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Inflazione carrello spesa doppia rispetto a dati Istat

In data odierna l’Istat ha comunicato la rilevazione preliminare di febbraio 2010 per quel che riguarda i prezzi al consumo; ebbene, per il mese scorso l’indice del carovita segna un +1,2%, ma quando si prende il carrello della spesa l’indice dei prezzi al consumo segna una rilevazione doppia e, quindi, pari a +2,4%. A stimarlo è il Codacons visto che i prezzi dei cosiddetti beni ad alta frequenza di acquisto corrono con ritmi di aumento ben più elevati rispetto al dato medio fornito dall’Istituto Nazionale di Statistica.

E se a febbraio l’inflazione tendenziale è a +1,2%, in calo rispetto al +1,3% di gennaio, nel complesso c’è quindi poco da esultare. Anzi, il Codacons ritiene che il nuovo paniere Istat, annunciato di recente dall’Istituto, non rappresenti fedelmente le tendenze di acquisto degli italiani; l’Associazione al riguardo porta ad esempio il peso nel paniere di bar e ristoranti, che rispetto al vecchio paniere è aumentato. Peccato però che a causa delle persistenti difficoltà a far quadrare il budget le famiglie vadano al ristorante sempre più di rado.

E non è un caso secondo il Codacons che il mese scorso, in corrispondenza del capitolo di spesa per bar e ristoranti, l’aumento dell’inflazione è stato nullo. A conti fatti, quindi, per l’Associazione i dati Istat sono sottostimati in quanto sono stati aumentati i pesi di quei beni e servizi dove c’è un calo della domanda ed un conseguente calo dei prezzi, mentre per quelli che subiscono rialzi i pesi sono stati ridotti.

Nella giornata di ieri, lo ricordiamo, l’Istat ha altresì comunicato il dato sul prodotto interno lordo italiano nel 2009; ebbene, il crollo è stato del 5%, il peggiore dal 1971, il che conferma secondo il Codacons come il Governo non abbia salvaguardato i redditi e la capacità di spesa delle famiglie limitandosi a “provvedimenti spot” come la social card ed il bonus familiare.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/inflazione-carrello-spesa-doppia-rispetto-a-dati-istat/25537/

Aliquote contributive 2010: ARTIGIANI E COMMERCIANTI

Anche per l’anno 2010, le aliquote contributive dovute per gli iscritti alle Gestioni degli artigiani e degli esercenti attività commerciale restano confermate nella misura del 20% stabilita dall’art. 1 co. 768 della L. 296/2006.
Al riguardo, la circolare INPS 2.2.2010 n. 14 fornisce le seguenti ulteriori indicazioni:
Minimale di reddito per il 2010
Per l’anno 2010, il reddito minimo annuo (c.d. “minimale”), da prendere in considerazione ai fini del calcolo del contributo dovuto da artigiani e commercianti, è stabilito in misura pari a 14.334,00 euro.
Anche in presenza di un reddito d’impresa inferiore, i contributi “minimi” da versare all’INPS vanno comunque calcolati sul minimale.
Massimale di reddito per il 2010
Per quanto riguarda i contributi sul reddito d’impresa eccedente il minimale, essi sono dovuti entro un limite massimo di reddito annuo (c.d. “massimale”), pari, per il 2010, a 70.607,00 euro (elevato a 92.147,00 euro per gli iscritti con decorrenza dal gennaio 1996 o successiva, privi di anzianità contributiva al 31.12.95).
Aumento dell’1% in caso di redditi eccedenti il primo scaglione e fino al massimale
Per artigiani e commercianti resta fermo l’aumento delle aliquote contributive di un punto percentuale in caso di redditi eccedenti il limite di retribuzione annua pensionabile – fissato, per il 2010, in misura pari a 42.364,00 euro (c.d. primo scaglione) – e fino al raggiungimento del massimale (art. 3-ter del DL 384/92, convert. L. 438/92).
Riduzione del 3% per i collaboratori di età inferiore a 21 anni
Un’ulteriore precisazione riguarda il mantenimento dell’agevolazione prevista dall’art. 1 co. 2 della L. 233/90 per i coadiuvanti e i coadiutori di età inferiore a 21 anni, per i quali spetta una riduzione dell’aliquota contributiva del 3%.
Tale riduzione è applicabile fino a tutto il mese in cui il collaboratore interessato compie 21 anni.
Contributo per la “rottamazione dei negozi o delle licenze”
Con riferimento ai soli iscritti alla Gestione commercianti, alla contribuzione dovuta a titolo previdenziale deve essere sommato il contributo aggiuntivo dello 0,09%, istituito dal D.Lgs. 207/96, ai fini dell’indennizzo per la cessazione definitiva dell’attività commerciale (c.d. “rottamazione dei negozi o delle licenze”).
L’obbligo di versare la suddetta aliquota aggiuntiva è stato, infatti, differito al 31.12.2013 dall’art. 19-ter del DL 185/2008 (convert. L. 2/2009).
Aliquote contributive per gli iscritti alla Gestione artigiani
Alla luce delle suesposte precisazioni, le aliquote contributive per gli iscritti alla Gestione artigiani, relative all’anno 2010, risultano, pertanto, pari al:
– 20%, sul minimale e sui redditi d’impresa superiori a 14.334,00 e fino a 42.364,00 euro;
– 21%, sui redditi d’impresa superiori a 42.364,00 e fino a 70.607,00 euro (o 92.147,00 euro).
Per i coadiuvanti fino a 21 anni d’età, le suddette aliquote sono ridotte, rispettivamente, al 17%e al 18%.
Aliquote contributive per gli iscritti alla Gestione commercianti
Quanto alle aliquote contributive per gli iscritti alla Gestione commercianti per l’anno 2010, esse risultano pari al:
– 20,09%, sul minimale e sui redditi d’impresa superiori a 14.334,00 e fino a 42.364,00 euro;
– 21,09%, sui redditi d’impresa superiori a 42.364,00 e fino a 70.607,00 euro (o 92.147,00 euro).
Tali aliquote sono ridotte, rispettivamente al 17,09% e al 18,09%, per i coadiutori fino a 21 di età.
Contribuzione per le prestazioni di maternità
Anche per il 2010, il contributo per il finanziamento delle prestazioni di maternità è stabilito, per gli iscritti alle Gestioni degli artigiani e dei commercianti, in misura pari a 0,62 euro mensili.

Fonte: http://www.finanzaediritto.it/articoli/aliquote-contributive-2010-artigiani-e-commercianti-4498.html

UE su rispetto regole mercato interno

L’Unione Europea fa il punto sul rispetto delle regole del mercato interno e quindi sul recepimento delle direttive in tal senso. Secondo la valutazione da parte della Commissione europea gli Stati membri sono ben al disotto dell’obiettivo dell’1,0%, da raggiungere entro il 2009, concordato dai capi di Stato.
E’ dello 0,7% il deficit medio di recepimento (ossia la percentuale di direttive sul mercato interno non recepite nell’ordinamento interno nei termini previsti) dei 27 Stati membri. È comunque la prima volta che gli Stati membri hanno superato l’obiettivo entro i termini convenuti.
Gli Stati membri impiegano un tempo relativamente lungo – in media quasi 18 mesi – per conformarsi alle sentenze della Corte di giustizia, nonostante l’obbligo di adottare misure immediate. I maggiori ritardi riguardano Austria e Spagna, che impiegano in media circa 25 mesi per conformarsi alle sentenze.
Il commissario europeo per il mercato interno e i servizi Michel Barnier ha dichiarato: “Incoraggio i sette Stati membri che non hanno ancora raggiunto l’obiettivo a raddoppiare gli sforzi. Ma la qualità dell’attuazione e dell’esecuzione pratica delle regole sul terreno resta un grave problema, che incide sull’efficienza e mina la fiducia nel mercato interno. Il mancato rispetto delle sentenze della Corte è semplicemente inaccettabile. È mia intenzione sfruttare appieno la possibilità offerta dal nuovo trattato di applicare queste sentenze più rapidamente. Voglio creare un vero partenariato con gli Stati membri per comprendere meglio ed evitare tali problemi. Sono sicuro che insieme possiamo rimettere i cittadini e le imprese al cuore del mercato interno.”
Il numero di Stati membri che hanno raggiunto l’obiettivo è passato da 18 a 20. Gli Stati membri che non si sono ancora conformati all’obiettivo dell’1% sono: Austria, Portogallo, Repubblica ceca, Polonia, Italia, Lussemburgo e Grecia. Detto questo, ad eccezione dell’Austria, tutti i 7 Stati membri sono riusciti a ridurre considerevolmente il proprio deficit.
“Tenuto conto del volume della legislazione che dovrà essere attuata nei prossimi 6 mesi, Repubblica ceca, Grecia, Italia, Lussemburgo e Polonia dovranno adottare azioni drastiche per raggiungere l’obiettivo la prossima volta”.
Il numero globale di procedimenti di infrazione è leggermente diminuito (-1,2%) rispetto a sei mesi fa. Come negli anni precedenti, il maggior numero di infrazioni si registra nei settori “imposizione e unione doganale” e “ambiente”.
La maggior parte dei casi di infrazione aperti riguarda l’Italia, seguita da Grecia e Spagna.
È aumentato il tempo medio necessario per risolvere tali casi. Rispetto al dicembre 2007, è passato da 25 a 28 mesi per l’UE-15 e da 12 a 16 mesi per l’UE-12.
Fonte: http://www.regioni.it/newsletter/newsletter.asp?newsletter_data=2010-03-02&newsletter_numero=1528#art1#art1

Ogm: via libera UE a patata transgenica Amflora

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La Commissione europea annuncia che darà il via libera alla coltura della patata transgenica Amflora.
Così l’UE mette fine, dopo dodici anni, alla moratoria sulla coltivazione di ogm in Europa. La decisione sulla patata Amflora riguarda la sua coltura ai fini industriali e l’utilizzo dei prodotti derivati dall’ amido Amflora negli alimenti per animali.
Inoltre Bruxelles ha autorizzato la commercializzazione ma non la coltivazione di tre tipi di mais Ogm della Monsanto per alimentazione umana e mangimi. “Tutte e cinque le autorizzazioni sono state sottoposte all’analisi piu’ attenta, garantendo che siano stati affrontati tutte le preoccupazioni che riguardano la presenza di un gene resistente agli antibiotici”. La Commissione inoltre, precisa che “la decisione di autorizzare la coltivazione di Amflora e’ la fine di un processo iniziato in Svezia nel gennaio 2003 e fondato su un considerevole volume di scienza”.
“Una innovazione responsabile -ha commentato il commissario alla Salute e alla Politica dei consumatori, John Dalli- sara’ il mio principio guida nell’affrontare tecnologie innovative. Dopo un’attentaed estesa revisione di tutti i dossier Ogm aperti, mi e’ divenuto chiaro che non vi erano nuove questioni scientifiche che meritassero ulteriore valutazione. Tutte le questioni scientifiche -prosegue il commissario- soprattutto quelle che riguardano la salute sono state pienamente affrontate. Qualsiasi ritardo sarebbe stato dunque del tutto ingiustificato”.
Dalli sottolinea inoltre che “queste decisioni sono basate su una serie di valutazioni di sicurezza favorevoli approntate nel corso degli anni dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare”.
Infine, conclude Dalli, “oggi abbiamo lanciato una riflessione su come combinare un sistema di autorizzazione europeo con la liberta’ degli Stati membri di decidere sulla coltivazione di Ogm”.
http://ec.europa.eu/index_it.htm
Fonte: http://www.regioni.it/newsletter/newsletter.asp?newsletter_data=2010-03-02&newsletter_numero=1528#art1#art1

Riparto 2009 Fondo nazionale politiche sociali

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 42 del 20 febbraio 2010 il DECRETO 25 novembre 2009 sul Riparto del Fondo nazionale per le politiche sociali – anno 2009. (10A01923) (GU n. 42 del 20-2-2010).
Per l’anno 2009 è destinata al FNPS la somma di € 1.420.580.157 (Fonte: Ministero del lavoro e delle politiche sociali ).
842.000,00 € sono destinati al finanziamento di diritti soggettivi, quali: assegni di maternità; assegni ai nuclei familiari; agevolazioni ai genitori di persone con handicap grave; indennità a favore dei lavoratori affetti da talassemia major;
518.226.539,00 € sono le risorse destinate alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano.
60.353.618,00 € sono le risorse assegnate al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali destinate prevalentemente al volontariato, all’immigrazione, all’inclusione sociale.
Regioni anno 2009 –
Risorse destinate alle Regioni e province autonome*
REGIONI % Totale risorse
Abruzzo 2,45% 12.702.618,09
Basilicata 1,23% 6.376.457,16
Calabria 4,11% 21.311.094,90
Campania 9,98% 51.734.108,12
Emilia Romagna 7,05% 36.554.663,50
Friuli Ven. Giulia 2,19% 11.367.041,61
Lazio 8,60% 44.569.678,78
Liguria 3,02% 15.646.264,55
Lombardia 14,15% 73.327.562,56
Marche 2,68% 13.864.726,99
Molise 0,80% 4.133.709,28
P.A. di Bolzano 0,82% 4.268.345,70
P.A. di Trento 0,84% 4.374.756,35
Piemonte 7,18% 37.214.679,11
Puglia 6,98% 36.156.210,08
Sardegna 2,96% 15.341.608,00
Sicilia 9,19% 47.601.379,89
Toscana 6,55% 33.967.654,19
Umbria 1,64% 8.507.780,98
Valle d’Aosta 0,29% 1.495.668,98
Veneto 7,28% 37.710.530,17
Risorse a valere sul Fondo nazionale per le politiche sociali 2009 anticipate alle Regioni e Province autonome con decreto del Ministro dell’economia n. 54279 del 16 giugno 2009, registrato dalla Corte dei Conti il 3 luglio 2009, foglio 48, reg. n. 4, emanato ai sensi dell’articolo 2, comma 471, della legge 24 dicembre 2007, n. 244
REGIONI
Anticipo 2009
Abruzzo
6.345.181,11
Basilicata
3.185.152,48
Calabria
10.645.266,66
Campania
25.842.096,75
Emilia Romagna
18.259.697,23
Friuli Ven. Giulia
5.678.037,18
Lazio
22.263.338,31
Liguria
7.815.584,28
Lombardia
36.628.406,97
Marche
6.925.674,94
Molise
2.064.860,48
P.A. di Bolzano
2.132.113,74
P.A. di Trento
2.185.267,73
Piemonte
18.589.386,64
Puglia
18.060.662,74
Sardegna
7.663.402,98
Sicilia
23.777.726,33
Toscana
16.967.440,59
Umbria
4.249.786,21
Valle d’Aosta
747.112,96
Veneto
18.837.072,69
Totale anticipo a Regioni e Province autonome
258.863.269,00
Fonte: http://www.regioni.it/newsletter/newsletter.asp?newsletter_data=2010-03-02&newsletter_numero=1528#art1#art1

Moratoria sui debiti delle Pmi: mutui sospesi per 8 miliardi di euro

Sono 136mila le domande di sospensione pervenute al 31 gennaio da parte delle piccole e medie imprese
Prosegue il monitoraggio periodico delle domande di sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese previsto dall’Avviso comune sottoscritto, il 3 agosto 2009, dal ministro dell’Economia e delle Finanze, dal presidente dell’Associazione bancaria italiana e dai rappresentanti delle Associazioni delle imprese di tutti i settori economici. L’accordo ha attuato la sospensione temporanea dei debiti verso il sistema creditizio per le piccole e medie imprese aventi adeguate prospettive economiche e in grado di provare continuità aziendale.

I dati, diffusi con comunicato stampa del Mef del 2 marzo, riguardano le domande di sospensione pervenute entro il 31 gennaio 2010: sono 135.876, con un incremento del 16% rispetto a quelle giunte entro il 31 dicembre 2009.

Delle domande inviate entro il mese di gennaio ne sono state accolte 99.211, per un importo di circa 8 miliardi di euro di mutui e leasing sospesi.

Va infine ricordato che l’accordo è stato recentemente esteso ad alcune fattispecie di operazioni che riguardano il settore agricolo e ai mutui con agevolazione pubblica, qualora esplicitamente deliberato dall’ente erogante.

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/moratoria-sui-debiti-delle-pmi-mutui-sospesi-8-miliardi-di-euro

Società cancellata = società estinta. Di capitali o di persone, non cambia

Il principio si applica dal 1° gennaio 2004. L’effetto si produce anche se l’adempimento precede quella data
Con la sentenza n. 4062 del 22 febbraio, emessa a sezioni unite, la Corte di cassazione è intervenuta a comporre un annoso contrasto giurisprudenziale in ordine alle conseguenze giuridiche, sostanziali e processuali, della cancellazione di una società dal registro delle imprese.
Il plenum della Suprema corte – chiamato in causa da due successive pronunce interlocutorie delle sezioni semplici (8665/2009 e 19804/2009: su questa seconda si rinvia al commento “Sugli effetti della cancellazione la penna passa alle Sezioni unite” pubblicato il 3 novembre 2009) – ha fissato le linee guida in merito a una problematica giuridica di carattere trasversale, che concerne anche la materia fiscale con riferimento, ad esempio, alla notificazione degli atti tributari e degli atti del processo tributario.

Il contrasto giurisprudenziale sull’interpretazione dell’articolo 2495 del codice civile
Sull’interpretazione del secondo comma dell’articolo 2495 del codice civile – nella formulazione, vigente dal 1° gennaio 2004, risultante dalla novella di cui al Dlgs 6/2003 – si sono formati due orientamenti ermeneutici contrastanti.
La disposizione in parola, disciplinando la cancellazione delle società (di capitali e cooperative) dal registro delle imprese prevede che “Ferma restando l’estinzione della società, dopo la cancellazione (dal registro delle imprese, n.d.a.) i creditori sociali non soddisfatti possono far valere i loro crediti nei confronti dei soci…”.

In virtù dell’inciso sottolineato – che costituisce una novità, in primis sul piano letterale, rispetto alla previgente regolamentazione contenuta nell’articolo 2456 del codice civile -, secondo una parte della giurisprudenza di legittimità (sentenze 18618/2006, 19347/2007, 25192 e 29242 del 2008), la cancellazione dal registro delle imprese determinerebbe, rispetto a quanto accadeva in passato, l’estinzione irreversibile della società.
Tale effetto, a parere di questa giurisprudenza, si applicherebbe anche alle società di persone (nonostante la prescrizione normativa indichi esclusivamente quelle di capitali e quelle cooperative) e con efficacia retroattiva anche alle cancellazioni intervenute ante 1° gennaio 2004, data di entrata in vigore delle modifiche introdotte in materia societaria dal citato Dlgs 6/2003, con la sola esclusione dei rapporti esauriti e degli effetti già irreversibilmente verificatisi.

Di contro, secondo altre pronunce, alla cancellazione non conseguirebbe l’estinzione dell’ente “ove non siano ancora esauriti tutti i rapporti giuridici facenti capo alla società stessa, a seguito della procedura di liquidazione (Cass. 2 marzo 2006, n. 4652)” (Cass. 646/2007); estinzione che sarebbe determinata invece “soltanto dalla effettiva liquidazione dei rapporti giuridici pendenti che alla stessa facevano capo, e dalla definizione di tutte le controversie giudiziarie in corso con i terzi per ragioni di dare ed avere (Cass. 8 luglio 2004, n. 12553)” (Cass. 12114/2006).

Dalle due riferite posizioni discendono anche due importanti corollari sul piano processuale.
Infatti, in base alla prima interpretazione, sarebbe inammissibile – per giuridica inesistenza del soggetto proponente (intimato) – la proposizione di un ricorso giurisdizionale da parte di (nei confronti di) una società cancellata dal registro delle imprese.
Secondo l’altra tesi, invece, l’ente costituito in giudizio non perderebbe la sua legittimazione processuale in conseguenza della sopravvenuta cancellazione, in quanto la rappresentanza sostanziale e processuale dello stesso permarrebbe, per i rapporti ancora in sospeso, in capo ai medesimi organi che lo rappresentavano prima della cancellazione.

La parte motiva della sentenza delle sezioni unite
La corposa motivazione della sentenza 4062/2010 prende proprie le mosse dalla constatazione del riferito contrasto interpretativo formatosi presso le sezioni semplici, giustificando l’indirizzo ermeneutico anteriore alla riforma societaria favorevole alla prosecuzione della capacità giuridica e della soggettività delle società commerciali, anche dopo la cancellazione dal registro delle imprese, tra l’altro, in considerazione de “la mancata espressa previsione, nella previgente normativa, di una estinzione della società con personalità giuridica e di una perdita della capacità giuridica e della soggettività delle società commerciali di persone, quale effetto della cancellazione della iscrizione della società, a sua volta iscritta nel registro”.
Sul punto, la pronuncia in commento rileva peraltro che, con la riforma di cui al Dlgs 6/2003, il secondo comma dell’articolo 2495 del codice civile è stato modificato (rispetto al previgente articolo 2456) con l’inserimento dell’inciso preliminare “ferma restando l’estinzione della società” e che tale elemento assume un particolare rilievo perché “ai sensi dell’art. 2193 c.c. e della richiamata relazione al codice civile in materia di pubblicità nel registro delle imprese, soltanto la previsione ‘espressa’ per legge può provocare l’effetto estintivo, cioè costitutivo, della cancellazione dell’iscrizione delle società di capitali e cooperative”.

Sotto un profilo temporale, chiarisce poi l’arresto, ciò comporta “che l’estinzione può aversi, per le cancellazioni precedenti alla data di entrata in vigore del 1 gennaio 2004, del D.Lgs. n. 6 del 2003, solo a detta data, dovendosi ritenere contestuale per l’avvenire con ciascuna cancellazione successiva, per il principio di ultrattività delle norme, di cui agli artt. 10 e 11 preleggi, e dall’art. 73 Cost.”.
Dopo aver sancito la regola per cui anche le società cancellate ante 1° gennaio 2004, a partire da tale data, debbono considerarsi estinte a causa della entrata in vigore della nuova legge, le sezioni unite affrontano il problema dell’estensione temporale degli effetti di tale estinzione (se, cioè, detti effetti debbano essere fatti risalire a tale specifica data o a quella della precedente cancellazione).

In proposito, i giudici di nomofilachia rilevano che il novellato articolo 2495 è scritto in modo da regolare i soli effetti estintivi “a decorrere dall’entrata in vigore della riforma del diritto societario anche in rapporto alle cancellazioni precedenti, avendo carattere di jus superveniens ultrattivo e produttivo di effetti estintivi nuovi, anche per le pregresse cancellazioni… e non emergendo dal suo contenuto una pretesa natura meramente interpretativa e ricognitiva della norma, che ne avrebbe comportato la retroattività…”.
D’altra parte, precisa ancora la sentenza, anche la tutela dell’affidamento dei cittadini in rapporto agli effetti della loro conoscenza dell’iscrizione della cancellazione “che all’epoca in cui la stessa avvenne non escludeva la continuazione dell’esistenza in vita della società e l’effetto estintivo di cui alla novella, induce a ritenere, la irretroattività delle norme, non prevista testualmente dalla legge nei sensi indicati…”.
Infine, e questo è l’ultimo passaggio interpretativo della ricostruzione dell’istituto, viene sottolineato che all’interpretazione proposta per l’articolo 2495 va riconosciuto anche “un effetto espansivo che impone un ripensamento della pregressa giurisprudenza anche per le società commerciali di persone, in adesione ad una lettura costituzionale della norma” per le quali quindi “può presumersi, che la cancellazione dell’iscrizione nel registro delle imprese di esse comporti la fine della loro capacità e soggettività limitata, negli stessi termini in cui analogo effetto si produce per le società di capitali e le cooperative, anche se in precedenza per esse si era esattamente negata in passato la estinzione della società e della capacità di essa, fino al momento della liquidazione totale dei rapporti facenti ad essa capo, in difetto di una espressa previsione dell’effetto estintivo per le società di capitali”.

In sostanza, secondo il collegio allargato di piazza Cavour, l’inciso “ferma restando l’estinzione della società”, che la novella ha inserito con riferimento espresso alle società di capitali e alle cooperative, integra il presupposto logico per una lettura della cancellazione delle iscrizioni di società di persone dichiarativa della cessazione della loro attività dal momento dell’entrata in vigore della legge anche per le cancellazioni precedenti e dalla data della cancellazione dell’iscrizione per quelle successive al 1° gennaio 2004.

I principi di diritto sanciti dalle sezioni unite. Brevi considerazioni
Così riassunta, attraverso il richiamo dei passaggi maggiormente significativi, la minuziosa ricostruzione dell’istituto della cancellazione dal registro delle imprese effettuata dalla sentenza 4062/2010, il corposo principio di diritto che ne deriva e con il quale si chiude la pronuncia in commento può essere sintetizzato come segue:
il novellato secondo comma dell’articolo 2495 c.c. “è norma innovativa e ultrattiva che disciplina gli effetti delle cancellazioni di società di capitali e cooperative intervenute anche precedentemente alla sua entrata in vigore (1 gennaio 2004), prevedendo a tale data la loro estinzione, in conseguenza dell’indicata pubblicità e quella contestuale alle iscrizioni delle stesse cancellazioni per l’avvenire”
detta disposizione comporta il superamento del pregresso orientamento di legittimità fondato sulla natura all’epoca non costitutiva della cancellazione “che invece dal 1 gennaio 2004 estingue di certo le società di capitali nei sensi indicati”
dalla medesima data – in virtù della natura costitutiva riconosciuta per legge alla cancellazione dal registro delle imprese – anche per le società di persone vale la regola “del venir meno della capacità e legittimazione di esse… anche se perdurino rapporti o azioni in cui le stesse società sono parti, in attuazione di una lettura costituzionalmente orientata delle norme relative a tale tipo di società da leggere in parallelo ai nuovi effetti costitutivi della cancellazione delle società di capitali per la novella”.

La linea tracciata dalla Corte, che andrà a orientare l’ermeneutica dei collegi che dovranno giudicare di fattispecie similari, finirà altresì, inevitabilmente, per ripercuotersi anche sul comportamento di tutti gli operatori, pubblici e privati, della materia.
Nelle ipotesi in cui, nell’ambito di un qualunque rapporto giuridico, ci si trovi di fronte una società che al momento del sorgere o durante lo svolgimento del rapporto medesimo venga cancellata dal registro delle imprese, si porrà infatti il problema di dove e, soprattutto, nei confronti di chi coltivare le proprie ragioni.
Ciò al fine di evitare che in virtù dell’estinzione della società a seguito della sua cancellazione dal registro delle imprese possa derivare la sostanziale inutilità di un’azione diretta nei confronti di un soggetto che, a quel punto, deve essere considerato come giuridicamente inesistente.
Massimo Cancedda

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/giurisprudenza/articolo/societa-cancellata-societa-estinta-di-capitali-o-di-persone-non-cambia

Nuovo record nella lotta all’evasione. Nel 2009 incassati 9,1 mld di euro

Incremento del 32% rispetto al 2008. Forte utilizzo della definizione tramite adesione e acquiescenza
Numeri da primato per le Entrate grazie all’attività di controllo e contrasto all’evasione fiscale. A confermarlo il direttore dell’Agenzia, Attilio Befera, nel corso della conferenza stampa organizzata oggi nella sede centrale dell’Amministrazione finanziaria per fare il punto sui dati 2009 e sulle strategie. Ammontano a 9,1 miliardi di euro gli incassi complessivi ottenuti che, in termini percentuali, evidenziano, rispetto ai circa 7 miliardi del 2008 (un anno già da record), un incremento del 32%.
“I numeri parlano da soli – ha ricordato Befera – e sono la dimostrazione dell’impegno dei 36mila dipendenti dell’Agenzia che lavorano ogni giorno con dedizione e professionalità e che hanno permesso di realizzare importanti obiettivi per tutta la collettività”.
Il numero uno delle Entrate si è poi soffermato sul ruolo svolto dalle strategie operative adottate dal Fisco per colpire in modo mirato, scientifico e soprattutto efficace gli evasori. Dalle linee operative che interessano specifici target di contribuenti all’utilizzo degli istituti definitori, passando per una serie di attività trasversali finalizzate a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni fraudolenti. L’azione combinata di queste strategie, a cui sono associati efficaci piani di controllo che permettono di definire la reale capacità di spesa del contribuente, ha permesso di ottenere gli ottimi risultati del 2009 e rappresenta un valido punto di partenza per l’attività 2010. Una performance positiva, ha concluso Befera, resa possibile grazie anche all’azione di sistema di cui l’Agenzia si è fatta promotrice in collaborazione con la Guardia di finanza, l’Inps e i Comuni, e basata sullo scambio delle informazioni e delle metodologie per il contrasto all’evasione e alle nuove possibilità di intervento offerte dalle recenti modifiche normative varate dal Parlamento.

L’attività di accertamento
Luigi Magistro, direttore dell’Accertamento, ha invece illustrato in dettaglio i risultati conseguiti nella lotta all’evasione fiscale, evidenziando che il 2009 è stato un anno nero per gli evasori fiscali. Dei 9,1 miliardi di euro incassati complessivamente, ha ricordato Magistro, 3,5 derivano da ruoli (erano 3,3 nel 2008) e 5,6 da versamenti diretti, cioè dall’adesione del contribuente alla pretesa tributaria, con un significativo incremento – +56% – rispetto ai 3,6 miliardi del 2008. Oltre 700mila sono stati gli accertamenti in materia di imposte dirette, Iva e Irap ( +10% sul 2008), con una maggiore imposta accertata per 26,3 miliardi di euro, il 30% in più rispetto al 2008. Per quanto concerne la distribuzione degli accertamenti per tipologia di contribuente, 1.667 hanno riguardato i grandi contribuenti, 7.248 le imprese di medie dimensioni, 244.470 le imprese di piccole dimensioni e i lavoratori autonomi, 458.547 le persone fisiche. Per ciò che riguarda invece gli accertamenti attraverso gli studi di settore, pur essendo diminuiti numericamente (da 72.956 a 56.437), hanno evidenziato una maggiore imposta accertata media di 12.802 euro, ben superiore ai 6.673 dell’anno precedente, così come è significativamente aumentata la maggiore imposta mediamente definita con adesione e acquiescenza (4.410 euro rispetto ai 2.785 del 2008). Anche gli accertamenti sintetici fanno registrare risultati con il segno positivo: +81% il numero di quelli eseguiti (oltre 28mila), +61% la maggiore imposta accertata (460milioni a fronte dei 285 del 2008). Incrementati anche quelli assistiti da indagini finanziarie (8.756, +25 per cento), per una maggiore imposta accertata pari a 975 milioni di euro (796 nel 2008). Altrettanto positivo è il dato sul riscosso dall’utilizzo degli istituti definitori di adesione e acquiescenza che con 4,3 miliardi di euro registra una crescita del 72% rispetto ai 2,5 miliardi del 2008. Ammontano infine a 9mila le verifiche e i controlli mirati, con risultati positivi sia in termini di maggiore Iva accertata (673 milioni di euro) sia di rilievi ai fini delle imposte dirette e Irap pari, rispettivamente, a circa 6,9 e 5,4 miliardi di euro.

Le strategie per il 2010
Sugli obiettivi che l’Agenzia intende raggiungere nel 2010 si è soffermato il direttore vicario Marco Di Capua, sottolineando le linee strategiche su cui poggia l’attività dell’Amministrazione finanziaria: consolidamento dei risultati in sinergia con le strategie attuate nel 2009; miglioramento dell’efficienza delle strutture e dell’efficacia dissuasiva dei controlli; consolidamento delle entrate che derivano da ordinaria attività di accertamento e di controllo formale, in particolare, di quelle connesse agli istituti deflativi del contenzioso. Di Capua ha anche ricordato che condizione necessaria e sufficiente per determinare la diminuzione della conflittualità nei rapporti con i contribuenti e l’immediata riscossione delle somme dovute è puntare sulla qualità dell’azione di controllo. Questo significa analizzare il rischio di evasione in funzione della tipologia di contribuente, distinguendo tra grandi contribuenti, imprese medie, imprese di piccole dimensioni e professionisti, enti non commerciali. Su questa ripartizione viene adattata la strategia di contrasto per l’anno corrente. Nel dettaglio, per i grandi contribuenti è prevista l’estensione del tutoraggio alle imprese con volume d’affari o ricavi non inferiore a 200 milioni di euro; per le imprese di medie dimensioni un incremento quantitativo e qualitativo dell’attività di controllo; per le imprese di minori dimensioni e per i professionisti la valorizzazione degli studi di settore; per tutte le partite Iva azioni di prevenzione e contrasto del fenomeno delle compensazioni con crediti inesistenti; per le persone fisiche forte incremento degli accertamenti sintetici e contrasto ai fenomeni di estero-residenza fittizia, grazie anche alla collaborazione con la Guardia di finanza e i Comuni. Per quanto riguarda i servizi ai contribuenti, Di Capua ha sottolineato che nel 2010 “la centralità del rapporto con il contribuente, ancora più che in passato, sarà il punto di riferimento dell’Agenzia. In questa cornice si inscrivono i nuovi strumenti di colloquio telematico con gli intermediari (Civis e Pec); la costituzione di un tavolo di lavoro per la semplificazione del linguaggio delle comunicazioni ai contribuenti; il rinnovamento del sito internet dell’Agenzia.
Gianluca Di Muro
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/dati-e-statistiche/articolo/nuovo-record-nella-lotta-allevasione-nel-2009-incassati-91-mld-di-euro

Dall’hi-tech alle banche: c’è posto per 3mila giovani

A CURA DI Andrea Curiat
Più di 3mila posti di lavoro per cominciare bene il 2010. Ripresa sì, ripresa no: il dibattito è ancora in corso, ma intanto di aziende che assumono ce ne sono (per fortuna) in quasi tutti i settori, come evidenzia l’indagine condotta dal Sole 24 Ore (a destra, una tabella sintetica con le principali offerte e gli indirizzi utili per candidarsi). Diciotto società a caccia di professionisti, per circa 3.400 posti di lavoro in settori che vanno dal bancario alla Gdo, passando per l’hi-tech e le telecomunicazioni, con contratti a tempo indeterminato, determinato, di inserimento e di stage.
Ernst&Young segnala 420 inserimenti nel 2010: 120 neolaureati in economia e ingegneria come junior consultant per il team di advisory; 50 fiscalisti, sia neolaureati che con esperienza, per la service line tax; e altri 250 neolaureati e laureandi in discipline economiche per il settore assurance. I contratti sono prevalentemente di apprendistato della durata di 24 mesi per i neolaureati, e di stage per i laureandi. Anche Kpmg stima circa 400 inserimenti nel corso dell’anno, di cui 200 nell’area revisione, 50 per la consulenza manageriale, 20 per i servizi fiscali e legali e 120 stage curriculari. Le assunzioni riguarderanno prevalentemente neolaureati in economia e commercio e in ingegneria gestionale, con una buona conoscenza della lingua inglese, da inserire con contratto iniziale di apprendistato professionalizzante. Capgemini inserirà 350 tra neolaureati e senior: per 250 profili sono già aperte le selezioni.
Per potenziare la rete, Unicredit ha in programma 200 inserimenti e 50 assunzioni di figure altamente qualificate a tempo indeterminato, cui si aggiungono altri 110 lavoratori a tempo determinato. Le assunzioni si inseriscono nel piano aziendale 2009/2010 per un totale di 850 contratti offerti nel biennio. Sempre in ambito bancario, Barclays assumerà nel 2010 oltre 200 professionisti nei ruoli di gestori di filiale, anche senior, gestori retail, con elevate capacità di sviluppo commerciale e approfondita conoscenza dei prodotti bancari, e customer assistant. Le aree d’interesse sono Milano, Roma e Torino, la Brianza, la provincia di Bergamo e Brescia, l’Emilia Romagna e il Triveneto. Anche Bcc Roma potenzierà la rete di sportelli con 70 nuovi inserimento.
Altri 500 posti di lavoro, più 100 derivanti dall’indotto, sono previsti dal gruppo Percassi, che cerca direttori di negozi, addetti alle vendite, giardinieri, manutentori e altri profili ancora per il nuovo “Outlet Village” in fase di realizzazione in Sicilia. Il gruppo Biancamano, operatore nei servizi di igiene urbana e smaltimento rifiuti, prevede di assumere nell’anno 2010 circa 200 persone in Italia, di cui il 95% operai; sarà applicato il contratto nazionale F.i.s.e./Assoambiente.
Vodafone, invece, inserirà oltre 80 persone a tempo indeterminato nel corso del 2010. Gli inserimenti avveranno in diverse aree aziendali, dal marketing alle vendite ai ruoli di staff. La metà dei nuovi assunti saranno neolaureati ed entreranno a far parte del programma di formazione Vodafone graduate, che prevede una prima esperienza di contatto con il cliente nei call center, nelle vendite e nei negozi. Ergo Italia, nelle due divisioni retail e corporate, è in cerca di 65 intermediari assicurativi da iscrivere alla sezione E del registro unico degli intermediari Isvap. Crif, compagnia specializzata nello sviluppo e gestione di sistemi di informazioni creditizie, inserirà 25 dipendenti e 30 stagisti nelle principali aree aziendali (analisi, consulenza, vendite, It, staff e supporto al business). In media il 35% degli stagisti viene poi assunto.
Philips ha un programma di inserimenti di circa 50 nuovi assunti, per la maggior parte neolaureati in discipline economiche con un ottimo curriculum scolastico. I profili senior rappresentano il 20% delle assunzioni, mentre i neolaureati sono inseriti con contratti di stage (poi confermati nel 60% dei casi) o di inserimento. A partire da marzo 2010 Bosch inizierà le selezioni per 10 giovani da inserire nel programma formativo Junior managers con successivo contratto a tempo indeterminato.
La compagnia di shopping online BuyVip cerca in ambito commerciale 2 category manager e 4 buyer da assumere in pianta stabile. Engel& Völkers cerca 1 consulente immobiliare esperto e 2 consulenti junior, Guala Closures inserirà un designer, un progettista, un supporter per l’area di controllo dei costi industriali e due venditori. Procter&Gamble, infine, offre 90 contratti di stage suddivisi tra le varie funzioni aziendali.

La mappa delle principali offerte
CAPGEMINI
250
100 consulenti area Sap e Ms Axapta, 50 consulenti di business e processi, 100 esperti di tecnologia eingegneria del software.
Candidature su www.it.capgemini.com/carriera
BARCLAYS
200
Branch manager, relationship manager, customer assistant con varie tipologie di contratti.
Candidature su www.barclays.it, sezione Lavora con noi
BCC ROMA
70
Sono previsti nuovi inserimenti per potenziare la rete di sportelli.
Candidature sul sito www.bccroma.it, sezione Autocandidature in Bcc Roma
BOSCH
10
Si selezionano giovani da inserire nel Junior manager program della durata di 18 mesi finalizzato ad assunzioni a tempo indeterminato.
Candidature su www.bosch.it, Lavoro e carriere
CRIF
55
Assunzioni a tempo indeterminato e a termine per potenziare i settori analisi, consulenza, vendite, It, staff e supporto al business.
Si veda www.crif.com, sezione Lavora con noi
ERGO ITALIA
65
Si selezionano intermediari assicurativi da iscrivere alla sezione E del Registro unico degli intermediari Isvap (Rui).
Si veda www.ergoitalia.it, sezione Lavora con noi
ERNST&YOUNG
420
120 inserimenti per l’advisory, 50 in tax, 250 in assurance. Si selezionano laureandi e neolaureati per contratti di apprendistato di 24 mesi.
Candidature dal sito www.ey.com/it/careers
GRUPPO BIANCAMANO
200
Inserimenti per il 95% dei casi di operai con contratto nazionale Fise/Assoambiente.
Curriculum a Biancamano – Strada 4 – Palazzo Q6 – 20089 Milanofiori – Rozzano (Milano)
GRUPPO PERCASSI
600
Si selezionano direttori di negozi, addetti alle vendite, manutentori.
Candidature su www.siciliaoutletvillage.it
IKEA
500
Addetti logistica, vendite e ristorazione. Prevalentemente contratti entry-level part-time, salvo 10 posti da responsabile.
Si veda www.ikea.it, sezione Lavora con noi
KPMG
390
200 neolaureati per la revisione; 50 per la consulenza manageriale; 20 per i servizi fiscali e legali; 120 stage curriculari.
Candidature dal link www.careers.kpmg.it
PHILIPS
50
Per il 20% senior, il restante 80% con contratto d’inserimento. Si cercano profili economici.
Candidature dal sito internet: www.research.philips.com/careers/apply.htm
BUY VIP
6
Si selezionano 2 category manager e 4 buyer, contratti a tempo indeterminato.
Candidature a [email protected] specificando nell’oggetto che si tratta di un cv
UNICREDIT
360
200 inserimenti sulla rete a tempo indeterminato, 50 figure qualificate a tempo indeterminato, 110 a tempo determinato sulla rete.
Si veda www.unicreditgroup.eu/it/Careers/
VODAFONE
80
Contratti a tempo indeterminato in diverse aree (marketing, vendite, ruoli di staff). La metà dei nuovi assunti saranno neolaureati.
Si veda www.lavoraconnoi.vodafone.it

Fonte: http://www.newsletter.ilsole24ore.com/News24/Articoli/2010/03/02/23_A.php?uuid=c2719468-2618-11df-a13d-158f9b56f08f&DocRulesView=Libero

Moda: contraffazione costa 12 miliardi di euro annui

I falsi capi di abbigliamento e accessori made in Italy generano a carico delle imprese italiane una perdita pari a ben 12 miliardi di euro all’anno ed una ricaduta occupazionale negativa pari a ben 20 mila posti di lavoro. A rilevarlo è stata la Camera di Commercio di Monza e Brianza in occasione della settimana della moda, sottolineando tra l’altro come i danni più rilevanti siano a carico delle imprese della Lombardia, dove le perdite sono stimate in ben 2,4 miliardi di euro, di cui solo 0,8 miliardi di euro circa a Milano.

Il danno per il solo settore moda è rilevante se si considera che complessivamente per l’Italia le perdite annue a causa della vendita di prodotti taroccati ammonta a 50 miliardi di euro. In Lombardia, città come Brescia e Bergamo, a causa del falso made in Italy nella moda perdono ogni anno, rispettivamente, 396 milioni e 223 milioni di euro; ma secondo le rilevazioni della Camera di Commercio, a Varese vengono a mancare 209 milioni di euro annui e 173 milioni di euro per le imprese della Brianza. Per il comparto, inoltre, quello della settimana della moda è un business che va anche a generare ricadute positive sull’indotto: dai servizi di accoglienza e di alloggio a quelli della ristorazione e dei trasporti.

Il blocco del traffico di ieri a Milano ed in tanti altri Comuni della Lombardia ha inciso negativamente sulla settimana della moda milanese, ma in ogni caso tutto ciò secondo le stime della Camera di Commercio di Monza e Brianza non ha intaccato il valore attribuito al brand delle sfilate internazionali che viene stimato in ben 150 miliardi di euro.

Secondo quanto dichiarato dal Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza, Carlo Edoardo Valli, la difesa del settore moda passa, nel contrasto all’abusivismo ed alla contraffazione, attraverso un gioco di squadra che deve coinvolgere non solo i distributori ed i produttori, ma anche le istituzioni ed i consumatori garantendo sia controlli, sia innovazione per uno dei simboli di eccellenza del made in Italy come la moda.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/moda-contraffazione-costa-12-miliardi-di-euro-annui/25471/