo a pagina 2 del testo della Delibera, al termine del secondo CONSIDERATO, inserire la frase “e non ancora concluso nella definizione puntuale dei dati delle amministrazioni centrali e regionali”.
5) A inizio pagina 3 del testo della Delibera, al primo punto del terzo CONSIDERATO, inserire dopo la parola “risorse” le parole “regionali e statali”;
6) Al punto 3) della Delibera dopo le frase “Con Delibera di questo Comitato” inserire la frase “d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni”, sia in considerazione delle norme speciali previste dalla Legge 133 del 2008, articoli 6-quater e 6-sexies, che disciplinano il processo di riprogrammazione delle risorse FAS liberate sia in considerazione dei principi stabiliti nel QSN per la programmazione che sarà attuata nel periodo 2007-2013.
7) Al punto 3) della Delibera togliere la frase “compresi gli ulteriori rimborsi generati da progetti con diversa (…) 2007-2013”.

Fonte: http://www.regioni.it/newsletter/newsletter.asp?newsletter_data=2010-08-06&newsletter_numero=1635#art2

Errani: elementi importanti in relazione Corte conti

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“La Conferenza delle Regioni valuterà attentamente la Relazione sulla Gestione Finanziaria delle Regioni relativa agli esercizi 2008-2009 della Corte dei Conti, anche perché ad una prima lettura accanto indubbiamente ad alcune criticità, mi pare esistano elementi e numeri che rafforzano le argomentazioni che le Regioni hanno utilizzato nel confronto con il governo in occasione del varo della Manovra Finanziaria”, lo ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani.
“Le Regioni sono impegnate in un percorso di autoriforma e sostengono la necessità di riqualificare la spesa pubblica anche in quei settori, come la sanità, dove è più difficile raggiungere l’obbiettivo di coniugare efficienza e razionalizzazione con l’effettiva erogazione e qualità dei servizi.
Per il momento- prosegue Errani – voglio richiamare l’attenzione su tre passaggi fondamentali della Relazione che possono costituire la base per continuare il confronto con l’esecutivo:
1- Il contributo all’indebitamento registra risultati assai differenti fra i diversi livelli di Governo come da noi sostenuto in questi mesi : ‘il disavanzo dello Stato è quasi raddoppiato salendo da 41,8 a 73,1 miliardi’ , di contro ‘il risultato delle Amministrazione Regionali vede una riduzione dell’indebitamento netto dallo 0,3% del 2008 allo 0,15% del 2009’.
2- Il taglio ai trasferimenti alle Regioni previsto dalla Manovra assume contorni ancor più gravi visto che si inserisce, come sottolinea la stessa Magistratura contabile, nell’ambito di un progressivo decremento delle risorse assegnate per l’esercizio delle competenze attribuite alle Regioni dalla Legge Bassanini: ‘nel loro ammontare complessivo – scrive ancora la Corte – mostrano, se confrontate con l’esercizio 2007 una contrazione passando da circa 4,5 miliardi di euro a 3,7 miliardi di euro’. La stessa Corte dei Conti sottolinea che tali trasferimenti, come hanno sempre sostenuto le Regioni, finanziano settori fondamentali per la vita dei cittadini: ‘il 75% delle erogazioni complessive per trasferimenti va, anche per l’esercizio 2009, solo a quattro comparti: trasporto pubblico locale, edilizia pubblica residenziale, incentivi alle imprese e viabilità’.
3- Infine sembra smitizzato il luogo comune relativo al personale delle Regioni: la Corte dei Conti certifica infatti che si è passati da un totale di 65.651 unità nel 2006 a 63.715 nel 2007 ed a 62.996 nel 2008.
E’ auspicabile, quindi, che anche l’analisi della Magistratura Contabile – ha concluso Errani –possa fornire una base per i successivi confronti che le Regioni intendono continuare ad avere con il Governo per cambiare una Manovra che come abbiamo più volte ribadito è iniqua e insostenibile”.
Passaggi importanti e numeri quindi nella Relazione della Corte dei conti sulla gestione finanziaria delle Regioni (esercizi 2008-2009).
Fra l’altro la Corte rileva il differente impegno e diversi risultati sul fronte dell’indebitamento fra i diversi livelli di governo.“I dati di consuntivo relativi al 2009 diffusi dall’Istat a inizio marzo 2010 – sottolinea la magistratura contabile – hanno offerto una sostanziale conferma dei valori di saldo indicati nel Dpef 2010-2013, al termine della definizione dei principali provvedimenti anti-crisi. L’indebitamento netto è risultato pari al 5,3% del Pil. Differenziati sono stati, tuttavia, i risultati per i singoli livelli di governo. Il disavanzo dello Stato e quasi raddoppiato, salendo da 41,8 a 73,1 miliardi e dal 2,7 al 4,8% del Pil. Nella stessa direzione si e mosso il saldo degli Enti previdenziali, peggiorato di oltre 6 miliardi e divenuto passivo per un decimo di punto in percentuale di Pil (a fronte di un attivo dello 0,3% nel 2008). In entrambi i casi, il risultato di consuntivo e peggiore rispetto ai valori programmatici. Migliore del previsto e risultata, invece, l’evoluzione del saldo delle Amministrazioni Locali, il cui indebitamento aumenta di un decimo di punto rispetto al 2008, meno di quanto atteso. All’interno di queste – prosegue la Corte dei conti – il risultato delle Amministrazioni regionali vede una riduzione dell’indebitamento netto dallo 0,3% del 2008 allo 0,15% del 2009. Un miglioramento da ricondurre ad una crescita delle spese complessive dello 0,8% (contro il 7% dell’esercizio 2008) a fronte di entrate regionali in aumento del 2,3% (+2,9% nel 2008), ma come risultato di un forte aumento dei trasferimenti (+21,4%) e una riduzione delle entrate fiscali: le imposte indirette si riducono del 13,5% e le dirette dell’11%. La lettura dei risultati del 2009 sembra dunque indicare, nella fase recessiva, una tenuta dei saldi nelle Amministrazioni locali maggiore che nelle Amministrazioni centrali”.
La magistratura contabile registra poi la contrazione di trasferimenti alle Regioni nell’ambito del federalismo amministrativo (Leggi Bassanini), tutto ciò nonostante la continuità e i servizi assicurati dalle Regioni nell’ambito delle competenze trasferite. Scrive la Corte: “Il finanziamento delle funzioni attribuite alle Regioni nell’ambito del c.d. federalismo amministrativo, che prevedeva, dal 2006, il superamento dei trasferimenti con l’attribuzione di entrate proprie, per i rinvii legislativamente disposti e assicurato, fino all’assetto definitivo del federalismo fiscale, dall’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario delle quote di partecipazione ai tributi e degli altri importi a vario titolo ad esse spettanti, su base concordata, anche modificando parametri e formule previsti nell’allegato al d.lgs. 56/2000. I trasferimenti, in base al bilancio dello Stato, sono costantemente diminuiti dal 2006. Oltre il 75 per cento delle erogazioni complessive per trasferimenti va, anche per l’esercizio 2009, a solo quattro comparti: trasporto pubblico locale, edilizia pubblica residenziale, incentivi alle imprese e viabilità. Nel loro ammontare complessivo mostrano, se confrontati con l’esercizio 2007, una contrazione, passando da circa 4,5 miliardi di euro a 3,7 miliardi di euro”.
Non solo. Le Regioni sono impegnate anche nel contenimento del personale: “il personale regionale mostra una consistenza, complessivamente riferita sia alle Regioni a Statuto ordinarioche alle Regioni a Statuto Speciale, in costante decremento (2,95% nel 2007 e 1,13% nel 2008): il totale delle unita epari a 65.651 nel 2006, a 63.715 nel 2007 ed a 62.996 nel 2008. Il rapporto medio delpersonale regionale su 1000 abitanti in età lavorativa e nel 2008 pari a 1,23 nelle Regioni a Statuto ordinario ed a 6,45nelle Regioni a Statuto Speciali. Sufficientemente in linea con la contrattazione collettiva, la spesa effettiva perretribuzioni, riferita sia alle RSO che alle RSS, mostra un complessivo decremento nel 2007 parial 4,52%, quasi integralmente compensato da un incremento del 4,19% nel 2008”.
Accurata anche l’analisi della spesa per la sanità. “La spesa corrente per il Servizio sanitario nazionale 2006-2009” grazie al “metodo della concertazione, inaugurato dall’accordo Governo-Regioni del settembre 2006 per il triennio successivo, ha consentito di contenere la dinamica della spesa corrente per il SSN, registrando un valore medio pari al 2,9 per cento. La spesa nel triennio considerato registra in totale un incremento di 9 miliardi; la crescita e stata maggiore nel 2008 (+6,6% sul 2007) e piu contenuta nel 2009 (+0,4% sul 2008)”.
Quanto al finanziamento del Servizio sanitario nazionale per il triennio 2010/12 la Corte dei conti sottolinea che “il Patto per la salute, siglato tra Stato e autonomie territoriali il 3 dicembre scorso, definisce il quadro delle risorse finanziarie da destinare al SSN nel triennio 2010-2012 e le decisioni gestionali che le Regioni sono tenute ad attuare per assicurare l’equilibrio economico dei rispettivi sistemi sanitari e per garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) secondo standard di qualita, appropriatezza ed efficacia.
Al finanziamento di parte corrente del SSN, cui concorre lo Stato per il biennio 2010/11 in base alla legislazione previgente, pari rispettivamente a 104.564 e 106.884 milioni di euro (al netto della quota annuale di 50 milioni di euro da destinare all’ospedale pediatrico Bambin Gesu di Roma), il Patto aggiunge risorse per 1.600 e 1.719 milioni di euro. Per il 2012, l’incremento e stabilito nella misura del 2,8 per cento rispetto al livello di finanziamento fissato per il 2011. In caso di disavanzo strutturale (deficit pari o superiore al 5 per cento rispetto al finanziamento ordinario e alle maggiori entrate proprie sanitarie), la Regione ha l’obbligo di presentare un Piano di rientro. Per garantire l’equilibrio economico dei sistemi sanitari regionali, il Patto prevede misure di contenimento della spesa per il personale e per l’assistenza ospedaliera da realizzarsi sia incrementando l’appropriatezza dei ricoveri ospedalieri (e quindi destinando parte dei servizi ora erogati in regime di ricovero ospedaliero all’assistenza territoriale), sia ridimensionando la rete ospedaliera, fino a raggiungere lo standard ottimale di quattro posti letto ogni mille abitanti. In vista dell’attuazione del federalismo fiscale, che finanziera i servizi erogati dalle Regioni non più in base alla spesa storica ma secondo valori standard di costo e fabbisogno, il Patto ha elaborato un primo insieme di indicatori che, attraverso il monitoraggio e il confronto sistematico con le migliori pratiche di settore, guidino le Regioni nel processo di autovalutazione del livello di efficienza della spesa sanitaria e della qualita ed efficacia dei servizi prodotti per il soddisfacimento dei livelli essenziali di assistenza”.
Con la Legge finanziaria per il 2010 e la manovra correttiva degli andamenti di finanza pubblica (DL.78/10) “l’incremento del finanziamento del SSN per il 2010 previsto dal Patto (1.600 milioni di euro) e coperto dalla finanziaria 2010 (584 milioni di euro a carico del bilancio dello Stato, mentre 466 milioni costituiscono economie sulla spesa di personale) e, per i restanti 550 milioni di euro, dal DL 78/10 in corso di conversione in Parlamento (250 milioni di euro mediante incremento di finanziamento e 300 milioni di euro quali economie di spesa attese dalle nuove disposizioni sulla spesa farmaceutica). Il DL 78/10 lascia invariato il quadro delle risorse complessivamente destinate al SSN per l’anno in corso, ma prevede per gli anni 2011/12 riduzioni del finanziamento ordinario cui concorre lo Stato proporzionali alle economie di spesa attese dalle disposizioni sul blocco dei rinnovi contrattuali per il personale del SSN (per gli anni 2010/12) e dalle misure di razionalizzazione della spesa farmaceutica, pari, rispettivamente, a complessivi 1.018 e 1.732 milioni di euro”.
– [Corte dei Conti] Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni – esercizi 2008-2009
– [Corte dei Conti] Relazione sulla gestione finanziaria degli enti locali – esercizi 2008-2009

Fonte: http://www.regioni.it/newsletter/newsletter.asp?newsletter_data=2010-08-06&newsletter_numero=1635#art2

Garante del Contribuente, on line i contatti in formato pieghevole

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L’Agenzia delle Entrate fornisce una miniguida al cittadino che chiede la mediazione di questo importante organismo
Serve l’intervento del Garante del contribuente? In un depliant delle Entrate disponibili tutte le informazioni necessarie per contattarlo: l’indirizzo, il numero di telefono, la casella di posta elettronica e, inoltre, i chiarimenti sul ruolo svolto da questa importante figura nata per tutelare il contribuente.

Da oggi, il pratico pieghevole è scaricabile dal sito internet dell’Agenzia, nella sezione riservata alle guide o, per chi preferisce il formato cartaceo, disponibile presso i principali uffici finanziari e nelle sedi del Garante.
In chiaro, sul depliant, indirizzi e contatti regione per regione. I Garanti, comunque, hanno la propria sede presso ogni direzione regionale delle Entrate e nelle strutture analoghe delle province autonome di Trento e Bolzano.

Si tratta un’operazione all’insegna del dialogo e della trasparenza quella svolta dall’Amministrazione finanziaria. La miniguida chiarisce, infatti, in modo sintetico ed esauriente, come e quando questo importante strumento di mediazione, “portavoce” delle ragioni del cittadino, nato con lo Statuto del contribuente (legge n. 212/2000), possa essere chiamato in causa.
È un organo collegiale, composto da tre membri appartenenti a tre diverse categorie attive nel settore fiscale, che entra in gioco su segnalazione. Il suo raggio d’azione è molto ampio, può richiedere infatti documenti o chiarimenti a difesa del contribuenti, richiamare i dirigenti al rispetto delle norme, ma vigila anche sull’agibilità e funzionalità degli uffici e sull’adeguatezza dei servizi prestati.

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/garante-del-contribuente-line-i-contatti-formato-pieghevole

Imprese di assicurazione estere. In esposizione il nuovo modello

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La corretta compilazione del “format” di denuncia dell’imposta dovuta su premi e accessori incassati
Arrivano, con la risoluzione n. 80/E del 6 agosto i primi chiarimenti in merito alla modalità di denuncia, mensile e annuale, e di versamento (legge 29 ottobre 1961, n. 1216, contenente le norme tributarie in materia di assicurazioni private e di contratti vitalizi) dell’imposta dovuta, sui premi e accessori incassati in ciascun mese solare, sia dalle imprese assicuratrici nazionali sia da quelle estere che operano in libera prestazione di servizi. Queste ultime, in particolare, ai sensi dell’articolo 4-bis, comma 6-bis, della citata legge 1216/1961, non hanno più l’obbligo di nominare un rappresentante fiscale, al fine di provvedere alla denuncia e ai versamenti.

La denuncia e il modello F23
Con il provvedimento interdirettoriale del 18 maggio 2010 è stato approvato il nuovo modello di denuncia dell’imposta sulle assicurazioni, dovuta sui premi e accessori incassati, da presentare in via telematica, direttamente o tramite intermediari abilitati.

Al riguardo, per l’impresa assicurativa estera che opera in regime di libera prestazione di servizi avvalendosi di un rappresentante fiscale, la risoluzione si sofferma sulla modalità di compilazione del frontespizio del modello di denuncia, precisando, in particolare, che nell’ipotesi in cui la compagnia estera non sia in possesso di un codice fiscale è consentito, in via transitoria, indicare, al posto del codice fiscale, il numero di iscrizione all’albo imprese attribuitogli dall’Isvap. Ciò consente di identificare in maniera univoca le diverse società che si avvalgono del medesimo rappresentante fiscale.

Lo stesso numero di iscrizione va riportato nel modello di pagamento F23, nel campo denominato “estremi dell’atto o del documento”, all’interno della sezione “Dati del versamento”, allineandolo a destra.
Il sistema, poi, collegherà automaticamente la denuncia presentata dal rappresentante fiscale alla società estera rappresentata, nonché al modello F23, la cui copia non dovrà più essere consegnata o spedita all’Ufficio finanziario.

La risoluzione ricorda poi che – in conformità con quanto già affermato nella risoluzione n. 83/E del 12 marzo 2002 – la società assicuratrice estera non è tenuta alla presentazione della denuncia in questione qualora, nel periodo di riferimento, non abbia incassato alcun premio, oppure quando abbia incassato solo premi non soggetti a imposta, fornendo, al contempo, istruzioni dettagliate circa la modalità di compilazione dei campi della denuncia dedicati agli acconti versati.

Il ravvedimento
Da ultimo, il documento di prassi affronta le ipotesi di versamenti effettuati oltre i termini stabiliti dalla legge, ovvero in misura inferiore al dovuto. In questo caso, il contribuente potrà avvalersi dell’istituto del ravvedimento operoso (articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472), tenendo conto, tuttavia, che le disposizioni sanzionatorie, cui occorre fare riferimento per determinare gli importi dovuti in sede di ravvedimento, sono contenute nell’articolo 24 della legge n. 1216 del 1961.

Lo stesso vale nel caso di denuncia omessa/tardiva o infedele. In tale evenienza, ai fini del ravvedimento andrà presentata la denuncia, ovvero una nuova denuncia corretta, corrisposta l’imposta – o la maggiore imposta eventualmente dovuta con i relativi interessi – nonché versate le sanzioni in misura ridotta.
Marco Denaro
Roberta Siano

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/normativa-e-prassi/articolo/imprese-di-assicurazione-estere-esposizione-il-nuovo-modello

Studi di settore, il ritratto inviato dagli Osservatori regionali

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Sul sito dell’Agenzia delle Entrate le relazioni delle realtà socio-economiche locali rilevate nel 2009
Gli Osservatori regionali per l’adeguamento degli studi di settore alle realtà economiche locali, come previsto dalla circolare n. 58/2007, hanno predisposto le relazioni sulle attività e sulle principali problematiche che sono state oggetto di analisi nel corso del 2009. Tali relazioni sono adesso disponibili accedendo al sito internet dell’Agenzia delle Entrate, nella sezione studi di settore.
L’attenzione di diversi Osservatori si è concentrata su alcuni studi di settore e sui risultati degli stessi in sede di applicazione, con prevalente riferimento alle caratteristiche del territorio.

In sintesi, gli studi oggetto di analisi sono stati quelli relativi agli albergatori (studio UG44U – Osservatorio della Campania, dell’Emilia Romagna e del Lazio), al commercio al dettaglio di abbigliamento e calzature (studio UM05U – Osservatorio del Piemonte), al settore del mobile (studio TD09A – Osservatorio della Puglia con particolare attenzione all’imbottito, di Bolzano e delle Marche) e alla ceramica (studio UD18U – Osservatorio dell’Emilia Romagna – con particolare attenzione ai distretti di Sassuolo, Imola e Faenza), alle costruzioni (studio TG69U – Osservatorio della Basilicata e della Sardegna), alla meccanica leggera e pesante (studi UD20U e UD32U – Osservatorio della Lombardia, con riferimento rispettivamente ai forbiciai di Premana e al settore armiero del bresciano) e all’intero comparto del commercio (Osservatorio delle Marche – con particolare interesse alla città di Ancona a seguito dei lavori di ripavimentazione e della Sardegna – con particolare riferimento alla città di Sassari).

In particolare, si segnala, in proposito, che l’Osservatorio regionale della Campania ha esaminato l’impatto sulle attività economiche operanti nel settore turismo, interessate dallo studio di settore UG44U, della crisi che ha comportato una riorganizzazione delle attività stesse con contrazioni anche in termini di personale dipendente.
Lo stesso Osservatorio, inoltre, ha analizzato le attività di produzione e commercializzazione dei prodotti lattiero-caseari, di cui la Campania conta un numero rilevante di imprese. È stato creato anche un gruppo di lavoro con il compito di focalizzare l’attenzione sulle imprese del tessile, dell’abbigliamento e della pelletteria, di lunga tradizione campana, per una segnalata contrazione delle vendite, nel corso del 2008 e 2009, causata dall’emergenza rifiuti, dalla concorrenza di grosse strutture commerciali, dal fenomeno della contraffazione e da difficoltà finanziarie e gestionali. L’attenzione su questa tipologia di imprese dovrebbe proseguire nel corso del 2010, limitatamente alle province di Napoli e Caserta, per poi essere estesa eventualmente alle altre province campane.

L’Osservatorio regionale del Lazio ha approfondito, nel corso dell’anno, problematiche specifiche di singoli studi. A titolo esemplificativo, si segnala che l’attenzione è stata posta sullo studio di settore SG57U – Laboratori di analisi cliniche. Lo spunto è derivato dalle riduzioni tariffarie per le attività in convenzione col Ssn e dal budget assegnato a tali attività a seguito di una delibera regionale che ha riguardato gli anni 2007 e 2008.

È da evidenziare, inoltre, come alcune direzioni regionali, su indicazioni degli Osservatori, si siano attivate per sensibilizzare, su particolari problematiche, i dipendenti uffici in relazione all’attività di accertamento, come previsto nello stesso provvedimento istitutivo degli Osservatori.

È il caso, ad esempio, della Dr Liguria che ha fornito indicazioni agli uffici sulle circostanze da valutare, in sede di accertamento, in relazione a possibili situazioni di marginalità economica e di potenziale svantaggio, legate alla peculiare morfologia delle aree montane.
La Dr Calabria ha dato, invece, istruzioni ai propri uffici con riferimento ai disagi economici causati dall’alluvione del 2 luglio 2006 nella provincia di Vibo Valentia, in modo che le conseguenze dell’evento alluvionale vengano prese nella giusta considerazione e siano correttamente valutate ai fini dell’applicazione degli studi di settore.

Inoltre, la direzione regionale della Puglia ha fornito indicazioni ai propri uffici in merito alle problematiche relative al comparto del mobile imbottito che, da tempo, risente degli effetti negativi dovuti alla debolezza del dollaro e della sterlina nel cambio con l’euro e all’ingresso di nuovi competitor nel mercato, con il conseguente “abbattimento” del prezzo di vendita dei prodotti.

Nel corso dell’anno le direzioni regionali, tramite gli Osservatori, sono state investite, inoltre, dell’attività di monitoraggio della crisi economica e dei relativi effetti sulle attività produttive locali, oltre che a essere coinvolte nella valutazione della effettiva aderenza alla realtà territoriale dello studio UG69U – Costruzioni, elaborato su base regionale.

L’Osservatorio regionale Sardegna, in proposito, con riferimento agli effetti della crisi economica, ha evidenziato come l’adozione di alcune misure straordinarie, quali la riduzione di un punto percentuale dell’Ici e della Tosap, gli incentivi all’insediamento di nuove attività, l’accesso a mutui agevolati o ad altre forme di finanziamento, abbiano consentito di dare un concreto sostegno alle attività commerciali esercitate nel comune di Sassari, e in particolare a quelle esercitate nel centro storico, in quanto interessate da imponenti lavori di ristrutturazione straordinaria della città al punto da registrare uno scostamento percentuale positivo sia della domanda sia dell’offerta.

Maria Rita D’Isanto
Francesca Nesci

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/studi-di-settore-il-ritratto-inviato-dagli-osservatori-regionali

Inail: artigiani ‘virtuosi’ pagheranno premi ridotti

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Il presidente dell’Inail Marco Fabio Sartori ha annunciato che sulla base di quanto previsto dalla Finanziaria 2007 (articolo 1, commi 780 e 781), i premi da pagare all’Inail saranno ridotti per gli artigiani ‘virtuosi’ ossia per coloro che hanno promosso interventi in materia di salute e sicurezza nelle proprie aziende e che non abbiano denunciato, negli ultimi due anni, alcun incidente. Questa diminuzione dei premi, spiega Sarori, “non è solo un’ottemperanza alla normativa ma un intervento radicale in materia di sicurezza”. Come si legge in una nota dell’Inail l’artigianato è un settore che, secondo quanto emerge dalle statistiche dell’Istituto, si distingue per il miglioramento crescente dei suoi livelli di prevenzione. Secondo Sartori è quindi giusto ridurre i premi a quelle imprese che “hanno tutte le carte in regola”. Stiamo lasciandoci alle spalle – spiega Sartori – “una visione prettamente punitiva che vedeva nell’INAIL una sorta di controllore sempre pronto a notificare sanzioni e che ci cuciva addosso un vestito negativo e limitativo. Al contrario vogliamo essere un punto di riferimento per il sistema lavoro nel suo complesso”.

Roberto Cataldi

Fonte: http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_8835.asp

Lavoro in prova nella P.A.? L’amministrazione non è tenuta a giustificare il recesso

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La Corte di Cassazione ha stabilito che la Pubblica Amministrazione, rispetto alle aziende private, è meno vincolata a giustificarsi per il recesso dalla prova del lavoratore appena assunto. Il principio è stato pronunciato dalla Sezione lavoro di Palazzo Cavour con la sentenza n. 17970 depositata il 2 luglio scorso. In particolare i giudici di legittimità, su ricorso proposto dall’Agenzia delle Entrate (che aveva eccepito che nel rapporto di lavoro in prova il recesso non richiede necessariamente l’indicazione del motivo o della giusta causa, trattandosi di un atto di natura discrezionale), hanno precisato che “la giurisprudenza di legittimità ha avuto occasione di affermare – in tema di rapporti di lavoro privatizzati alle dipendenze della P.A. – che il recesso del datore di lavoro nel corso del periodo di prova ha natura discrezionale e dispensa dall’onere di provarne la giustificazione, il che lo differenzia dal recesso assoggettato al regime della legge n. 604 del 1996, fermo restando che l’esercizio del potere di recesso dev’essere coerente con la causa del patto di prova, che consiste nel consentire alle parti del rapporto di lavoro di verificarne la reciproca convenienza. Ne consegue che non sarebbero configurabili un esito negativo della prova ed un valido recesso qualora le modalità dell’esperimento non risultassero adeguate ad accertare la capacità lavorativa del prestatore in prova ovvero risultasse il perseguimento di finalità discriminatorie o altrimenti illecite, incombendo comunque, sul lavoratore, l’onere di provare la contraddizione fra recesso e funzione dell’esperimento medesimo. (Cass. n. 21586 del 2008)”.

Luisa Foti

Fonte: http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_8822.asp

Intrastat si o intrastat no? Il cliente estero risolve il dubbio

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La dichiarazione del committente Ue, attestante che l’Iva non è dovuta nel suo Paese, libera dall’obbligo
L’esclusione dall’intrastat è una questione di… fiducia. Potrebbe sintetizzarsi così una delle risposte arrivate con la circolare n. 43/E del 6 agosto. L’Agenzia delle Entrate ha, infatti, chiarito che il prestatore di servizi stabilito in Italia è legittimato a non includere l’operazione nell’elenco riepilogativo, se ottiene una dichiarazione del committente estero che ne attesti l’esenzione o la non imponibilità Iva nel suo Paese. Circostanza, questa, che potrebbe condurre fino alla non presentazione dell’intrastat, nel caso la dichiarazione – che può essere rilasciata anche una sola volta, rimanendo valida fino a che il trattamento fiscale resta lo stesso – “copra” tutti i servizi prestati dall’operatore italiano.

In mancanza dell’attestazione del cliente estero, l’operatore italiano può non includere la prestazione nell’elenco riepilogativo delle operazioni intracomunitarie solo se elementi di fatto obiettivi diano la certezza che l’Iva non è dovuta nello Stato del committente.

Fattura si, fattura no
Dalla parità di trattamento, una porta di servizio per uscire dal generale obbligo di fatturazione, prescritto per le prestazioni di servizi rese a committenti comunitari. Un obbligo che per le transazioni “domestiche” non è assoluto. Si pensi, ad esempio a tutta la serie di operazioni finanziarie, esenti, per le quali il decreto Iva prevede la non obbligatorietà della fattura non richiesta dal cliente. La circolare ha precisato che le stesse operazioni sono “libere” dal documento contabile anche se rese a un committente Ue, qualora possano essere escluse dagli intrastat perché non si portano dietro debito d’imposta nel Paese di destinazione.

Intrastat legato alla fattura
Le risposte dell’Agenzia delle Entrate hanno tutte, come filo conduttore, la normativa Iva. La considerazione potrà sembrare banale, ma sono proprio le disposizioni che disciplinano e individuano le modalità di assoggettabilità al tributo che occorre tener presente per risolvere i dubbi applicativi legati agli elenchi riepilogativi. Tanto è vero che più volte nella circolare è stato fatto riferimento – magari adattandolo alla normativa aggiornata – a un precedente documenti di prassi non proprio recente (la circolare n. 13 del 1994). Come nel caso delle cosiddette triangolazioni nazionali (IT2 acquista un bene da IT1, incaricando quest’ultimo di spedire la merce al suo cliente stabilito in un altro Paese Ue), operazioni interne non imponibili – si ricorda, anche “nel caso in cui il cessionario stipuli il contratto su mandato ed in nome del cedente. In questo caso, infatti, il predetto cessionario agirebbe quale mero intermediario del cedente senza mai avere la disponibilità del bene, nel pieno rispetto della ratio delle disposizioni in materia” (risoluzione n. 35/2010) – in relazione alle quali è stato individuato l’operatore nazionale promotore della triangolazione (IT2) quale soggetto obbligato alla compilazione dell’elenco riepilogativo per la cessione del bene.

“Tipica” delle regole del gioco intrastat è invece la soluzione fornita a proposito del settore “autotrasporto”.

Gli autotrasportatori, con una disposizione di vantaggio, possono registrare le fatture emesse entro il trimestre successivo a quello di emissione. Il quesito ruotava proprio intorno a questa circostanza: una fattura emessa a febbraio e registrata nel secondo trimestre dell’anno, in quale elenco va inserita? L’Agenzia ha ricordato come gli adempimenti legati ai modelli riepilogativi si leghino al momento dell’emissione della fattura e non a quello della sua registrazione.

Conseguentemente, la fattura emessa a febbraio entrerà nell’intrastat dello stesso mese o in quello del primo trimestre, a seconda della periodicità di presentazione che vincola l’autotrasportatore.

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/normativa-e-prassi/articolo/intrastat-si-o-intrastat-no-il-cliente-estero-risolve-il-dubbio

Fisco, contribuenti.it: 3 italiani su 4 non congrui al nuovo redditometro

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Tre contribuenti su quattro non risultano congrui al nuovo redditometro, cioè non rispetterebbero quanto richiesto dall’Amministrazione finanziaria in termini di reddito imponibile e conseguentemente di tasse da versare all’erario. Applicando il metodo di accertamento sintetico denominato “nuovo redditometro”, che ricostruisce il reddito attraverso i consumi ed il tenore di vita, solo un italiano su 4 risulterebbe in linea con le pretese del fisco.
Lo sostiene Contribuenti.it che con Lo Sportello del Contribuente monitora costantemente l’evasione fiscale in Italia, Secondo i dati elaborati da Contribuenti.it, per l’anno d’imposta 2008 i non congrui erano il 74,6% e si stima che per l’anno 2010 aumenteranno fino al 78,2%.

“E’ il frutto della alta evasione fiscale presente in Italia – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – le stime che abbiamo elaborato per l’anno di imposta 2008 ci dicono l’evasione ha toccato il 24,4% del PIL.
“Il nuovo redditometro puo’ diventare lo strumento in grado di combattere efficacemente l’evasione fiscale. – conclude Carlomagno – Se ben usato questo strumento puo’ far emergere redditi nascosti al fisco sia dai lavoratori autonomi sia da quelli dipendenti, incrociando i livelli di reddito con il possesso di beni o l’utilizzo di particolari servizi. Un’azione, se ben calibrata, che puo’ dare grossi risultati contro l’evasione fiscale, facendo emergere migliaia e migliaia di nullatenenti che viaggiano con auto di lusso o solcano le nostre coste con yacht da capogiro”.

Fonte: http://www.contribuenti.it/