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Ripartenza e innovazione/ Methodos: “Otto milioni di italiani lavorano da casa, è il momento di trasformarli in smart workers”

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La pandemia di Coronavirus cambierà per sempre il modo di lavorare. È con questa certezza che siamo entrati nella Fase 2: mentre le attività e i vari settori industriali riaprono progressivamente, molte aziende hanno deciso di continuare a far lavorare da casa i dipendenti le cui mansioni lo consentono. E così, dicono gli ultimi dati dell’Osservatorio Smartworking del Politecnico di Milano, gli italiani che lavorano da remoto sono passati dai 500 mila pre-Covid-19 agli 8 milioni di oggi e l’ampliamento delle policy di lavoro da remoto riguarda in questo momento il 93% delle aziende. «Da qui non si torna indietro» è il commento di Alessio Vaccarezza, CEO di Methodos Italia, società di consulenza specializzata nell’accompagnare le imprese nei processi di change management. «Non si tratta solo della necessità rispondere alle esigenze di distanziamento sociale dovute alla pandemia –continua Vaccarezza–. Ora sono i lavoratori per primi a volere lo smartworking: un sondaggio della CGIL ha evidenziato che il 60% vorrebbe proseguire anche dopo l’emergenza. E teniamo conto che l’80% dei rispondenti a quel sondaggio non aveva mai sperimentato il lavoro a distanza prima, e ci si è ritrovato catapultato in modo improvviso e fra grandi difficoltà. Trovando aspetti positivi in una misura inizialmente figlia dell’emergenza, gli italiani stanno dando prova di antifragilità: ora tocca alle aziende dimostrare la stessa capacità, ed è questo che farà la differenza per ripartire davvero».

L’antifragilità è la capacità di uscire dalle avversità più forti, perché cambiati. «Qualcuno intenderà la ripartenza come riprendere da dove ci si era fermati, facendo le stesse cose di prima, seppur a distanza, dando prova di quella che potremmo definire resilienza. L’antifragilità è invece un ulteriore passo avanti –spiega Vaccarezza–. Sono antifragili le aziende che reagiscono allo shock del Covid-19 creando una discontinuità in ottica di vantaggio competitivo, che hanno il coraggio di ripensarsi e migliorarsi. In una parola, che evolvono». Un caso su cui gli esperti di Methodos hanno lavorato è quello di Crédit Agricole, che in seguito alla crisi di questi mesi sta riprogettando completamente l’esperienza cliente, sviluppando competenze e costruendo un’organizzazione per servirlo anche meglio anche da remoto.

Ma quali sono le misure che le aziende possono mettere in pratica per far sì che la propria organizzazione e le proprie persone possano cogliere tutti i vantaggi del cambiamento, e in particolare dello smart working? Methodos ne ha individuati cinque.

  1. Focus su donne, giovani e lavoratori assunti da poco. Mentre secondo alcune ricerche sul comportamento di lavoratori e organizzazioni, i dipendenti meno giovani e le figure senior hanno mostrato di aver risentito meno della crisi degli ultimi mesi, a rischiare di farne maggiormente le spese sono le donne (che a casa, come rileva la CGIL, devono vedersela con un maggior carico di impegni familiari), i giovani e i dipendenti recentemente assunti e figure junior. «Far diventare lo smart working strutturale e non occasionale significa dare un supporto a queste tipologie di lavoratori –suggerisce Giuseppe Geneletti, Head Smart Working di Methodos–. Migliorando la conciliazione tra vita personale e lavorativa grazie allo smart working, le aziende potranno diventare bacini di attrazione dei talenti molto più ampi, diversi e inclusivi».
  2. Spiegare chiaramente al personale gli obiettivi di performance futura e gli adeguamenti strategici. Condividere i risultati aziendali e sviluppare un insieme di aspettative quanto più stabile possibile è importante per aumentare i livelli di resilienza e ridurre la depressione e l’ansia. «L’incertezza – sottolinea Geneletti– è la condizione peggiore di tutte per un lavoratore. Gli studi più recenti hanno rilevato che, durante la fase acuta dell’emergenza, coloro che non conoscevano l’andamento e la situazione finanziaria della propria azienda mostravano livelli molto bassi di resilienza psicologica e livelli più alti di depressione».
  3. Continuare a ottimizzare i metodi di collaborazione online. Più il lavoro da casa risulta efficiente, più i processi da remoto funzionano, più si riducono depressione e ansia. «Il digitale oggi ci permette modalità di comunicazione e lavoro in team che si avvicinano a quelle in presenza –commenta Geneletti–. Investire per dotare i dipendenti di strumenti efficaci ha un reale impatto sui processi, sulla produttività e sulla soddisfazione delle persone. Non a caso, il 57% dei rispondenti al sondaggio della CGIL ritiene che lo smartworking sia stimolante: lavorare da casa potrebbe quindi essere una leva per generare innovazione e creatività».

Promuovere l’attività fisica e le sane abitudini, anche per chi lavora a distanza. Rimanere fisicamente attivi aiuta anche sul piano psicologico quando ci si trova in condizioni di forte stress, come avvenuto durante il lockdown. Questa accortezza va mantenuta anche normalizzando il lavoro a distanza, così com’è importante aiutare i lavoratori a darsi delle regole e delle routine quotidiane. «Mentre si lavora da casa è facile distrarsi sui social o concedersi snack fuori pasto, provando poi senso di colpa e sensazione di non avere il controllo: di questo le aziende devono tenere conto nell’organizzazione del lavoro» spiega Geneletti. Inoltre le organizzazioni dovrebbero aiutare il proprio personale a coltivare relazioni positive e a favorire il dialogo, gli incontri e la socialità all’interno e all’esterno dell’organizzazione.

  1. Coltivare la coesione incoraggiando il sostegno reciproco e riconoscendo il valore delle persone. È un aspetto importante per riuscire a costruire la resilienza organizzativa. «Le persone oggi hanno il timore che lo smart working tolga occasioni di confronto e scambio trasparente con i colleghi –sottolinea Geneletti–. Per questo le aziende dovrebbero motivare i dipendenti a innescare la loro naturale spinta per l’assistenza e il sostegno reciproci. I dirigenti dell’azienda devono far sentire il personale apprezzato».

«Mentre ci stiamo lasciando alle spalle lo shock del periodo epidemico e stiamo entrando in una nuova fase ricca di incertezze – conclude Vaccarezza – la creazione di una cultura aziendale basata sulla cura, sulla comunicazione e sull’espressione attiva sarà determinante per costruire profondi legami emotivi tra il personale e l’azienda, in un contesto phygital, in una commistione studiata tra il fisico e il digitale. Solo così si potranno mettere le basi per una ripresa rapida e duratura».

Methodos Spa – Società di consulenza di direzione fondata nel 1979, e parte di Methodos Group SpA con sedi in Francia e Germania, è tra le più significative realtà internazionali nei processi di change management organizzativo e culturale a supporto delle trasformazioni (M&A; Digital Transformation, New Ways of Working, Integrated Thinking…), nei programmi di coinvolgimento e comunicazione con gli stakeholder, nello sviluppo di una leadership efficace. www.methodos.com

Ufficio stampa Methodos Spa: Eo Ipso Miriam Giudici

Vino ed e-commerce, binomio vincente

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L’e-commerceè stato per dievrso tempo un canale marginale nelle vendite della stragrande maggioranza delle aziende del vino, ma nel lungo periodo di lockdown è stato capace di ritagliarsi un ruolo importante. Non va considerato un fenomeno tranistorio: la verità è che tanti imprenditori studiavano da tempo lo sbarco online e la pandemia non ha fatto che accelerare il processo ed i tempi.

Nel complesso, in Italia, l’online, prima dell’emergenza, valeva tra l’1% ed il 2% delle vendite,ma come rilevato da Tannico, il giro di affari ha fatto segnare un +100% nel primo mese di lockdown, in continua ascesa nelle settimane successive.

Adesso il lockdown è quasi finito, si cerca di tornare, pur con tutte le precauzioni del caso, alla normalità, bar e ristoranti provano a riaprire. Sul lungo periodo, sarà però una normalità diversa, in cui l’e-commerce, uscito dalla nicchia, peserà almeno per il 5% dei fatturati delle grandi aziende del vino italiano; senza per questo entrare in competizione con l’Horeca, il canale di riferimento per la maggior parte delle griffe del vino del Belpaese, ma costruendo semmai un nuovo equilibrio.

Lo hanno raccontato a WineNews, attraverso le loro case history, gli imprenditori alla guida di alcune delle più importanti cantine del Belpaese. Quindi c’è da crederci.

Sicurezza/ Ennesimo suicidio tra le forze di polizia ,de Lieto (Li.si.po): “Ministro Lamorgese batta un colpo”

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Comunicato stampa del 30.05.2020

A Bassano del Grappa (VI) questa mattina, presso il locale Commissariato della Polizia di Stato si è consumata l’ennesima tragedia: un poliziotto di 58 anni ha compiuto l’ennesimo estremo gesto, sparandosi con la pistola d’ordinanza. Il Segretario Generale del Libero Sindacato di Polizia LI.SI.PO. Antonio de Lieto ha dichiarato: “il LI.SI.PO. più volte ha lanciato l’appello al Ministro dell’interno, al fine di individuare una strategia finalizzata a debellare il “virus suicida” nella Polizia di Stato. Il LI.SI.PO. – ha continuato de Lieto – ha sempre chiesto ai vertici del Ministero dell’Interno un pool di psicologi a stretto contatto con gli operatori di Polizia, in modo tale da intervenire per tempo su qualsiasi situazione sospetta, che l’appartenente alla Polizia di Stato stia vivendo, assicurando allo stesso modo il necessario supporto al fine di evitare il verificarsi di qualsiasi atto drammatico. A tal riguardo il LI.SI.PO. ha tenuto anche una manifestazione al fine di sensibilizzare ancor più chi è preposto alla risoluzione della delicata problematica.

Ad oggi non è cambiato nulla, il “virus suicidi” la fa sempre più da padrone e il numero delle perdite nelle file della Polizia di Stato sale sempre più in alto. Signor Ministro dell’Interno, Troppe mamme, troppe mogli e troppi figli piangono i poliziotti che si sono suicidati. Signor Ministro Lamorgese “batta un colpo”, faccia l’ultimo sforzo e trovi la giusta strategia per porre fine a questa “strage silenziosa”. La sicurezza dei cittadini, signor Ministro, passa necessariamente attraverso la tranquillità degli operatori di Polizia.

L’ADDETTO STAMPA Antonio Curci

Cucina e dintorni/ Il ‘drive’ riprende quota

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di Stefano Manocchio*
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uello che sembrava un sistema a volte fin troppo innovativo, in questo periodo diventa la nuova frontiera della gastronomia. Il ‘drive’, praticamente un’esclusiva dei McDonanld’s potrebbe essere la nuova fonte di guadagno nel campo della ristorazione. La paura per l’epidemia da Covid non è certo passata, anche se i numeri sono ben diversi rispetto a quelli di un paio di mesi addietro. File lunghissime sembrano caratterizzare soprattutto questa tipologia di acquisto di pietanze e il flusso è favorito dal fatto che i ‘Mc’, pur avendo adottato tutte le misure di sicurezza e le pratiche di sanificazione, che rallentano il lavoro, sono ancora decisamente più veloci nelle preparazioni e nella consegna rispetto ad altre catene, per non parlare di ristoranti e pizzerie tradizionali. L’utenza resta quella prettamente giovanile, che poi è quella che peggio ha vissuto la clausura e che adesso, in tempo di libertà di spostamento, si è subito ‘riversata’ nella ristorazione, creando non poche preoccupazioni a tutti gli altri, autorità in testa. Il fenomeno, dicono anche gli esperti, è destinato a rimanere anche quando la ‘normalità’ sarà sancita definitivamente.
LA RICETTA DELLA SETTIMANA .Zuppa di patate e lardo. Preparare la pizza di granone e metterla in cottura e in una padella far scaldare olio, cipolla, sedano e lardo, quindi unire le patate, precedentemente pulite e tagliate in spicchi grandi e versare dell’acqua calda. A cottura ben effettuata aggiungere la pizza di granone sbriciolandola e mescolare; prima di servire in tavola aggiungere olio evo e peperoncino.
*giornalista appassionato di cucina

USA/ ‘Caso’ Floyd, l’autopsia esclude l’asfissia e il soffocamento

Mentre ancora imperversa la violenza, con scontri tra polizia e manifestanti e ripetute devastazioni, arrivano le prime notizie sul cosiddetto ‘caso Floyd’.
Il 46enne afroamericano non sarebbe morto né per asfissia né per strangolamento. Sono arrivati i risultati dell’autopsia preliminare effettuata dal medico legale della contea di Hennepin sul cadavere dell’uomo deceduto a Minneapolis durante un fermo di polizia e dopo che un poliziotto bianco gli aveva premuto con violenza per 8 minuti e 46 secondi il ginocchio sul collo quando era disarmato e immobilizzato.
Secondo il rapporto del medico legale, non ci sarebbero elementi che possano supportare una diagnosi di strangolamento o asfissia traumatica.

Il patologo parla, infatti, di effetti combinati dell’essere bloccato dagli agenti, di patologie pregresse; pare infatti che la vittima soffrisse di ipertensione arteriosa e problemi coronarici, e di una potenziale sostanza intossicante presente sul corpo di Floyd.

Coronavirus, sale il numero dei deceduti ma diminuiscono i ricoverati e contagiati

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Bilancio in chiaroscuro per il consueto aggiornamento della Protezione civile con i dati relativi al coronavirus in Italia.
I ricoverati con sintomi sono 6.680 (-414), in terapia intensiva 450 (-25), in isolamento domiciliare 36.561 (-2.045). Il totale degli attualmente positivi è di 43.691 (-2.484).

Tra dimessi e guariti si contano in totale 155.633 (+ 2.789).

I morti nelle ultime 24 ore sono 111, per un totale di 33.340. I casi totali dall’inizio della pandemia nel nostro Paese, compresi deceduti e guariti, sono 232.664 (+416).

Sicurezza/ ‘Marcia su Roma’ e ‘Gilet arancioni’: monta la protesta

Attimi di tensione al centro di Roma durante il corteo lanciato sul gruppo Facebook “Marcia su Roma”. Circa 200 persone hanno raggiunto piazza Venezia con l’intenzione di andare a Montecitorio. Sul posto le forze dell’ordine I manifestanti con le braccia alzate si sono avvicinati al cordone delle forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, che sbarrava la strada. “Qui c’è gente che non mangia. C’è gente che non prende lo stipendio da 4 mesi. Abbiamo fame”, hanno gridato i manifestanti alcuni avvolti nel tricolore. Molti indossano magliette con scritto “Marcia su Roma”, “e ci sono anche rappresentanti di Casapound” spiega uno dei portavoce che parla al megafono.
Qualche centinaio di persone si sono radunate in Piazza Duomo a Milano per una manifestazione dei “Gilet Arancioni”, un movimento di protesta che chiede, tra l’altro, il ritorno alla “lira italica” e un “governo votato dal popolo”.
La maggioranza dei partecipanti non ha rispettato le distanze di sicurezza per l’emergenza Covid e si sono verificati di fatto alcuni assembramenti anche attorno ai rappresentanti del movimento che parlavano al microfono, dopo aver steso striscioni a terra.

Coronavirus, in Lombardia aprono piscine e palestre

Procederà senza interruzioni la preparazione della cosiddetta ‘fase 3’ di prevenzione del contagio da coronavirus.

Non ci sono ragioni per rivedere la programmata riapertura degli spostamenti tra Regioni dal 3 giugno: lo dice il ministro Speranza.
Intanto il governatore della Lombardia, Fontana, firma una nuova ordinanza: da lunedì riaprono piscine e palestre.
Cambia anche la ‘geografia’ del contagio nel mondo: con 27.878 morti positivi al coronavirus dall’inizio dell’epidemia il Brasile ha superato la Spagna per numero di decessi.

foto di repertorio

Cronaca nazionale/ Tragico incidente, muoiono due ragazze

Un terribile incidente stradale, con un pesante bilancio di vittime. Due ragazze di 20 e 21 anni, sono morte in un violento scontro frontale tra due auto avvenuto nella notte sulla statale 42, nel tratto che collega Esine a Darfo Boario Terme, nel Bresciano.
Altre cinque persone, tra cui quattro uomini di età compresa tra i 30 e i 40 anni, sono rimaste ferite: due versano in gravi condizioni.
Sul posto sono intervenuti gli uomini della polizia stradale di Brescia e i vigili del fuoco.

Arte/ L’universo di Ignacio Goitia fino al 27 giugno a Roma

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Riprendono le attività culturali dell’Instituto Cervantes di Roma: da mercoledì 27 maggio la Sala Dalí di piazza Navona riapre le sue porte al pubblico ospitando la mostra “L’universo di Ignacio Goitia”, rinviata lo scorso marzo. Dopo il successo riscosso alla Sala Rekalde di Bilbao, arriva per la prima volta in Italia l’esposizione organizzata in collaborazione con Diputación Foral de Bizkaia, che raccoglie quadri, disegni e installazioni tridimensionali del pittore e creativo basco. Una sorta di sunto ideale del percorso artistico di Ignacio Goitia, raccontato dalle sue opere più evocative in cui libertà e rispetto per le diversità sono valori fondamentali. Attraverso l’attenta messa in scena, progettata e curata dall’artista originario di Bilbao, lo spettatore potrà ripercorrere i diversi periodi e i temi trattati nei suoi 30 anni di produzione artistica. Dai suoi primi quadri che vedevano come protagoniste delle giraffe all’interno di un palazzo, alla serie destinata alla colonizzazione e alla globalizzazione. Fino all’influenza della tradizione romana, che si può notare non solo nel passato, ma anche nel presente, poiché la maggior parte delle città e degli edifici che accompagnano la nostra quotidianità fu costruita in epoche lontane ma ancora conserva l’energia e la vitalità. Quest’idea è presente nella maggior parte delle opere di Goitia poiché le diverse tematiche che affronta nei suoi quadri sono ambientate in edifici architettonici costruiti generalmente secoli prima.

La mostra ha inizio sulla strada, guardando attraverso la vetrina della sala che affaccia su Piazza Navona: questo primo spazio rievoca le vetrine dei grandi magazzini solo che qui l’artista, invece di esporre gli articoli commerciali, presenta una struttura dell’universo che troveremo all’interno. Una specie di quadro a tre dimensioni con personaggi tratti dai suoi lavori in cui lo spettatore può passeggiare ed essere parte integrante dell’opera stessa, entrando in contatto con l’universo di Goitia. Da fuori i personaggi, usciti dai quadri, sembrano tridimensionali, però addentrandoci nella sala si scopre che le figure sono piane e dietro sono nere. Lo stesso quadro si trasforma in sagome nere come se si trattasse di un teatro delle ombre cinesi, collegandosi così alle raffigurazioni che decorano la stanza, disegnate dall’artista per la sua recente esposizione della Galleria Dot Fifty one di Miami. L’aspetto scenografico delle sale aiuta a comprendere meglio il suo universo al di là dei quadri. La divisione dello spazio in sale separate da fogli dipinti a mo’ di “boiserie” (che lui stesso ha progettato), condurranno lo spettatore in un mondo in cui la realtà e la fantasia convivono naturalmente, come accade nelle opere di Ignacio Goitia.

Nei quadri dedicati al folclore basco, decontestualizzando i protagonisti e collocandoli in diverse città europee, vi è un invito a riflettere su come la forma ancestrale di espressione di un popolo può essere un elemento per confrontarsi con la globalizzazione che cerca di creare un mondo uniforme, e privo di personalità. La mostra “L’universo di Ignacio Goitia” si potrà visitare gratuitamente fino al 27 giugno, dal mercoledì al sabato dalle ore 16 alle 20. Per accedere alla Sala Dalí dell’Instituto Cervantes è necessaria la prenotazione da richiedere scrivendo a [email protected]. Per garantire la sicurezza dei visitatori, l’accesso alla mostra è consentito solo a persone munite di mascherina correttamente posizionata, mentre saranno forniti all’ingresso gel disinfettante o guanti. Nel rispetto del distanziamento sociale è consentito l’ingresso di un massimo di 4 visitatori alla volta.

Ufficio stampa Instituto Cervantes Umberto di Micco