Mentre si va verso una ulteriore proroga della chiusura delle scuole in tutta Italia come misura di contenimento del coronavirus, il Codacons scende in campo per tutelare i diritti di milioni di famiglie che hanno pagato rette per asili, mense e scuole e che potrebbero vedersi richiedere nuovi pagamenti per le prossime settimane, anche se il servizio non sarà erogato.
“A fronte di un servizio pagato e non usufruito, si configura il diritto in capo alle famiglie con figli di chiedere e ottenere il rimborso di quanto versato per rette e mense di asili nido o scuole private, proporzionale al periodo di chiusura degli istituti – spiega il presidente Carlo Rienzi – L’inevitabile proroga della chiusura delle scuole che sarà decisa a breve legittima inoltre i genitori a non versare altre somme per rette e costi vari relativi al periodo in cui gli istituti non erogheranno servizi. Qualsiasi pretesa in tal senso da parte delle strutture scolastiche sarebbe illegittima e, pertanto, nulla”.
Proprio per aiutare milioni di famiglie a far valere i propri diritti, il Codacons ha pubblicato sul proprio sito internet il modulo con cui i genitori possono chiedere il rimborso delle rette di scuole e asili per i periodi di chiusura delle strutture.
Ovviamente non ci dimentichiamo di migliaia di asili privati che versano in situazione di difficoltà e che potrebbero essere costretti a chiudere a causa dell’emergenza coronavirus – afferma il Codacons – In loro favore chiediamo al Governo di varare sussidi e misure di sostegno in grado di consentire loro la prosecuzione delle attività una volta terminata l’emergenza sanitaria.
Tutti gli utenti che necessitano di assistenza e chiarimenti sul tema possono contattare il forum di assistenza legale del Codacons al numero 89349933
Scuola, Coronavirus: famiglie hanno diritto a rimborso per rette di asili , scuole e mense
Coronavirus, i contagi di medici, infermieri e operatori delle strutture sanitarie tutelati come infortuni sul lavoro
I contagi da nuovo Coronavirus di medici, infermieri e altri operatori dipendenti del Servizio sanitario nazionale e di qualsiasi altra struttura sanitaria pubblica o privata assicurata con l’Inail, avvenuti nell’ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa, sono tutelati a tutti gli effetti come infortuni sul lavoro.
Si presume il nesso causale con le mansioni svolte. A chiarirlo è una nota della Direzione centrale rapporto assicurativo e della Sovrintendenza sanitaria centrale dell’Istituto, nella quale è precisato che la tutela assicurativa si estende anche ai casi in cui l’identificazione delle specifiche cause e modalità lavorative del contagio si presenti problematica. Si presume, infatti, che il contagio sia una conseguenza delle mansioni svolte. Sono tutelati, inoltre, anche i casi di contagio da Covid-19 avvenuti nel percorso di andata e ritorno dal luogo di lavoro, che si configurano quindi come infortuni in itinere.
Copertura Inail anche per quarantena e isolamento domiciliare. Gli operatori che risultino positivi al test di conferma del contagio sono ammessi alla tutela dell’Istituto, che si estende a tutte le conseguenze dell’infortunio. Nei casi di infezione da nuovo Coronavirus, in particolare, copre l’astensione dal lavoro dovuta a quarantena o isolamento domiciliare per l’intero periodo e quello eventualmente successivo, dovuto a prolungamento di malattia che determini una inabilità temporanea assoluta.
Per il datore di lavoro resta l’obbligo di denuncia/comunicazione all’Istituto. L’Azienda sanitaria locale o la struttura ospedaliera/sanitaria privata di appartenenza del personale infortunato, in qualità di datori di lavoro pubblico o privato, come per gli altri casi di infortunio sono tenute a effettuare la denuncia/comunicazione di infortunio all’Inail. È confermato, inoltre, l’obbligo da parte del medico certificatore di trasmettere all’Istituto il certificato medico di infortunio.
Lutto/ E’ morta l’attrice Lucia Bosé
Lutto nel mondo del cinema. E’ morta l’attrice Lucia Bosé. A dare l’annuncio è stato il figlio Miguel Bosé su Twitter.
La donna aveva 89 anni, compiuti lo scorso gennaio. Da quanto si apprende, l’attrice non era in buone condizioni di salute ed è morta a causa del coronavirus in un ospedale di Madrid dove era ricoverata.
Coronavirus: come riconoscere le fake news
La paura aiuta a diffondere le fake news. Lo abbiamo visto in questi giorni. Sul Coronavirus ne sono circolate di più diverse: dallo sconto sui funerali alla pericolosità degli animali domestici, dal passaggio di elicotteri per spruzzare disinfettante alla creazione di medicine e cure già disponibili. Sono girate talmente tante fake news che la Corte dei conti europea (European court of auditors, Eca) ha aperto un’inchiesta sulla resilienza delle misure intraprese dall’Ue con lo “Eu Action plan against disinformation” per arginare la diffusione di fake news che possono causare un grave danno pubblico.
Vi ricordiamo che in Italia sono già state arrestate delle persone per “diffusione di notizie false e provocatorie”
Che cosa possiamo fare noi per difenderci dalle fake news, dalle notizie false, che trovano terreno facile sui social e nel web? Parlano Marino Pessina e Chiara Porta, Ceo e direttore responsabile dell’agenzia di comunicazione giornalistica Eo Ipso (www.eoipso.it)
“Le fake news fanno leva sul sensazionalismo, sulla falsa esclusività della notizia veicolata e sono caratterizzate da titoli creati ad arte per invogliare a cliccarci sopra.
Come smascherare una fake news?
Prima di tutto controllate la fonte. Sembrerà banale, ma non lo è. La notizia arriva da un giornale, da una testata on line, dal blog di un giornalista conosciuto? Possiamo stare tranquilli, perché i giornalisti hanno l’obbligo di controllare la veridicità di quello che pubblicano. Se, invece, chi pubblica non è un organo di informazione, ma un sito generico, meglio proseguire con i controlli. E due sono quelli da fare:
- risalire dalla news alla fonte originaria? Facciamo un esempio: se una notizia parla di un’azienda, normalmente quell’informazione è reperibile anche sul sito istituzionale della stessa industria; se parla di un provvedimento istituzionale, certamente deve essere stato pubblicato anche sul sito dell’ente in questione. Se non si trova la corrispondenza, meglio dubitare.
- 2) controllare se la stessa news è data da più fonti attendibili: se una notizia clamorosa è vera, infatti, in poco tempo viene ribattuta da tutte le agenzie di stampa e dai media. Quindi, se il presunto «scoop» si trova solo su un sito generico, meglio dubitare.
Cosa fare se vedete una notizia “clamorosa” sui social?
Controllate che la persona che l’ha postata sia reale, un trucco può essere controllare da quanto esiste il profilo. Quanti post ha? Se sono molto pochi, tipo due o tre, il rischio che sia un falso esiste. Ci sono almeno tre o quattro immagini della persona di quel profilo? Anche questo è dato indicativo: spesso i fake hanno una foto sola o non ne hanno. E sono pochi i profili reali senza una foto rispetto a quelli che la mettono. Succede spesso anche quando rubano l’identità di una persona. Su Facebook si può vedere se il profilo partecipa a dei gruppi e, anche, se non sono riservati, che amici ha. Sono tutte informazioni che ci aiutano a fare un quadro di chi sta dietro la notizia che ci viene data.
Se ci si accorge che la notizia proviene da un fake, meglio segnalarlo, così da aiutare l’intera comunità a non farsi trarre in inganno.
Non condividete una notizia se non siete sicuri della sua veridicità.
Non mettete reazioni a un post se non siete sicuri della fonte: le fake news spesso si diffondono facendo leva proprio sull’emozione di poter essere tra i primi a condividere con gli amici una notizia estremamente positiva o molto negativa.
Cosa fare, infine, se le fake news attaccano la nostra organizzazione o la nostra azienda? In questo caso è determinante agire velocemente, per fare in modo che la diffusione di notizie false su voi e il vostro mondo venga arginata con delle notizie vere.
Ancora prima di fare una denuncia per diffamazione, chiedete che le notizie vengano rimosse, segnalatele sui social come false, e fate fare la stessa segnalazione dai vostri collaboratori.
Contemporaneamente, preparate e diffondete il più velocemente possibile un comunicato stampa per denunciare l’attacco, spiegare quale sia realmente la situazione e illustrare le azioni che sono state intraprese, o che si intende mettere in atto, per fermare l’attacco.
Così facendo, nel 90% dei casi, la verità soppianta le fake.
Se siete sotto attacco serve un monitoraggio costante di ciò che viene pubblicato sui social, sul web e sui media in generale, in modo da poter agire istantaneamente la situazione”.
“Mai come in questi tempi il giornalismo rigoroso e imparziale è così importante. Ed è essenziale la cosiddetta “stampa”: dai portali web locali ai grandi giornali – concludono Marino Pessina e Chiara Porta, Ceo e direttore responsabile dell’agenzia di comunicazione giornalistica Eo Ipso (www.eoipso.it) -. Con meno della metà dei reporter che avevano una volta, le organizzazioni giornalistiche stanno aiutando le comunità a superare una crisi senza precedenti. E stanno riuscendo a svolgere l’altra funzione chiave della libera stampa in una democrazia: dare conto e commentare le azioni dei politici e dei funzionari pubblici”.
Legislazione/ Divieto di spostarsi dal Comune, ci può essere il sequestro del mezzo
Tra le interpretazioni giuridiche al nuovo decreto- Conte nei punti riguardanti il divieto di spostamento dal proprio Comune, si affaccia anche l’ipotesi del sequestro preventivo del mezzo di trasporto, per chi viene trovato in strada fuori dal suo Comune senza “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute”.“Comprovate” significa che si deve essere in grado di dimostrare che si sta andando (o tornando) al lavoro, anche tramite l’autodichiarazione vincolante o con ogni altro mezzo di prova, la cui non veridicità costituisce reato. In caso di controllo, si dovrà dichiarare la propria necessità lavorativa. Sarà cura poi delle Autorità verificare la veridicità della dichiarazione resa con l’adozione delle conseguenti sanzioni in caso di false dichiarazioni.
E’ sempre possibile uscire per andare al lavoro o per ragioni di salute o per altre necessità, quali, per esempio, l’acquisto di beni necessari.
Il sequestro poggia sull’idea giurisprudenziale avallata dalla Cassazione secondo cui la misura del sequestro preventivo è atto ad evitare che un reato possa ripetersi, e nel caso in questione l’autoveicolo è necessario per compiere il reato di spostarsi al di fuori del proprio comune.
La Procura dispone altresì che il veicolo sequestrato non venga affidato ad un deposito incaricato, bensì in custodia allo stesso conducente, che ovviamente non potrà utilizzarlo: in caso di controllo e di accertata mancanza del veicolo, scatterebbe una denuncia per sottrazione di cose sottoposte a sequestro.
Sospensione bollette e stop ai distacchi a causa del Coronavirus: vero o falso?
Le bollette dell’energia sono sospese su tutto il territorio nazionale a causa dell’emergenza COVID-19 in Italia? O no? E distacchi e morosità? Sono tante le informazioni relative alle utenze energetiche in questo momento, e non è sempre facile distinguere le proposte in fase di dibattito dalle le misure già in atto.
Selectra, l’azienda che aiuta gli italiani a scegliere la tariffa luce, gas e Internet più adatta e li accompagna nelle pratiche contrattuali, fa chiarezza sui punti principali.
- FALSO: Sospensione bollette su tutto il territorio nazionale. Seppur discusso in più occasioni, l’ultimo decreto del Governo, il decreto Cura Italia, non prevede alcuno stop generalizzato delle bollette per tutto il territorio nazionale.
- VERO: Bollette sospese per la originaria zona rossa. In base al decreto del 28/02, resta in essere la sospensione delle bollette di luce, gas, acqua, per la zona rossa originaria fino al 30 aprile, e no per tutto il 2020. Le amministrazioni interessate: Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini e Vo’ Euganeo.
- VERO: Sospesi i distacchi per morosità. Dal 10 marzo al 3 aprile l’ARERA ha deciso di rinviare le procedure di distacco per gli utenti morosi. Anche Italgas, attraverso una nota, ha comunicato la sospensione di tali interventi.
- FALSO: Nessuna riduzione degli oneri di sistema in bolletta. Quest’ultimo non è previsto all’interno del decreto Cura Italia.
- VERO: Iniziativa privata di alcuni fornitori. Di spontanea volontà, alcuni fornitori, tra cui A2A, Acea, hanno sospeso le bollette dei propri utenti in stato di difficoltà economica.
Carabinieri/ reclutamento di 3.581 nuove unità, bando per diplomati aperto anche ai civili
Sulla Gazzetta Ufficiale n° 16 del 25 febbraio 2020 è stato pubblicato un bando dell’Arma dei Carabinieri per 3.581 posti come allievi agenti in ferma quadriennale aperto ai civili. Vediamo quali sono i requisiti per partecipare, i termini per l’inoltro della domanda e le varie prove d’esame. Non è poi da escludere che il numero dei posti possa essere incrementato. Si tratta dunque di una buona opportunità per migliaia di giovani che avranno la possibilità di avviare una carriera nelle forze armate.
I 3.581 posti a concorso sono così ripartiti:
-2.449 allievi carabinieri in ferma quadriennale, riservato, ai sensi dell’articolo 703 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, ai volontari in ferma prefissata di un anno (VFP1) e ai volontari in ferma prefissata quadriennale (VFP4), in servizio;
-1.100 allievi carabinieri in ferma quadriennale, riservato, ai sensi degli articoli 703, 706 e 707, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, a coloro che non abbiano superato il ventiseiesimo anno di età; il limite massimo d’età è elevato a ventotto anni per coloro che abbiano già prestato servizio militare;
-32 allievi carabinieri in ferma quadriennale, riservato ai sensi del decreto legislativo 21 gennaio 2011, n. 11, ai concorrenti in possesso dell’attestato di bilinguismo di cui all’articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752 e successive modificazioni.
La domanda di partecipazione deve essere inoltrata in modalità telematica. Il termine per presentare la domanda scade il 26 marzo 2020.
Coronavirus \ L’on.Castelli: “L’Italia non sarà mai un Paese di serie B”
“Dopo la sospensione del Patto di stabilità, che era indispensabile, dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti utili a sostenere il sistema economico, le imprese, le famiglie. Senza risparmiarci. Siamo disponibili a valutare tutte le strade e tutte le ipotesi, compresa l’emissione di nuovi titoli, ma ad una condizione chiara. Anzi chiarissima. In nessun modo questi dovranno condizionare, direttamente o indirettamente, la politica economica del nostro Paese e le nostre scelte. In nessun modo questi titoli dovranno penalizzare i nostri BTP e gli altri titoli.
Non vogliamo titoli “senior” che prevedano priorità di rimborso o altre condizionalità. L’economia italiana, come quella degli altri Paesi colpiti dal Coronavirus, ha bisogno di aiuti reali, non di trappole. Quindi sì agli Eurobonds, no alle condizionalità previste da strumenti come il MES.
Nei prossimi giorni, come MoVimento, presenteremo ai partner di Governo le nostre proposte per immettere liquidità nell’economia reale, rilanceremo le nostre proposte per l’immediata cantierizzazione degli investimenti e per il sostegno ad imprese e famiglie.
Non saremo mai un Paese di serie B”.
Così il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.
Ufficio Stampa On. Laura Castelli Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze
Sicilia/ In centinaia attraversano lo Stretto nonostante i divieti
Un’interminabile fila di auto agli imbarcaderi di Messina, nonostante i divieti di spostamento del governo per l’emergenza coronavirus. A denunciarlo è il governatore della Regione Sicilia Nello Musumeci: “Mi segnalano appena adesso che a Messina stanno sbarcando dalla Calabria molte persone non autorizzate. Non è possibile e non accetto che questo accada. Il governo intervenga: non siamo carne da macello!”.
Secondo i numeri comunicati, sarebbero 551 i siciliani rientrati questa notte nell’isola con il traghetto che collega Villa San Giovanni a Messina. Sono state 239 le auto imbarcate, secondo i dati di Caronte & Tourist. Sabato, invece, le auto erano state 319 per 739 passeggeri. A tutti i viaggiatori è stata misurata la temperatura. Dal 13 marzo a ieri, secondo i dati diffusi da Caronte & tourist, sarebbero stati 12.265 i siciliani rientrati su 3.869 auto. Nel medesimo periodo, sono partiti per Villa San Giovanni 8.877 passeggeri su 2.407 auto.
(foto di repertorio)
Coronavirus, Fontana e i sindacati contro il decreto-Conte
Attilio Fontana è contrariato nel leggere la lunga lista di attività che resteranno aperte dopo il decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. In un’intervista al Corriere della Sera il governatore lombardo non nasconde la sua delusione: “Mi sembra un po’ riduttivo – spiega – rispetto alle misure che avevamo predisposto noi. Perché non chiudere tutti gli studi professionali, gli uffici pubblici e gli alberghi? E i cantieri edili? Avevamo anche il consenso dell’associazione dei costruttori! E il divieto di andare nelle case di vacanza? Qualcuno mi deve spiegare il perché. Hanno detto che c’è il consenso di tutte le Regioni, ma se è così manca quello della Lombardia”.
Il primo giorno della serrata totale di tutte le attività produttive non essenziali si è aperto con le proteste dei sindacati contro il governo. Sotto accusa il fatto che nel provvedimento siano state inserite ulteriori aziende da tenere aperte, nonostante il pre-accordo di sabato pomeriggio non le avesse previste.
“Cgil, Cisl e Uil invitano categorie e Rsu”, si legge in un Tweet del sindacato Cisl, “appartenenti ai settori aggiunti nello schema del decreto che non rispondono alle caratteristiche di attività essenziali a mettere in campo iniziative di lotta e mobilitazione fino alla proclamazione dello sciopero generale“











